Mentre Obama blatera, ISIS continua a espandersi e arricchirsi

venerdì 19 settembre 2014
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Sono passati due mesi e mezzo da quando, i primi di Luglio, il leader dei terroristi ISIS, nonché autoproclamato “califfo” Al Baghdadi, ha proclamato il “califfato islamico“, una farsa che però –anche grazie al risalto mediatico – ha spinto migliaia di fondamentalisti islamici  di tutto il mondo a trasferirsi nei territori della Siria e dell’Iraq controllati da ISIS, che nel giro di due mesi ha triplicato l’entità del proprio esercito, giunto ormai a quota 100.000 jihadisti, nonostante gli USA minimizzino.
 
Obama ha annunciato che colpirà ISIS, che lo “distruggerà“, ma fino ad oggi gli USA hanno fatto ben poco. Si sono limitati a respingere gli attacchi degli islamisti dal Kurdistan, impedendo loro di conquistare Erbil e le altre città curde.
 
Gli USA, i loro alleati e l’ONU hanno consentito all’ISIS, indisturbato, di conquistare metà territorio Siriano e metà Iraq, facendo finta di niente, nel totale silenzio mediatico; sono intervenuti – assai blandamente – solo quando la situazione era diventata troppo grave per continuare a far finta di niente, con centomila cristiani in fuga e decine di migliaia di Yazidi che pur di sfuggire ai terroristi sono scappati sulle montagne, dove molti sono morti di sete e di stenti, e il bilancio sarebbe stato più grave se la comunità internazionale non avesse tempestivamente paracadutato loro aiuti umanitari. Ma nonostante il “fuggi fuggi” i miliziani ISIS sono riusciti a rapire 3.000 donne, rinchiuse in bordelli e costrette a fare le prostitute dei jihadisti, dopo aver torturato e massacrato a sangue freddo i loro mariti.
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Secondo quanto riportato da un articolo della testata inglese The Guardian datato 15 Giugno, in quella data gli uomini di Al Baghdadi erano entrati in possesso di un patrimonio di 2 MILIARDI di dollari, una disponibilità – che secondo alcune fonti è sottostimata – che nessun gruppo terroristico aveva mai avuto in precedenza, ottenuto saccheggiando tutte le banche e le gioiellerie delle città conquistate nell’ampio territorio sotto il loro controllo, che comprendegrandi città come Mosul, città con poco meno di 3 milioni di abitanti, dove secondo il governatore della regione hanno svuotato i caveau delle banche mettendo le mani su un tesoro da 429 milioni di dollariE poi ancora Tikrit (150.000 abitanti) Nassyria (632.000 abitanti) e numerose altre città irachene, mentre in Siria sono riusciti a conquistare Raqqa, città eletta a “capitale” dello stato islamico immaginario, dove vivono poco meno di 200.000 abitanti, e Aleppo, che di abitanti ne ha quasi 2 milioni, per citare solo le principali città controllate.
 
Oltre ad aver messo le mani su un consistente patrimonio economico, composto da banconote in contanti di diverse valute, tra cui dollari, euro, sterline ed in tono minore rubli, i terroristi dell’ISIS sono riusciti a mettere le mani su interi depositi di armi dell’esercito iracheno, che come abbiamo descritto nel dossier ISIS che abbiamo pubblicato pochi giorni fa, comprende decine di migliaia di kalashnikov e qualche milione di munizioni, migliaia di granate e lanciarazzi RPG, mortai, centinaia di carri armati, jeep blindate, mitragliatrici, ma anche missili scud, jet ed elicotteri da guerra; ai depositi di armi conquistati in Iraq vanno sommati quelli di cui si sono impossessati in Siria, seppure molto minori, dove hanno conquistato anche alcune basi aeree.
 
Come se non bastasse, ISIS ha assunto il controllo anche di pozzi e raffinerie di petrolio e giacimenti di gas. Fonti dell’intelligence israeliano, avrebbero censito i pozzi petroliferi finiti in mano all’ISIS, che sarebbero addirittura sessanta (vedi articolo) dai quali ricaverebbero introiti compresi tra i 3 ed i 6 milioni di dollari AL GIORNO: 90-180 milioni al mese, pari a 1-2 MILIARDI all’anno. Una capacità economica molto alta, che rende ISIS estremamente pericoloso.
 
Ai sessanta pozzi petroliferi dobbiamo aggiungere i giacimenti di gas, almeno cinque-sei, conquistati in Siria dopo sanguinose battaglie, costate la vita a centinaia di militari siriani e jihadisti dell’ISIS; citiamo di seguito alcuni casi. Per conquistare un giacimento di gas nella località di Al Shaer hanno perso la vita 270 persone; nella provincia di Homs la conquista di un giacimento di gas da parte dell’ISIS è costata la vita a 90 persone; la conquista di un giacimento vicino a Palmira invece è costato la vita a 23 guardie, mentre altre sono state catturate (e probabilmente uccise in seguito, come classico). I giacimenti di gas garantirebbero a ISIS una rendita di ulteriori 400-500.000 euro al giorno.
 
Infine, tra gli introiti del califfato c’è la cosiddetta “Jyzia”, ovvero la tasse che gli islamisti impongono a tutti gli infedeli per avere salva la vita, stabilita in 450 dollari al mese. Considerando che diverse centinaia di migliaia di cristiani, yazidi e cittadini di altre minoranze sono scappati dai territori sottoposti al controllo dell’ISIS, dall’imposizione di questa tassa ricevono comunque una cifra compresa tra gli 8 ed i 12 milioni di dollari al mese, che si aggiungono alle entrate provento di saccheggi, petrolio, gas.
 
Grazie agli introiti sopra citati, Al Baghdadi può permettersi – oltre a mantenere un esercito di centomila uomini, ai quali viene offerto “diritto di preda” nei confronti degli “infedeli” – di offrire un discreto “stato sociale” ai cittadini dei territori sottoposti a ISIS; le famiglie più povere vengono aiutate, cosa che ha portato consensi all’autoproclamato califfo, e chi si sposa riceve un bonus di 1.200$ (che in Iraq ed in Siria sono una cifra di tutto rispetto) e persino la casa. (Vedi: http://on.fb.me/1pJDHxv)
 
LA DOMANDA CHE SORGE SPONTANEA è LA SEGUENTE: PERCHE’ GLI USA NON SI ATTIVANO PER SOTTRARRE AL CONTROLLO DI ISIS I POZZI PETROLIFERI ED I GIACIMENTI DI GAS CHE HANNO CONQUISTATO?!?
 
Ma di questo non parla praticamente nessun media. Possibile che tagliare le fonti di finanziamento dell’ISIS possa non essere una priorità?!?
 
Anziché pensare a contrastare seriamente ISIS, Obama pensa a come destituire Assad; e ovviamente se il governo di Damasco dovesse cadere, al potere salirebbe ISIS, al quale nessun gruppo “ribelle” siriano sarebbe in grado di resistere, ma il problema non si pone, visto che quelli che Obama chiama “ribelli moderati” hanno firmato un UN ACCORDO DI NON BELLIGERANZA CON ISIS, in pratica un’alleanza…
 
Mentre Obama blatera, ISIS continua a espandersi e arricchirsiultima modifica: 2014-09-20T22:53:43+02:00da davi-luciano
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