La troika è già tra noi

Ma insomma appare veramente normale che l’uomo che ha operato i tagli relativi alla spendig review nel nostro Paese torno poi a fare il lavoro che faceva prima, e nello specifico alle dipendenze del Fondo Monetario Internazionale? Possibile che sul serio non si capisca come un conflitto di interessi serpeggi in modo così chiaro e allo stesso tempo gli italiani, pronti a stracciarsi le vesti per qualsiasi cosa di poco conto, non trovino poi neanche la capacità di cogliere una situazione così paradossale e non si trovi una persona che sia una, neanche nella cloaca di facebook, per sollevare qualche ragionevole dubbio? Carlo Cottarelli, finito il lavoro per il Governo Renzi sfociato nell’indicazione dei 15 miliardi di tagli all’interno della Legge di Stabilità 2015, fa insomma fagotto, lascia non senza qualche polemica l’Italia, e torna a Washington, alle dipendenze dell’Fmi. Tutto normale? Tutto nella norma?

A noi non sembra affatto. Colui che venne scelto dall’alto, ovvero per chiamata diretta, senza alcuna possibilità di consultazione popolare, per intervenire chirurgicamente in uno degli organi interni del nostro Paese, in una operazione praticamente a cuore aperto, è poi la stessa persona che lavora per un organismo che ha nel suo motivo di esistere una missione diametralmente opposta a quella che invece è propria di uno Stato. Il Fondo Monetario Internazionale lavora per le aziende transnazionali, per gli interessi privati di queste, per l’economico, il finanziario e il mercatismo, mentre chi opera per un Paese che si vuole sovrano dovrebbe operare per il sociale, per l’economia reale e per il bene pubblico.

Carlo Cottarelli, beninteso, non è il solo caso in questione. Ed è certo che di tagli agli sprechi il nostro Paese ha un disperato bisogno. Di altri casi è pieno, cioè è la norma, il mondo. Da Mario Draghi che da Goldman Sachs è passato poi alla Banca Centrale Europea e, per rimanere al caso italiano, da Mario Monti che nel 2010 è stato presidente europeo della Commissione Trilaterale (gruppo di interesse fondato da David Rockfeller) e membro del comitato elettivo del Gruppo Bilderberg. Non solo, tra il 2005 e il 2011 è stato international advisor per Goldman Sachs e membro del “Senior European Advisory Council” per l’agenzia di rating Moody’s. Per poi finire, quasi manu militari e con l’appoggio incondizionato di Giorgio Napolitano, a dirigere uno dei governi italiani che più di altri, tra il suo operato e quello della Fornero (quest’ultima un passato tra Intesa Sanpaolo, Confindustria e la World Bank) ha praticamente spianato la strada allo smantellamento sociale che stiamo vivendo.

Sono solo due nomi, i più recenti, di una lista lunghissima, tra Presidenti del Consiglio, Ministri e Sottosegretari e Consulenti tecnici dei vari governi degli ultimi decenni per portare qualche esempio.

La sostanza è sempre la stessa: esponenti di spicco di quel mondo lobbistico e finanziario, speculativo, a trazione statunitense e dunque votati da sempre al conseguimento del massimo profitto per le grandi aziende private transnazionali che vengono poi installati nei posti chiave dei vari Paesi per risolvere i problemi interni relativi al pubblico, al popolo. In qualità di “tecnici”, e si sa bene di quale ambito, con quali mansioni, con quali obiettivi, passano dal privato al pubblico per poi tornare ovviamente al privato e magari ottenere qualche ulteriore scatto in avanti, in carriera, dopo aver “prestato servizio”, a favore di chi è facile immaginarlo oltre che verificarlo di giorno in giorno sulla nostra pelle, in quei pochi mesi di lavoro nel settore pubblico.

Possibile che vada tutto bene, all’italiano medio? Possibile che continui ancora a votare per esponenti e partiti politici che poi, una volta al governo, non fanno altro che mettere la cosa pubblica nelle mani di questi “inviati” della speculazione privata?

E certo, prima che si levi la prima manina alzata, certo che di tagli agli sprechi ce ne è bisogno. Certo che le Regioni (per dirne solo una) oggi in combutta con Renzi per le indicazioni contenute dentro la manovra, debbano tagliare tutti gli illeciti (sotto forma di sprechi, di consulenze, di peculato di vario tipo) che hanno accumulato negli anni. Basti pensare al caso siciliano, così come è facile immaginare si debba fare in qualsiasi settore della cosa pubblica. Ma che sia una persona che ha nella missione di vita di tutto il suo lavoro quello di fare gli interessi del privato a decidere poi cosa debba avvenire a livello anche pubblico, è come nominare il capo d’impresa anche a rappresentante dei lavoratori dell’azienda.

Quella di Carlo Cottarelli è solo l’ultima parabola nota: dall’Fmi all’Italia e ritorno.

Per tutti quelli che non credono che la troika possa sul serio arrivare a governarci. Per tutti quelli che non hanno capito che la troika ci governa già.

Valerio Lo Monaco
http://www.ilribelle.com/la-voce-del-ribelle/2014/10/20/la-troika-e-gia-tra-noi.html
20.10.2014

La troika è già tra noiultima modifica: 2014-10-21T20:29:13+02:00da davi-luciano
Reposta per primo quest’articolo