IN MISSIONE AL CANTIERE TAV DI CHIOMONTE

http://www.marcoscibona.it/home/?p=542

Oggi si è tenuta una missione della 8a Commissione Permanente del Senato della Repubblica a Chiomonte volta a verificare, con gli organi preposti, le segnalazioni sui rischi della sicurezza e sulla trasparenza amministrativa.

La missione è consistita unicamente in una presentazione di dati da parte di LTF, ASL, ARPA, SPreSAL ed altri organi competenti e si è svolta fuori dall’area di cantiere vera e propria.

La 8a Commissione, su mia iniziativa, richiederà i file presentati e la totalità dei dati con cui hanno cercato di tranquillizzarci circa i rischi alla salute ed alla sicurezza, nonché tutto quanto reperibile sugli incidenti avvenuti nell’area di lavoro.

Ho evidenziato inoltre come lo spostamento dello smarino debba avvenire previa informazione diffusa e capillare a tutela della sicurezza di tutti e che su qualunque operazione ci sia sempre la massima trasparenza ed informazione diffusa alla popolazione.

Infine ho ribadito, e ricevuto rassicurazioni in tal senso, la necessità che tutti questi dati siano pubblici e rintracciabili in un unico sito a totale disposizione dei cittadini.

Marco Scibona – Senatore M5S

Il bosco si sta ammalando in Clarea

di Gabriella Tittonel

Gabriella_77_no tav Clarea 2 6 2014 012

Dallo scorso novembre 2013 nel cantiere della Clarea, con l’inizio dei lavori della talpa Gea, un nuovo e inquietante ospite è venuto a far parte di quel mondo: la polvere della galleria. Polvere di roccia, di rocce di varia natura, sminuzzate e ridotte in finissima polvere, polvere che si deposita giorno dopo giorno ovunque, anche quando all’apparenza non ve n’è. E polvere che si cerca di assoggettare, bagnando le strade, gli spazi, utilizzando da due settimane anche due cannoni spara acqua, simili a quelli utilizzati per sparare la neve sui campi di sci.

Gabriella_77_no tav Clarea 15 7 2014 005

Ma la polvere, incurante dei divieti, nel suo svolazzare conquista anche il bosco circostante, copre le foglie e lì rimane, soffocando giorno dopo giorno il loro respiro… Il bosco intorno si sta ammalando, lo dicono chiaramente le foglie che si possono osservare.

Ma che accadrà agli umani?

Gabriella_77_no tav Clarea 15 7 2014 004

G.T. 16.07.14

Renzi al comando della corazzata Kotiomkin

TG Valle Susa

In Parlamento è scontro sulle riforme: su Italicum e Senato si gioca la partita della trasformazione della democrazia in una becera dittatura. Con la complicità dei media di regime e la disattenzione vacanziera degli Italiani si smontano a picconate le colonne della Costituzione Italiana

 di Davide Amerio

« Per me… La corazzata Kotiomkin… è una cagata pazzesca! » e furono 92 minuti di applausi, dopo un boato da stadio, per il ragioniere Ugo Fantozzi.

Ci vorrebbe un ragioniere così che dalle luccicanti scrivanie dei telegiornali della Rai invece di leggere le veline celebrative del neo riformismo renziano scioccasse gli ascoltatori con una dichiarazione del tipo: “ La riforma del Senato e della Legge elettorale di MatteoRenzi sono una boiata pazzesca!”.

  

Dopo lo smarrimento, la perplessità, la chiusura delle bocche rimaste spalancate con la forchettata di spaghetti a mezz’aria e l’aver compreso che non si tratta di uno spettacolo comico ma proprio del TG nazionale, avremmo finalmente l’attenzione che meritano le pericolosissime riforme che occupano in queste giorni il dibattito parlamentare.

Matteo Renzi incarna, ancora una volta, quel mito dell’uomo del ‘fare’ che tanto piace a molti Italiani. La parola ‘riforme’ assume sempre un valore positivo a priori; colpisce e suscita ammirazione e, con la complicità di una informazione servile, nessuno sembra avvertire la necessità di comprendere quale sia il reale contenuto, – e le effettive conseguenze,- del riformismo in atto.

Dalle città Metropolitane, alla trasformazione del Senato passando per la riforma elettorale (Italicum) e la modifica del titolo V della Costituzione (già mal modificato in precedenza), è in atto la creazione di un percorso che viene oramai denominato ‘Democrazia autoritaria‘ e che, se attuato, si risolverà nella totale distruzione degli equilibri democratici creati nella nostra carta costituzionale.

Dell’allergia di Renzi (ma non solo sua) per i contrappesi che fungono da controllo in una democrazia liberale ne parlano da tempo noti costituzionalisti.

Il fulcro degli interventi ruota attorno alla modifica del Senato. Dalla promessa della sua abolizione si è giunti a una formulazione di una seconda Camera dei ‘nominati’: sarà composto da 95 componenti eletti dai Consigli Regionali, più cinque nominati dal Capo dello Stato e che resteranno in carica per 7 anni.

Come sottolineano i critici questo modello ha delle conseguenze ben precise:

  1. Gli elettori vengono esautorati del loro potere democratico di eleggere dei rappresentanti
  2. Di fatto i costi che si sarebbero voluti risparmiare con l’abolizione restano in piedi in quanto tutta la struttura del Senato continua a esistere
  3. L’elezione da parte dei Consigli Regionali è soggetta alle maggioranze presenti nello stesso ed essendo queste elezioni distribuite in modo disomogeneo nel tempo (non tutte le Regioni vanno al voto nello stesso momento) si avrà un rimpasto continuo di Senatori con creazione di continue nuove ‘maggioranze’ all’interno del Senato; sempre senza la consultazione popolare!
  4. Attualmente chi opera seriamente all’interno di un Consiglio Regionale sa bene quanto tempo richieda un impiego di questo tipo. Non diversamente accade se uno opera come Senatore della Repubblica. Con quale livello di efficienza un consigliere regionale possa fare entrambi i mestieri in modo part time resta sconosciuto e al soldo della fantasia dei novelli riformisti

Lo scopo di mettere mano in questi termini alla seconda camera del Parlamento si cela dietro l’ipocrita iniziativa di superare il bicameralismo perfetto cui vengono attribuite le lentezze della politica. Come osservato da molti commentatori ciò risulta chiaramente falso: quando si tratta di approvare leggi che favoriscono la difesa degli interessi della casta (prescrizioni, immunità, eccetera) il lavoro delle due Camere è rapido ed efficiente (20 giorni per l’approvazione delle legge Alfano); quando l’iter riguarda leggi che non si vogliono approvare (per esempio sul conflitto di interessi) i tempi si allungano e superano i 1000 giorni.

La modifica del Senato in questi termini consente alla maggioranza di agire indisturbata sull’elezione del Presidente della Repubblica, su quella della Corte Costituzionale e sul CSM.

In termini legislativi le funzioni della seconda Camera diventano puramente formali e non avranno nessuna influenza sul controllo di quanto approvato dal Parlamento. Se oggi è possibile correggere alcuni leggi con il contributo della seconda lettura parlamentare, domani ciò che stabilirà il governo della maggioranza, – il quale godrà presumibilmente di una maggioranza ‘bulgara’ grazie alla legge elettorale ‘Italicum’, – sarà insindacabile.

Spiega Aldo Giannuli:

la norma, per cui il parere del Senato sarà sostanzialmente ininfluente sulla legislazione ordinaria, lo definisce come un ente inutile che la Camera ignorerà sistematicamente: anche la maggioranza assoluta richiesta per respingere le richieste di revisione su leggi di interesse del rapporto Stato-regioni non è un limite reale alla volontà della Camera, perché è piuttosto difficile che una legge sia passata senza una precedente maggioranza assoluta e, comunque, la composizione maggioritaria dell’organo (con 354 seggi in mano alla maggioranza di governo) mette al sicuro da ripensamenti di sorta.

Quello che, invece, definisce come dannoso questo nuovo Senato è la piena potestà legislativa sulle riforme costituzionali e le leggi costituzionali. In concreto, se la maggioranza del Senato (cioè dei consigli regionali) sarà dello stesso colore di quella della Camera, farà passare tutto senza fiatare, se, al contrario, prevarrà il colore opposto, realisticamente assisteremo ad un braccio di ferro ostruzionistico fra un contendente con legittimazione di primo grado e l’altro di secondo.
In questo quadro, un peso notevole lo avranno i 5 senatori di nomina presidenziale che, sin qui rappresentavano l’1,5% dell’assemblea, mentre nel nuovo Senato peseranno per il 5,2%, che non è poco. Non ci vuole la zingara per indovinare che le nomine presidenziali dei senatori saranno sempre più “
politicizzate” e monocolori, determinando la nascita di un piccolo “partito del Presidente” istituzionalmente tale.

L’intervento e la partecipazione dei cittadini alle funzioni democratiche vengono ulteriormente impediti e complicati:

Cambia anche la norma sui Referendum per i quali si richiedono 800.000 firme, con un parere preventivo di ammissibilità, pronunciato dalla Corte Costituzionale dopo le prime 400.000 firme. Poco chiara la norma per la quale i quesiti pur potendo riguardare intere leggi o loro singole parti, dovranno avere “un valore normativo autonomo”.

Per le proposte di legge di iniziativa popolare le firme necessarie salgono da 50.000 a 250.000, ma i regolamenti della Camera dovranno indicare tempi precisi di esame.

In modo subdolo il riformismo renziano crea i presupposti per modificare gli assetti di potere nel caso dell’elezione del Presidente della Repubblica. Qui l’analisi si fa molto ‘tecnica’ e non certo alla portata immediata dei cittadini cui viene negata ogni spiegazione utile sulle conseguenze delle riforme.

Ancora Giannuli :

Nel nuovo Parlamento in seduta comune, che in totale conterebbe 725 membri (non ci sarebbero più i 58 rappresentanti delle regioni ed i senatori sarebbero fortemente ridotti) la maggioranza sarebbe di 363 voti; considerando che con l’Italicum la coalizione di maggioranza disporrebbe già di 354 seggi alla Camera, questo significa che, con il voto di 9 senatori su 95, potrebbe eleggersi il Presidente da sola (e con questo acquisirebbe ulteriori 5 voti nel Senato). Ovviamente, a condizione che il gruppo parlamentare di maggioranza resti compatto e non si decomponga come è successo al Pd nel 2013. Dunque, l’elezione del Presidente sarebbe decisa sostanzialmente da una maggioranza che, con ogni probabilità, rappresenterebbe solo una minoranza degli elettori. Ancora peggio per quel che riguarda i giudici costituzionali, dove, sulla carta, ad una maggioranza di governo d’accordo con il Presidente, basterebbero solo 4 senatori per prendersi tutti i 5 giudici, che andrebbero ad affiancarsi ai 5 di nomina presidenziale. E con 10 giudici bloccati su 15, facciamo dire alla Costituzione tutto quello che ci piace.

C’è di che preoccuparsi …

In 300 hanno partecipato all’assemblea sul futuro della Cavallerizza

http://www.quotidianopiemontese.it/2014/07/17/in-300-partecipato-allassemblea-futuro-cavallerizza/?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+qp%2Fqp-home+%28Quotidiano+Piemontese+-+Home+Page%29&utm_content=FaceBook#.U8glOPl_vjE

assemblea-cavallerizza

Circa 300 persone, appassionati di teatro e comuni cittadini, hanno partecipato mercoledì 16 luglio all’assemblea indetta all’interno degli spazi della Cavallerizza occupata. Lo spazio della Cavallerizza, dopo l’abbandono da parte del Teatro Stabile, che non era più in grado di sostenerne i costi, sarebbe oggetto di un progetto di riutilizzo da parte del comune di Torino che prevederebbe riqualificazione come albergo di lusso. Da più di un mese la Cavallerizza è occupata da cittadini e artisti che vorrebbero che la struttura tornasse ad ospitare cultura e teatro (e come tale è utilizzata, abusivamente, in questo periodo). All’assemblea di ieri avrebbero dovuto partecipare anche rappresentanti del comune. Il volantino che ha spinto molti torinesi a partecipare all’assemblea, recitava: “Abitare la città per noi significa partecipare attivamente alla sua vita, dire la nostra su quali riteniamo siano le priorità (non di certo beni di lusso e parcheggi) e lottare per spazi in cui poter soddisfare il nostro bisogno di stare insieme, di confrontarci, di organizzarci per prenderci cura del territorio”.
(foto Radio BlackOut)

LA POSTA IN GIOCO – It’s all about Gaz(a)

www.fulviogrimaldicontroblog.infoMONDOCANE

GIOVEDÌ 17 LUGLIO 2014

 Mancano i nazisti di Kiev

“Dico con tutta la forza della mia anima che il nostro paese è realmente un paese che fa parte del quadro occidentale, appartiene all’Unione Europea, alla NATO e questo non si mette in discussione …” (Alexis Tsipras – intervista ad Antenna tv (emittente greca) maggio 2014).

“Il processo dell’inganno massmediatico deve essere cosciente per essere attuato con sufficiente precisione. Ma deve essere anche inconscio , perché sennò provocherebbe una sensazione di falsità e dunque di colpa. Raccontare deliberate bugie credendovi sul serio, dimenticare ogni fatto che sia diventato sconveniente e, poi, quando torni ad essere necessario, tirarlo fuori dall’oblio per il tempo necessario, smentire l’esistenza di una realtà oggettiva e, simultaneamente, tener conto della realtà che si nega, tutto questo è necessario e indispensabile”. (George Orwell, “1984”)

Al vincitore non si chiede mai di dire la verità”. (Adolf Hitler)

Questa e nient’altro è la radice dalla quale cresce un tiranno: quando appare inizialmente si presenta come protettore”. (Platone)

Amici, una tregua anche per noi. Per una mesata vado fuori Italia e ci ritroveremo dopo Ferragosto. Continuerò comunque a leggere con attenzione i vostri commenti. Non perdetevi tra gli ombrelloni e gli stambecchi e non perdetevi soprattutto d’animo. Occhio aguzzo su quanto commetterà di infame, come sempre nella disattenzione estiva, il Circo degli orrori con i suoi guitti, farabutti e veline. Ciao.

I cicisbei, i gigolò e le zoccole che popolano i media occidentali e tra i quali i nostri mantengono il primato Guinness, non vi hanno fatto sapere:

–       che Boko Haram, i terroristi nigeriani mandati da USraele a creare caos creativo nel più grosso e petrolifero dei paesi africani, si è dichiarato membro dell’ISIL. Serve per occultare l’identità di sicari di USraele dei tagliagole impegnati nel caos creativo in Siria e Iraq;

–       che un oscuro gruppo di jihadisti palestinesi, mai comparso prima, si è dichiarato anch’esso costola dell’ISIL (Califfato Islamico in Iraq e nel Levante) e ha rivendicato il rapimento e l’uccisione dei tre coloni ultrà sionisti. Operazione negata da Hamas e datutti, ma a Hamas attribuito da Netaniahu. Sepolta dal ridicolo l’attribuzione a Hamas, si è rimediato con questa seconda False Flag per contrastare la valanga di indizi che rivelano l’attentato finalizzato a giustificare la soluzione finale per Hamas. Manovra tanto incredibile da essere stata occultata perfino da cicisbei, gigolò e zoccole;

–       che il fallimento della “tregua” negoziata tra Israele e l’Egitto non è affatto dovuta ai razzi di Hamas, bensì, primo, al fatto che l’accordo era stato scritto dal criminale di guerra Tony Blair e non ha mai coinvolto i palestinesi e, secondo, che pretendeva lo scioglimento di Hamas e la consegna di tutte le sue armi a Israele. Dicesi resa. Inoltre non contemplava nessuna delle richieste di Hamas: fine degli attacchi israeliani a Gaza, apertura dei valichi con Israele e Egitto, rilascio dei prigionieri rastrellati in Cisgiordania nelle ultime settimane, pagamento da parte dello’ANP dei salari ai dipendenti pubblici di Gaza;

–       che alla tv panaraba “Al-Maydeen TV” lo sceicco Nabil Naiem , fondatore dell’organizzazione jihadista in Egitto e già numero tre dell’agenzia CIA  Al Qaida, con Osama bin Laden e Ayman Zawahiri, ha dichiarato: “Il leader dell’ISIL, Abu Bakr al Baghdadi, è un agente della Cia. Gli Usa lo hanno rilasciato dalla prigione e dotato di 30 milioni di dollari per creare l’ISIL. I primi campi di addestramento furono creati in Giordania e gestiti dai Marines. Ricevevamo armi Usa e finanziamenti per decine di migliaia di dollari, soprattutto dall’Arabia Saudita che promuove il terrorismo jihadista da almeno trent’anni. I combattenti ISIL feriti non vengono curati in Siria, Egitto o Arabia Saudita, ma in Israele. Attualmente vi sono 1.500 feriti di ISIL e di Al Nusrah negli ospedali del Golan e di Tel Aviv. Noi ottemperiamo alle regole del fondatore della “Guerra di Quarta Generazione”, Bernard Lewis, secondo il quale, al posto degli eserciti transcontinentali che provocano nazionalismi avversi e il rientro di bare con cittadini americani, si devono utilizzare agenti all’interno dei paesi-bersaglio che facciano il lavoro dei nostri militari e a cui, con la complicità dei media, possiamo addossare le responsabilità per ogni tipo di crimine e atrocità. A noi spetta il controllo delle tecnologie, delle risorse, delle finanze e dell’intelligence”.

–       che, ancora più autorevolmente, quanto sopra è stato confermato da Edward Snowden, il denunciante dello spionaggio NSA, con la rivelazione documentata che i servizi segreti di Usa, Regno Unito e Israele hanno lavorato insieme per creare l’ISIL. Un piano che punta a riunire il terrorismo mondiale in un’entità chiamata “Il nido di vespe”. Per un anno intero Al Baghdadi sarebbe stato militarmente addestrato dal Mossad e istruito in teologia e in tecnica di comunicazione

 Il mattatoio israeliano, perché?

A nessuno dei cicisbei, gigolò e zoccole è venuto in mente ed è uscito dalla penna  per quali motivi al macellaio premier israeliano sia stato dato, dai poteri supremi, il via alla mattanza. In una settimana 500 tonnellate di esplosivo, 2500 “bersagli”, cioè case, colpiti, 228 morti, l’80% civili, per un terzo donne e bambini, e 1.600 feriti, contro 1 ausiliario di Tsahal ucciso. 200 a 1: il rapporto di valore tra vite buone e vite cattive. E i tonni gazawi sono appena all’inizio della Camera della morte. Come da me visti in Libano nella guerra del 2006 e a Gaza dopo “Piombo Fuso”, decine di corpi lacerati o carbonizzati da armi proibite, dette “Dime” (Dense Inert Metal Explosive) che rendono incurabili le ferite agli organi vitali, oltreché da missili all’uranio e al fosforo bianco. Cosa ha mosso la nazi-giunta di Tel Aviv, sostenuta da Washington, a sfidare un ulteriore peggioramento dell’immagine dello Stato Canaglia nel mondo e le relative prese di distanza, alla faccia di cicisbei, gigolò e zoccole?

 fosforo bianco su Gaza

I servizi dalla Palestina, al netto sopportabile di qualche sollevamento di sopracciglia sugli orrori commessi da Israele in Cisgiordania e Gaza, hanno dilagato su giornali e televisioni, relegando a trafiletti le mostruosità commesse dall’ISIL in Iraq e Siria e, soprattutto, l’olocausto apparecchiato dai fantocci nazisti di Kiev alle popolazioni martiri russe nel Donbass. Rimanendo sul piano propagandistico dei depistaggi, si è occultato l’epocale iniziativa dei BRICS, in accordo con i paesi latinoamericani della CELAC, successiva a quella del blocco euroasiatico, di dotarsi di una propria banca comune, a detrimento dei ricatti e delle devastazioni di Fondo Monetario Internazionale e Banca Mondiale. Altrettanto è stato rimosso dalla centralità palestinese la jacquerie terroristica e il sabotaggio economico innescati, fin da febbraio, contro il Venezuela di Maduro, ai fini di un colpo di Stato pro-USA, successivo a quelli che hanno “normalizzato” l’Honduras e il Paraguay e che ora si tentano contro l’Argentina della renitente Kirchner, mediante un default provocato da creditori avvoltoi statunitensi. Effetto collaterale: non ci si lascia impressionare da un Putin che, con il blocco asiatico e il suo giro trionfale in America Latina, volge l’assedio e l’isolamento della Russia in assedio e isolamento degli Usa.

Clown, sì, ma con gli artigli.

Sono le note armi di distrazione di massa, tipo quelle del clown con gli artigli che, sotto i fumi narcotizzanti degli 80 euro, sta facendo passare l’ulteriore rapina a quanto resta al popolo (10 milioni sotto la soglia di povertà, 30% in povertà relativa, un milione di disoccupati in più, 1 italiano su 3 senza lavoro, il tutto sottostimato); l’ininterrotto aumento del debito, ora a 2000,3 miliardi; l’annientamento UE del proposito di “flessibilità” contro  l’austerità e per la crescita; la “ghigliottina” al dibattito parlamentare e quella ai lavoratori uccisi dal Jobs Act; la riduzione a livelli Caritas dei servizi sociali; la distruzione dell’ habitat umano, animale e vegetale con lo “Sblocca-Italia” e con il via libera a migliaia di trivelle petrolifere di terra e di mare; l’aumento di tutte le tasse, l’abolizione dell’organo parlamentare dimostratosi troppe volte correttore di abusi e illeciti e che va di pari passo con l’eliminazione di organi intermedi verso il basso come le province e quella – annunciata – di Tar e Consiglio di Stato, spesso demolitori dei crimini di Stato; una legge elettorale che farebbe arrossire il legislatore fascista Acerbo e che, con soglie ammazza-milioni di elettori e premio di maggioranza da radere al suolo ogni opposizione, decidere tutto, compreso il Capo dello Stato-duce; contro gli insubordinati tante Genova G8, anche per portare a casa, con le Grandi Opere e quant’altro, il consenso e la partecipazione delle mafie, del Vaticano, della massoneria e la dittatura postmoderna dei pochi, furbi e ladri, sovrani per grazia degli dei a stelle e strisce e stella di David. Tutto questo in perfetta continuità con il piano iperfascista di Licio Gelli e in combutta con una banda di pregiudicati, inquisiti, rinviati a giudizio, condannati

 Hamas delendum est

Tornando alla nazi-giunta di Tel Aviv, sul piano politico e militare, l’operazione Netaniahu-Lieberman doveva riuscire dove era fallita quella di “Piombo Fuso”: eliminare dalla scena Hamas. L’occasione veniva resa più appetibile dall’indebolimento in tutta la regione dei Fratelli Musulmani, di cui Hamas è parte, e quindi del peso del Qatar a cui Hamas, trascinato dalla sua leadership all’estero, si era affidato, se non venduto. Altre difficoltà ai FM  venivano dalla debacle militare in Siria e a casa del turco Erdogan. La nuova credibilità internazionale acquisita dalla Palestina con il governo di unità nazionale Fatah-Hamas, osservatore all’ONU, avendo posto fine a una lacerazione che minava il ruolo del regime di Abu Mazen e frantumava la coesione sociale, andava distrutta. L’ANP di Fatah e di Mahmud Abbas, che aveva dato così buona prova nella collaborazione geostrategica e repressiva con la Gestapo israeliana (anche negli eventi in corso, dove ha contribuito con la sua polizia a schiacciare ogni protesta), sarà pure stata un migliore interlocutore internazionale avendo incluso anche il maggioritario (nelle ultime elezioni) Hamas, ma per l’occupante era preferibile il Fatah addomesticato di Abu Mazen, con il contorno di gruppi senza voce e senza midollo e senza la zavorra di un’organizzazione combattiva, molto armata e sostenuta dal popolo, come Hamas. Dunque “Hamas delenda est”, con gli arresti  in massa in Cisgiordania, con gli stermini di Gaza, con l’infiltrazione di alcuni dei provetti jihadisti all’opera nei paesi vicini.

Ottusi come zombie, i conquistadores fanno sempre il solito errore psicologico. Credono che, a forza di mazzate su un paese, con sanzioni, campagne di demonizzazione, terroristi assortiti, rivoluzioni colorate e guerre civili, bombe, il popolo se la farà sotto e si rivolterà contro le forze che resistono. Così, nel caso palestinese, dovrebbe andare a finire, per la gioia del nemico e dei “mediatori”  Al Sisi, nemico mortale della Fratellanza, e Tony Blair, genocida collaudato in aree popolate da musulmani antipatici (gli Usa tentennano, dopotutto I Fratelli Musulmani erano la loro prima carta per la regione). Invece,. come non ha funzionato in Iran, Venezuela, Siria, Russia, così non funziona in Palestina, se è vero, come è documentato e testimoniato, che in Cisgiordania Hamas non è mai stato così popolare e, checché sciacalli, succubi e idioti insistano a dare del terrorista a Hamas e a cerchiobottare tra Israele e palestinesi, la popolazione martire di Gaza dispersa tra le macerie, dopo 9 anni di inaudite sofferenze, dice che, a tirare razzi, Hamas fa bene. Finchè si resiste si è vivi. Finchè un invasore occupa e stupra la terra di Palestina, perfino la Carta dell’ONU autorizza a sparare. E questo vale per la Palestina tutta. Altro che Oslo.

  Parigi

Cosa che hanno capito e condiviso i 40mila manifestanti per i palestinesi a Londra, le decine d i migliaia a Parigi, le centinaia di migliaia nei vari paesi riscattati latinoamericani, i governi non arruolati e comandati di mezzo mondo (da noi qualche gruppetto delle solite brave persone che appaiono quando in Palestina il tasso di mortalità da assassinio supera lo stillicidio normale).

Venendo al sodo, un sodo che anch’esso non ha trovato una riga nel profluvio di analisi e reportage sugli eventi mediorientali, salvo in un articoletto dell’ottimo Manlio Dinucci, sfuggito dalle maglie della ginocrate del “manifesto”, Rangeri, si deve parlare di idrocarburi. Israele, in fatto di risorse energetiche, sarebbe secco quanto un osso di seppia. Quanto gli garantiscono ora i curdi iracheni attraverso l’oleodotto Kirkuk-Haifa è uno sgocciolio rispetto all’inondazione che potrebbe arrivare sfruttando il bacino di idrocarburi del Mediterraneo orientale, tra Gaza e Cipro. Ne sarebbero titolari, oltre a Israele, Siria, Libano e Gaza, la quale ultima nasconde sotto terra anche un cospicuo giacimento di petrolio. Ma a Israele spetta, per volontà di Jahve e decisione USraeliana, l’intero bottino. Con gli altri si vedrà, intanto si inizia a togliere di mezzo i palestinesi. Non gli lasciano l’acqua, figuriamoci il gas.

Nel 2007, un anno prima di “Piombo Fuso”, l’attenzione di Moshe Yaalon, ministro della Difesa e già capo di Stato Maggiore, si concentrò sui 1,4 trilio0ni di metri cubici di gas naturale  scoperto nel 2000 al largo di Gaza – giacimenti Marine 1 e Marine 2 –  e del valore di 4 miliardi di dollari. In mano a Hamas avrebbe dato vita a uno Stato palestinese di discreta agibilità. Ora se quella roba deve essere negoziata, non con i  morbidoni dell’ANP (che, contro  l’avviso di Hamas, ha già concluso un accordo con il British Gas Group per  lo sfruttamento del giacimento di Gaza e aveva tentato addirittura di coinvolgere i russi di Gazprom), ma con un governo che comprende Hamas, le cose si farebbero più ardue.  Per eliminare dalla partita gli islamisti e inserire il gas di Gaza nelle adiacenti installazioni off-shore israeliane,  bisognava distruggerne armi, infrastrutture, sistemi di controllo, istituzioni, la stessa popolazione. Mai che i palestinesi possano sognarsi di disporre di proprie riserve energetiche.

Ma il gioco s’è fatto più grande. Israele scopre che davanti alle coste ci sono altre ricchezze. Come il Campo Leviatano con stimati 18 trilioni di metri cubi di gas, porzione dei ben 122 trilioni e dei 1,6 miliardi di barili di petrolio nell’intero bacino del Levante. Sotto traccia si stanno già svolgendo feroci dispute sui confini delle acque territoriali tra Siria, Libano, Cipro e, appunto, Gaza. Mettere le mani su quel mare di idrocarburi eliminerebbe il terrore israeliano di un default energetico e renderebbe Israele addirittura esportatore netto, capace di aprire e chiudere il rubinetto a Egitto, Siria, Libano, Giordania ed Europa. Per questa tocca neutralizzare anzitutto Siria, Libano e Hezbollah,  Gaza e Hamas, a partire dallo sfoltimento delle rispettive basi sociali e dall’ incapacitarne gli strumenti politici e militari. E’ quanto gli ausiliari dell’ISIL stanno facendo in Siria e Iraq. E allora hai voglia a fare campagne di boicottaggio, sanzioni, disinvestimenti, a sparlare di Israele. Se il conflitto Kiev-Mosca incidesse sul flusso di gas all’Europa, se si riescono a bloccare gli oleo- e gasdotti russo-europei North Stream e South Stream, il rubinetto israeliano diventerebbe arbitro dell’economia europea (come già lo sono gli Usa). Ma tutto questo Alice non lo sa. Nessuno glielo dice.

 Furio Colombo, il Manuel Neuer dello Stato Canaglia

Non riesco ad esimermi dal chiudere con un campione, un padre nobile del giornalismo italiano e internazionale. Furio Colombo, editorialista e inventore di lettere al giornale “Il Fatto Quotidiano”. Il surrealismo noir delle pagine di esteri del quotidiano sono note, ma i funambolismi di questo attempato ex-newyorchese Fiat, in difesa dello Stato più violento del mondo, lasciano intravvedere, al fondo del rovesciamento della realtà nel suo contrario, quanto meno un vitalizio del Mossad, se non la massima onorificenza imperialista-sionista per aver contribuito in misura decisiva a collocare l’Italia al 50° posto della libertà di stampa, subito sotto il Niger. Due colonne di Colombo il 15 luglio, riescono a fare del carnefice la  vittima. Copertosi le vergogne con dieci righe di lacrimucce sui massacrati di Gaza, il nostro dice di “mettersi nei panni di Israele”. Panni, peraltro, indossando i quali ha attraversato l’intera sua carriera

Ecco come ci invita a farlo.. “Quel territorio lo vogliono solo perchè ci hanno abitato per alcuni secoli. Non è che gli ebrei occupano troppo territorio. E’ che, per loro, non ne devono occuparne alcuno. Tutt’intorno a Israele c’è un mondo di violenza e di morte, di massacri fratricidi, un mondo che non vuole dialogare con il vicino indesiderato. Vogliono distruggere le colonie, solo per poi distruggere tutto Israele (ricordate Ben Gurion, padre della patria, mentre sterminava arabi e rubava terre, con il suo “gli arabi vogliono rigettare a mare i sopravvissuti dell’olocausto”?). Sono sempre quelli di Gaza che iniziano ogni volta un nuovo periodo di morte. Sono loro a  incominciare e a provocare risposte terribili. Meno male che le armi di chi ha deciso la distruzione di Israele sono per ora imperfette (e che più che perfette siano le nostre cluster, i nostri fosforo e uranio). La proclamazione del califfato, che il mondo prende per una favoletta da Mille e una notte,  non è che una paurosa lettera di intenzioni (peccato che i combattenti feriti del Califfato vadano a curarsi in Israele). Israele, per potente che sia, ha contro il mondo intero (che per Colombo ha le dimensioni di Usa e UE, più qualche schiavetto esotico). Ogni giudizio negativo viene buttato su Israele perché non lo hanno ancora ferito a morte (mentre Israele è impegnato a definitivamente ferire a morte il popolo titolare della Palestina e quanti altri lì intorno obiettano al Grande Israele tutto solo per ebrei)… “

Immaginiamo che il mistificatore del “Fatto” programmi di trascorrere liete vacanze accanto ai compatrioti che, sul confine di Gaza, dalle loro sedie a sdraio con drink, si godono lo spettacolo del genocidio di Gaza, tra formidabili hola per ogni obiettivo polverizzato. Da quelle parti scodinzola in questi giorni anche la nostra Mogherini, impegnata a garantire alla nazigiunta la continuità del nostro ruolo di primo fornitore di armi a Israele.

Naturalmente, per questo Pulitzer dei nazisionisti, i 4 bambini disintegrati dagli antropofagi israeliani mentre giocavano sulla spiaggia di Gaza erano stati messi lì da Hamas a fargli da scudi umani. Subissato dalla revulsione dei lettori perbene del suo giornale, l’osceno ribaltamento boia-vittima si ripete quando, il 17 luglio, l’emissario paragiornalistico esterna: “Le donne e bambini sono mandati a morire da un immenso potere arabo che possiede tutto ma non ha potuto eliminare Israele e non si dà pace”. Quell’immenso potere arabo dei satrapi, teocrati e antipalestinesi come Israele, con il quale il primo Stato Canaglia intreccia complicità geopolitiche e la comune cura dei terroristi jihadisti. E le 80 risoluzioni ONU, contro altrettanti crimini contro l’umanità commessi dal rigurgito razzista incistatosi in Palestina, erano dispetti di antisemiti. Posso vomitare?

A me è venuto in mente il celebre Maggiore Kong, detto “King” Kong, nel film di Kubrick “Il Dr. Stranamore”. Ricordate quando, a cavalcioni sulla bomba atomica, urlando e sventolando il cappello da cowboy, si precipita  su un bersaglio sovietico, ma che sarà poi l’intero pianeta?

ALERTE ROUGE/ BOEING MALAISIEN ABATTU : KIEV COUPABLE !

Luc MICHEL / En Bref / Avec AFP – RIA Novosti / 2014 07 17 / 

« Après l’utilisation de l’aviation ukrainienne sur les villes séparatistes de l’Est, le Boieng abattu est un incident qui desserre l’étau sur les épaules de Porochenko et place cette pression sur celles de Poutine »

– LCI (TV russophobe de l’OTAN, ce jeudi 20h24) LM.NET - EN BREF boeing abattu Kiec coupable (2014 07 17) FR 1

Un Boeing 777 malaisien reliant Amsterdam (Pays-Bas) à Kuala Lumpur (Malaisie) avec 280 passagers et 15 membres d’équipage à bord s’est écrasé jeudi dans la région ukrainienne de Donetsk (est).

 MALGRE LES ECRANS DE FUMEE DES MEDIAS DE L’OTAN, LE BOEING MALAISIEN A BIEN ETE ABATTU PAR UN MISSILE UKRAINIEN !

 Pendant que les presstitutes des médias de l’OTAN se déchaînent pour accuser l’Armée du Donbass, les choses se précisent. Mention spéciale dans l’ignominie et le médiamensonge à Vincent Hervouette de LCI, la propagandastaffel des généraux français de l’OTAN.

Et Moscou donne des infos qui expliquent le drame et accusent sans hésitation Kiev.

Le Premier ministre de la République populaire de Donetsk, Alexandre Borodaï, a affirmé sur la Première chaîne russe que « l’appareil avait été abattu par les forces aériennes ukrainiennes » et qu’il s’agissait d’une « provocation délibérée ». La même accusation a été affichée peu de temps après sur un site officiel de la RPD. LM.NET - EN BREF boeing abattu Kiec coupable (2014 07 17) FR 2

1/ LA RPD N’A PAS D’ARMES CAPABLES D’ABATTRE UN AVION À UNE ALTITUDE DE 10 MILLE MÈTRES

 La République de Donetsk (RPD) n’a pas d’armes capables d’abattre un avion à une altitude de 10 mille mètres. « Les miliciens n’ont pas d’armes capables d’abattre un avion à une altitude de 10 mille mètres », a déclaré le Premier ministre de la République Populaire autoproclamée de Donetsk, Alexander Borodaï.

Selon lui, « l’avion qui s’est écrasé était plus petit qu’un Boeing ». De plus, le Premier ministre a rappelé que « Kiev a fermé l’espace aérien au dessus des Républiques Populaires de Donetsk et de Lougansk pour les vols d’avions civils ».

 Le premier vice-Premier ministre de la République Populaire de Donetsk, Andriy Pourguin, a indiqué que « les premiers bataillons des milices locales étaient déjà sur place. » Il a déclaré que les enregistreurs de vol du Boeing qui s’est écrasé seraient transmis à Moscou pour examen. Le Comité d’aviation intergouvernemental (MAK) st prêt à participer à l’enquête sur le crash du Boeing 777.

 2/ UNE DIVISION DE SYSTÈMES SOL-AIR UKRAINIENNE SE TROUVE PRÈS DE DONETSK DEPUIS MERCREDI

 « Une division de système sol-air Bouk de l’armée ukrainienne se trouve depuis mercredi dans la région de Donetsk (est) où un Boeing de Malaysia Airlines s’est écrasé ce jeudi faisant 295 morts », a appris RIA Novosti d’une source digne de foi à Moscou.

« Selon un système de contrôle objectif, une division de systèmes Bouk des Forces armées ukrainiennes est arrivée mercredi dans la région de Donetsk. Une autre division de ces armes s’apprêter à quitter Kharkov », a indiqué l’interlocuteur de l’agence. D’après lui, « seuls les systèmes sol-air Bouk ou S-300 sont capables d’abattre un avion volant à 10.000 d’altitude ».

Précédemment, un représentant du ministère de l’Intérieur ukrainien, Anton Gerashchenko, a dit que « l’avion avait été abattu par des missiles anti-aériens de type Buk ». Il sont conçus pour les troupes de défense aérienne et peuvent atteindre des cibles jusqu’à une altitude de 25 km. L’administration du président ukrainien Piotr Porochenko a aussi reconnu cette hypothèse.

 L’armée ukrainienne mène depuis le 15 avril une opération spéciale terroriste d’envergure dans les régions de Donetsk et de Lougansk (sud-est) en vue de réprimer une révolte populaire. Les militaires utilisent des blindés, des armes lourdes et des avions, causant de nombreuses victimes civiles. Les crimes de guerre sont quotidiens, sous le silence complice des USA, de l’UE, de l’OTAN et de l’OSCE (définitivement déconsidérée)

 Luc MICHEL

 Photos : le crash et une unité de missiles Bouk.

_________________________

 Luc MICHEL /

PROFILE Facebook https://www.facebook.com/luc.michel.505

Twitter https://twitter.com/LucMichelPCN

OFFICIAL PAGE Facebook https://www.facebook.com/Pcn.luc.Michel

website http://www.lucmichel.net/

La disobbedienza fiscale di una lavoratrice autonoma ammalata

bella solidarietà. Diritti per tutti, eguaglianza. Ma se hai una partita Iva DEVI MORIRE
Tutela delle donne?? Solo se serve a far propaganda contro il matrimonio descrivendo il marito cattivo allora l’eco rimbalza su tutti i tiggi.
Se la donna è vittima dello stato, della crisi o di uno straniero SILENZIO.

E’ la società dei moralmente superiori

Mi chiamo Daniela Fregosi, ho 46 anni e vivo nella maremma toscana. Dal 1992 ho la partita iva aperta e sono una consulente che si occupa di formazione aziendale su tutto il territorio nazionale. Nel luglio 2013 la mia vita è letteralmente esplosa in pochi giorni: è arrivato un carcinoma infiltrante al seno, la mia agenda lavorativa è andata in tilt ed anche il mio conto in banca. Ho scoperto così che i lavoratori autonomi non possono ammalarsi.
Da allora dedico molto del mio tempo ad informare, denunciare e difendere i diritti dei lavoratori autonomi che si ammalano. In che modo? Ho aperto un blog, Afrodite K, che è diventato a tutti gli effetti un piccolo portale informativo. Ho lanciato, con l’appoggio dell’associazione ACTA una petizione intitolata Diritti ed assistenza ai lavoratori autonomi che si ammalano: https://www.change.org/it/petizioni/p.... E infine ….ho iniziato a sospendere i pagamenti degli acconti e saldi dei contributi INPS. Da oltre 22 anni lavoro e pago tutte le tasse che mi sono state richieste da brava cittadina e contribuente. E voglio continuare a dare il mio contributo e ad essere una persona ed una lavoratrice onesta. Ma….
Ma ho scelto di curarmi, ho scelto di non indebitarmi con le banche, ho scelto di volermi bene perché un tumore richiede attenzione ed amore. E visto che lo Stato non mi tutela come lavoratrice autonoma ho deciso di proteggermi da sola ed i contributi INPS e chiedo allo Stato di “congelare” le mie tasse fino al momento in cui la gestione della mia malattia mi consentirà di tornare ad una capacità contributiva “normale”. Congelarle senza applicare le more previste perché un cancro mi basta e mi avanza come punizione, non ne voglio dover sopportare altre.
Credo che sia più che evidente che questa battaglia non riguarda solo Daniela Fregosi ma tutti i lavoratori autonomi. Altrettanto evidente è che non si vuole scatenare una guerra tra poveri togliendo diritti ai lavoratori dipendenti per darne a quelli autonomi. Quà l’obiettivo è un altro. Far sì che OGNI cittadino e cittadina possa avere una malattia dignitosa e tutelata QUALSIASI lavoro faccia. Perché se lo Stato fà differenza tra lavoratori, la malattia non ne fà!
Afrodite K
La voce delle lavoratrici autonome con il tumore al seno….ma non solo
http://tumoreseno.blogspot.it

Israeli jets destroying Gaza water and sewerage systems: officials

mentre Israele continua la sua mattanza, RAI TRE IERI SERA invece di documentarla, passa un servizio sulla SHoah.
La tv dei moralmente superiori non può documentare i crimini israeliani, sarebbe da nazista antisemita.

Visto che siamo in gennaio, parliamo del giorno della memoria

Health crisis looming as Israeli attacks accused of targeting already fragile water and sewage infrastructure
untitled853
A boy takes a drink from emergency water supplies being distributed by the UN (AFP)
picture-1581-1404923208
Sunday 13 July 2014 15:08 BST
Israel’s Gaza offensive, which by the sixth day has claimed at least 145 lives, including 28 children, and injured as many as 1,000 people, threatens to bring an even deeper humanitarian disaster to the area, with vital water and sewerage systems being destroyed by Israeli air strikes.
Palestinian officials on Saturday claimed that the Israelis had targeted water wells in different parts of Gaza City, leaving thousands of families without access to clean drinking water. An Oxfam official said going into the weekend that 90 percent of the water in Gaza was already unsafe to drink.
The sewerage system is also a target, with Israeli warplanes targeting sewage treatment stations in West Gaza City early on Saturday. The areas most affected are Shati refugee camp, Tal al-Hawa, Sheikh Ejleen and most Western districts, according to Saed al-Din Atbash, head of water facilities at Gaza Municipality.
Atbash told reporters in Gaza City that Israel is deliberately targeting the wells.
“Warplanes have targeted two wells directly, one near to al-Maqwsi area 9a densely populated area with residential tower blocks) and another in al-Zaytoun, both used by 7,000 inhabitants,” he said.
Israeli warplanes have also targeted five water pipelines that supply large numbers of Gazans. With each line providing water to 20,000 inhabitants, as many as 100,000 people could be affected by the attacks.
untitled854
Even before the current crisis, water was a rare commodity in Gaza (AFP)
The latest damage to vital infrastructure is further straining the Palestinian health system, and the World Health Organization has already appealed for $60m to help prevent its collapse. Gaza Municipality estimates the damage to each of the water wells at $150,000. The cost to the civilian population could well be higher, forcing families to try and stockpile on expensive and scarce drinking water.
“Services are now struggling to cope and the insecurity is making it difficult to deliver aid,” Oxfam country director Nishant Pandey said last week, Christian Today reported on Friday.
Oxfam’s partners have had to suspend efforts to chlorinate water supplies in Gaza because of the ongoing violence, despite 90 percent of water in Gaza already considered unsafe to drink. Surviving infrastructure faces another threat and the organisation fears that water pumps and sewage plants could stop functioning within days because of severe shortages of fuel.
Shati refugee camp, in northern Gaza, is among the worst affected areas. Home to Ismail Haniyeh, who until last month exercised prime ministerial authority in Gaza, the camp is seen as a valuable target and has been hit at least once by Israeli F16s, local eyewitnesses said.
Atbash said repairs to the water line will require a period of calm and until then about 70,000 residents will be deprived of water in the refugee camp.
Gaza Municipality sees the Israeli attacks on the water and sewerage systems as “collective punishment” of the Palestinian people.
“Under international law, the targeting of civilian water supplies is classified as a war crime,” Atbash said. “The Israeli occupation’s fighter-jets targeted a sewage-station holding 25,000 cubic meters of untreated sewage, pumped in from four areas daily.”
The latest attacks are exacerbating an already critical sewerage situation. The New York Times reported last year that 13 sewerage stations in Gaza Strip were either overflowing or were close to overflowing, and 3.5 million cubic feet of raw sewage were finding their way to the Mediterranean Sea on a daily basis.
Atbash appealed to the international community to urge Israel to stop targeting water and sewerage facilities, saying that all occupied civilians have a legal and human right to clean water, sanitation and hygiene.
“We are constantly working to improve municipality water facilities to citizens in Gaza. The Israeli occupation is deliberately destroying the water wells in order to increase the human suffering during the hot summer season,” he said.
As anywhere else, consumption of water in Gaza increases in summer, but power-cuts due to Israel’s destruction of electrical systems have forced water-pumps used by families to be shut down.
“We often don’t have access to both water and electricity in the same hour,” said Umm Ramzy, a mother of seven children, who daily has to confront the fact that occasional drips from the water tap will not take care of family needs or domestic chores.
Gaza Strip needs on average 180 cubic meters of water annually, while the capacity of the local aquifers is no more than 80 cubic meters per year. To handle the shortage, the municipal water supply is cut at certain times and distributed to different areas according to the population density, which Umm Ramzy finds difficult to live with.
“When I wash I need water, when I cook I need water, when we are thirsty we need water, when my children use the toilet they need water,” she said.
One of her children announces there is no water to flush the toilet for the second day. If this situation continues, Gaza residents will be subjected to a humanitarian crisis worse than the immediate one of trying to survive under Israel’s air-strikes. In some areas, a few trucks are distributing limited water to families, but for drinking only, not for anything else, said residents of Shati refugee camp.
“We never think of taking a shower,” Umm Ramzy told the Middle East Eye. “That’s a luxury right now.” Gaza’s summer can be unbearably hot anyway, where families find it difficult to cope with daily life. With war, it certainly makes it worse than before.
untitled855
The dangerous sewage situation is likely to exasperated by the bombing (AFP)
The World Bank has plans to improve the situation through the proposed $43m North Gaza Emergency Sewage Treatment Project, which according to the World Bank “aims to (a) mitigate the immediate and impending health, environmental and safety threats to the communities surrounding the poorly treated and rapidly growing sewage lake in the Beit Lahia area of northern Gaza; and to (b) contribute to the provision of a satisfactory long-term solution for the treatment of wastewater in the Northern Gaza Governorate.
Howeverno funding has yet been committed to the project, and with everything in Gaza on hold while the Israeli military operation continues, it looks as though things are set to get worse, before they get better.

VERONA: MERIDIANA FLY, CENTINAIA DI DIPENDENTI RISCHIANO IL LAVORO. VIA A SCIOPERO

nooo?? Nel Nord?? Ma come? è ricco si dice.
C’è tanto lavoro.

17 luglio 2014

Nuovi grattacapi all’aeroporto “Catullo”. Dopo il dramma dei lavoratori a terra della “Avio Handling”, messa in liquidazione, arrivano quelli di Meridiana Fly. La compagnia sarda, di proprietà araba, ha base operativa a Villafranca e in terra scaligera conta 300 tra piloti, steward, hostess e personale per i servizi a terra. La crisi però ha colpito duro quella che era la maggior responsabile del traffico passeggeri del Catullo (circa 1,5 milioni scesi a 500mila nel corso degli anni). Gli esuberi in tutta Italia sono 1300 sul totale dei 2500 dipendenti. Per questo, e per protestare contro i nuovi accordi presi dalla compagnia aerea sul noleggio degli aerei a società esterne dall’Est Europa, circa una sessantina di lavoratori hanno protestato nel piazzale dell’aeroporto. Dal 2011 sono in Cassa integrazione che scadrà l’anno prossimo e centinaia di persone rischiano di rimanere senza lavoro.
A tentare una mediazione con la proprietà saranno le amministrazioni di Villafranca, per opera del sindaco Mario Faccioli, e di Verona con Flavio Tosi. Nei giorni scorsi quest’ultimo era riuscito a parlare con l’amministratore delegato di Meridiana.(…)

Leggi tutto su veronasera
http://www.crisitaly.org/notizie/verona-meridiana-fly-centinaia-di-dipendenti-rischiano-il-lavoro-via-a-sciopero/

Arrestato l’ex ministro ambiente Clini. La nostra battaglia per la legalità continua

del governo dei responsabili. Quello che ci ha “liberato” dal satrapo di Arcore, il gov dei moralmente superiori responabili salutato al grido di Bella Ciao

Clini arrestato
“La parabola di Corrado Clini è indicativa di quel sistema di potere tutto italiano che lega politica, malaffare e lobbies. Da ex ministro e, soprattutto, da attuale Direttore generale del ministero dell’Ambiente è finito in manette. Clini è stato ministro con il governo Monti ma direttore generale prima del governo “dei tecnici”, anche quando ministro era Stefania Prestigiacomo, e lo è ancora oggi. La procura di Ferrara sta lavorando a quest’inchiesta da mesi e l’arresto è una notizia che arriva come un fulmine nel cielo sereno del governo. Clini, che oggi è Direttore per lo sviluppo generale, per il clima e per l’energia, avrebbe “distratto” 3,4 milioni di euro, dal finanziamento di 54 milioni di euro concesso dal ministero a un progetto per la protezione e preservazione dell’ambiente e delle risorse idriche, da realizzarsi in Iraq. Ai domiciliari per peculato, quindi. L’hanno definita “distrazione di fondi”: che espressione edulcorata. Se tutto fosse confermato, per noi il termine è un altro: è furto, di soldi pubblici, di tutta la collettività, per un progetto da ben 54 milioni per risanare l’ecosistema idrico in Iraq. La nostra battaglia in difesa del bisogno di legalità non si fermerà.” M5S Camera