Grandi Navi, inchino alle lobby: «Sarà come in Val di Susa»

http://ilmanifesto.info/grandi-navi-inchino-alle-lobby-sara-come-in-val-di-susa/

—  Ernesto Milanesi, 8.8.2014

Venezia. Blitz del “Comitatone”: crociere via da San Marco in cambio di appalti al Porto

Grandi navi a Venezia

Blitz nel “Comi­ta­tone” di palazzo Chigi: Vene­zia (senza più sin­daco…) diventa merce di scam­bio e terra di con­qui­sta delle stesse lobby che incar­nano in con­ces­sione unica il «sistema Mose».

La car­to­lina da sven­to­lare in pub­blico è il bacino di San Marco final­mente libe­rato dalle Grandi Navi. Ci pensa il gover­na­tore Luca Zaia a bru­ciare tutti sul tempo con il tweet isti­tu­zio­nale delle ore 15.29: «Deci­sione una­nime, navi oltre 40 mila t fuori da bacino San­Marco e canale Giu­decca». Pec­cato che il com­mis­sa­rio Vit­to­rio Zap­pa­lorto abbia pre­fe­rito aste­nersi da un voto poli­tico per conto del Comune. E che gli ammi­ni­stra­tori di Mira (il vice sin­daco Nicola Cri­vel­laro e l’assessore all’urbanistica Luciano Claut) abbiano boc­ciato la solu­zione della nuova rotta per le cro­ciere in laguna.

Il super-tavolo isti­tu­zio­nale per Vene­zia ha par­to­rito, in realtà, il via libera al canale Con­torta e spo­sato gli inte­ressi del Porto pre­sie­duto da Paolo Costa (il demo­cratico inos­si­da­bile dall’Ateneo al muni­ci­pio, da Bru­xel­les a Mar­ghera). Un «inchino» su misura gra­zie all’intesa sus­si­dia­ria che passa dal sot­to­se­gre­ta­rio ren­ziano Gra­ziano Del­rio al ciel­lino Dop Mau­ri­zio Lupi, fino a coin­vol­gere i mini­stri Dario Fran­ce­schini e Gian Luca Gal­letti e il leghi­sta Zaia con Roberto Daniele in qua­lità di pre­si­dente del Magi­strato alle acque.

Si applica due anni dopo il decreto Clini-Passera (che vie­tava il tran­sito alle città gal­leg­gianti per turi­sti), ma si spiana la laguna al pro­getto di 4,8 chi­lo­me­tri di scavo già pro­get­tati dal “giro” dei pro­fes­sio­ni­sti legati al Con­sor­zio Vene­zia Nuova e can­tie­ra­bili dalle imprese di fidu­cia (250–300 milioni di appalti). Non basta, per­ché sullo sfondo si intrav­vede di nuovo il pro­ject finan­cing da 2,5 miliardi del temi­nal por­tuale d’altura che Costa vuole varare ad ogni costo…

Alla vera sal­va­guar­dia della laguna restano le bri­ciole dell’ormai ex Legge Spe­ciale can­ni­ba­liz­zata dal Mose: il “Comi­ta­tone” ha asse­gnato a Vene­zia 35 milioni per il trien­nio 2014–16. Ogni altro inter­vento dovrà misu­rarsi con la legge di stabilità…

Insomma, il sum­mit di palazzo Chigi si rivela una «por­cata» come sin­te­tizza Beppe Cac­cia. E Gian­franco Bet­tin rin­cara la dose: «Come vole­vasi dimo­strare. Il blitz di Fer­ra­go­sto si è con­cluso come, da facili pro­feti, ave­vamo denun­ciato: con la scelta di sot­to­porre a Valu­ta­zione di impatto ambien­tale il solo pro­getto dello scavo del Canale Contorta-Sant’Angelo. Una scelta com­piuta in assenza di una demo­cra­tica rap­pre­sen­tanza del Comune. Mini­steri ed Enti che sono stati fino al collo con­di­zio­nati dalla cricca del Mose deci­dono ancora una volta sulla testa della città. Si rea­lizza così il sogno di certi poteri forti e di tutti i poteri marci: coman­dare su Vene­zia senza media­zioni, con­fronti o controlli».

È il metodo delle lar­ghe intese rifor­mi­ste appli­cato al Veneto orfano di Galan &C. Uno schiaffo più che sim­bo­lico e insieme una spe­cie di espro­prio pre­ven­tivo delle Comu­nali 2015. Così Sil­vio Testa, por­ta­voce del Comi­tato No Grandi Navi, non fa troppa fatica a pre­ve­dere: «Se qual­cuno vuole tra­sfor­mare la laguna di Vene­zia in una Val di Susa que­sta è la strada. La lezione del Mose non ha inse­gnato niente a nes­suno. E anche nel con­te­sto vene­ziano Renzi svela il suo volto antidemocratico».

L’8 luglio all’Arsenale al pre­mier “euro­peo” era stato con­se­gnato — per inter­po­sto addetto al ceri­mo­niale — l’appello a girare pagina rispetto alle Grandi Opere tar­gate Man­to­vani & coop come allo scem­pio del turi­smo a bordo dei mostri supe­rin­qui­nanti. Un mese dopo il governo Renzi annun­cia la «libe­ra­zione» del Canal Grande, ma rimette in gioco le stesse lobby inqui­ste dalla Pro­cura della Repub­blica.
Esulta Costa per tutti: «Il solo pro­getto capace di allon­ta­nare le navi da San Marco man­te­nendo l’eccellenza cro­cie­ri­stica vene­ziana è il canale Contorta-Sant’Angelo su cui si avvia da domani la pro­ce­dura di valu­ta­zione ambien­tale, imma­gi­nando di poterlo rea­liz­zare nell’arco di 18 mesi». È il dispo­si­tivo della deli­bera numero 11 del 26 set­tem­bre 2013 (con­trari Alfiero Fari­nea e Luciano Claut) con cui l’Autorità por­tuale cas­sava ogni altra alter­na­tiva all’approdo in Marit­tima. Da ieri è la rotta san­cita dal “Comi­ta­tone”, dal governo e dalla Regione: Vene­zia deve solo alzare ban­diera bianca?

Interconnector Italia-Svizzera. Una grande rete, un grande impatto ambientale

Le infrastrutture elettriche con il loro impatto ambientale preoccupano i cittadini lungo il loro tracciato, dalla Val Formazza a Settimo Milanese.

di Leonardo Capella

Due opere fanno discutere i cittadini e le associazioni ambientaliste in Val D’Ossola, una è il progetto di razionalizzazione della rete ad alta tensione in Val Formazza (da 220kV) e il progetto Interconnector Italia-Svizzera che attraversa la Val Formazza per scendere sino alla centrale di Baggio (Milano).

Ma non solo la Val d’Ossola è in apprensione, anche il comune di Settimo Milanese (Milano) esprime preoccupazione per l’incremento dell’impatto relativo ai campi elettrici e elettromagnetici, a quello acustico, al gravissimo impatto paesaggistico e al consumo di suolo agricolo all’interno del Parco Sud (Parco Agricolo Sud Milano).

Il progetto proposto da TERNA Rete Elettrica Nazionale S.p.a. prevede la costruzione di circa 226 km di elettrodotti aerei/interrati e la demolizione di 176 km di linea elettrica esistente al fine di migliorare l’affidabilità del sistema elettrico a livello regionale e di incrementare la capacità di trasporto in importazione disponibile tra il confine Italia-Svizzera. L’istanza di analisi della VIA (Valutazione Impatto Ambientale) è stata presentata nel 2012 e integrata nel giugno 2014 con l’intervento “Interconnector Italia-Svizzera”; questo agosto scadono i termini per la presentazione delle Osservazioni.

Osservazioni inviate da Legambiente, WWF e Pro Natura al ministro dell’Ambiente  contenenti molti punti critici. In primo luogo viene ricordato l’attraversamento dell’elettrodotto di zone di grande interesse paesaggistico e naturalistico del Passo San Giacomo, dei laghi Toggia, Boden, Kastel, del Lago Nero, dell’Alpe Cravariola e del Lago di Matogno. Ma anche verso Milano si attraversano aree tutelate, Parco Naturale Lagoni di Mercurago, Riserva di Bosco Solivo, Parco Naturale Valle del Ticino, Parco Agricolo Sud Milano.

Viene mossa anche una critica alla motivazione del fabbisogno energetico, portando a supporto i dati pubblicati da Terna sull’importazione di energia elettrica dalla Svizzera che è passata dai 25.297 GWh del 2012 ai 23.346 GWh del 2013 e la crisi economica attuale non potrà di certo invertire la tendenza.

In relazione ai campi elettromagnetici a bassa frequenza è  forte  l’inquietudine dei cittadini, che ritengono la normativa poco cautelativa, e a riguardo indicano come preoccupante il valore indicato da Terna in 3 microTesla (limite indicato dal D.P.C.M. 8 luglio 2013) ritenendo come maggiormente prudenziale il valore indicato da molti studi in 0,2 microTesla.

Anche in questi luoghi i cittadini vogliono poter dire la loro, soprattutto in merito alla definizione del tracciato, utilizzando il metodo dell’inchiesta pubblica, come previsto dall’articolo 24 del D.Lgs. 152/2006 (Testo Unico sull’Ambiente), nell’ambito della quale mettere a disposizione delle collettività locali la documentazione completa del progetto e soprattutto acquisirne le specifiche valutazioni a livello locale.

L.C. 21.08.2014

No Tap rifiutano il premio di Terre del Negroamaro. C’è Flavio Tosi

TG Valle Susa

“Ha idee xenofobe e razziste”. I No Tap rinunciano al premio in denaro conferito dal premio giornalistico della Città di Guagnano.

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di Massimo Bonato

Alla sua seconda edizione, il premio Terre del Negroamaro di Guagnano salta alla ribalta per le polemiche innescate nei giorni scorsi. Il premio, promosso dal Gal di Terra d’Arneo, è nato per conferire riconoscimenti a giornalisti e personaggi che abbiano saputo valorizzato il Salento.

La sera di venerdì 22 agosto, saranno quindi premiati venti giornalisti di testate come il «Sole 24 Ore», «Alice Cucina», «Italia a Tavola», «Apulia Magazine», «Sale&Pepe», «Vigne&Vini», «Radio RAI», per i servizi e gli itinerari proposti.

Tra i partecipanti però anche il sindaco di Verona Flavio Tosi della Lega Nord, per “premiare la disponibilità che il primo cittadino del Carroccio ha dimostrato nel corso dell’ultima edizione della prestigiosa rassegna Vinitaly“.

I primi a dare forfait sono stati i due principali artisti chiamati sul palco della kermesse: Paola Turci e Nabil Salameh, cantautore palestinese dei Radiodervish.

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Ma la presenza di Tosi ha infastidito anche il comitato No Tap, che il comune di Guagnano sostiene e al quale ha conferito per l’occasione un premio in denaro. Denaro al quale però il comitato rinuncia, perché “la battaglia contro la Tap è una battaglia in difesa di tutti i cittadini e di tutti i territori. Non combattendo, e non avendo avuto mai l’intenzione di combattere, una battaglia identitaria, che si sarebbe incentrata sul piano delle differenze e non su quella delle comunanze tra i cittadini, reputiamo di non poter condividere un riconoscimento con un esponente di un partito politico che sostiene idee xenofobe e razziste”.

M.B. 22.08.14

Dall’Iraq al Donbass, passando per la Libia

La manovra a tenaglia dei globalisti finanziari occidentali, per sottomettere l’Europa e destabilizzare la Russia, continua senza soste.
Obiettivi geopolitici: l’intera Europa, la Federazione Russa e l’Iran.
Mercenari utilizzati: i tagliagole dello stato-canaglia ucraino, le armate genocide israeliano-giudee di tsahal, gli assassini sunniti dello stato islamico e i loro equivalenti libici.
Quali sono, un po’ più in dettaglio e nell’essenziale, gli obiettivi da conseguire pienamente?
1)    Imporre definitivamente all’Europa il dominio del mercato e delle istituzioni sopranazionali (ue, uem, nato) controllate dal grande capitale finanziario, nonché uno stretto legame con gli usa (trattato transatlantico sul commercio, rafforzamento dell’”autorità” della nato sugli stati membri) e separare la Federazione Russa dal resto del vecchio continente, per evitare pericolose, future alleanze paneuropee di stati sovrani. A tale scopo potrà servire l’approssimarsi, alla frontiere europee, della minaccia rappresentata dalle milizie islamiste sunnite, alle quali solo la nato potrà far fronte. Il quadro si completerà con i futuri tentativi di destabilizzazione interna e di smembramento della Russia.
2)    Consentire la vittoria e l’egemonia, in Medio Oriente, dei “sauditi” (tutte le monarchie del Golfo) e di israele, frantumando l’Iraq e la Siria, condannati a uno stato di caos e di guerra permanente, e isolando l’Iran, che potrà essere oggetto di future, violente destabilizzazioni interne. Gaza, Siria, Iraq non sono eventi bellici indipendenti, malauguratamente e “per caso” verificatisi tutti nello stesso periodo di tempo.
3)    Impedire che in Nord Africa, e in particolare in Libia, si riaffacci la “minaccia” di un altro Gheddafi, o di un’autentica rivoluzione araba contraria agli interessi neocapitalistici, e impedire, di conseguenza, che tutta l’area sfugga al controllo.
Chi sono le forze del male che operano dai Balcani profondi al Medio Oriente, passando per la Libia, per conseguire rilevanti obiettivi economici e geopolitici?
I detentori del grande capitale finanziario in occidente (rammentando che anche il Medio Oriente è parte dell’occidente geografico). Americani, europei (meglio sarebbe scrivere “europoidi”), “sauditi” e israeliano-giudei (in israele, in usa, in Europa). Questi sono gli agenti strategici neocapitalistici, e in questo gruppo possiamo comprendere non solo George Soros o i Rothshild, ma anche i principi Al Sa?ud (capostipite Faysal, primo sovrano saudita) e l’emiro del qatar, al-Thani. I loro interessi sono convergenti e le loro alleanze talora non esplicite, come quella che esiste nei fatti fra gli israeliani-giudeosionisti e gli islamosauditi. In altre parole, lo stato islamico, considerando i predetti obiettivi da raggiungere in Medio Oriente, “cade a fagiolo” sia per le monarchie del Golfo sia per americani, europoidi e giudeo-sionisti.
Quali sono le “interposte persone” usate per scatenare le guerre e la destabilizzazione armata che (per ora) osserviamo da lontano?
a)    Lo stato-canaglia ucraino, la cui offensiva contro i propri cittadini russofoni (a rischio di sterminio e/o di cacciata) è alimentata da mercenari di ogni fatta, compresi quelli locali, organizzati nella cosiddetta guardia nazionale ucraina. Con loro combattono “consiglieri” militari americani e membri di organizzazioni private statunitensi molto note (in particolare, Greystone ex Blackwater). Anche gli stati dell’unione europoide (ad esempio la Polonia) devono contribuire alla guerra di aggressione contro i russi.
b)    Lo stato-canaglia israeliano in Palestina, che punta al genocidio della popolazione palestinese (questioni demografiche, economico-energetiche e di controllo del territorio si sommano), con “particolare attenzione” per quella della striscia di Gaza.
c)     Lo stato-canaglia islamosunnita con i suoi armati, non riconosciuto quasi da nessuno, ma ben sostenuto e “foraggiato” dai neocapitalisti occidentali. Questa entità criminale opera (per ora) in Siria e Iraq con una ferocia e una velocità di conquista inedite. Discorso simile per ansar al-sharia e altri gruppi armati islamisti in Libia, anche se più deboli e forse “meno foraggiati” dello stato islamico mediorientale. In merito alla scottante questione “islamic state” e ai suoi successi bellici ho risposto come segue al commento di un mio lettore: E’ ovvio che l’islamic state è il prodotto di: 1) Mezzi finanziari impiegati senza risparmio dalle monarchie del Golfo con la complicità americana, sionista ed europea. 2) Ampia disponibilità di armi e mezzi veloci per conseguire obbiettivi geopolitici – contro Assad e l’integrità dell’Iraq – e conquistare siti di importanza economica (pozzi, raffinerie, ma anche le banche, le dighe, eccetera). 3) Flusso di mercenari a supporto di svariata provenienza (persino dall’Australia, come nel caso del “martire” al-Australi!), mascherati da credenti e combattenti per la “vera fede”, ma avidi di bottino e paghe elevate. In ciò, la piena realizzazione del soft power obamiano, che non prevede impegno diretto sul terreno. Non si conquista una città come Mosul solo con un migliaio (scarso) di mercenari, veicoli Toyota e armi in buona parte “leggere”. Altri gruppi locali armati hanno supportato l’azione. Anche loro pagati dai “sauditi”? La ragione dell’improvviso collasso delle difese a Mosul non può essere ridotta esclusivamente alla scarsa motivazione, se non all’inconsistenza, dell’esercito irakeno “safavide”.
Dall’Iraq al Donbass, passando per la Libia (senza scordare la Siria e Gaza) pare che gli agenti strategici neocapitalistici occidentali, o meglio i loro stati-canaglia e i loro mercenari sul campo, abbiano avuto e continuino ad avere un certo successo. Destabilizzano, conquistano, sterminano e generano profughi “su scala industriale”. Ciò accade (anche) perché buona parte dell’Europa è prigioniera nell’eurolager neocapitalista chiamato unione europea (monetaria), sotto costante minaccia nato, e non può esprimere una politica estera autonoma, sovrana, in accordo con la sua grande componente orientale, la Russia.

Rendiamoci conto che se non ci fossero il mercato sovrano, il neoliberalismo e il neoliberismo – mascheramenti di un modo di produzione feroce, assolutistico come non mai – non ci sarebbero simili sconvolgimenti, decine di migliaia di morti e oltre dieci milioni di profughi. Né ci sarebbero la crisi economica strutturale e la depressione/deflazione avanzante in Europa.

Di recente, un inutilissimo parlamentare dell’altrettanto inutile m5s grillino, tale Alessandro Di Battista, ha sostenuto sul blog di Grillo (ISIS: che fare?) che lo stato islamico in Siria e Iraq e boko haram in Nigeria sono il prodotto di una sanguigna reazione popolare. Una reazione alle spietate dinamiche neocapitalistiche (per il papa gesuita Francisco [de Xavier] le generiche “economie disumane”) che usano in modo spregiudicato avanzate tecnologie belliche, come i droni, e bombardano i popoli dal remoto. Il loro terrorismo sarebbe niente altro che una disperata reazione dei popoli oppressi, e come tale spiegabilissimo se non proprio giustificabile. I popoli oppressi, colpiti dai droni, si imbottiscono di esplosivo e fanno attenti suicidi, nelle metropolitane e altrove, perché secondo il geniale Di Battista non hanno scelta e praticano l’unica forma di lotta per loro possibile. Non solo, ma i popoli oppressi, costretti a ingrossare le file di profughi per non morire, a questo punto sarebbero rappresentati dai tagliagole targati islamic state e da quelli (simili, ma non uguali) del boko haram africano.

Per “stemperare” l’incandescente situazione internazionale, dall’Iraq alla Nigeria, o addirittura per salvare il mondo da una tragica implosione, si tratterebbe di considerare lo stato islamico e boko haram “interlocutori politici”(!!!), ma soprattutto – e pare una cazzata, scritto così – uscire in un baleno dall’era dei combustibili fossili, che alimenta la sopraffazione e la guerra (sempre nel quadro delle “economie disumane”, non meglio precisate, che il gesuita Bergoglio fustiga senza indicare con chiarezza i responsabili).

Niente di più falso. Possiamo affermare con una certa prosaicità che Di Battista non ha capito un cazzo della situazione e perciò è pericoloso, sia in qualità di commentatore/analista sia in veste di politico. Non importa se ha scritto il post incriminato, e pubblicato sul blog di Grillo, in assoluta buona fede o furbescamente. Magari con lo scopo di “mettersi in luce” e far parlare di sé, oscurando per un po’ l’“astro nascente” grillino, cioè Luigi Di Maio.
La verità è che gli armati dello stato islamico e di boko haram (ma anche quelli di pravi sektor in ucraina o di ansar al-sharia in Libia) non sono espressione della disperazione di popolazioni oppresse, ma strumenti di morte nelle mani dei detentori del grande capitale finanziario occidentale, usati senza risparmio contro quelle stesse popolazioni. Usati per scopi di dominio come il “valoroso” esercito israeliano (tsahal) che fa tiro a segno con i bimbi e le donne incinte di Gaza, vantandosene apertamente. 

Per spiegarmi meglio, considerando il caso eclatante degli islamisti di Iraq e Siria agl’ordini di al-Baghdadi, riporto di seguito la mia risposta a un commento di un lettore: E’ chiaro che ci sono potentati finanziari con larga disponibilità di mezzi, dietro lo stato islamico. Ad esempio, come mai i suoi tagliagole risultano i più pagati in assoluto, rispetto ai militari, siriani e irakeni, e anche al confronto con altri gruppi di mercenari? Chi paga? Altra domanda: come hanno fatto a portare in Iraq e in Siria oltre diecimila “combattenti stranieri”, provenienti persino dall’Europa e addirittura dall’Australia? Perché alcuni tagliagole, non arabi e non islamici, si sono “convertiti” all’islam per andare a combattere in Siria e Iraq (c’è il caso di un militare georgiano, diventato un capo del isis)? Per i lauti compensi o per la sopraggiunta fede in Allah? Come mai prima di conquistare un terzo dell’Iraq erano ottomila al massimo e oggi sono valutati in trentamila? Inoltre, anche se hanno catturato armi siriane e irakene, chi garantisce l’afflusso di rifornimenti, di munizionamento e di pezzi di ricambio? Di quanti miliardi di dollari dispongono, per devastare il Medio Oriente? Sarà mica che l’infame Qatar li ha finanziati e poi riconosciuti per “fare a mezzo” con il petrolio estratto dai pozzi che controllano? O hanno agito “per procura” con lo scopo di consegnare illegalmente le risorse energetiche siriane e irakene a Qatar e soci? Gli usa hanno anche loro (nonostante i pochi bombardamenti di questi giorni) “cointeressenze” petrolifere?
Possiamo porci tante altre domande, in proposito, ma sappiamo bene chi paga e chi è il mandante …
Dovrebbe essere evidente a tutti – anche ai grillini con la testa fra le nuvole, appagati dagli show di Grillo e dalle sparate dei loro (inutilissimi) parlamentari – che dall’Iraq al Donbass, passando per la Libia, un’unica regia ha moltiplicato i conflitti e posto le premesse per un allargamento della guerra.
I veri rappresentati della disperazione dei popoli, sotto attacco globalista, sono, semmai, l’esercito regolare siriano con le milizie popolari che lo sostengono (compreso Hezbollah sciita, formalmente un “partito di dio”!), i patrioti russi del Donbass, che rispecchiano i sentimenti e le aspirazioni della popolazione dell’ucraina orientale russofona, persino i combattenti curdi in Iraq, sostenuti dalle minoranze religiose ed etniche minacciate di sterminio, e persino i libici armati del generale in pensione Khalifa Haftar, a Bengasi, che cercano di fermare l’avanzata islamista nel loro martoriato paese.
di Eugenio Orso – 18/08/2014

Fonte: Pauperclass

http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=49149

Lo scambio del debito con il territorio: la nuova strategia della Elite globalista

Nelle ultime decadi, decine di nazioni sovrane sono cadute in un crescente e profondo buco nero nell’indebitarsi con la megabanche sovranazionali per importi che eccedono di gran lunga quello che sarebbe il livello da poter ripagare. Si deve forse questo alla cattiva prassi professionale di questi banchieri assieme alla cattiva amministrazione dei governi o ad una gigantesca scalata?
Siamo noi dei semplici testimoni di come coloro che pianificano a lungo termine e che sono parte della Elite del Potere globale vanno ottenendo   gradualmente i loro obiettivi?
Bisogna essere in due per ballare il tango……
Le ricorrenti crisi del debito pubblico non sorgono come risultato di errori commessi dalle banche, nel concedere troppo facilmente i prestiti, né dell’ “innocenza” dei successivi governi delle nazioni irrimediabilmente indebitate.
Per la verità tutto sembra far parte di un modello globale di dominioaccentrato in un sistema di debito perpetuo che, in un articolo precedente abbiamo denominato il “modello Shylok”.
Allo stesso modo che il Tango ben ballato richiede ritmo ed energia, oggi l’Argentina si trova una volta di più nell’epicentro della volontà dei mega banchieri che hanno appena trascinato questo paese in un default tecnico.
Questo si deve non soltanto all’incapacità dell’Argentina di affrontare il pagamento del suo enorme debito esterno dentro le regole del gioco imposte e ridefinite in permanenza dagli usurai globali, ma anche perché adesso si  è aggiunta una nuova dimensione: l’immoralità e l’indecenza giudiziale dei tribunali Federali del Secondo Distretto di Manhattan a New York, presidiato dal giudice Daniel Griesa.
Questi finanzieri hanno dimostrato di non avere alcuno scrupolo e di poter utilizzare le leggi statunitensi al servizio dei perversi banchieri ed investitori parassitari come Paul Singer, dei fondi finanziari Elliot/NML e Mark Brodsky, conosciuti come “fondi avvoltoio” che però non sono soltanto questi ma anche altre mega banche e finanziarie come Goldman Sachs, HSBC, CitiCorp, JP Morgan, Deutsche Bank, Soros, Rothschild, Warburg, ed altri. (………..)
La Truffa del Debito Pubblico
I debiti pubblici degli stati oggi rappresentano una pericolosa truffa in pratica per tutti i paesi del mondo, inclusi gli Stati Uniti, il Regno Unito ed i paesi dell’Unione Europea.
Questi debiti si concretizzano come delle  vere “spade di Damocle” che minacciano la vita di un numero incontenibile di milioni di persone in tutto il mondo.
Qualcuno si potrebbe domandare : perché i governi si indebitano per cifre che eccedono largamente le loro possibilità di saldarli in tempi ragionevoli.
A questa domanda, economisti banchieri, operatori, professori di economia delle grandi Università, premi Nobel e i grandi media danno una risposta rapida, immediata, e monolitica: questo accade perché tutte le nazioni hanno necessità di investimenti ed investitori per poter costruire strade, impianti di energia, scuole, aeroporti, armare eserciti, erigere infrastrutture , disporre di servizi ed una lunghissima lista di attività che attengono all’economia ed all’attività delle nazioni.
Tuttavia ogni volta più persone si propongono una domanda fondamentale basata sul senso comune: perché gli Stati si indebitano con i mega banchieri in valuta e per molte decadi quando potrebbero ben finanziare tutti questi progetti ed esigenze in un modo molto più sicuro, emettendo la moneta locale dei propri paesi?
A questa domanda tutti gli “esperti” dei vari paesi si mettono a gridare: “emettere moneta? Ma siete pazzi, questo va contro le regole dell’economia e della finanza”. Emettere moneta nazionale per finanziare le proprie necessità dell’economia reale conduce all’inflazione, alla perdita di posti di lavoro, al caos (ed a noi banchieri ci toglie  il lavoro). Subito iniziano a gridare, saltare e battere le palme dicendo, “Noi caschiamo fuori dal mondo! “ Noi caschiamo fuori dal mondo”.
Allora uno gli pone la domanda: “Che faremo quando i nostri paesi non potranno pagare irrimediabilmente questi debiti pubblici e cadranno rapidamente in default?  Non soltanto l’Argentina ma anche il Brasile, la Spagna, l’Italia, il Portogallo,  il Venezuela, la Francia, la Costa Rica, il Perù, il Salvador,  la Russia, Bolivia, Islanda, Turchia, Grecia, Cipro, Thailandia, Nigeria, Messico, Indonesia…?  Tutti paesi indebitati.
Di nuovo gli “esperti” ti rispondono a viva voce: allora vuol dire che i paesi dovranno ristrutturare i loro debiti portando in avanti le scadenze di 20 o 40 anni in modo tale che”….bla bla… bla…” i nipoti in futuro potranno seguire a pagarli per i secoli dei secoli.
La verità è che le nazioni necessitano di ricorrere in un alto livello di spesa pubblica per mantenere attive e forti le proprie economie, in modo da assicurare ai propri cittadini, lavoro, sviluppo, felicità e prosperità, in modo che gli Stati nazionali possano mantenersi sovrani, forti e sicuri. Di conseguenza le popolazioni che siano lavoratrici, forti, felici e sicure, non possono definirsi attraverso una formula che sia facilmente integrabile nei fogli di calcolo degli esperti.
Tuttavia rimane chiara una verità fondamentale che la Finanza (ossia il mondo fittizio dei banchieri, del denaro elettronico, della speculazione e dell’usura) dovrebbe sempre rimanere subordinato all’economia reale /(quello che è il mondo del lavoro, la produzione, l’edilizia, le fabbriche, il pane, il latte, i servizi, ecc.….).
Tutto questo dovrebbe portare ad una domanda ovvia: Se i governi hanno una naturale tendenza a spendere di più, perché finiscono a mettersi nella brutta situzione di sovra indebitarsi?
Quale è la migliore opzione?
1) Che il proprio debito finanziario (debito pubblico) lo debbano a se stesse; ai propri Stati nazionali (attaverso il debito espresso in moneta locale che, ad ultima istanza, potrà ammortizzarsi con un tratto di penna e, nel caso di aumento dell’inflazione, si potrà cambiare l’unità monetaria, come già ha fatto vari volte l’Argentina nelle ultime decadi (nonostante il passo doloroso che risulta) o……
2) Convertire questo debito finanziario in debito pubblico dollarizzato o in euro, integralmente sotto il controllo di accreditori tecnocrati ben organizzati e megabanchieri, gli stessi che controllano la Federal Reserve, il FMI, a Washington e la BCE a Francoforte ed i nidi degli avvoltoi di Wall Street,  in attitudine di attesa per  sbranare le loro vittime ?
Un proverbio dice: se mi inganni una volta la colpa è tua; ma se mi inganni due volte, allora la colpa è mia.
Così opera il diabolico sistema del debito Pubblico a lunga scadenza: I ripetuti defaults e ristrutturazioni del debito pubblico dell’Argentina risalgono a varie decadi nel passato. Si potrebbe ricostruirne tutta la Storia di come questo paese sia caduto nelle grinfie del sistema dell’usura dei mega banchieri sovranazionali.
(…………………………..)
La dr.a Annie Krueger (Banca Mondiale) nel 2002 lavorando come vice presidente del FMI, sviluppò l’idea che si potesse studiare una nuova forma di ristrutturare i debiti delle Nazioni che presentavano un livello molto elevato di debito pubblico,spingendo i paesi indebitati verso una forma di “concordato preventivo” verso i debitori (le mega banche e finanziarie) che presuppneva poi un default ed una suddivisione dei beni come se le nazioni fossero delle corporazioni private come la Enron o la World Com. (…….)  Vedi: Kruger: Deberian poder declararse en quiebra…..
La Kruger siluppò queste idee in maggiori dettagli in una monografia per l’FMI intitolata; “Una nuova forma per affrontare la ristrutturazione dei debiti” ,nel periodo successivo fu pubblicato un articolo per la rivista “Foreign Affairs” (voce del potente organismo finanziario Council of Foreign Relations, al servizio della elite globale), nel Luglio/Agosto del 2003, scritto dal prof. Di Harvard Richard N. Cooper, il cui titolo rifletteva questa proposta: “Capitolo 11 (Legge USA di fallimento) per le Nazioni.
Lo stesso Cooper molto pragmaticamente raccomanda che “unicamente quando il paese debitore non riesca a recuperare solidità finanziaria, i suoi attivi dovranno essere liquidati e le entrate risultanti dovranno distribuirsi fra i suoi creditori- di nuovo sotto la guida di un Tribunale internazionale” (!)
In quegli anni turbolenti, la stampa globale – la rivista Time e il New York Times, per esempio- arrivarono all’estremo di suggerire che la Patagonia Argentina, immensamente ricca in risorse, potesse essere separata dal resto del paese per servire come meccanismo di pagamento dei debiti per il default del paese. Pochi anni dopo, nel 2005, si potè sperimentare il nuovo meccanismo di scambio di debito sovrano sotto la presidenza di Nestor Kirchner e del suo ministro eonomico Roberto Lavagna.
(………….)
Non uccidere la gallina dalle uova d’oro
In un recente articolo pubblicato nel Luglio del 2014, la Krueger raccomanda che le decisioni della Corte suprema degli USA aggiunga una nuovo sistema di deformazione al complesso problema dei debiti che potrebbe avere l’effetto di aumentare il livello di rischio rappresentato dai debiti sovrani ed anche aumentare i costi di emissione per i creditori.
Anche i multimedia specializzati come in New York Times, il Wall Street Journal e l’Economist, raccomandano al giudice Griesa (quello di New York della causa Argentina/Fondi avvoltoio) ed ai suoi piccioni degli avvoltoi che esercitino maggiore moderazione, visto che nel delicato sistema bancario globale post 2008,una improvvisa e mal controllata crisi dei debiti sovrani potrebbe frustrare i piani della Elite globale di imporre una transizione ordinata verso un nuova architettura legale e finanziaria che permetta di liquidare in modo ordinato e conciso gli stati falliti finanziariamente come ad esempio la Repubblica Argentina.
Questo specialmente se per il futuro lo scambio dei buoni del debito saranno garantiti da cessioni di parte del territorio nazionale (che altra cosa gli rimarrebbe da sorteggiare?).  Si potrebbe imporre all’Argentina in un futuro non lontano qualche nuovo mega scambio di Buoni del Debito Pubblico garantiti con enormi estensioni del suo territorio nazionale- specialmente quello della Patagonia?
Tale sistema significherebbe, prevedibilmente, nell’arco di alcuni anni ancora, i Shylocks di Wall Street e della City londinese potranno fare tutto quello che ritengano necessario per, una volta di più, trascinare l’Argentina nel default del debito, aprendo così al percorso che gli permetta di rimanere legalmente padroni di una parte del suo territorio con la semplice esecuzione della garanzia di questi futuri buoni “a compensazione”, presso Tribunali di New York, naturalmente. (………).
Le possenti famiglie dell’alta Finanza globale, i Rothschild, i Warburg, i Lazard, i Soros, i Rockefeller, i Safra, gli Elstain ed altri- potranno allora prendere possesso “legalmente” della Patagonia, per poi- sempre legalmente- consegnarla a chi a loro piaccia! Questo avverrà senza neppure far sparare un colpo di fucile!
Se questo è quello che sta davvero accadendo dietro il sipario dell’Argentina, potrebbe qualcuno forse credere che i padroni del potere globale si fermeranno là?
Per questo motivo attenzione Grecia, attenzione Italia, Francia, Spagna, Messico Corea, Giappone, Ucraina, Brasile, Sud Africa!!
Il “Governo Mondiale” arriva per tutti!
di Adrian Salbuchi – 18/08/2014 – Fonte: controinformazione

LA TRANSCARPATHIE INSURGEE REFUSE LA SALE GUERRE DE KIEV AU DONBASS

PCN-SPO avec Xportal/ 2014 08 21/

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PCN-SPO - la Trancarpathie ctre la guerre de Kiev (2014 08 21) FR

Depuis près d’un mois, et la proclamation d’indépendance de la région (*), les Ruthènes et les Hongrois en Transcarpathie, opposés au gouvernement de Kiev, sont entrés dans une phase décisive. Des actions spontanées pour bloquer les routes et autoroutes de la région empêchent les administrations pro-Kiev de fonctionner efficacement et paralysent l’exécution des ordonnances de la Junte sur la conscription, appelant la population de la région à se joindre aux forces qui luttent contre la Novorossiya.

 En Hongrie, la jeune république de Trancarpathie dispose d’un soutien important. Le ‘Mouvement des jeunes du Comité 65’ (Hatvannégy Vármegye Ifjúsági Mozgalom) et le parti hongrois Jobbik – parti populiste de droite rallié récemment aux thèses eurasistes – ont organisé une manifestation le 8 août devant l’ambassade d’Ukraine.

 Un orateur, représentant de la minorité ruthène, Anatoly Száva, a annoncé que, « face à des plans visant à mobiliser 80.000 personnes de la région des Carpates, la population appelle par des moyens pacifiques à reconnaître les résultats du référendum de 1991 qui garantit l’autonomie de la région. Sinon, la région arrêtera complètement son obéissance à Kiev ». Les Carpatho-Russes croient que » la Hongrie ne permet pas aux banderistes de continuer le génocide en cours en Novorossiya », a souligné Száva.

 Dès le début du soulèvement, des instances en Transcarpathie jouent un rôle actif et avec eux des militants du Jobbik, prenant le rôle de représentants de la minorité hongroise et coordonnant ses actions avec les Ruthènes.

 Selon certaines sources, le gouvernement de Kiev enverrait des troupes en Transcarpathie venant d’autres régions du pays. Les gardes-frontières ukrainiens de la région ont mis en place une «hot line» et exhortent les habitants à signaler les cas d’ «activité terroriste».

 Version française (adaptée du Polonais) :

JPV/ Service de Presse du PCN

 (*) Lire : LUCMICHEL. NET/ L’UKRAINE IMPLOSE : VOICI LA TRANSCARPATHIE QUI DECLARE SON INDEPENDANCE !

http://www.lucmichel.net/2014/08/02/lucmichel-net-lukraine-implose-voici-la-transcarpathie-qui-declare-son-independance/

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LUC MICHEL SUR ‘CITOYEN TV’: EBOLA. LA VERITABLE DIMENSION

PCN-TV avec Citoyen TV/

2014 08 19/ PCN-TV - LM sur CITOYEN TV ebola (2014 08 19) FR

Luc MICHEL sur CITOYEN TV

– la TV de la Diaspora africaine (Paris) –

analyse la véritable dimension de la pandémie Ebola, au-delà du sensationnalisme des médias de l’OTAN …

dans le JOURNAL du 19 août 2014 (à 9 min 02) …

 Le Journal complet sur :

https://vimeo.com/104042600

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