L’IRRESISTIBILE DISCESA DEL GIOVANE ARTURO UI -D’Alema <>-

Si trascinerà ancora, purtroppo per noi, ma Renzi ha ormai esaurito tutto il repertorio dei trucchi e delle furbizie politiche ed oratorie: quelle apprese dai sui precettori DC, Andreotti e De Mita; quelle contenute nel manuale dell’arte muratoria trovato in famiglia; quelle istruitegli da Verdini e quelle prescrittegli da Giorgio Gori, staccato da Fininvest nel 2011, per seguire la rifinitura del suo lancio politico. 
Di pari passo con la pubblicazione dei dati statistici ed economici che attestano il continuo peggioramento sociale, produttivo e culturale del paese, e con la BCE e l’UE a sbarrargli la strada delle deroghe al Fiscal Compact, che erano la sua promessa elettorale alle elezioni europee, sono cominciate numerose fughe dalla sua nave, molte silenziose e alcune roboanti.
Il termometro del ‘mutato clima ’ lo danno il quotidiano di Confindustria e il Financial Times, che manifestano tutta la loro delusione rispetto alle promesse renziane, per arrivare sino alle pesantissime considerazioni espresse nell’editoriale di De Bortoli sul Corriere della Sera, alla CEI che esce dal teatrino politico e chiede attenzione al crescente numero di persone povere e all’ex sodale , l’imprenditore Della Valle che platealmente lo definisce ‘un sola”.
ll tentativo di arginare le fughe dalla nave e far cessare il vento contrario, messo in atto da Marchionne e da Berlusconi, è stato il classico: “Pèso el tacòn del buso”(peggio il rimedio che il danno). 
Alla Direzione del PD, nonostante la maggioranza blindata dei suoi fedelissimi (frutto delle ‘primarie’ a cui Renzi & soci ottennero di far votare non iscritti e non elettori del PD), il Segretario/Presidente (accoppiata che ricorda il PCUS, ma ai sedicenti ‘rinnovatori’ non è certo la concentrazione di potere che crea imbarazzo), è arrivato meno arrogante dei giorni precedenti e ‘concedendo’ l’apertura di un tavolo con CIGIELLECISLUIL, nonchè…‘estraendo’ un nuovo bianconiglio dal cilindro, da cui già uscirono gli 80 euro: “Cancelleremo l’art. 18, ma daremo 2 miliardi per il sostegno alla povertà e metteremo in busta paga il TFR !”.
Queste parole sono state sufficienti a sgominare il 10% degli oppositori (che aspettavano solo un pretesto per farlo, e si sono astenuti su ‘Job act’ e articolo 18), ma non il restante 20% che ha votato contro e con D’Alema ha rincarato: <<Renzi istruito da Verdini..!>>.
Personalmente prendo atto che milioni di lavoratori sono diventati disoccupati, negli anni dell’Euro e dell’avvio della globalizzazione, nonostante l’esistenza dell’art.18, così come è certo che non sarà la sua cancellazione ad accrescere la domanda interna o a ristabilire parità/competitività con l’area dollaro (rapporto: 1 a 1.30), e con paesi europei e non, che hanno costi di prodotto più che dimezzati rispetto a quelli italiani (per via dei ridotti costi tributari, energetici, ambientali, previdenziali, salariali, ecc…). L’unica strada su cui possiamo ancora salvarci è l’ uscita dall’Euro e il varo di una moneta di proprietà del popolo, emessa a credito e non a debito, insieme all’uscita di scena dei partiti gestiti /egemonizzati dalle banche e dalle società multinazionali.
Ma veniamo al nuovo bianconiglio, che è una …stronzata pazzesca!
1) Lo è in via di principio. Perché, se un Presidente del Consiglio, che dice di credere di fare cosa ‘buona e giusta’, sente però il bisogno di dire : ‘ Però in cambio vi do’ questo e quest’altro ? Perché sa che togliere l’art. 18 è una cosa nè buona nè giusta, ..ma ha avuto l’ordine di farlo…
2) Lo è per la diversità temporale. Ora tolgo il 18 e varo il job act, poi …se troverò i soldi e se la BCE me lo lascerà fare …il mio governo deciderà di mettere due miliardi nel capitolo ‘interventi sociali’ (come i famosi/ FUMOSI crediti delle imprese verso Stato ed enti pubblici o i miliardi per le scuole ?)…
3) Lo è tecnicamente. I trattamenti di fine rapporto, TFR, che i partiti decisero di togliere alle imprese per darli ai Fondi Pensione (con la gioia delle banche che sono proprietarie dei FP e con il danno delle imprese a cui fu tolta liquidità, tant’è che il governo stanziò provvidenze per le imprese danneggiate ), non possono tornare indietro, se non con notevole danno finanziario per il lavoratore che recede. Mentre nel caso di quanti lo hanno lasciato all’impresa, tale ‘promessa’ sarebbe difficilmente praticabile per l’elevato numero di imprese in grossa crisi di liquidità che secondo Renzi, ora dovrebbero addirittura anticipare mensilmente la quota del TFR per l’anno in corso.. 

Il giovane ‘Arturo Ui’ è sempre più nudo, ma crede o dimostra di credere, che gli italiani lo vedano ancora …non come babbo e mamma (con lo zampino di logge e banchieri) l’hanno fatto, ma …ricoperto dalla retorica oratoria e dalle balle che va ancora raccontando…forse mangerà il panettone, ma alla colomba pasquale non c’arriva.

L’IRRESISTIBILE DISCESA DEL GIOVANE ARTURO UI -D’Alema <>-ultima modifica: 2014-09-30T14:17:49+02:00da davi-luciano
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