L’incontro si è tenuto ad Ancona, al Parlamentino della Camera di commercio.
Per il sistema camerale ha partecipato Graziano Di Battista presidente di Unioncamere Marche e della Camera di commercio di Fermo. Con lui i presidenti delle Camere di commercio di Ancona Rodolfo Giampieri, di Pesaro Urbino Alberto Drudi, di Ascoli Piceno Gino Sabatini e di Macerata Giuliano Bianchi. A confrontarsi con loro il Senatore Remigio Ceroni (Fi) e i Deputati Paolo Petrini, Emanuele Lodolini e Luciano Agostini (Pd), Lara Ricciatti (Sel). Per la Regione Marche è intervenuto l’Assessore Paola Giorgi.
Ad allarmare Unioncamere Marche sono soprattutto la crisi ucraina e le sanzioni alla Russia, per le pesanti ripercussioni sul sistema produttivo regionale. La Russia è infatti il quarto mercato per le esportazioni marchigiane, dopo Belgio, Francia e Germania. Nel 2013 le imprese marchigiane hanno esportato in Russia prodotti per 726 milioni di euro, con un fatturato di 295 milioni di euro per le calzature, 72 milioni per i mobili, 61 per gli apparecchi di uso domestico e 49 milioni per l’abbigliamento.
“Purtroppo” ha affermato il presidente Unioncamere Marche Graziano Di Battista “ per effetto delle sanzioni che già adesso colpiscono l’export verso la Russia nell’agroalimentare e nella meccanica e con la recente inclusione dei prodotti del sistema moda, si è avuto un calo dell’export marchigiano verso la Russia del 14,1 per cento nei primi sei mesi del 2014 e del 24,6 per cento solo nel secondo trimestre dell’anno. Inoltre, per effetto della crisi tra Russia ed Ucraina, i costi energetici per le nostre imprese, secondo l’Ufficio Studi del mInistero del Commercio Estero, , saliranno nei prossimi mesi dell’anno, del 5,4 per cento. Noi –ha precisato Di Battista – riteniamo che vada ricercato con ogni sforzo un rapporto di partenariato con gli imprenditori russi, cosa che le Camere di commercio stanno facendo da anni, in modo da mantenere comunque buoni rapporti commerciali”
Ad aver subito più di tutti gli effetti delle sanzioni alla Russia, nel secondo trimestre dell’anno, sono state le calzature (-39,3 per cento rispetto allo stesso trimestre del 2013), i mobili (-27,5), la meccanica (-21,4). In ambito territoriale sono state penalizzate soprattutto le province di Ascoli Piceno (-39,4) e Fermo (-36,5) seguite da Pesaro Urbino (-22,4), Macerata (-16,4) e Ancona (-9,7).
Nel mirino del sistema camerale marchigiano anche l’industria dei falsi e le contraffazioni, soprattutto nel sistema moda. Lo scorso anno la Guardia di Finanza e l’Agenzia delle Dogane, hanno sequestrato nelle Marche merce contraffarla nei settori abbigliamento, accessori e calzature per un valore di 12,5 milioni di euro. In Italia il valore della merce sequestrata ha raggiunto i 290 milioni di euro.
“Per le imprese marchigiane” ha denunciato Di Battista “si tratta di una concorrenza sleale che produce un danno incalcolabile, specialmente per le piccole imprese della subfornitura, che sono il primo anello della filiera a pagare il prezzo della contraffazione e molte sono costrette a chiudere. Il sistema camerale ritiene di fondamentale importanza per le nostre aziende l’adozione dell’etichetta obbligatoria ‘Made in’, per indicare l’origine del prodotto. Una battaglia che va fatta in Europa e che deve avere il sostegno del Governo e dei parlamentari italiani, per far approvare il Regolamento europeo sul ‘Made in ‘ e vincere le resistenze dei Paesi nordeuropei”.
L’ultimo argomento sul quale il sistema camerale marchigiano ha voluto coinvolgere i Senatori ed i Deputati eletti nelle Marche, è stata la riforma delle Camere di commercio.
“Noi” hanno dichiarato i Presidenti delle Camere di commercio marchigiane “condividiamo la necessità di razionalizzare le nostre strutture, riducendone i costi ed aumentandone l’efficienza, all’interno di un percorso che abbiamo già avviato anche nella nostra regione ma chiediamo una valorizzazione del nostro ruolo e non una riduzione dei compiti e delle funzioni. In particolare per sostenere le imprese giovanili e femminili, le start up, il sostegno al credito, il registro delle imprese, la registrazioni di marchi e brevetti, l’internazionalizzazione. Funzioni svolte con grande competenza dal sistema camerale e che vengono messe in discussione dal taglio approvato dal Parlamento del diritto annuale del 35 per cento dal 2015, del 40 per cento per il 2016 e del 50 per cento per il 2017. Tutto questo per un risparmio per le imprese di 5 euro di media al mese mentre alle Camere di commercio verrebbe a mancare il 70 per cento delle entrate, mettendo in discussione molti servizi per le stesse imprese. Ecco perché chiediamo ai Deputati ed ai Senatori marchigiani di adoperarsi per difendere il ruolo delle Camere di commercio, considerate le istituzioni più vicine alle imprese, secondo un sondaggio Ispo, dall’81 per cento delle imprese con meno di 50 addetti e dall’88 per cento di quelle oltre i 50 addetti”.
Dai Deputati e Senatori presenti, l’impegno a portare le istanze delle Camere di commercio marchigiane nei Gruppi e nelle Commissioni parlamentari competenti ed all’attenzione del Governo. L’Assessore Giorgi ha garantito l’impegno della Giunta regionale e del Presidente Spacca.
Fonte:informazione.tv