Immigrazione, denunciò emergenza Tubercolosi a Siracusa: sospeso ricercatore

la salute pubblica credevo che fosse un punto saldo, meritevole di tutela. Sia per l’ammalato che per i potenziali contagiati.
Quando big pharma deve vendere un suo vaccino le pandemie si inventano. Ma quando c’è di mezzo un problema reale ecco che subentra la strumentalizzazione politica e se questo costa delle vite condannate alla TBC poco importa. Se un medico non può nemmeno dire se siamo davanti ad un problema di salute pubblica, ALTRO CHE REGIME. QUI SI GIUSTIFICANO E CERCANO LE PANDEMIE E DECESSI.
Ripeto, a me preme che non si diffonda la TBC, non si diffonda in qualsiasi soggetto, sia esso italiano che non. Non credo che lasciare che si diffonda il contagio perché “non sta bene” parlarne sia sintomo di intelligenza e responsabilità

12-02-2014

 Salvatore Rossitto, pneumologo, fino a due anni fa responsabile dell’ex dispensario tubercolare di Siracusa è sospeso dai vertici – si fa per dire – dell’Azienda sanitaria provinciale.
Rossitto fa parte del gruppo di esperti del Centro Formazione Permanente Tubercolosi del Niguarda di Milano e unico referente per il Sud e le isole del Gruppo di Studio Tubercolosi dell’Aipo.
 
E’ stato lui a denunciare l’epidemia di Tubercolosi che ha colpito la città a causa dei continui sbarchi, denuncia sulla quale è calato un silenzio mediatico quasi totale.
 
Denunciava un’allarmante ‘recrudescenza’ del batterio, con un aumento del 600% tra il 2004 e il 2009, in una delle relazioni per la dirigenza dell’azienda sanitaria pubblica.
Con un dato choc, quello dell’Oms, che parla di circa 40 mila positivi al bacillo. Numeri privi di senso, se non calati nella realtà di una città che ‘accoglie’, suo malgrado, clandestini da paesi dove la malattia è endemica.
 
Ebbene, dopo la denuncia, Rossitto, già costretto a lasciare il dispensario tubercolare due anni fa, viene sospeso.
 
Ma intanto, in città, l’epidemia non può essere ‘sospesa’.
 
 
Siamo al settembre scorso, a Siracusa succede che una donna ospite del centro di accoglienza Umberto Primo, un’immigrata, si presenti in pronto soccorso: ha la tubercolosi in forma attiva, ma non le viene riconosciuta, deve tornare al centro. La donna peggiora, torna in ospedale, viene ricoverata: la diagnosi stavolta c’è. É tubercolosi. In malattie infettive non c’è un’ala apposita. Non è ancora finita. Soltanto un mese prima, sempre all’ospedale di Siracusa, il deputato del M5s Stefano Zito, durante un’ispezione a sorpresa, apprende della fuga di un immigrato affetto anche lui da tubercolosi in forma attiva. Siamo a due casi, nel giro di qualche settimana. L’escalation è abbastanza chiara: nel 2007 casi di tbc in una scuola elementare di Rosolini, in una scuola media di Noto; nel 2010 in una scuola materna di Buscemi. Ancora casi di tbc conclamata nel 2008 negli ospedali di Noto e di Lentini, nel 2009, nella comunità di Solarino e sempre nel 2009 nel centro di accoglienza di Cassibile. Rossitto valuta gli impedimenti opposti dall’Asp, procedimenti oppositivi alle norme ministeriali. L’emergenza non è mai rientrata, Rossitto opera in condizioni di totale isolamento. Fino a oggi. Esonerato da tutto, persino da una qualche specie di dignità professionale, dice: “È soltanto il prolungamento di un calvario, che dura da anni. Mi chiedo perché le istituzioni avversino così tanto la verità”. Per i procedimenti disciplinari intentati dai vertici della Asp nei confronti del medico pneumologo sono ancora in atto i ricorsi giudiziari in fase di appello.
 
Per non parlare di tutti quei casi, dei quali non veniamo a conoscenza. Che vengono insabbiati perché l’immigrazione è una risorsa.
 
Siracusa è una città martire dell’immigrazione.
Immigrazione, denunciò emergenza Tubercolosi a Siracusa: sospeso ricercatoreultima modifica: 2014-02-13T12:36:30+01:00da davi-luciano
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