La fine della sovranità italiana

Trovarsi in guerra senza nemmeno sapere perché. Questo ormai tocca in sorte a milioni di persone, milioni di telespettatori che prima assistevano ai salamelecchi pro Gheddafi e ora vedono le immagini dell’attacco militare occidentale, poi vedranno una guerra ancora più grande e catastrofica. 
Era un’altra musica nell’ottobre 2008, quando Giulio Andreotti, Nicola Latorre, Vittorio Sgarbi, Beppe Pisanu, erano al cospetto del Colonnello con la loro brava fascia verde e il cappello bipartisan in mano, grati per il fresco impegno libico che salvava la banca Unicredit dal disastro innescato dagli scricchiolii finanziari dell’Impero in crisi. La spola di politici italiani per Tripoli era continuata per anni, sotto l’occhio benevolo di Re Bunga Bunga. Ma ora hanno tutti votato per la guerra. Perché?

Escludiamo i motivi umanitari. 
Nicolas Sarkozy solo pochi mesi fa offriva aiuti militari a Ben Alì per soffocare nel sangue l’inizio della rivolta tunisina. 
David Cameron e Barack Obama non hanno mica bombardato i carri armati del re del Barhein, che invece continua a sparare sulla gente che protesta, mentre l’Onu dorme. 
Zapatero e Berlusconi non hanno offerto le loro basi per imporre un’urgente No Fly Zone sopra il cielo di Gaza mentre Israele bruciava la popolazione civile con il fosforo bianco e le bombe DIME.
Piero Fassino, responsabile esteri del PD, durante la strage di Gaza, esprimeva solidarietà a Israele. 
Nessuno convoca il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per ordinare lo stop ai droni di Obama che un giorno sì e l’altro pure fanno strage fra i civili in Pakistan
Gli esempi diventerebbero decine, a cercarli, ma la facciamo breve: le guerre non sono mai mosse da motivi umanitari. Le guerre “umanitarie” sono così umanitarie che bombardano gli ospedali, sempre. Stavolta persino dal primo giorno. I moventi, se non siamo gazzettieri a rimorchio delle bugie del potere, li dobbiamo cercare altrove. Suggerisco in proposito l’interessante lettura geopolitica offerta da Piero Pagliani, che racconta bene il ruolo cruciale della strategia africana degli USA.

Perché l’Italia ha dunque scelto la guerra?

La Storia a volte si presenta con il volto dell’ironia e del paradosso delle date. Proprio appena passata la festa del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, ossia un giorno che dovrebbe esaltare la sovranità nazionale, abbiamo fatto vedere al mondo che viceversa siamo definitivamente un paese senza sovranità, senza più i distinguo del passato, né le navigazioni ambigue democristiane, le fiammate di autonomia di certe nostre aziende, le impuntature di certi nostri apparati. Senza più la guardinga sottomissione atlantica di un tempo, quando si battevano lo stesso anche le strade sgradite a Washington, Londra e Parigi, in nome di interessi da non liquidare: in nome cioè di una sovranità limitata ma non azzerata. 
L’attacco alla sovranità della Libia coincide con la fine della sovranità italiana. Due piccioni con una fava, con la desolante complicità del sistema politico, dal Quirinale ai peones di Montecitorio, fino alle redazioni, con qualche spaesata eccezione.

Quali pressioni sono intervenute per spingere questa classe dirigente a non far più valere un trattato di fresca firma come quello fra Italia e Libia? Si tratta di pressioni enormi, in tutta evidenza. 
L’Italia ha rinunciato di colpo a ogni sua politica autonoma nel Mediterraneo, l’unico suo spazio agibile, e in campi cruciali: l’energia, l’immigrazione, l’influenza geopolitica
Prosegue (anzi,precipita) la linea di ritirata della nostra sovranità economica, lungo quello stesso tracciato che negli anni novanta ha portato alle privatizzazioni selvagge e al vistoso declino della posizione italiana nella divisione internazionale del lavoro. Per entrare in Libia dovremo chiedere permesso ad altri soggetti.

Nel 1998, quando cadde il primo governo Prodi, il governo D’Alemasi formò grazie a massicci via vai di deputati e senatori (da Cossiga a Cossutta), che spaccavano e ricomponevano i gruppi parlamentari: insieme garantirono agli USA la stabilità di governo indispensabile per usare in tutta tranquillità le basi militari da cui partivano gli aerei anche italiani che pochi mesi dopo bombardarono la Jugoslavia
È un precedente che ci permette di leggere quanto è avvenuto recentissimamente. Non credo che il rientro sfacciato e perfino precipitoso nel PDL da parte di decine di parlamentari che lo avevano abbandonato per il nuovo partito di Gianfranco Fini sia stato tutto frutto di una compravendita. È più probabile che molti siano stati soggetti a un contrordine, qualcosa che – superata la stoffa dei loro cappucci – dev’essere suonata più o meno così: «non è più il momento di far cadere il governo, stiamo per fare una guerra in Libia; Silvio, che pure manderemo via, ora ci serve, e sarà ben contento di tirare a campare ancora, non è mica uomo di principio; fate la vostra parte». E quelli hanno ottemperato alle loro Obbedienze. È gente con molto pelo sullo stomaco: al Caimandrillo concedono le acrobazie giudiziarie più indecenti; lui, in cambio, concede loro la guerra che piace colà dove si puote ciò che si vuole.

E mentre nel 1999 Cossutta faceva sì che in piazza non si facessero troppe manifestazioni contro la guerra, oggi non c’è più nemmeno bisogno di pompieri. La capacità di comprensione della situazione internazionale dell’elettorato di opposizione è stata nel frattempo desertificata. I partiti che ancora prendono i voti di questa opposizione sono invece seduti alla tavola di chi si è mangiato persino le vestigia della sovranità nazionale. Un Paese così decapitato sarà più esposto alle tragedie di una transizione geopolitica che si presentava già difficilissima.

Sud America verso le rinnovabili

http://www.globalproject.info/it/mondi/brasile-rosa-leao-esperanca-e-vitoria-comunita-in-lotta/17680

Global Project

Belo Horizonte - Comunità autogovernate

 Brasile – Rosa Leão, Esperança e Vitória: comunità in lotta

Chiuso il 21 agosto a Managua, Nicaragua, il Seminario latinoamericano di efficienza energetica. Ventisette Paesi del Centro e Sudamerica a confronto per puntare tutto sull’enerigia rinnovabile e mitigare l’impatto ambientale

Le comunità autogovernate e resistenti del Mata do Isidoro a Belo Horizonte rischiano lo sgombero dai terreni occupati. L’autorità pubblica difende in questo modo speculatori e poteri forti legati alla terra, lasciando senza casa 8000 famiglie.

 22 / 8 / 2014

  Sono giorni di grande tensione per 8000 famiglie a rischio di sgombero dall’8 agosto scorso, a causa di una maxioperazione della polizia militare, ordinata dal governo dello stato di Minas Gerais, stato della regione centro-est del Brasile.

Le famiglie fanno parte di tre comunità che hanno occupato da più di un anno un’area di circa 200 ettari alla periferia di Belo Horizonte, la Mata do Isidoro, un territorio per il quale è previsto un piano di sfruttamento e speculazione edilizia per un valore di 5 miliardi di euro che andrá principalmente a beneficio del gruppo immobiliare Santa Margarida, del quale è socio l’attuale governatore di Minas Gerais, e della societá Direcional Ingenharia, il cui presidente, l’ingegnere Ricardo Valadares Gontijo, giá condannato per corruzione, sarebbe interdetto dallo stipulare contratti con il governo. Un divieto che la sua impresa di costruzioni non sembra affatto rispettare dal momento che ha firmato un contratto da 265 milioni di euro per costruire in quest’ area le case per il programma governativo “Minha Casa Minha Vida”.

In concomitanza con il periodo di agitazioni sociali che hanno scosso il Brasile nel giugno 2013, si sono rafforzate le occupazioni del terreno della Mata do Isidoro, portate avanti da persone che sono originarie della zona e hanno deciso di organizzarsi per poter aver accesso ad uno spazio proprio dove vivere. Questa importante fase di occupazione ha portato alla nascita di tre comunità urbane: Rosa Leão, Vitória e Esperança, che in seguito hanno aderito ad una rete di movimenti sociali a sostegno del diritto alla casa e alla terra.

All’inizio il legame e l’appartenenza alla comunità era più che altro una questione di divisione dello spazio e di buon vicinato. Ma a seguito delle continue minacce di sgombero da parte del governo, le comunitá si sono unite e hanno realizzato diverse manifestazioni di protesta.

Durante gli ultimi mesi i coordinatori delle comunità, con il supporto di attivisti e studenti universitari, hanno promosso vari momenti d’ incontro come cineforum, concerti, laboratori video e fotografici, per sensibilizzare e promuovere la partecipazione di tutte le famiglie occupanti e degli abitanti di Belo Horizonte.

Queste manifestazioni e iniziative hanno contribuito a rendere sempre più forti i vincoli tra le famiglie, determinate a far di tutto perché venga loro riconosciuto il diritto di usufruire della terra limitatamente ai bisogni propri e della propria famiglia.

Le comunità sono caratterizzate da una componente importante di bambini, oltre 10.000, in difesa dei quali, il 12 di agosto scorso, gli avvocati difensori hanno presentato un’azione legale per chiedere la sospensione dell’ordine di sgombero, accolta in un primo momento, ma il giorno seguente annullata dal giudice Selma Marques.

Un ulteriore ricorso è stato presentato dal collettivo di avvocati Marguerida Alves contro il governatore dello stato per irregolarità nell’adempiere alle norme di diritto internazionale in materia di sgomberi.

In questi giorni le comunità di Isidoro vivono ancora sotto la pressione delle forze della polizia militare che supervisiona e pattuglia costantemente l’area.

Il sostegno da parte di studenti, professori e attivisti, appartenenti ai sindacati o ad altre occupazioni di Belo Horizonte e di altre città, si è andato via via espandendo e ha permesso di dare visibilità alla situazione.

Questo conflitto infatti sta avvenendo in un contesto dove i cittadini hanno un maggiore accesso alle informazioni, dov’ è possibile creare una rete di supporto competente e qualificata e dove le istituzioni devono, almeno di facciata, tener conto dei diritti dei propri cittadini.

Il caso di Mata do Isidoro rappresenta l’ennesima vicenda legata alla debolezza delle istituzioni brasiliane, che non sono mai riuscite a portare a termine la realizzazione di una riforma agraria con lo scopo di riequilibrare la situazione sociale e di ridistribuire le terre, ma hanno continuato a difendere i diritti dei grandi gruppi investitori.

Qui di seguito dei link sulle azioni e le iniziative fatte dalle comunità di Isidoro:

http://www.ocupacaoesperanca.blogspot.com.br/

http://www.ocupacaorosaleao.blogspot.com.br/

Cave e gestione ambientale

La gestione delle cave come importante indicatore della gestione ambientale di un territorio.

di Leonardo Capella

La gestione delle Cave è da sempre un indicatore di come viene gestita la tutela del territorio. Le cave attive in Italia sono 5.592 mentre quelle dismesse, sommando quelle in Regioni dove non esiste il monitoraggio ( Calabria e Friuli Venezia Giulia), raggiungono la cifra di 17.000.

Il Piemonte contribuisce a questo numero con 473 cave attive e 224 dismesse o abbandonate. L’apporto maggiore dato dalle cave piemontesi all’estrazione nazionale è quello dell’estrazione di sabbia e ghiaia con il 13,75% equivalente a poco meno di 11 milioni di metri cubi ma importante è anche il contributo nell’estrazione del gesso che raggiunge il 30.67%.

Questa enorme mole di attività di cava ci pone al primo posto in europa come produzione di cemento, con una media di 432,2 kg pro capite (fonte AITEC 2012). 

Mentre l’Italia continua nel suo consumo del territorio, l’Europa segue la strada di ridurre il prelievo da cava attraverso il recupero degli inerti provenienti dall’edilizia. La Direttiva Europea 2008/98/CE stabilisce che entro il 2020 il recupero di materiali inerti dovrà raggiungere quota 70%. E l’Italia non ha nemmeno cominciato a definire le scelte per andare in quella direzione e  il recupero oggi tocca un misero 10%. 

La situazione è preoccupante. Tenendo conto che circa 80 milioni di metri cubi dei materiali cavati ovvero ghiaia, sabbia e calcare sono utilizzati per il cemento dell’edilizia e delle infrastrutture. E in parallelo i rifiuti da costruzione e demolizione arrivano a 45 milioni di tonnellate annue, il 91% dei quali vengono collocati in discarica (fonte Eurostat). Risulta evidente lo spreco dovuto all’uso eccessivo sia delle cave che delle discariche e altrettanto evidente è la necessità di dotarsi di una filiera di recupero degli inerti.

Enorme risulta anche lo spreco economico, da un lato i costi relativi ai materiali estratti e dall’altro i costi dei conferimenti in discarica. Senza contare il rischio dell’uso da parte di organizzazioni malavitose delle cave dismesse o abbandonate sulle quali oltre a vigilare maggiormente si dovrebbe intervenire con un piano di riqualificazione. 

L.C. 25.08.14

Sud America verso le rinnovabili

 Chiuso il 21 agosto a Managua, Nicaragua, il Seminario latinoamericano di efficienza energetica. Ventisette Paesi del Centro e Sudamerica a confronto per puntare tutto sull’enerigia rinnovabile e mitigare l’impatto ambientale
di Massimo Bonato

Mentre l’Inghilterra invidia i terremoti per fracking, sparsi a piene mani dagli Stati Uniti nelle proprie pianure; mentre l’Italia perfora e trivella Irpinia e Sicilia alla ricerca dell’oro nero e stringe patti con il dittatoriale Azerbaijan per cavarne gas, a sud dell’equatore le cose vanno diversamente.

Cuba destina nei prossimi 15 anni circa 3,6 miliardi di dollari alla promozione di energie alternative proponendosi di ridurre dal 96 al 76% la produzione di energia elettrica proveniente dal petrolio; la rimanente è generata oggi da 19 impianti di bioelettricità connessi a zuccherifici, oltre a 13 parchi eolici e fotovoltaici.

Evo Morales dichiara che “La Bolivia diventerà il centro energetico del Sudamerica”, perché “avere il controllo energetico significa avere il controllo politico, e praticamente liberarci da qualsiasi dominazione straniera” Morales, presidente della Bolivia è convinto che “l’acqua è vita e l’energia sviluppo”.

Su analoga via si pone il Nicaragua, che ha chiuso il 21 agosto il Seminario latinoamericano di efficienza energetica, tenutosi a Managua. Organizzato dal ministero dell’Energia e delle Miniere (MEM) e dalla Organizzazione latinoamericana per l’energia (OLADE), vi hanno partecipato i delegati di 27 paesi della regione (10 dal Sudamerica, 9 dai Paesi caraibici, 7 dal Centroamerica).

Il Nicaragua è il quinto Paese al mondo per investimenti nella ricerca delle fonti rinnovabili per l’energia e ha guidato questo seminario di incontri, relazioni e scambi di esperienze su finanziamenti e cofinanziamenti, impianti e teconologie, trasporto, efficienza energetica. L’obiettivo comune è quello di mitigare quanto più possibile l’impatto ambientale nella generazione di energia, pur facendo ricorso a tecnologie avanzate.

M.B. 22.08.14

Terra dei Fuochi. Nuovi soldati e inceneritori, la ricetta del Ministro Galletti

Via libera agli inceneritori e aggiunta nuovi sodati, questa la ricetta del Ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti.

di Leonardo Capella

“I termovalorizzatori non fanno male. E allora dico alla gente del Sud e alle popolazioni campane: meno emotività, fidiamoci della scienza” con questa dichiarazione, rilasciata in un intervista apparsa il 22 agosto sul quotidiano «Avvenire»,  il ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti indica la ricetta scelta dal Governo per la risoluzione del problema rifiuti nella “terra dei fuochi”. E sottolinea il Ministro “Abbiamo presentato un piano alla Ue l’anno scorso. Prevede la costruzione di termo-valorizzatori”. 

Con queste parole il Ministro indica chiaramente che il Governo ha abbracciato la strada dell’incenerimento dei rifiuti trascurando le voci sempre più condivise a livello europeo di una strategia “rifiuti zero”. Galletti ha anche parole rivolte ai comitati di cittadini che non condividono la scelta degli inceneritori  e rivolgendosi a loro dichiara “Non li vogliono? Io sono pronto a discutere, ma mi sia dia una soluzione subito perché se la soluzione non c’è resta buono quel piano”. I tempi dettati dal Ministro sono di 100 giorni, infatti aggiunge “Entro cento giorni sarà svolta vera. E arriveranno nuovi soldati. Il governo non arretra, anzi è ora di alzare il livello della sfida”. Parole dure che preoccupano. 

Preoccupa che per accettare la sfida sul problema rifiuti si debba ricorrere all’incremento della presenza di soldati e tutti noi ricordiamo l’uso dei soldati per la gestione della discarica di Chiaiano. Preoccupa il fatto che dopo anni di interventi infruttuosi da parte dei vari Governi, Galletti si dica disposto al dialogo ma dia in realtà poco più di tre mesi ai comitati per avanzare proposte. Proposte evidentemente mai ascoltate in precedenza. 

Nell’intervista poi Galletti aggiunge, “Sono terribilmente stanco  di soli no” e qui si unisce al pensiero dominante del premier Renzi e dello “sblocca Italia”, dove prevale la logica del “fare” ad ogni costo, contro ogni ragione di opportunità ambientale o economica. Come emblema del pensiero corrente vediamo proprio a Napoli messi da parte i vincoli archeologici per una più rapida riapertura del cantiere della Metro. Lasciano senza parole le dichiarazioni fatte da Renzi il 14 agosto a Napoli, « il colmo è che si bloccano i lavori perché si trovano dei reperti archeologici», con buona pace del rilancio turistico del nostro patrimonio storico.

L.C. 24.08.14

NOVOROSSIYA : DES VOLONTAIRES EUROPEENS ET DES OFFICIERS FRANÇAIS AVEC L’ARMEE DU DONBASS ET POUR LE « SOCIALISME EUROPEEN » !

Luc MICHEL pour PCN-INFO/

Avec RTL – PCN-SPO – lucmichel.net/ 2014 08 25/ DONBASS ARMY

Le Premier ministre de la République populaire de Donetsk (DNR) affirme que « des officiers français vont se battre aux côtés des pro-russes ».

 Des Français doivent se battre sous peu aux côtés des séparatistes pro-russes en Ukraine, a affirmé ce dimanche 24 août le Premier ministre de la République populaire de Donetsk, Alexandre Zakhartchenko. “Demain, je recevrai des officiers venus de France, des spécialistes. Ils sont prêts à se battre avec nous”, a-t-il déclaré lors d’une conférence de presse.

 DES COMBATTANTS FRANÇAIS, SERBES ET SUISSES …

MAIS AUSSI ESPAGNOLS

 Alexandre Zakhartchenko, qui a pris ses fonctions à la mi-août en remplacement du Russe Alexandre Borodaï, n’a pas donné plus de détails sur ces Français ni sur leur nombre. Il y a aussi “des Serbes et des Suisses” parmi ces combattants qui se battent pour “les idées du socialisme européen”, a-t-il poursuivi. Il a cité en référence l'”égalité, la fraternité, la Révolution française, la Marseillaise”.

 Il n’a échappé à personne que les dirigeants des républiques du Donbass ont des idées proches de celles que le PCN développe depuis 30 ans et notre Organisation Communautariste Transnationale depuis 50 ans. Ce qui n’est pas étonnant puisque nous sommes à l’origine de la réactivation en 1986 de l’Eurasisme, la grande idée de tous les patriotes de la Grande-Europe de Vladivostock à Reykjavik (capitale Moscou) …

 Le fait que des Français viennent combattre “pour des idéaux qui ont conduit à la prise de la Bastille” “signifie que la nation (française) ne meurt pas”, a encore jugé Alexandre Zakhartchenko. Le leader de la DNR a par ailleurs affirmé que les républicains avaient lancé ce dimanche une « contre-offensive » au sud de la ville de Donetsk, cernée depuis un mois par l’armée ukrainienne. Il a fait état de plusieurs centaines de morts ou blessés dans les rangs adverses.

 Nous ajouterons que des camarades espagnols de la « Ie Brigade Internationale » combattent, eux, au sein du « Bataillon Vostok » de l’Armée du Donbass.

 L’Europe (la vraie pas le NATOland des marchands de Bruxelles) « est une idée combattante en marche. Elle marche depuis 2.000 ans, depuis Marathon » disait il y a déjà près de 200 ans le grand européen Mazzini, le leader de la première « Jeune-Europe » …

Gloire à nos héros et à nos martyrs !

 Luc MICHEL

ALERTE INFO ROUGE/ CRIME DE GUERRE DE KIEV : LES PRO-KIEV TIRENT UN MISSILE BALISTIQUE SUR DONETSK

LM / En Bref / avec RIA Novosti – PCN-SPO/ 2014 08 25/ TOCHKA-U

Pour la première fois depuis le début de l’opération spéciale de l’armée ukrainienne dans le sud-est du pays, un missile balistique Tochka-U a frappé la banlieue de Donetsk, rapporte un envoyé de RIA Novosti sur place.

Des missiles de genre ont jusqu’à présent été tirés sur Lougansk et sa région, dont les villes de Snejnoïe et de Chakhtersk. Comme des TV américaine, dont CNN, l’ont déjà attesté. L’attaque a été lancée dimanche, lors de la fête de l’indépendance de l’Ukraine, mais les premières informations à ce sujet ont été diffusées lundi. Selon les experts, les systèmes de missiles à haute précision Tochka-U sont l’arme balistique la plus puissante de l’armée ukrainienne.

« L’ogive à sous-munitions a explosé dans l’air, blessant grièvement une femme d’âge moyen, mère de trois enfants, au moment où elle inspectait l’état de leur maison après les nombreux pilonnages de la ville par les forces pro-Kiev. La frappe a également fait un deuxième blessé: un homme qui a couvert de son corps ses enfants. Ces derniers n’ont pas été atteints. La partie arrière du missile (le moteur) est tombée sur un terrain vague dans le même quartier de la ville. »

Tochka U (code Otan: SS-21 Scarab) est un missile téléguidé à un étage capable de porter des charges nucléaires, chimiques et conventionnelles. Après la chute de l’URSS, une centaine de systèmes de ce type sont restés sur le territoire ukrainien.

Les spécialistes estiment à raison que l’utilisation de cette arme contre les civils constitue un crime contre l’humanité. Les dirigeants de la Junte de Kiev doivent être envoyés à la CPI !

LM

Prove tecniche di Grande Fratello: l’Anpi indottrinerà gli studenti italiani

ecco perché all’insediamento di Monti cantavano bella ciao. Il Ministro Giannini in quota Scelta Civica, un partito delle banche sa come favorire gli amici.
Così a scuola potranno insegnare che contestare un si tav è da fascisti. Si ricorda anche la democrazia secondo un sindaco moralmente superiore (le espulsioni di facciata servono a poco la provenienza è sempre il partito del dodecalogo)
Ultima cosa: davvero sono gli studenti delle scuole che devono apprendere i valori della Costituzione ESENTANDO LE STESSE ISTITUZIONI ITALIANE ED EUROPEE AL SUO RISPETTO??????????? La Costituzione, ai tempi del Mes, della Ue, di Maachstricht, di Lisbona, serve solo per fingere di essere un paese civile e normale?

Roma, 26 lug –
Il ministero dell’Istruzione  ha siglato un protocollo d’intesa con l’Associazione nazionale dei partigiani, che avrà libertà di propaganda nelle scuole per i prossimi tre anni. A spese dei contribuenti.
L’accordo punta a “promuovere e sviluppare progetti didattici nelle scuole per divulgare i valori della Costituzione repubblicana e gli ideali di democrazia, libertà, solidarietà e pluralismo culturale”. Una veste formale che lascia intravedere delle crepe e in cui l’interlocutore scelto dal ministero può entrare solo sulla carta.
L’Anpi è nota infatti per le sue prese di posizione, con l’anima di scomunica, rivolte contro gli avversari politici e in generale contro chiunque metta in discussione il dogma di una resistenza eroica e senza macchie. Un modo di agire che trafigge al cuore tutti i concetti evocati dal protocollo d’intesa, lasciandoli penzolare come stracci mossi solo dal vento.
 
Sospendendo ad libitum vari principi costituzionali, fra cui quelli di libertà di espressione e di associazione, l’Anpi ha infatti più volte contrastato riunioni e iniziative di parlamentari e partiti politici non graditi, dal Pdl e Lega Nord fino al Movimento 5 Stelle, arrivando a chiedere lo scioglimento di associazioni legalmente riconosciute sulla base di presunti reati ideologici.
Sotto la scure della censura partigiana sono finiti anche vari personaggi del panorama culturale italiano, rei di affermare versioni discordanti da quelle codificate dall’Anpi, con buona pace del pluralismo culturale. Le scomuniche hanno riguardato anche persone di sinistra – come Giampaolo Pansa per aver scritto sugli eccidi partigiani o Simone Cristicchi per aver parlato degli esuli istriani – colpite ancor più duramente perché non silenziabili con l’anatema del fascista.
Sono note anche le richieste dell’Associazione dei partigiani contro targhe e statue non gradite o al fine di cambiare i nomi di scuole intitolate a personaggi non allineati.
Alla luce di questo il ministro Stefania Giannini ha deciso di consegnare all’Anpi le chiavi delle scuole, così da bruciare alla radice la pianta del dibattito storiografico. Il menù culturale a disposizione della formazione dei giovani si riduce ad un piatto solo, in un sistema scolastico già piuttosto malconcio e ancora sepolto sotto il bombardamento di una propaganda politica a senso unico in atto da settant’anni.
 
Dulcis in fundo, il ministero dell’Istruzione, scoprendo risorse economiche che i pesanti tagli degli ultimi anni non lasciavano presumere, si accolla gli oneri finanziari dell’operazione.

GROUPE CLUB LE DEBAT PANAFRICAIN / NOUS VOILÀ 10.000 !!!

Lucmichel.net avec Afrique Media/

2014 08 24/

LM.NET - AMTV groupe 10.000 (2014 08 24) FR

 Le groupe des panafricanistes,

Le groupe des amis de AFRIQUE MEDIA TV,

Le groupe des combattants de la Cause des Peuples …

https://www.facebook.com/groups/CLUBLEDEBATPANAFRICAIN/

 LA PERCÉE D’AFRIQUE MEDIA AUSSI SUR LES RÉSEAUX SOCIAUX …

L’événement de la semaine c’est le grand bond en avant du groupe !

Nous voilà 10.000 !

 Pluss de 4.000 nouveaux membres depuis ce jeudi …

Nous étions 2.200 il y a 3 semaines, avant la dynamisation du Groupe.

10.000 africains, mais aussi des européens de l’Ouest et des russes, pour la libération de l’Afrique et le soutien à la grande télévision panafricaine AFRIQUE MEDIA …

 Ce n’est qu’un début !

Amenez vos amis, envoyez des milliers d’invitations.

OBJECTIF 20.000 …

 Luc MICHEL – Bachir Mohamed LADAN

(administrateurs du Goupe)

_______________________

https://www.facebook.com/groups/CLUBLEDEBATPANAFRICAIN/

Bonne fête nationale M. Porochenko …

KIEV PARADE. SES SOUDARDS PRISONNIERS DEFILENT A DONETSK ! LM.NET - EN BREF kiev parade (2014 08 24) FR 1 LM.NET - EN BREF kiev parade (2014 08 24) FR 2 LM.NET - EN BREF kiev parade (2014 08 24) FR 3 LM.NET - EN BREF kiev parade (2014 08 24) FR 4 LM.NET - EN BREF kiev parade (2014 08 24) FR 5

Luc MICHEL/ En Bref/

Avec AFP – LVDLR/ 2014 08 24/

 La Junte de Kiev paradait ce jour de fête nationale.

L’Armée populaire du Donbass a exhibé ce dimanche devant la foule ses prisonniers de guerre ukrainiens dans son fief de Donetsk (photos 1 et 2), un pied de nez aux autorités de Kiev qui célébraient la fête de l’Indépendance avec un défilé militaire dans la capitale de l’Ukraine.

Une centaine de soldats, capturés au cours des combats qui font rage dans l’est de l’Ukraine depuis plus de quatre mois (certains en uniformes américains livrés par Obama), ont été présentés sur la place Lénine dans le centre-ville, sous les huées de plusieurs milliers de personnes qui s’y sont rassemblées aux cris de “fascistes, fascistes! “.

Ce défilé est largement inspiré de la “parade des vaincus” organisée le 17 juillet 1944 dans le centre de Moscou lorsque le pouvoir soviétique avait fait défiler plus de 50.000 prisonniers de guerre allemands devant une foule hurlant “fascistes, fascistes! “.

S’y ajoute une spectaculaire exposition de matériel blindé de Kiev détruit (photos 3 et 4) …

Les médias de l’OTAN sont contraint de mettre en parallèle les deux défilés (par exemple le grand quotidien bruxellois LA LIBRE Belgique, pro Kiev, fait sa Une avec le défilé de Donetsk – photo 5). Donetsk a encore gagné la bataille des médias.

 Kiev parade. Cette semaine des hackers du groupe « Cyber Berkut » ont pénétré sur le site du ministère de la guerre ukrainien et on révélé que loin des « 722 » tués officiels de la Junte de Kiev (chiffre repris encore ce jour par les médiamenteurs de l’AFP), les pertes – tués, blessés, disparus, prisonniers – étaient de plus de 22.000 hommes, y compris 8.000 déserteurs.

Lors de la liquidation du « chaudron sud », en face de Saur-Mogila, le « groupe blindé sud » de Kiev a été exterminé, 74 rescapés sur 4.500 …

Pendant que Kiev parade, l’Armée de la DNR, elle, est en pleine contre-offensive. Y compris vers Mariupol et la Côte d’Azov.

Et un nouveau chaudron s’est constitué : les localités d’Ambrosivka, de Kouteïnikovo, de Blagodatnaïa sont complètement encerclées par les forces de la DNR. 4000 militaires des forces de sécurité ukrainiennes se trouvent dans l’encerclement. Une seule alternative : se rendre ou être anéanties …

Happy national day, M. Porochenko …

 Luc MICHEL

_________________________

Luc MICHEL /

PROFIL Facebook  https://www.facebook.com/luc.michel.505

Twitter  https://twitter.com/LucMichelPCN

PAGE OFFICIELLE Facebook  https://www.facebook.com/Pcn.luc.Michel

Website  http://www.lucmichel.net/