La ricetta serba per l’Ucraina

25 febbraio 2014, 16:16
La disgrazia dei presidenti dell’Ucraina e della Serbia, Viktor Yanukovich e Slobodan Milosevic, e’ stata di aver detto no all’Occidente. Dopodiche’ sono diventati criminali. Il primo ha concluso i suoi giorni all’Aia, mentre non si sa ancora cosa attende l’altro.
 
Il 12 febbraio l’europarlamentare sloveno, nell’intervista alla Bosanskohercegovačka televizija, la TV della Bosnia-Erzegovina, ha intimidito:
 
Se seguirete l’evoluzione degli avvenimenti in Ucraina, vedrete come ci comporteremo nei confronti dell’irresponsabile élite politica nel giro di una settimana o due. Sara’ anche un segnale per la vostra compagine politica.
 
Bisogna riconoscere la buona competenza di questo politico, che può non essere molto influente negli ambienti politici di Bruxelles, ma, avendo gia’ preso parte attiva al crollo di un paese, la Jugoslavia, sa come si fa.
Quando si e’ aggravata la situazione a Kiev? Una settimana dopo le dichiarazioni di Elko Katsina e il giorno in cui la Russia ha annunciato la disponibilità a pagare una nuova tranche all’Ucraina di 2 miliardi di dollari. Sembra questo il segnale per poter intraprendere un’azione decisiva. Il centro decisionale del movimento “pravyj sector” ha lanciato l’appello a mobilitarsi attraverso il social network “VKontakte”, mentre il leader di “Svoboda”, Oleg Tyagnibok, ha incitato alla marcia su Kiev.
La firma dell’accordo tra l’opposizione e Viktor Yanukovich, casualita’ o meno, non e’ stata annunciata dal Presidente o da qualche altro politico ucraino, ma dal Ministro degli esteri polacco, Radoslaw Sikorski. La stessa sera il Presidente e’ fuggito da Kiev e nel suo Partito delle Regioni si e’ verificato un collasso.
 
Il partito non ha riconosciuto il proprio leader. A suo tempo Slobodan Milosevic ando’ incontro allo stesso destino all’interno del partito socialista serbo, anche se, in quel caso, fu lui stesso a cedere il potere senza un chiaro intervento delle forze straniere.
 
Yanukovich ha detto che durante le trattative gli avevano dato garanzie di sicurezza. Forse l’avevano fatto, ma gia’ il giorno successivo il Ministro polacco degli Affari esteri, Radosław Sikorski, ha smentito. Ora minacciano Yanukovich con il tribunale internazionale dell’Aia. Anche il nuovo Presidente, Vojislav Kostunica, aveva promesso a Slobodan Milosevic che non avrebbe concesso l’estradizione all’Aia, e cosa ne e’ venuto fuori? Dopo nove mesi e’ stato quasi segretamente trasferito all’Aia, da dove e’ tornato nella bara.
 
E cosa sara’ dell’Ucraina? Uscita fresca di prigione, Yulija Timosenko ha dichiarato alla folla raccolta al Maidan che l’Ucraina entrera’ nell’UE e tutti i problemi si risolveranno. Gli ucraini, prima di sognare un tale futuro, devono guardare all’esempio della Serbia e al suo percorso europeo. I politici serbi (allora c’era ancora la Jugoslavia), dopo la rivoluzione del 2000, avevano promesso che la Serbia sarebbe entrata a far parte dell’Unione Europea gia’ nel 2004. Siamo nel 2014 e la Serbia e’ solo all’inizio del cammino. In quel periodo, con l’aiuto degli “amici” statunitensi e europei, la Jugoslavia fu divisa in due parti e la Serbia perse il 15% del suo territorio.
 
A seguito della crisi finanziaria ucraina il Ministero delle finanze e la Banca nazionale del paese hanno richiesto ai partner internazionali, in particolare alla Polonia e agli Stati Uniti, entro la prossima settimana o due, di concedere all’Ucraina un prestito di 35 miliardi di dollari per il periodo 2014-2015, convocando per questo una conferenza di finanziatori. Il 29 giugno 2001 si svolse la stessa conferenza in Jugoslavia, nella quale il paese “ricevette” circa 1,2 miliardi di dollari. L’allora primo ministro Zoran Djindjic scrisse di questo “aiuto “:
 
La prima tranche doveva essere costituita di circa 300 milioni di euro. Ma improvvisamente ci hanno detto che 225 milioni sarebbero andati per pagare i vecchi debiti rimasti dall’epoca di Tito. Due terzi di questa somma e’ andata per le multe e le sanzioni, poiche’ Milosevic si era rifiutato per dieci anni di pagare i prestiti . Rimasero solo 75 milioni.
 
Nei 13 anni di cammino verso l’UE la Serbia ha ricevuto dall’Europa 15 miliardi di dollari di investimenti, tuttavia nello stesso periodo se ne sono andati dal paese piu’ di 60 miliardi di dollari. Durante questo cammino la Serbia ha perso mezzo milione di posti di lavoro, mentre il debito pubblico e’ aumentato di tre volte. In questo periodo abbiamo fatto tutto quello che ci era stato richiesto dagli USA e dall’UE. Ecco il bilancio della nostra politica pro-Occidente.
 
Dunque, benvenuti a bordo del nostro Titanic europeo, fratelli ucraini!
 
La ricetta serba per l’Ucrainaultima modifica: 2014-02-26T22:44:47+01:00da davi-luciano
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