Acqua pubblica addio! A cuneo come in tutta Italia svilito ed aggirato il voto dei cittadini

Condivido per conoscenza, e mi permetto di citare, a tal proposito, la poesia Prima vennero…  di Martin Niemöller

“Quando i nazisti presero i comunisti,
io non dissi nulla perché non ero comunista.
Quando rinchiusero i socialdemocratici
io non dissi nulla perché non ero socialdemocratico.
Quando presero i sindacalisti,
io non dissi nulla perché non ero sindacalista.
Poi presero gli ebrei, e io non dissi nulla perché non ero ebreo.
Poi vennero a prendere me.
E non era rimasto più nessuno che potesse dire qualcosa»

–  Martin Niemöller

Complimenti al Comitato Cuneese Acqua Bene Comune per questa presa di posizione chiara, rigorosa e coerente con la nostra storia e i nostri obiettivi. Suggerisco una piccola correzione là dove si parla del Comune di Torino: esso non detiene la maggioranza di IREN ma è socio di maggioranza di IREN al 24,05% del capitale tramite le Finanziarie FSU (Finanziaria Sviluppo Utilities) con il 16,65% del capitale  e FCT (Finanziaria Città di Torino) con il 7,40%. E’ davvero urgente definire forme di difesa delle gestioni totalmente pubbliche sul territorio piemontese. 

Acqua pubblica addio! A cuneo come in tutta Italia svilito ed aggirato il voto dei cittadini 

22 Ottobre 2014

Il decreto “Sblocca Italia” insieme alla Legge di Stabilità aggirano in modo subdolo il risultato del voto referendario del 2011 sull’ACQUA PUBBLICA e sviliscono la volontà dei cittadini che avevano deciso che quel servizio doveva rimanere pubblico e non produrre profitti.
Lo sblocca Italia modifica ampiamente la parte del testo unico ambientale del 006 dedicata alla gestione dell’acqua introducendo l’obbligo che per ogni ambito territoriale ottimale (praticamente il territorio della provincia) debba esistere un unico gestore, scelto tra coloro che già oggi ne gestiscono almeno il 25%. Introduce poi anche l’obbligo per un gestore subentrante di corrispondere all’uscente un rimborso calcolato secondo i criteri industriali stabiliti dall’AEEGSI.
La prima modifica allontanerà dal controllo locale (cittadini e consigli comunali) la gestione del servizio, favorendo le grandi società multiservizi che potranno più facilmente aggregare anche diversi ambiti territoriali sui quali già operano, fino ad arrivare a dimensioni regionali od anche sovraregionali.
La seconda rende praticamente impossibile per una azienda totalmente pubblica acquisire territori gestiti da società miste o private.
La legge di stabilità, presentata il 15 ottobre obbliga poi gli Enti locali che intendono gestire i servizi pubblici direttamente con loro aziende, senza il ricorso alla quotazione in borsa od a soci privati, ad accantonare nel proprio bilancio, pro quota, somme pari al valore finanziario delle loro partecipazioni in tali aziende.
Garantisce invece a quegli Enti che decideranno di vendere a privati le loro azioni o di quotarle in borsa, di poter liberamente utilizzare al di fuori del patto di stabilità i proventi delle dismissioni.
In ultimo stabilisce che eventuali contributi pubblici per gli investimenti dovranno prioritariamente essere assegnati ai gestori privati che hanno vinto una gara di appalto o che si sono quotati in borsa tramite processi di aggregazioni societarie (fusioni di grandi società multiservizi).
Era chiaro fin da subito, dopo il voto referendario del 2011, che i vari governi succedutisi miravano ad eludere la volontà dei cittadini con la reintroduzione palese (stoppata dalla Corte Costituzionale nel 2012) o nascosta delle norme abrogate dai 2 referendum. Il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, insieme a tutti i comitati locali, cercava invece la collaborazione con le amministrazioni locali per contrastare queste tendenze.
Purtroppo la gran parte dei sindaci, o non hanno compreso la gravità della situazione, o avevano interessi diretti perchè si procedesse in questa direzione.
Emblematica in merito la posizione assunta dal sindaco di Torino, Piero Fassino che, anche nel suo ruolo di presidente dell’ANCI, ha sempre stoppato ogni tentativo di protesta nei confronti dei governi perchè direttamente interessato a che la multiutility IREN, della quale detiene la maggioranza, potesse diventare uno dei grandi “campioni territoriali” capaci di fagocitare i gestori locali e portare utili alle casse vuote del suo comune.
Anche in provincia di Cuneo, dopo la grande campagna “annulla la delibera” conclusasi con il voto di un anno fa che aveva scongiurato definitivamente l’obbligo della gara di appalto sul nostro territorio, è successo qualcosa di simile. I sindaci della parte del cuneese gestita da aziende totalmente pubbliche, in primis quello di Cuneo, non hanno compreso come la nostra insistenza per l’AZIENDA SPECIALE non fosse una chiusura ideologica ma l’unica strada per mettere al sicuro queste aziende e rispettare il voto dei cittadini. Infatti tale forma aziendale, essendo una emanazione strumentale dell’Ente non sarebbe rientrata negli attuali obblighi.

Ora il nostro comitato, avendo chiaramente recepito la totale mancanza di volontà politica in tal senso, a fronte di questo grave attacco alla gestione pubblica dell’acqua si dichiara disponibile a concordare forme di difesa delle gestioni totalmente pubbliche: ACDA, CALSO, AIGO, COMUNI RIUNITI, INFERNOTTO. Ma occorre far presto ed avere il coraggio di andare oltre le posizioni dell’ANCI, costruendo una forte alleanza tra tutti i comuni che in Italia sono disponibili a tale lotta.
altrimenti il lavoro difficile di superamento dei campanilismi portato avanti con il consorzio
COGESI non sarà servito a nulla.
D’altro canto non si credano in posizione migliore quei sindaci che da anni sostengono in modo più o meno palese i gestori misti e privati presenti sui loro territori: Alba, Bra, Fossano, Savigliano, Saluzzo. Non saranno questi a vincere la gara, se non a scapito di pesanti cessioni di autonomia territoriale a favore dei grandi gruppi multiutilities! Solo gli amministratori monregalesi potranno millantare vittoria (lì IREN c’è già da anni), ma i loro cittadini già si stanno rendendo conto dei risultati: mancati investimenti e tariffe altissime. La “grande coalizione” che ha conquistato il governo provinciale aveva miseramente inserito solo questo punto, la “territorialità”, nel proprio programma rispetto alla gestione dell’acqua: si renda conto che con queste nuove norme ne è stata di fatto espropriata!
Noi siamo perfettamente consapevoli che i cittadini dopo il successo referendario hanno dato per vinta la battaglia ed hanno fatto scemare la loro partecipazione, ora amministrazioni e comitati insieme possono risollevarla: ci auguriamo che non succeda ancora una volta di essere additati come visionari “ideologizzati”.

COMITATO CUNEESE ACQUA BENE COMUNE: tel.3893455739

mail: comitato.cuneese@acquabenecomune.org

Acqua pubblica addio! A cuneo come in tutta Italia svilito ed aggirato il voto dei cittadini!

Acqua pubblica addio! A cuneo come in tutta Italia svilito ed aggirato il voto dei cittadiniultima modifica: 2014-10-26T12:30:02+01:00da davi-luciano
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