Ucraina: 16 vittime nelle ultime 24 ore a Donetsk

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irib

Lunedì, 13 Ottobre 2014 00:00

Ucraina: 16 vittime nelle ultime 24 ore a Donetsk

MOSCA – Il vice comandante della milizia della Repubblica popolare di Donetsk Eduard Basurin ha riferito che nelle ultime 24 ore sono stati uccisi 12 civili e 4 militari.

Tra le vittime ci sono sei donne e un bambino. Secondo Basurin, altre 13 persone sono rimaste ferite. Secondo il rappresentante del Centro di informazioni del Consiglio Nazionale per la Sicurezza e la Difesa dell’Ucraina Vladimir Polevoy, non ci sono vittime tra l’esercito ucraino. Tuttavia, ha detto che quattro soldati sono rimasti feriti. Secondo Polevoy, la tensione nella maggior parte delle zone del sud-est del Paese è diminuita.

Pandora TV presenta in esclusiva Intervista a Julian Assange.

http://www.pandoratv.it/?p=1959

pandora

assange

Il fondatore di Wikileaks risponde alle domande del giornalista di Russia Today Afshin Rattansi.
Afshin Rattansi è riuscito a incontrare Julian Assange all’interno dell’Ambasciata dell’Ecuador a Londra, dove è rifugiato da due anni per evitare l’estradizione in Svezia.
In occasione della pubblicazione del suo ultimo libro “When Google met Wikileaks” (“Google ti presento Wiki”) Assange racconta del suo incontro con l’attuale numero uno di Google Eric Schmidt nel 2011.
Rivela i rapporti intimi tra Google e il Dipartimento di stato americano.
Denuncia la falsa testimonianza degli ufficiali dell’esercito USA durante il processo a Chelsea Manning.
Racconta gli incidenti con il quotidiano britannico Guardian.
Descrive FinFisher, il software spionistico usato dalla NSA per entrare nei computer di chiunque.
Conclude con il nulla osta per la sicurezza: l’autorizzazione che sei milioni di americani hanno per accedere a informazioni segrete. Uno stato nello stato, al di fuori della legge. (3855)

Ucraina: INVIATO Britannico Nel Donbass smentisce le menzogne ​​dei media.

ukrainaIl Giornalista Britannico Mark Franchetti Interviene un Shuster live, il Più ​​Importante talk show della Televisione Ucraina. E getta lo Sconcerto in studio con le querelare risposte Che mettono in grande imbarazzo l’intervistatore, Chiaramente schierato pro-Kiev. Franchetti autore di reportage dall’Ucraina ONU Orientale, descriva i filo-russi venire “PERSONE Normali, Assolutamente convinte di difendere le Loro caso Dai fascisti” e smentisce i Suoi interlocutori Silla Presenza di infiltrati Russi: “POSSO solista Parlare di Quello Che Ho Visto con i miei occhi “, afferma via Skype, lasciando Ancora Più sconcertati i Suoi interlocutori. 

Traduzione e voce di Igor Glushkov. (10593)

Isis minaccia l’Occidente: conquisteremo la vostra Roma e ridurremo le vostre donne in schiavitù

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Lunedì, 13 Ottobre 2014 00:39

Isis minaccia l'Occidente: conquisteremo la vostra Roma e ridurremo le vostre donne in schiavitù

BAGHDAD – “Conquisteremo la vostra Roma, romperemo le vostre croci e ridurremo in schiavitù le vostre donne”.

È quanto afferma il portavoce dell’Isis, Mohammed al-Adnani, in una sezione del rivista del gruppo in lingua inglese ‘Daqib’, di cui è stato pubblicato il quarto numero. La minaccia dell’Isis è rivolta a tutti coloro che non sottoscrivono la sua interpretazione miope dell’islam.

Sanzioni alla Russia, industria del falso e riforma del sistema camerale: summit tra Unioncamere ed i parlamentari marchigiani

http://italian.irib.ir/notizie/economia/item/170540

irib

Lunedì, 13 Ottobre 2014 09:37 

Sanzioni alla Russia, industria del falso e riforma del sistema camerale: summit tra Unioncamere ed i parlamentari marchigiani

Un summit tra i presidenti delle Camere di commercio marchigiane ed i parlamentari eletti nelle Marche sulla crisi ucraina e le sanzioni alla Russia, sulla difesa del Made in Italy, sulla lotta alle contraffazioni dei prodotti marchigiani e sulla riforma del sistema camerale.

L’incontro si è tenuto ad Ancona, al Parlamentino della Camera di commercio.

Per il sistema camerale ha partecipato Graziano Di Battista presidente di Unioncamere Marche e della Camera di commercio di Fermo. Con lui i presidenti delle Camere di commercio di Ancona Rodolfo Giampieri, di Pesaro Urbino Alberto Drudi, di Ascoli Piceno Gino Sabatini e di Macerata Giuliano Bianchi. A confrontarsi con loro il Senatore Remigio Ceroni (Fi) e i Deputati Paolo Petrini, Emanuele Lodolini e Luciano Agostini (Pd), Lara Ricciatti (Sel). Per la Regione Marche è intervenuto l’Assessore Paola Giorgi.

Ad allarmare Unioncamere Marche sono soprattutto la crisi ucraina e le sanzioni alla Russia, per le pesanti ripercussioni sul sistema produttivo regionale. La Russia è infatti il quarto mercato per le esportazioni marchigiane, dopo Belgio, Francia e Germania. Nel 2013 le imprese marchigiane hanno esportato in Russia prodotti per 726 milioni di euro, con un fatturato di 295 milioni di euro per le calzature, 72 milioni per i mobili, 61 per gli apparecchi di uso domestico e 49 milioni per l’abbigliamento.

“Purtroppo” ha affermato il presidente Unioncamere Marche Graziano Di Battista “ per effetto delle sanzioni che già adesso colpiscono l’export verso la Russia nell’agroalimentare e nella meccanica e con la recente inclusione dei prodotti del sistema moda, si è avuto un calo dell’export marchigiano verso la Russia del 14,1 per cento nei primi sei mesi del 2014 e del 24,6 per cento solo nel secondo trimestre dell’anno. Inoltre, per effetto della crisi tra Russia ed Ucraina, i costi energetici per le nostre imprese, secondo l’Ufficio Studi del mInistero del Commercio Estero, , saliranno nei prossimi mesi dell’anno, del 5,4 per cento. Noi –ha precisato Di Battista – riteniamo che vada ricercato con ogni sforzo un rapporto di partenariato con gli imprenditori russi, cosa che le Camere di commercio stanno facendo da anni, in modo da mantenere comunque buoni rapporti commerciali”

Ad aver subito più di tutti gli effetti delle sanzioni alla Russia, nel secondo trimestre dell’anno, sono state le calzature (-39,3 per cento rispetto allo stesso trimestre del 2013), i mobili (-27,5), la meccanica (-21,4). In ambito territoriale sono state penalizzate soprattutto le province di Ascoli Piceno (-39,4) e Fermo (-36,5) seguite da Pesaro Urbino (-22,4), Macerata (-16,4) e Ancona (-9,7).

Nel mirino del sistema camerale marchigiano anche l’industria dei falsi e le contraffazioni, soprattutto nel sistema moda. Lo scorso anno la Guardia di Finanza e l’Agenzia delle Dogane, hanno sequestrato nelle Marche merce contraffarla nei settori abbigliamento, accessori e calzature per un valore di 12,5 milioni di euro. In Italia il valore della merce sequestrata ha raggiunto i 290 milioni di euro.

“Per le imprese marchigiane” ha denunciato Di Battista “si tratta di una concorrenza sleale che produce un danno incalcolabile, specialmente per le piccole imprese della subfornitura, che sono il primo anello della filiera a pagare il prezzo della contraffazione e molte sono costrette a chiudere. Il sistema camerale ritiene di fondamentale importanza per le nostre aziende l’adozione dell’etichetta obbligatoria ‘Made in’, per indicare l’origine del prodotto. Una battaglia che va fatta in Europa e che deve avere il sostegno del Governo e dei parlamentari italiani, per far approvare il Regolamento europeo sul ‘Made in ‘ e vincere le resistenze dei Paesi nordeuropei”.

L’ultimo argomento sul quale il sistema camerale marchigiano ha voluto coinvolgere i Senatori ed i Deputati eletti nelle Marche, è stata la riforma delle Camere di commercio.

“Noi” hanno dichiarato i Presidenti delle Camere di commercio marchigiane “condividiamo la necessità di razionalizzare le nostre strutture, riducendone i costi ed aumentandone l’efficienza, all’interno di un percorso che abbiamo già avviato anche nella nostra regione ma chiediamo una valorizzazione del nostro ruolo e non una riduzione dei compiti e delle funzioni. In particolare per sostenere le imprese giovanili e femminili, le start up, il sostegno al credito, il registro delle imprese, la registrazioni di marchi e brevetti, l’internazionalizzazione. Funzioni svolte con grande competenza dal sistema camerale e che vengono messe in discussione dal taglio approvato dal Parlamento del diritto annuale del 35 per cento dal 2015, del 40 per cento per il 2016 e del 50 per cento per il 2017. Tutto questo per un risparmio per le imprese di 5 euro di media al mese mentre alle Camere di commercio verrebbe a mancare il 70 per cento delle entrate, mettendo in discussione molti servizi per le stesse imprese. Ecco perché chiediamo ai Deputati ed ai Senatori marchigiani di adoperarsi per difendere il ruolo delle Camere di commercio, considerate le istituzioni più vicine alle imprese, secondo un sondaggio Ispo, dall’81 per cento delle imprese con meno di 50 addetti e dall’88 per cento di quelle oltre i 50 addetti”.

Dai Deputati e Senatori presenti, l’impegno a portare le istanze delle Camere di commercio marchigiane nei Gruppi e nelle Commissioni parlamentari competenti ed all’attenzione del Governo. L’Assessore Giorgi ha garantito l’impegno della Giunta regionale e del Presidente Spacca.

Fonte:informazione.tv

Russia; Berlusconi: Abbiamo distrutto quel lavoro fatto con Putin nel 2001-2002 per mettere fine alla guerra fredda”

http://italian.irib.ir/notizie/politica5/item/170551

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Lunedì, 13 Ottobre 2014 10:09 

Russia; Berlusconi: Abbiamo distrutto quel lavoro fatto con Putin nel 2001-2002 per mettere fine alla guerra fredda"

Roma- Il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi ieri in collegamento telefonico con il convegno organizzato da Gianfranco Rotondi a Saint Vincent affrontando il tema dei rapporti tra le Federazione Russa e l’Ucraina, ha detto che e’ stata denunciata una violazione della sovranità nazionale invece c’è stata solo una spedizione per scopi umanitari.

 “Il popolo – ha aggiunto Berlusconi – non poteva lasciare indifeso quel 50% e passa dell’Ucraina costituito da russi”. Secondo Berlusconi ci sono “dei dirigenti internazionali che francamente non paiono all’altezza del ruolo”. E ha poi lamentato: “Abbiamo distrutto quel lavoro fatto con Putin nel 2001-2002 per mettere fine alla guerra fredda”.

Italia: Grillo, 70% italiani voterà uscita da euro

http://italian.irib.ir/notizie/mondo/item/170519

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Lunedì, 13 Ottobre 2014 01:08

Italia: Grillo, 70% italiani voterà uscita da euro

 
ROMA – Terzo giorno per il popolo pentastellato al Circo Massimo.

Continua la Festa del Movimento 5 Stelle tra musica e dibattiti. Beppe Grillo è arrivato a bordo di un van color grigio con i vetri oscurati. Ed e’ stato un bagno di folla per Grillo al Circo Massimo anche stamani. Come ieri, il leader M5S ha voluto fare un giro tra i gazebo dove è stato accolto dai militanti e dai cronisti che hanno provato a rivolgergli qualche domanda. L’ex comico genovese è poi salito su una macchina elettrica per “seminare” la folla. “Finirà 70 a 30” il referendum che propone l’M5S per l’uscita dall’euro. Ne è sicuro Beppe Grillo e lo dice intervenendo in diretta alla radio dal Circo Massimo. “Bisogna uscire dall’euro il prima possibile”, ripete il leader M5S che ricorda: “Non siamo ancora andati in default ma già i capitali stanno lasciando l’Italia da settembre”. “Usciremo dal Parlamento ma non dando le dimissioni, faremo delle cose fuori”, ha detto Grillo correggendo un pò il tiro rispetto a ieri quando ha detto che il M5S avrebbe lasciato le Camere. “Andremo martedì a Genova a spalare, anche perchè i nostri parlamentari sono abituati a spalare merda in Parlamento. Domani non si può perchè hanno dato Allerta 2, vuol dire che non è più il caso”. Lo afferma dal palco della festa M5S Beppe Grillo, che stamani aveva annunciato l’arrivo di una delegazione Cinquestelle a Genova per domani. “La peste rossa sommergerà il Paese”, ha detto ancora Grillo prendendo spunto dall’alluvione che ha colpito Genova, sua città natale, coprendola di fango. “Il dialogo non lo vogliamo più con queste persone: vogliamo mandarle via, hanno fatto il loro tempo e non possono più occuparsi di questo Paese”: così Grillo dal Circo Massimo dove ha aggiunto: “Noi siamo in grado di governare”.

E POI SI LAMENTANO SE LI CHIAMANO ” CRAVATTARI”….

da bravo “sinistro” persegue la collettivizzazione dei “mezzi di produzione” e dell’accumulo di ricchezze per “redistribuire”. Poco importa se le tasse vanno a pagare le banche (perché vedete traccia di servizi e assistenza??)

Pubblicato su 12 Ottobre 2014 da frontediliberazionedaibanchieri in POPOLI LIBERI

Franceschini (PD) le tasse si possono pagare anche vendendo il proprio oro, gioielli e opere d’arte che si hanno in casa …

E poi qualcuno si scandalizza se li chiamano usurai …

Popoli Liberi
http://frontediliberazionedaibanchieri.it/2014/10/e-poi-si-lamentano-se-li-chiamano-cravattari.html?utm_medium=referral&utm_source=pulsenews

La strategia del “caos controllato”

ottobre 12 2014

Dall’esplosione della bolla speculativa nel 2008 alle proteste degli studenti a Hong Kong di quest’ultima settimana, il mondo è diventato un luogo assai più instabile e insicuro di quanto anche il più pessimista degli analisti avrebbe potuto immaginare. Nonostante l’iperattività statunitense in tutti i principali scenari – un mix letale di ultraliberismo, bombardamenti e rivoluzioni colorate -, dal Medio Oriente all’Africa e dall’Europa all’Asia, l’obiettivo di ottenere una pacifica globalizzazione controllata e vantaggiosa per tutti è a tal punto fallito, da far legittimamente pensare che probabilmente non fosse proprio il fine ultimo.
Secondo Sergej Glazev, accademico e consigliere presidenziale di Putin, nel medio periodo vi sono solo tre possibili scenari ipotizzabili: una consensuale governance multipolare in grado di risolvere diplomaticamente le crisi, che implicherebbe quindi un ridisegno delle attuali forme di gestione del potere sovranazionale (in primis all’ONU per passare al WTO, l’FMI e la Banca Mondiale); un crack del sistema finanziario anglosassone, che dividerebbe il mondo in aree economiche separate e opposte fra loro; e, infine, la conservazione dell’attuale ordine mondiale a scapito dei paesi terzi e “periferici” al G7. Inutile dire quale sia lo scenario prediletto per le elite americane.

La strategia di destabilizzazione d’intere aree d’interesse geopolitico appare sempre più evidente se si analizzano gli effetti e le conseguenze che gli interventi americani degli ultimi 10 anni hanno provocato in giro per il mondo: con la fallimentare guerra in Afghanistan e quella irachena si è ottenuto lo scopo di far lievitare il prezzo del petrolio a tal punto da rendere appetibili gli investimenti nelle nuove tecnologie estrattive (fracking e petrolio bituminoso), facendo diventare gli USA da importatore netto addirittura prossimo principale produttore mondiale; allo stesso tempo si è in tutti i modi osteggiata la vendita di idrocarburi da paesi nemici come il Sudan, l’Iran, la Russia e soprattutto la Libia. Il trend a ribasso del prezzo del barile che prosegue da tre mesi – ai minimi da più di due anni – è quantomeno insolito alla luce delle sanzioni contro la Russia, della polveriera irachena, della guerra civile libica e dell’ebola in Nigeria. Il prezzo del petrolio sembra per la prima volta stranamente essere immune alle attuali tensioni geopolitiche. Gli stessi membri dell’OPEC hanno visioni divergenti su come operare: se il ministro iraniano e libico sono d’accordo nel “tagliare” la produzione, i paesi del golfo e l’Arabia Saudita sono ovviamente di parere opposto.

Tutto ciò sembra assai funzionale al mantenimento della “signoria del dollaro”, che continua a essere usato come valuta di scambio, nelle transazioni energetiche, finanziando il debito statunitense. D’altra parte il costante espansionismo della NATO verso est, l’appoggio incondizionato al governo di Kiev – che bombarda impunemente civili chiamati terroristi – e l’improvvisa ascesa dell’ISIS, concorrono a pieno titolo a quella strategia del “caos controllato” funzionale a creare una serie di conflitti su tutto il pianeta. Guerre che gli USA non conducono direttamente ma tramite la corruzione delle elite al potere e scatenando conflitti civili, per poi intervenire assieme agli storici alleati inglesi e australiani. Una volta ottenuto il controllo sull’Europa – di cui l’ostinata negoziazione a porte chiuse del TTIP a Bruxelles è chiaro indice – e ridotta alla ragione la Russia, utilizzeranno la loro supremazia nella lotta contro la Cina. Non a caso ieri è iniziata l’esercitazione navale tra la US Navy e la sua controparte filippina che partirà proprio da Palawan, la più vicina isola a quelle contestate con la Cina. L’operazione, che vede impiegati più di 5.000 marinai e marines, navi da sbarco e lanciamissili, s’inserisce in un più ampio contesto di collaborazione militare tra i due paesi che include l’apertura di nuove basi dove dislocare uomini, navi e aerei. Peccato che l’apertura di basi straniere sul territorio filippino senza voto del Senato sia contraria alla Costituzione, ma la strategia della “più grande democrazia del mondo” non può essere fermata per certe piccolezze formali. Dopotutto le Filippine furono strappate alla Spagna nel 1898.

 Fonte: L’Intellettuale Dissidente

http://www.informarexresistere.fr/2014/10/12/la-strategia-del-caos-controllato/?utm_medium=referral&utm_source=pulsenews

Le tasse di Renzi

Scritto da Giuliano Cazzola • 13 ottobre 2014

arton14338 ‘’La flessibilità dell’Italia ci costerà quasi 52 miliardi di batosta su Iva e imposte indirette. E’ la contropartita che Renzi ha messo sul tavolo di Bruxelles per pagarsi la prossima campagna elettorale. Un modo subdolo per finanziare la corsa alla sua riconferma, visto che ormai pare ovvio che la parabola di questo governo sia al tramonto”. Così il deputato leghista Filippo Busin, commentando i numeri della clausola di salvaguardia che Renzi è in procinto di firmare per ottenere l’allentamento dei vincoli. “Dodici miliardi e 4 milioni di rincari nel 2016, 17,8 nel 2017 e 21,4 nel 2018: il governo Renzi baratta la flessibilità con una maxi-stangata fiscale’’.

Fin qui l’Ansa. Purtroppo, anche se a parlare è un deputato del Carroccio (nel suo partito fanno ancora i conti con il pallottoliere), i numeri citati nella dichiarazione rispondono a verità. Le clausole di salvaguardia sono un marchingegno della politica di bilancio e vengono previste quando le coperture finanziarie non sono né credibili né convincenti. E finiscono sempre per andare a sbattere su nuove tasse perché sono le sole in grado di assicurare, il più possibile,  entrate certe. Queste clausole somigliano alla rete di sicurezza che sta sotto i volteggi degli acrobati per garantire la loro sicurezza. Dovrebbe evitare i crolli troppo bruschi dei conti pubblici. Ma, ad abusarne, come sta facendo Pier Matteo Renzi Tambroni, anche queste reti  finiscono per strapparsi. Come quelle dei circhi di periferia.
http://www.finanzaelambrusco.it/articoli/politica/tasse-renzi-giuliano-cazzola/