Storia inquietante della morte dell’estorsore della famiglia Boldrini

Un tipo molto strano lo presenta al fratello della presidente e chiede soldi. Per questo viene arrestato e tenuto a lungo in cella, senza nemmeno una visita psichiatrica. E qui  s’impicca, lasciando dietro di sé molti dubbi
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– di Annalisa Chirico –
Studio-approfondimento sulla scomparsa di Sergio Isidori». Si parte dalla sparizione del piccoloSergio di soli 5 anni, nel lontano 1979, per passare al Silenzio della Rosa, una raccolta di racconti scritti da un prete. Il culto della Madonna delle rose, la simbologia della Vergine e della Madre nera: «Rosa equivale a Iside e Iside equivale a Isid-ori»… Di queste farneticazioni è zeppo il bislacco «dossier» che il 6 settembre 2013 Michele Riccardi, un ragioniere disoccupato di 43 anni, consegna all’ufficio comunale di Monte Roberto (Ancona): l’uomo vuole che ne prenda visione Ugo Boldrini, segretario in quel comune ma soprattutto fratello della presidente della Camera, Laura Boldrini.
La mattina del 13 settembre i due si incontrano in comune. Ma sono in ascolto anche i carabinieri, perché Ugo Boldrini ha presentato una denuncia per tentata estorsione. Riccardi, che gli si è presentato sotto il falso nome di «Mirko Rocchi», vuole infatti concludere un affare con i Boldrini: vuole vendere un farneticante «dossier» dove ha distillato il suo studio sulla scomparsa del bambino e su misteriose trame esoteriche che a suo dire coinvolgerebbero Laura.
La presunta estorsione, peraltro, è assai anomala. Prima di tutto perché l’uomo ritira da Ugo Boldrini un assegno di 3 mila euro, più 500 in contanti, e in cambio gli consegna addirittura una quietanza firmata, con tanto di contratto. Tutto, insomma, è tracciabile, tutto è alla luce del sole. Ma di strampalato non c’è solo questo. Basta leggere l’incipit del documento, e soprattutto il paragrafo in cui Riccardi traccia un collegamento tra il «sacrificio» del bambino in «forma di ringraziamento o propiziatorio verso la divinità satanica-ebraica di Iside la nera, conosciuta anche come culto demoniaco Lilithiano», e la «brillante carriera» del «beneficiante» di quel sacrificio. Laura Boldrininon è mai citata espressamente nel dossier, ma il riferimento a lei è chiaro.
Riccardi è un uomo molto strano, quasi uno squilibrato, però appare incapace di fare male a una mosca. È infantile, più che naïf. Lo si capisce anche da toni ed espressioni della conversazione intercettata dai carabinieri, là dove il presunto estorsore suggerisce alla sua vittima, Ugo Boldrini, come compilare l’assegno per evitare che la cifra scritta possa essere corretta e aumentata.
Un divorzio alle spalle, nessun figlio, Riccardi è disoccupato dal 31 agosto e da allora trascorre il tempo in solitudine. Vive a San Marino, dove da tempo coltiva studi di criminologia ed esoterismo. È incensurato. Forse non si rende conto di commettere un reato, con la vendita del «dossier». O forse è davvero persuaso di aver prodotto un documento scientifico: «Pensava davvero che venderlo in quei termini fosse una cosa lecita» sostiene il suo legale, Alessandro Petrillo. «Riccardi aveva una visione deformata della realtà, non a caso aveva preparato una quietanza per la riscossione dell’assegno».
Quella paradossale quietanza, di cui resta traccia anche nell’intercettazione, non è però agli atti. Ed è scomparso anche Riccardi. Nel senso che l’uomo è morto: il 15 novembre, dopo due mesi trascorsi nel carcere di Ancona, s’è impiccato alle sbarre della finestra mentre i suoi compagni erano all’ora d’aria. Su alcuni fogli di carta trovati vicino al suo cadavere restano le ultime parole di un uomo terrorizzato, prostrato da una carcerazione che gli pareva non dovesse avere fine. «Lo stato psichico di mio fratello era incompatibile col carcere» afferma sua sorella, Maria Lucia. «Quando sono andata a ritirare i suoi effetti personali, due ispettori della polizia penitenziaria mi hanno detto che per loro non avrebbe mai dovuto entrare in una cella».
Chi ha conosciuto Riccardi, in effetti, racconta che bastava guardarlo in faccia per capire che aveva problemi di equilibrio psicologico. Ma tutti lo descrivono come un tipo innocuo, un bambinone che si chiudeva talvolta nel mutismo. Eppure, nessuno dei tre pm incaricati del fascicolo in cui è coinvolta la terza carica dello Stato si risolve a disporre una perizia psichiatrica. Preso atto della «ferrea opposizione» all’ipotesi dei domiciliari, l’avvocato Petrillo avvia una trattativa informale nella speranza di attenuare le rigidità del carcere. Ma non riesce a smuovere il tribunale.
«Mio fratello» protesta Maria Lucia «è stato vittima di un autentico agguato. Se fosse capitato a chiunque altro, senza il coinvolgimento dei Boldrini, pensate che ci sarebbe stato un tale dispiegamento di forze?». La sorella di Riccardi era pronta a trasferirsi nel Riminese per affittare un appartamento da condividere con il fratello. Tutto pur di attenuare l’intransigenza della procura in una vicenda che aveva assunto i contorni di un affare di Stato. Anche la stampa locale si era scagliata contro il presunto estorsore: aveva fatto filtrare anche la suggestiva notizia di una pistola rinvenuta nell’appartamento dell’uomo, a San Marino. Nessuno aveva però precisato che Michele, ex carabiniere durante la leva, possedeva un regolare porto d’armi.
Il caso solleva molti dubbi. Perché il fascicolo di un presunto estorsore viene assegnato addirittura a tre pm? Perché un incensurato con chiare manifestazioni di disagio mentale, uno che vaneggia di sette e riti neri, viene seppellito in carcere per due mesi insieme a criminali comuni? Perché la procura non chiede una perizia psichiatrica per accertarsi della compatibilità con la galera? Nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice si paventa il rischio di reiterazione del reato: possibile? E nei confronti di chi?
All’indomani dell’arresto, in un’intervista al Resto del Carlino, Ugo Boldrini aveva raccontato che la sorella Laura «si è fatta una risata dopo aver saputo quanto accaduto». E aveva aggiunto: «Ripeto, siamo gente perbene, normalissima e anche se mia sorella è presidente della Camera ci piace vivere con grande semplicità». Tanta semplicità da non pensare che forse l’autore di quel dossier «farneticante», così lo bolla oggi la presidente Boldrini interpellata da Panorama, non era un pericoloso estorsore ma uno squilibrato che non doveva stare in carcere. Laura Boldrini vuole aggiungere  pochissime parole: dice di avere provato «grandissimo turbamento» nell’apprendere la notizia della morte. E qui si ferma.
Maria Lucia Riccardi scuote la testa: «Sarà» mormora «ma fino a oggi da parte della famiglia del presidente non è giunto né un messaggio di cordoglio né un fiore». La donna si dispera: «Se mio fratello scriveva cose farneticanti, perché lo hanno trattato da delinquente? L’hanno arrestato e poi se ne sono completamente dimenticati. Se solo Michele avesse indirizzato quel dossier a chiunque altro, oggi sarebbe ancora qui».

Procura accoglie denunce, governi sotto inchiesta per “istigazione al suicidio!”

COSì si corre il rischio di distruggere questo meraviglioso totalitarismo delle banche e la sinistra stile SEL si arrabbia. Questi imprenditori non sono altro che degli evasori e se molti seguiranno il loro esempio, significherà autorizzare l’evasione……..E COME FAREMO POI A REGALARE 125 MILIARDI PER IL MES? ED il pareggio di bilancio, come lo raggiungiamo se nei prossimi 50 anni tutti evadono?? Povere banche……in Italia SOLO IL DIRITTO ALLA MORTE è tutelato

FINALMENTE una buona notizia, anche se prima di festeggiare, è bene essere prudenti: pare che la procura abbia accolto 3 denunce presentati da imprenditori, e abbia posto SOTTO INCHIESTA i Governi Letta, Monti e Berlusconi sotto inchiesta per istigazione al suicidio!
«Hanno assistito incuranti al volgere della crisi, spingendo molti a farla finita»

E’ NOSTRO COMPITO SOSTENERE VIVAMENTE LA PROCURA, FACCIAMO CAPIRE AI MAGISTRATI CHE NON SONO SOLI, CHE MILIONI DI ITALIANI SONO CON LORO, PRIMA CHE SIANO INTIMIDITI DAI POTERI FORTI…!!! NON LASCIAMOLI SOLI… DIVULGATE QUESTA NOTIZIA OVUNQUE, SULLE VOSTRE BACHECHE, SU GRUPPI E PAGINE… OVUNQUE!!!

La notizia è stata divulgata da “Il Mattino” di Padova, ma è stata (ovviamente) censurata da tutte le televisioni e dalle grandi testate nazionali: DIVULGHIAMOLA NOI PER COSTRINGERLI A PARLARNE!!! (se ne parliamo tutti, sono costretti a parlarne, oppure si sputtanano definitivamente) FORZA RAGAZZI !!!

Staff Informatitalia e Nocensura.com  

Governi Letta, Monti e Berlusconi sotto inchiesta per istigazione al suicidio!
La procura accoglie tre esposti presentati da imprenditori, presto interrogati: «Hanno assistito incuranti al volgere della crisi, spingendo molti a farla finita»

Di Carlo Bellotto
PADOVA. Istigazione al suicidio dei politici verso gli imprenditori in crisi, la procura ha aperto un’inchiesta. Già tre le denunce arrivate al quarto piano del Palazzo di giustizia, sostanzialmente simili. Il fascicolo per ora è senza indagati, ma nei prossimi giorni il magistrato sentirà i tre imprenditori per capire quali sarebbero, a loro modo di vedere, i comportamenti dei politici degli ultimi tre governi, quelli che si sono succeduti dall’inizio della crisi, che avrebbero indotto decine di piccoli imprenditori a togliersi la vita. Quali sono stati i comportamenti per i quali si sarebbero sentiti minacciati. Sotto accusa i governi Letta, Monti e Berlusconi.
«Governo e Parlamento non hanno messo in atto provvedimenti» recita l’esposto querela «anche in forma assistenziale, tali da impedire che si succedessero i suicidi a causa della perdita del posto di lavoro, a causa della crisi economica che ha colpito duramente i piccoli artigiani, commercianti agricoltori, colpa dell’esasperante pressione fiscale e di altro. Al contrario, invece di perseguire i gestori delle slot machine o quelli che continuano a detenere ricchezze finanziarie italiane all’estero per mancato pagamento di quanto dovuto all’erario, li hanno graziati e condonati e dulcis in fondo finanziato con i gettiti erariali banche private come Mps, ma risorse finanziarie e programmi per tutelare la vita dei cittadini italiani rimasti senza reddito, giammai». I querelanti accusano i politici di non aver mai istituito, a tutela dei meno abbienti, disoccupati, piccole aziende che fallivano e chiudevano i battenti anche a causa dei mancati pagamenti dei crediti loro spettanti da parte della pubblica amministrazione, un fondo a loro tutela, con la supervisione dei prefetti «per dare un reddito e una dignità a tutti quei cittadini che si trovassero in crisi finanziaria».
Per farsi un’idea dei fautori di queste prime denunce e del loro pensiero, basta visitare la pagina Facebook del “Comitato 580 cp” accessibile a chiunque. È pubblicato il fac simile della denuncia, identico a quelli arrivati in procura, dopo le generalità di chi denuncia, in successione sono riportati gli articoli 2 (diritti inviolabili dell’uomo) e 32 (tutela della salute) della Costituzione italiana e gli articoli 1, 2, 19 della Convenzione europea per i diritti dell’uomo in sostegno del “diritto alla vita di ogni persona” che deve “essere protetto della legge”. Dopo diverse premesse chi denuncia chiede che la procura della Repubblica «voglia procedere penalmente nei confronti di tutti i membri del governo, come anche di tutti i deputati e senatori, dell’attuale e passata legislatura che hanno assistito incuranti al volgere della crisi e alle sue drammatiche conseguenze, ovvero di quanti verranno ritenuti responsabili del reato previsto dall’articolo 580 cp (istigazione o aiuto al suicidio, ndr)».
Si chiude l’esposto chiedendo alla procura di procedere alla individuazione delle persone che hanno tentato il suicidio in Italia negli ultimi 3 anni, ovvero da quando si è sviluppata una crisi economica senza precedenti «con politiche recessive dei governi in carica». Si chiede che queste persone vengano sentite come testi dei veri motivi che li hanno spinti a tentare di farla finita.

Fonte: http://mattinopadova.gelocal.it/cronaca/2014/02/01/news/istigazione-al-suicidio-governanti-sotto-inchiesta-1.8582243

http://www.nocensura.com/2014/02/procura-accoglie-denunce-governi-sotto.html

Svendita di Bankitalia e mani legate per gli Italiani

il paese s'offre
Gli Italiani devono sapere quel che veramente conteneva il decreto“fustino” paghi uno e porti via due che ha scatenato il parapiglia alla Camera. In tale decreto si “accorpavano” la recente rivalutazione delle quote di partecipazione degli enti privati a Bankitalia insieme all’eterno problema della seconda rata dell’IMU 2013. Un decreto-truffa fortemente incostituzionale, oltre che vigliaccamente ricattatorio nei confronti degli Italiani.
 Avrebbero dovuto scorporare le due cose, anziché metterle insieme per far vedere che se non si accettava tutto il pacchetto truffaldino, la colpa sarebbe caduta sui 5 stelle, dato che gli Italiani avrebbero dovuto rimettersi in coda come pecore per un nuovo supplemento di tasse. Quello che poi è accaduto è qualcosa di bassamente miserevole, con una Presidente della Camera alla quale hanno ordinato di applicare “la tagliola” (o ghigliottina)  e di tirar dritto obtorto collo. Ordini di scuderia, dall’alto, si intende.
Ma vengo a Bankitalia. Prima però metto in copia questa intervista dell’europarlamentare di Fratelli d’Italia Marco Scurria su tutti i rischi dovuti a un’altra cessione di quote di Bankitalia. Ovviamente riportarla,  non significa che la sottoscritta sia allineata al gruppo parlamentare FdI. Ergo la pubblico con beneficio di inventario:
In questi giorni si sta chiudendo l’approvazione della legge che privatizza la Banca d’Italia. Cosa cambia rispetto allo status quo?
 
Il Decreto Legge di Letta e Saccomanni va sostanzialmente a modificare l’assetto dei proprietari della Banca Centrale Italiana, oggi in mano ad una serie di cartelli bancari e finanziari tra cui Intesa San Paolo, Unicredit, BNL e Assicurazioni Generali. Il decreto in questione ha disposto la rivalutazione delle quote di Bankitalia prevedendone la trasformazione in una public company della banca che una volta era degli italiani. Perché con questa operazione ogni tecnico del mercato finanziario globale potrà acquistare le quote di Bankitalia fino a detenere un massimo del 5% delle azioni. Questo significa, ad esempio, che le varie Banche d’affari americane, e non solo, potranno spartirsi insieme ad altri operatori la Banca Centrale Italiana. Per chiarire meglio agli italiani quanto accaduto, vorrei ricordare che il Governo Berlusconi approvò nel 2005 una legge che prevedeva esattamente il contrario: la rinazionalizzazione della Banca d’Italia con il passaggio del 100% delle quote dai privati allo Stato Italiano. Quindi, entro i tre anni successivi all’approvazione della legge, cioè entro dicembre 2008, la proprietà di Bankitalia doveva passare dal cartello di Banche e Istituti finanziari allo Stato. La legge approvata dal Parlamento dall’allora centrodestra non è mai piaciuta ai banchieri italiani, tra cui Saccomanni, e di conseguenza non fu mai resa operativa. In questo contesto s’inserisce anche l’operazione di rivalutazione delle quote di Bankitalia. Perché fino al decreto legge di Letta e Saccomanni, il capitale era di appena 156.000 euro, cifra stabilita dalla legge bancaria del 1936. Con il DL del Governo si è deciso in forza di legge che il valore della BdI sale magicamente a 7 miliardi di Euro, che andranno a gonfiare le tasche dei soliti noti istituti di credito.
 
C’è il rischio reale che l’oro di Bankitalia vada in mani straniere? Quali risposte da Europa e Governo?
Mentre la Bundesbank si appresta a rimpatriare quasi 700 tonnellate di lingotti d’oro, dagli Usa e dalla Francia, l’Italia rischia di cedere 2.500 tonnellate d’oro, pari a 110 mld di euro a chi comprerà la Banca d’Italia. Dai tempi di Bretton Woods la nostra riserva aurea si è trasformata in un ‘salvadanaio’ di proprietà dello Stato che non dovrebbe far altro che garantire e rappresentare i propri cittadini. Siamo il terzo paese al mondo per consistenza di riserva aurea dopo gli Stati Uniti e la Germania e non possiamo cedere l’ultima garanzia di ricchezza della nostra Nazione alle banche azioniste di Palazzo Koch. Per evitare quest’ulteriore esproprio, Fratelli d’Italia ha chiesto con forza nei giorni scorsi al governo Letta, di difendere l’interesse nazionale, ribadendo che la proprietà della riserva aurea resti nelle mani degli italiani, oltre ad adottare iniziative affinché siano fatte rientrare nel territorio nazionale entro 12 mesi dalla conversione del decreto legge, le riserve auree italiane che si trovano ancora all’estero.
 
Andiamo avanti. Sono contemplati altri rischi letali per noi.
“Si tratta della più grave operazione di spoglio – quantitativamente e qualitativamente – messa in atto da questo governo”, scrive Gianfranco D’Atri nel sito sussidiario.net. Pertanto…
“Banca d’Italia sarà essenzialmente indipendente dal Governo e dal Parlamento e la sua attività potrà legalmente essere plasmata al volere dei poteri economici prevalenti essenzialmente esterni all’Italia” (dal sito cit.).
Ma non è ancora tutto. In caso di necessità di un’ eventuale exit strategy dall’euro (o piano B), ecco cosa può succederci.
 
“Con una maggioranza estera della Banca d’Italia (maggioranza che ne deterrebbe quindi il controllo), saremmo costretti a restare, con le mani legate, dentro il sistema dell’Euro perché non conteremmo più nulla. Non avremmo più alcuna voce in capitolo in sede BCE e in sede di istituzioni bancarie, come l’Unione Bancaria Europea, sorvegliata dalla Bce. Saremmo vincolati a tal punto che non potremmo uscire dall’Euro neanche se lo volessimo, o se un eventuale referendum popolare lo sancisse, perché le nostre riserve auree valutarie sarebbero nel totale controllo di banche estere che potrebbero rifiutare di emettere Euro-Lire, garantite da tali riserve” (dal sito http://www.signoraggio.it/fermiamo-questo-governo-sta-regalando-la-banca-ditalia-ad-angela-merkel/).
 
Avete capito bene dove vogliono trascinarci il duo Letta-Saccomanni? Resta da vigilare in questi giorni se ci sarà ancora spazio di manovra per dissensi e ribellioni, ma soprattutto per rinegoziazioni.

E «Striscia» smaschera la Boldrini

http://www.ilgiornale.it/news/interni/e-striscia-smaschera-boldrini-954700.html?fb_action_ids=598873793539144&fb_action_types=og.likes&fb_source=other_multiline&action_object_map=%5B219573244875724%5D&action_type_map=%5B%22og.likes%22%5D&action_ref_map=%5B%5D

Dagli strip alla censura: negli anni ’80 la presidente della Camera ha collaborato a programmi scosciati. Altro che femminista

 – Mar, 01/10/2013 – 08:29

Roma – L’evoluzione dei concetti di coscia e libertà nel pensiero della sinistra.
Laura Boldrini scivola su una buccia di Cocco e Striscia la Notizia, impietosamente, la inchioda.

Il presidente della Camera si è guadagnata l’onore di un bel Tapiro d’oro grazie alla sua partecipazione come assistente di produzione al programma Cocco firmato da Pier Francesco Pingitore (sì proprio quello del Bagaglino, ndr) in quella occasione coadiuvato dai «ragazzi terribili» Ugo Porcelli e Alfredo Cerruti, storici amici e collaboratori di Renzo Arbore. Indovinate un po’ qual era il pepe del programma? Un nutrito gruppetto di ragazze scosciate le «Spogliatelle» che cantavano in coro: «Cocco, cocco de mi vida la mia bocca ancora grida».

Ma in fondo chi non ha commesso qualche errore in gioventù? Era il lontano ’88, un’epoca d’oro per la Rai di Enrico Manca e Biagio Agnes e nelle notti d’estate su Raidue impazzava in mutande e reggiseno Gabriella Carlucci, prima donna di Cocco. Varietà cui prese parte la Boldrini e oggi ricordato così proprio dal suo regista, Pingitore. «Un programma realizzato a Napoli, allegro pieno di canzoni – dice Pingitore – Certo le ragazze del balletto non indossavano lo scafandro ma allora nessuno aveva nulla da ridire. Francamente non ricordo la Boldrini e se ora non gradisce più questo tipo di spettacoli pazienza».
Il clima era rilassato e festante e non venivano avanzati dubbi sulla quantità di pelle scoperta delle ballerine. Anzi proprio in quegli anni Alba Parietti sfondava il teleschermo con i suoi spacchi guadagnandosi l’appellativo di «coscia intelligente della sinistra» che per l’appunto mostrava di apprezzare il connubio bella donna voluttuosa/tessera del partito incarnato poi anche da Sabrina Ferilli.
Ora la musica è cambiata per tutti. Da quando siede nello scranno più alto di Montecitorio la Boldini si è impegnata in una crociata contro lo sfruttamento dell’immagine femminile negli spot e nei programmi. Oltretutto mostrando di ignorare che non sono certamente quelli i modelli eventualmente «rischiosi» per gli adolescenti di oggi che guardano semmai alla sboccatissima Miley Cyrus e alla semprediscinta Rihanna, che non si rivestiranno né fermeranno il twerking (lo sculettare ballando) dietro richiesta della Boldrini.
«L’Italia è tappezzata di manifesti con donne discinte e ammiccanti. In tv i modelli sono quelli della casalinga o della donna seminuda. Da lì alla violenza il passo è breve», ha tuonato tempo fa la Boldrini felice per la cancellazione di Miss Italia dalla programmazione Rai definita scelta «moderna e civile». L’ultima puntata della sua crociata prevede l’abolizione degli spot che mostrano donne nel ruolo di casalinga.
Inevitabile quindi che prima o poi il sempre acuto Antonio Ricci la pizzicasse per quel suo peccatuccio di gioventù. Mentre partecipava al Festiva del Diritto di Padova la Boldrini è stata avvicinata da Valerio Staffelli che, sgusciando tra le guardie del corpo, è riuscito a rivolgerle la seguente domanda prima di essere allontanato a forza: «Non pensa che la sua battaglia per i diritti e l’immagine della donna sia poco coerente con il suo lavoro a Cocco dove c’erano delle donne che ballavano con tutto il sederone di fuori?», le ha chiesto Staffelli. Prevedibile la risposta della Boldrini. «Assolutamente no – ha replicato – Non c’è nulla di incoerente, stia tranquillo». La coscia intelligente non fa più tendenza.

SNOWDEN PROPOSÉ POUR LE NOBEL DE LA PAIX

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https://www.facebook.com/trans.europa.medias.presse TEM - posts - ACTU - Snowden for Nobel (2014 02 01)

Snowden, ex-consultant de la NASA, est à l’origine des révélations sur le programme de surveillance de la NSA. Inculpé pour espionnage aux États-Unis, il a bénéficié de l’asile politique en Russie.

L’Américain Edward Snowden a été proposé ce vendredi comme candidat au prix Nobel de la paix par deux parlementaires norvégiens, suivis par le groupe des Verts du Parlement européen.

«Le Groupe des Verts a souhaité sélectionner le lanceur d’alerte Edward Snowden pour le prix Nobel de la paix, afin de saluer sa contribution à la protection de nos droits universels, dont le droit à la vie privée et la liberté d’expression», ont écrit dans une lettre adressée au comité Nobel norvégien les deux coprésidents du groupe des Verts.

Edward Snowden, qui a divulgué l’ampleur des écoutes menées par l’Agence nationale de sécurité américaine NSA, avait déjà été proposé mercredi comme candidat au prix Nobel de la paix par deux parlementaires norvégiens. «Sacrifiant sa liberté, Edward Snowden a permis une prise de conscience mondiale des dérives d’un système de surveillance à très grande échelle et de la nécessité d’agir collectivement pour s’assurer que les progrès des technologies de communication soient un vecteur de paix et non pas une menace contre nos sociétés.

La proposition des Verts n’est pas sans calcul ni arrière-pensée. Taxés de « militarisme pro OTAN » pour leur soutien de pointe aux opérations de l’OTAN en Afghanistan, Libye et Syrie, et rebaptisés « Verts-kakis » par leurs adversaires, les dirigeants des Verts doivent en même temps garder le contact avec leur base originelle pacifiste et anti-américaine. Les Grünen, les Verts allemands, nés au cœur de l’agitation anti-OTAN dans l’Allemagne du début des Années 80 (la crise des Euro-missiles), sont ainsi passés au soutien direct aux opérations de l’Alliance. Un grand écart que le vote pour Snowden aidera peut-être à réduire …

TEM / avec AFP / 1er février 2014 /

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DISPARITION : LE GRAND CAVANNA NOUS A QUITTE

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L’écrivain, qui avait fondé «Hara-Kiri» et «Charlie Hebdo», est mort mercredi à l’âge de 90 ans. François Cavanna, dit «Cavanna», mort mercredi soir à l’âge de 90 ans, a dynamité le conformisme et le bon goût dans la France des années 60-80 avec les magazines Hara-Kiri et Charlie Hebdo, avant de s’imposer comme un écrivain populaire, sensible et truculent.

Grande silhouette de druide aux longs cheveux blancs, voix douce encore étonnée de ces années qui l’ont conduit de l’école à la guerre, Cavanna n’a cessé d’écrire pendant plus de cinquante ans. Journaliste, dessinateur, romancier, auteur de près de 60 livres, il a imposé un humour sans tabou ni limite, qui a influencé des générations de lecteurs.

Fils d’un maçon italien, «le gros Louvi», et d’une Nivernaise, François Cavanna est né le 22 février 1923 à Paris. Mais son berceau, c’est Nogent-sur-Marne (Val-de-Marne) où il grandit dans la petite communauté italienne. «Une enfance merveilleuse», dont il tirera son grand roman, les Ritals, en 1978.

TEM - posts - DISPARITIONS Cavanna (2014 01 31) (2)

A l’école maternelle, il se prend de passion pour la langue française. «J’ai eu la chance d’être un enfant de pauvres, on nous mettait à la maternelle pendant que les parents travaillaient. J’ai tout de suite été happé par l’écriture, l’imprimé. C’est devenu un vice, n’importe quoi d’écrit, je pouvais pas m’empêcher de le lire», déclarait-il à l’AFP en 2008.

Maçon comme son père, il est raflé en 1943 et expédié à Berlin pour le service du travail obligatoire (STO). Il en gardera une aversion de la guerre, de l’armée, de l’autorité, dont il fera ses cibles préférées. Avec les curés, les sportifs, les chasseurs, les cons (vaste combat) ou la corrida. De retour en France après deux ans et demi de camp, il rencontre Liliane, une rescapée de Ravensbrück, qu’il épouse. Mais la jeune femme, «mal ressuscitée» de ses années de déportation, meurt quelques mois plus tard.

Seul et désespéré, il abandonne les petits boulots pour se lancer dans le dessin de presse. Un métier qu’il exerce pendant douze ans. Avec un joli coup de crayon, influencé par Dubout et les comics américains.

 «L’HUMOUR COUP DE POING DANS LA GUEULE»

Mais la grande aventure de sa vie, c’est Hara-Kiri, le mensuel qu’il crée en 1960 avec le futur professeur Choron. «Nous voulions faire un journal où nous n’aurions aucun contrôle, où on pourrait faire de la qualité», expliquait-il. Ensemble, ils inventent «l’humour coup de poing dans la gueule». «L’humour fait mal, il fait ressortir le fond des choses et l’étale au grand jour. C’est une façon cruelle de dire les choses cruelles, sans les envelopper», prônait ce partisan du délire intégral, «fier, merde, et pas qu’un peu» de son équipe.

«Il était lui-même dessinateur, c’est pour ça que ça a marché», se souvient Cabu, dans le coup dès le départ : «Il a vu ça avec l’œil du dessinateur.» Car son talent, c’est aussi d’avoir déniché les débutants surdoués – Reiser, Cabu, Wolinski, Gébé, Topor… – qui ont fait le succès du journal.

A Hara-Kiri, la liberté est totale, les ennuis judiciaires assurés. Censures, amendes et interdictions pleuvront pendant toute la vie du journal. Dans Hara-Kiri, puis Charlie Hebdo, Cavanna donne libre cours à sa passion pour l’écriture. Les Ritals et les Russkoffs, prix Interallié 1979, consacreront le vieil épouvantail à bourgeois comme un écrivain stylé, profondément humain.

A plus de 85 ans, Cavanna, éternelles moustaches toujours plus blanches, tenait toujours une chronique dans Charlie Hebdo. Un peu déçu par l’évolution du dessin de presse, trop voué disait-il à la politique : «On se contente de peu. Hara-Kiri, c’était à l’occasion politique, mais dans le cadre plus large de l’humour de société.» Pas de regret pourtant, pour le petit «rital» de Nogent : «On s’est bien amusé. On bossait comme des malades, mais on se marrait comme des fous.»

TEM / avec LIBERATION & AFP / 31 janvier 2014 /

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AMBIANCE DE GUERRE FROIDE A MUNICH CE SAMEDI

Luc MICHEL/ En Bref / avec AFP – PCN-SPO / 2014 02 02

LM.NET - EN BREF guerre froide à Munich (2014 02 02)  FR

La photo qui en dit plus que les médiamensonges de l’OTAN sur l’ambiance de guerre froide de la ‘Conférence sur la Sécurité de Munich’ ce samedi :

les ministres français Laurent Fabius et russe Serguei Lavrov ce 1er février 2014 à Munich

[photo Brendan Smialowski / Pool/AFP] …

Lire mon dernier édito pour PCN-SPO FOCUS :

CONFRONTATION EST-OUEST SUR L’UKRAINE A LA 50e CONFERENCE SUR LA SECURITE DE MUNICH

http://www.lucmichel.net/2014/02/01/luc-michel-focus-confrontation-est-ouest-sur-lukraine-a-la-50e-conference-sur-la-securite-de-munich/

« A Munich, la ‘Conférence sur la Sécurité’ est transformée par les USA et l’OTAN en plate-forme de soutien au coup d’état rampant pro-occidental en Ukraine. Malgré (ou à cause de) la présence du ministre russe Lavrov et du ministre ukrainien Leonid Kojara, venus là portés par la schizophrénie russe héritée de l’ère Eltsine (…) la confrontation Est-Ouest éclipse une fois de plus les illusions sur la « coopération » et la « sécurité » auxquelles Moscou s’accroche … »

Luc MICHEL

http://www.lucmichel.net/2014/02/02/luc-michel-focus-confrontation-est-ouest-sur-lukraine-a-la-50e-conference-sur-la-securite-de-munich-2/

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