La bufala depistante dell’art. 18

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La sinistra litiga con la sinistra stessa. Qualcuno penserà: “Chissenefrega?”. Purtroppo il problema ci riguarda poiché trattasi di una forma di dispotico assolutismo che impedisce il reale esercizio della critica. Della serie, sinistra di governo e di lotta, di potere e d’opposizione. Per ogni Renzi, c’è sempre una Camusso o un Landini a fare da contraltare. Per ogni Serracchiani c’ è un bel Vendola che punta i piedi. L ‘ultima bufala de sinistra è l’articolo 18, con il mito del “reintegro” (pessimo sindacalese!). Per taluni addirittura “la reintegra”, che altro non sarebbe che la “reintegrazione” del posto di lavoro. Renzi vuole toglierlo perché “il liberismo è di sinistra” e lui è un liberista, seguace della Troika. La Camusso vuole mantenerlo, perché l’articolo 18 è parte integrante dello Statuto dei lavoratori, vecchio programma  di Gotha del socialismo. A dar man forte a Renzi, scende in campo Brunetta, Forza Italia, lo stesso Berlusconi. Inoltre l’art. 18 e la sua eliminazione è sempre stato il cavallo di battaglia della cosiddetta “destra neoliberista”. E il “liberismo è di destra”. Morale: gli Italiani hanno una sinistra farlocca e una destra altrettanto farlocca. Sempre nel nome del “liberismo”.
 La verità è che l’art. 18 non sposta occupati né crea disoccupati. Più semplicemente è un falso problema, una bufala depistante agitata surrettiziamente dal Renzusconi. I problemi del lavoro sono di tutt’altra natura, ma non vengono mai abbastanza menzionati  e messi a fuoco:
  • La diminuzione della Domanda lavorativa
  • La fine del lavoro salariato a causa della globalizzazione che permette spostamenti di impianti e delocalizzazione, oltre a una rivalità globalizzata tra lavoratori autoctoni contro allogeni (si pensi al banale esempio degli “idraulici polacchi” in GB).
  • La totale mancanza di Accesso al Credito per le  imprese
  • La burocrazia della Pubblica Amministrazione che ingarbuglia tutto e crea difficoltà enormi a chi intraprende
  • Le tasse sul lavoro, sull’impresa , sui redditi (siamo ormai al 65% di tassazione complessiva) che ammazzano piccole e medie imprese.
  • L’impossibilità di stoppare le privatizzazioni da parte di gruppi monopolisti stranieri che vengono da noi a fare “bottino di guerra”.
  • Non ultimo, l’esercito di riserva sul mercato del lavoro interno rappresentato dal massiccio ingresso di extracomunitari dai paesi del Terzo e Quarto mondo.
Renzi eliminerà l’art. 18 (così ordina la Lagarde), e alla sua sinistra inizieranno le processioni con fischietti e berrettini della Camusso, alla ricerca dei fuochi fatui di un autunno eternamente “caldo”. Se poi nella Duma (ormai è inutile chiamarlo Parlamento) non  otterrà i numeri, correranno in suo soccorso i futili idioti di Farsa Italia. Ma i problemi veri legati al Lavoro e all’occupazione non verranno toccati dall’attuale governo  con la sua destra de sinistra al potere (Renzi), e i suoi veterosinistri rossi all’opposizione (Trimurti e gruppuscoli estremi).
La Troika ha provveduto a crearsi le sue propaggini in Italia,  in tutte le sue articolazioni. E le chiama orwellianamente “riforme del Lavoro”.
Pubblicato da Nessie
 
La bufala depistante dell’art. 18ultima modifica: 2014-09-28T21:34:23+02:00da davi-luciano
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