UKRAINE: PRO-WESTERN COUP AND URBAN GUERRILLA IN KIEV

Luc MICHEL for PCN-TV /

with RT – PCN-SPO / 2014 01 23 /

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https://www.facebook.com/PCN.NCP.TV PCN-TV - Urban guerilla in Kiev (2014 01 23)  ENGL

On the one hand the disinformation of the NATO media and of the politicians of Washington, NATO and the EU: “peaceful protesters and repressive police.”

On the other hand, a creeping coup, a ” color revolution ” – which is only peaceful in the clips of propaganda of OTPOR sponsored by the CIA – which aims to overthrow the government, to seize public buildings and cause elections under the terror of the street.

At the maneuver and as spearhead: the neo-fascist gangs and militias, nostalgic for the Waffen SS , the Nazi collaboration and Bendera’s anti-Semitic fascism. These neo-fascists led by the neo-Nazi party Svoboda (ex ally of the French National Front), ally of Timoshenko and Klitcko, and that the EU refuses to see …

Scenes of urban guerilla in Kiev, here in action “peaceful demonstrators” that Washington and Brussels support …

4 videos on :

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 These 4 videos with French comments:

https://vimeo.com/84825517

https://vimeo.com/84825762

https://vimeo.com/84826111

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# The Ukrainian government urged to end the protests. ” We appeal to all political forces , all opposition movements , said yesterday the secretary of the Ukrainian Council of National Security and Defence Andrei Kliuev to ask them to stop these events so that calm comes back , to get away from police officers and to stop all violence. It will then be much easier to negotiate in order to get our country out of this political crisis.”

These calls have not yet been heard. These are the leaders of the opposition parties having contributed to this situation , who are primarily responsible , said Ukrainian Prime Minister Nikolai Azarov. “If they support these thugs and extremists, these provocateurs , they should say:” Yes, we’re together . ” If they do not support them , they must work together with the government , liberate the streets of the capital of these provocateurs . We do not deny the right to demonstrate peacefully recognized for our citizens by the Constitution. But when Molotov cocktails were thrown at police officers, it is hardly classifiable as peaceful demonstration. ”

Russia calls for dialogue that should take place, according to it , in strict compliance with legal standards. But what is happening today in Kiev, and in particular the siege of the administrative buildings, is contrary to the rules in force in Europe, said Russian Foreign Minister Sergei Lavrov.

LM / PCN -TV

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UKRAINE : COUP DE FORCE PRO-OCCIDENTAL ET GUERILLA URBAINE A KIEV (1)

Luc MICHEL pour PCN-TV /

avec RT – PCN-SPO / 2014 01 22 /

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PCN-TV - LM guerilla urbaine à Kiev (2014 01 22)  FR

D’un côté la désinformation des médias de l’OTAN et des politiciens Washington, de l’OTAN et de l’UE : des « manifestants pacifiques et une police répressive ».

De l’autre, un coup d’état rampant, une « révolution de couleur » – qui n’est pacifique que dans les clips de propagande d’OTPOR sponsorisés par la CIA – , qui vise à renverser le gouvernement, à s’emparer des bâtiments publics et à provoquer des élections sous la terreur de la rue.

A la manœuvre et en fer de lance : les gangs et milices néofascistes, nostalgiques de la Waffen SS, de la Collaboration nazie et du fascisme antisémite bendériste. Ces néofascistes amenés par le parti néonazi Svoboda (ex allié du FN), allié des Timoshenko et Klitcko, et que l’UE refuse de voir…

Scènes de guerilla urbaine à Kiev, voici en action les « manifestants pacifiques » que soutiennent Washington et Bruxelles …

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# Les pouvoirs publics ukrainiens exhortent à mettre un terme aux manifestations. « Nous nous adressons à toutes les forces politiques, à tous les mouvements d’opposition, a déclaré la veille le secrétaire du Conseil ukrainien de la sécurité nationale et de la défense Andreï Kliuev, pour leur demander d’arrêter ces manifestations afin que le calme revienne, de s’éloigner des agents des forces de l’ordre et d’arrêter toutes les violences. Il sera alors beaucoup plus aisé de mener des négociations afin de faire sortir notre pays de cette crise politique. »

Ces appels n’ont pourtant pas été entendus. Ce sont les leaders des partis d’opposition ayant contribué à créer cette situation qui sont les premiers responsables, a affirmé le premier ministre ukrainien Nikolaï Azarov. « S’ils soutiennent ces casseurs et extrémistes, ces provocateurs, ils devraient dire : « Oui, on est ensemble ». S’ils ne les soutiennent pas, ils doivent, ensemble avec les pouvoirs publics, libérer les rues de la capitale de ces provocateurs. Nous ne contestons pas le droit de manifester pacifiquement reconnu à nos citoyens par la Constitution. Mais lorsque les cocktails Molotov sont jetés sur les agents des forces de l’ordre, c’est difficilement qualifiable de manifestation pacifique. »

La Russie appelle au dialogue qui ne doit s’effectuer, selon elle, que dans le respect strict des normes juridiques. Or, ce qui se passe aujourd’hui à Kiev, et notamment le siège des bâtiments administratifs, est contraire aux règles en vigueur en Europe, a déclaré le ministre russe des Affaires étrangères Sergueï Lavrov.

LM / PCN-TV

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Tav: baita No Tav, per Sovrintendenza nulla da eccepire

(ANSA) – TORINO, 23 GEN – Sulla baita che i No Tav costruirono abusivamente in Valle Clarea, e che diventò il simbolo del movimento, la Sovrintendenza per i beni paesaggistici e architettonici non ebbe nulla da eccepire: è quanto si ricava dalla ripresa del processo in tribunale, a Torino, a otto attivisti che presero parte all’edificazione. E’ stato il pm Entico Arnaldi di Balme a parlare in aula del documento, cogliendo di sorpresa gli stessi avvocati difensori che non ne erano a conoscenza. “A quanto pare – ha commentato uno dei legali, Vincenzo Enrichens – non abbiamo tutti i torti a insistere sulla compatibilità paesaggistica della baita. A differenza di una certa grande opera che stanno realizzando nella stessa zona …”.

Aldrovandi, la mancanza colposa dell’onore

http://www.osservatoriorepressione.info/?p=4937

Lino Aldrovandi

Scrive il papà di Federico Aldrovandi: sia ben chiaro che quattro persone con una divisa hanno ucciso senza una ragione un ragazzino di 18 anni

Se secondo le parole dei giudici dei tre gradi di giudizio e del tribunale di sorveglianza chi uccise Federico, definito scheggia impazzita da un P.G. della Cassazione, non è attendibile, affidabile e tantomeno recuperabile perché allora reintegrarlo nel Corpo di Polizia, o all’interno di esso anche con ruoli di impiegato?

Da chi dipende questo?

Dallo Stato?

Dalle commissioni di Polizia?

Dai sindacati?

Sia ben chiaro che quattro persone con una divisa addosso hanno ucciso senza una ragione un ragazzino di 18 anni che non stava commettendo alcun reato rompendogli addosso due manganelli fino a soffocarlo ed in seguito, sempre secondo i giudici che le hanno condannate fino alla cassazione, senza mai dire la verità, coperte inspiegabilmente da colleghi depositari delle indagini, condannati anche questi ultimi per omissioni e depistaggi.

Si tratta di Colposo?

Certo, ma secondo i giudici dei tre gradi di giudizio., probabilmente grazie proprio alle indagini svolte, o meglio nate con depistaggi ed omissioni che limitarono irrimediabilmente l’impianto accusatorio.

Ma quando comunque le ricostruzioni processuali, nelle motivazioni di condanna, portano gli stessi giudici a scrivere nel senso e nelle parole che quel “colposo”, rileva mancanza del senso dell’onore e del senso morale, in grave contrasto con i doveri assunti con il giuramento assunto, il passo della destituzione dovrebbe essere breve, e l’art. 7 del reg.to del comportamento di disciplina della polizia di stato ciò statuisce.

Federico chiedeva aiuto quella maledetta mattina con implorazioni di basta, non sentite soltanto da chi in quel momento di follia lo stava premendo al suolo con l’effetto devastante ed inaccettabile di ucciderlo, calciandolo addirittura. Così dirà Anne Marie la testimone camerunense (Federico aveva due buchi in testa.), mentre era contenuto a terra e non era certo un delinquente e i delinquenti comunque non si calciano, non si soffocano, non si uccidono, ma se il caso si arrestano.

“Era l’intervento più semplice del mondo..” dirà Nicola Solito in una lettera toccante e umana, scritta a Federico, e consegnataci il giorno della sentenza di I° grado.

“Il lavoro che dovevamo fare l’abbiamo fatto, e mi sembra bene.” disse Pontani Enzo durante l’udienza del processo in cui fu ascoltato come imputato.

Ora sappiamo sig. Pontani cosa lei fece in cooperazione con tre suoi colleghi a Federico. Restano nella mia testa varie domande che se le posero anche i giudici della corte d’appello di Bologna, scritte nero su bianco nelle motivazioni di condanna (pag. 217), che probabilmente, salvo esami di coscienza, rimarranno prive di risposta, ovvero perché l’equipaggio di Alpha 3, presente nel parchetto dell’Ippodromo quando i primi cittadini residenti della zona udirono i rumori e le urla generando la richiesta di intervento, si trovasse già lì (la signora Chiarelli, la persona che si impressiona delle urla e dei rumori, telefona alla Polizia perché vada lì, ma la polizia è già lì, e le urla sono da loro provocate con i manganelli), a fari spenti, in una strada a fondo chiuso della prima periferia della città e perché, di conseguenza, l’intera ricostruzione degli imputati e dei responsabili della Questura di Ferrara, sin dal primo momento, sia stata indirizzata a creare ed avvalorare apparenze tali da contrastare tale dato (v. la redazione congiunta con l’aiuto del Dossi delle relazioni di servizio; le testimonianze di favore di Casoni, Bulgarelli e altri) ed anche, a cosa, in particolare, fossero intenti i componenti di Alpha 3 per scatenare la reazione di Federico e la loro contrapposta.

Mi permetta di dirle sig. Pontani che sia a lei, che ai suoi tre colleghi, non vorrei mai più vedere una divisa così importante e preziosa addosso, per quello che dovrebbe rappresentare per tutti i cittadini di questo Stato: la legge. Vorrei testardamente continuare ad avere fiducia nelle istituzioni, e vedere uno stato cominciare a mostrarsi di essere forte con chi abbia ad infangare una qualunque divisa, di una cosa che dovrebbe essere quasi normale di tanti maledetti fatti. Come? Allontanando da subito, o almeno cautelativamente chi non sia in grado nei suoi ruoli di adempiervi correttamente, magari senza premiarlo invece come troppe volte incredibilmente accade. Riconoscere gli orrori e gli errori, vorrebbe dire anche crescere democraticamente. Vorrebbe dire acquisire credibilità, rispetto e dignità di fronte alla sacralità della vita violata di vittime inermi e innocenti e del dolore lancinante e assurdo dei loro cari costretti a sopravvivere e sempre alla ricerca di una normale verità e di una normale giustizia. Mi auguro che quel tuo cuore strappato, che rimarrà eternamente giovane, illumini finalmente la strada agli uomini di buona volontà affinchè ciò che è accaduto a te ed altri figli. non accada mai più a nessuno, per un futuro che solo uno stato con la S maiuscola dovrebbe saper garantire ai suoi figli. Direi. “quasi normale”.

Che ogni mia lacrima versata, sia amore e guida per altri genitori e non solo., ma soprattutto per altri figli che ci guardano negli occhi e aspettano risposte.

Io non ne ho più.

Lino Aldrovandi papà di Federico

Spese con carta di credito provincia, Renzi prende tempo alla Corte dei conti

http://www.laretenonperdona.it/2014/01/23/spese-con-carta-di-credito-provincia-renzi-prende-tempo-alla-corte-dei-conti/

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Articolo tratto interamente da La Nazione di Firenze

“IL PRESIDENTE della Provincia Andrea Barducci ha preferito tagliar corto e saldare il conto, duecento euro circa. Il sindaco Matteo Renzi invece ha chiesto tempo,
almeno fino alla prossima estate (inizio luglio), confidando per quella data di poter fornire alla sezione giuridizionale delle Corte dei Conti scontrini, fatture e ricevute per, atti alla mano, documentare la piena legittimità e congruità di ogni centesimo di euro speso con la carta di credito in dotazione ai tempi della sua presidenza della Provincia. Tutto documentato finora, manca all’appelloil riscontro solo per 600 euro circa. Per questo è stata chiesta una dilazione, un rinvio del cosiddetto `giudizio di conto’. E la Corte ha deciso di concederlo rinviando l’udienza al 9 luglio. Da Palazzo Vecchio si sottolinea che «il giudizio della Corte dei
Conti è stato richiesto dallo stesso sindaco dopo le denunce rivolte a Renzi da un dipendente comunale su presunti sprechi per noi assolutamente inesistenti». Lo stesso
Renzi «ha denunciato il dipendente per le cose sostenute» si evidenzia da Palazzo Vecchio e «così il sindaco ha chiesto il giudizio della Corte su quanto speso». Una
sorta di ‘certificazione’ al fine di dare ulteriore robustezza alla denuncia del sindaco contro chi l ha chiamato in causa. E così l’allora presidente e vicepresidente
della Provincia, Renzi e Barducci hanno dovuto fornire ai magistrati contabili i rendiconti delle spese effettuate con le carte di credito dotate di plafond mensile di alcune migliaia di euro. I due politici hanno dovuto presentare il conto giudiziale, com’è fatto obbligo a tutti i tesorieri e agenti contabili che per ragioni
di servizio abbiano la gestione di denaro pubblico, nel sistema degli enti locali. E’ stato nominato un relatore a cui è stato affidato l’incarico di verificare se i
conti tornavano, e come, appunto in base ai documenti presentati dai due politici ai giudici alla sezione regionale contabile di viale Mazzini. «Tutto è tornato per il
sindaco» si sottolinea ancora da Palazzo Vecchio «adesso saranno presentati anche i giustificativi dei rimanenti 600 euro».

IN CASO di anomalie, carenze, discrepanze tra spese effettive e giustificazioni fornite, la procura può procedere con un giudizio di responsabilità. certamente se tali discrepanze dovessero risultare di notevole entità. Non sono questi i casi. Tutto è tracciato dalla card di Renzi anche per 600 euro di cui c’è bisogno adesso di supporti cartacei. Per Barducci invece gli euro sono 200. L’attuale presidente della Provincia ha ritenuto di dover chiudere il giudizio di conto pagando la somma. Renzi, proseguendo nel suo intento di ‘certificazione’ delle spese, ha assicurato che farà di tutto per produrre quanto prima i giustificativi sui 600 euro. «Non abbiamo dubbi sull’esito finale della vicenda» concludono da Palazzo Vecchio.”

Credits: Giovanni Spano La Nazione Firenze

Riina racconta Cosa nostra. Dall’omicidio dalla Chiesa all’ex premier Berlusconi

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E la Procura cerca di capire il ruolo di Lorusso
di Aaron Pettinari – 23 gennaio 2014
Parola dopo parola, Salvatore Riina racconta la storia della mafia che l’ha visto recitare (lo è ancora oggi ndr) il ruolo di “Capo dei capi” a partire dai primi anni Ottanta mentre il “confessore” Alberto Lorusso, altrettanto preparato, ascolta e fornisce continuamente argomenti. Così il boss corleonese svela la sua verità sull’omicidio dalla Chiesa, in via Carini: “Quando ho sentito alla televisione che il generale dalla Chiesa era stato promosso prefetto di Palermo per distruggere la mafia ho detto: ‘prepariamoci’. Mettiamo tutti i ferramenti (le armi, ndr) a posto, tutte le cose pronte per dargli il benvenuto. Lui gli sembrava che veniva a trovare qua i terroristi. Gli ho detto: ‘qua il culo glielo facciamo a cappello di prete’. Un generale di ferro dice che era”. E Lorusso replica: “S’è visto come era di ferro” mentre Riina aggiunge: “Contro il terrorismo combinò poco… lo potevano pure ammazzare i terroristi”. E il capomafia pugliese, come in una “danza di parole”, lo incalza: “L’intenzione l’avevano ma non furono capaci”.

Quindi Riina ricorda tutto l’iter di preparazione dell’attentato: “Sta uscendo, deve andare a mangiare e va bene … ta ta ta ten (indica i colpi esplosi nell’agguato). Devi cercarlo devi andare pure dentro la caserma”. Addirittura Riina parla anche della moglie di dalla Chiesa, “Figlio di puttana… s’era preso la picciuttedda (la ragazza ndr), ma non se l’è potuta godere, gli è rimasta nella gola, l’ha fatta venire a Palermo”, e racconta un aneddoto su Pino Greco Scarpuzzedda, ferocissimo killer che prese parte alla spedizione di morte il quale si era lamentato per essere arrivato tardi e non aver avuto la possibilità di sparare per primo. “Lui era un ritardatario – dice – e non si dava pace”. Il boss corleonese poi si prende tutta la responsabilità sull’attentato: “loro (i figli ndr) sono convinti che a uccidere il padre fu lo Stato. Ma c’è solo un uomo e basta. Ha avuto la punizione di un uomo che non ne nasceranno più”.

Falcone, Androtti e Martelli
Dalle carte delle intercettazioni depositate al processo trattativa Stato-mafia emergono poi nuovi riferimenti alla morte di Falcone (“Meno male che lui si è voluto mettere là al posto dell’autista, se no si salvava, disgraziato.

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Una trovata migliore l’ha potuta trovare lui solo. Mentre era al telegiornale… sono feriti lui e la moglie. Minchia feriti. Poi nel mentre il telegiornale: è morto Falcone. Ti metti là minuto per minuto, no? Ci siamo. Ci siamo”) e sui due politici Martelli ed Andreotti. “Quando fu il fatto che (Martelli) si è venuto a portare (candidare, ndr) a Palermo, noialtri all’Ucciardone contattammo delle persone – perciò quando si è portato a Palermo abbiamo detto noi altri… minchia!” ha detto a Lorusso. Una storia questa che è stata in parte riferita anche da alcuni collaboratori di giustizia come Francesco Onorato o Gioacchino La Barbera, che hanno raccontato del sostegno dato da Cosa nostra al partito socialista. Una fatto che l’ex ministro della Giustizia ha sempre smentito con forza. Su Andreotti ha poi aggiunto: “Andreotti, quello è stato una persona seria, a livello mondiale. Figlio di put…, che persona seria, eh? Chiesa e casa, casa e chiesa. Questo qua era un burattinaio, che cavolo di burattinaio…”. Poi scherza sul bacio, riferito dal pentito Di Maggio e in seguito smentito: “Sono andato a baciarlo io”, dice.

I fatti della famiglia Berlusconi
Ma Riina e Lorusso si dimostrano anche al passo con le notizie. E così commenta l’escalation della figlia dell’ex premier, Barbara Berlusconi (“Min… Barbarella, Barbaretta, sta Barbarella è potentosa come suo padre, perché si è messa sotto quello lì… Lui era un potente giocatore e non ha potuto giocare più, lui dice che vuole venire di nuovo”), ed anche su Nicole Minetti, su Ruby “nipote di Mubarak” e sulla possibile candidatura in Lettonia da parte di Silvio Berlusconi alle Europee.

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“Forse si candida là” dice Lorusso. E Riina: “Va là a cafuddare” (colpire, nel senso di fare sesso ndr). Anche sulla possibilità che il Governo caschi intervengono il 18 settembre: “Stasera c’è la votazione – dice Lorusso – Il governo lui non lo farà cadere, non gli conviene fare cadere il governo”. E Riina ribatte: “No, no. Cornuti sono chi sale al Governo. Lo sai com’è”.

Fiumi di parole
Ma perché Riina, dopo anni di silenzi, diventa così loquace? E perché è stata scelta la figura di Lorusso tra tante che potevano essere a lui affiancate? A quanto pare il Dap aveva inserito il suo nome in una rosa di detenuti sottoposti a regime di 41-bis (oltre a lui, due camorristi e un affiliato alla ’Ndrangheta) inviando la proposta alla Procura nazionale antimafia. La scelta sarebbe caduta sul boss pugliese considerato il minor “peso criminale” della Sacra Corona Unita rispetto alle altre due mafie. Ma forse non si è tenuto conto di un altro importante aspetto. Lorusso è detenuto al 41-bis dal 2011 in quanto, mentre era rinchiuso nel carcere di Cuneo, continuava a gestire il racket delle estorsioni nel Brindisino, facendo filtrare messaggi in codice all’esterno.
Proprio nei gironi scorsi era emersa la notizia del ritrovamento di un messaggio cifrato, nella cella del capomafia pugliese, scritto addirittura in fenicio in cui emergevano parole come “Attentato”, “papello” e “Bagarella”. “Sono messaggi senza senso, uno scherzo per dimostrare di essere più intelligente degli investigatori” ha raccontato ai pm Nino Di Matteo, Roberto Tartaglia e Francesco Del Bene quando sono andati ad interrogarlo.
Ma sono anche altri gli aspetti e i pm stanno tenendo sotto la lente d’ingrandimento come ad esempio il comportamento di Riina durante i colloqui con Lorusso che già avvenivano riina-lorusso

prima che la Procura decidesse di mettere sotto intercettazione il boss corleonese. Una decisione presa dopo che gli agenti del Gom (il Gruppo operativo mobile della polizia penitenziaria) avevano riferito di strane confidenze rilasciate dallo stesso Riina durante le pause del processo “trattativa Stato-mafia”
Così emerge che l’oria d’aria si divide in due fasi, una prima all’interno di una stanza chiusa dove i due giocano a carte o parlano di calcio, come se temessero proprio di essere intercettati. La seconda parte è in un cortile dove invece parlano a ruota libera.

Ed è in questa fase che emerge tutta la “preparazione” di Lorusso, capace di toccare sempre le corde giuste nella memoria del padrino di Corleone che a quel punto sfoga la sua rabbia sui pm, emettendo sentenze di morte, progettando attentati e ricordando gli “anni d’oro delle stragi”.

Il Fatto Quotidiano scrive oggi un aspetto che non può passare in secondo piano ovvero che nell’ottobre scorso il Dap avanza una proposta di trasferire sia Riina che Lorusso presso il carcere di Parma, lo stesso penitenziario in cui è detenuto Bernardo Provenzano. Questo trasferimento non è mai avvenuto e Lorusso è stato spostato soltanto dopo novembre su ordine della Procura di Palermo che ha interrotto le intercettazioni in carcere.
Perché si voleva effettuare quello spostamento in “simbiosi”?
Domande che restano perte e che fanno riaffiorare anche vecchie indagini come quelle sul “Protocollo Farfalla”, l’accordo segreto che sarebbe stato siglato tra il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria e il Sisde, in base al quale i servizi segreti potevano entrare in contatto con i detenuti in regime di articolo 41-bis, senza che colloqui o incontri fossero documentati.

Ma ci sono anche altri aspetti su Lorusso che fanno sorgere sospetti ai pm.
Ad esempio non è chiaro come possa essere venuto a conoscenza del fatto che i sostituti procuratori di Palermo volevano presenziare tutti insieme all’udienza sulla trattativa per manifestare solidarietà a Di Matteo, dopo le prime notizie delle minacce di Riina. Ai pm ha risposto di averlo saputo dai giornali e dalle tv, ma quella notizia non è mai stata divulgata né messa in pratica, pertanto Lorusso risulta ora indagato per false informazioni ai pm. Resta comunque da capire chi può aver riferito al boss pugliese un tale fatto.

‘I ACTED ALONE’ … SNOWDEN TRASHES ‘ABSURD’ RUSSIAN SPY CLAIM ACCUSATIONS

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TEM - posts - ACTU Snowden (2014 01 23)

NSA Whistleblower Edward Snowden dismissed as ‘absurd’ accusations from US lawmakers he might have spied on behalf of Russia when taking troves of classified US government documents, insisting he acted alone in a rare interview with the New Yorker.

Snowden told the magazine via encrypted means from Moscow that he “clearly and unambiguously acted alone, with no assistance from anyone, much less a government.”

He added, “It won’t stick…. Because it’s clearly false, and the American people are smarter than politicians think they are.”

Snowden asks why would he have initially fled to Hong Kong, and why was he “stuck in the airport forever”, in reference to the forty days he spent stranded in the transit zone of Moscow’s Sheremetyevo International Airport.

“Spies get treated better than that.”

Snowden’s statement follows accusations made by the Chairs of both the House and Senate Intelligence Committees on Sunday, insituating he might have collaborated with the FSB – the Russian successor organization to the Soviet-era KGB.

“I believe there’s a reason he ended up in the hands – the loving arms – of an FSB agent in Moscow. I don’t think that’s a coincidence,” Representative Mike Rogers, a Republican congressman from Michigan who chairs the House Intelligence Committee, told NBC’s ‘Meet the Press’.

Rogers did not provide specific evidence to back up his claim, merely suggesting there were “clues that certainly would indicate to me that he had some help.”

Asked during that same program if she thought Snowden has been working on behalf of the Russians, Roger’s counterpart in the US Senate, Dianne Feinstein, replied “He may well have.” “We don’t know at this stage,” Feinstein said.

On Wednesday, Snowden’s legal representative in Russia, Anatoly Kucherena, said accusations that Moscow somehow played a part in Snowden’s decision to take hundreds of thousands of classified documents were attempts to discredit the Russian Federation.

“In this case it’s an egregious fact that people [ranking government officials] like the head of the US House Intelligence Committee is tossing around false information to the press,” Kucherena told Ria-Novosti News Agency.

Kucherena said that Rogers, like anyone, should realize that one is responsible for the false information they spread.

“If he’s going to talk about intelligence, then the US intelligence services [should show] supporting facts regarding Snowden’s collaboration with Russia. But Rogers is not presenting such facts. His speech was intended to discredit Russia.”

Kucherena added that Snowden had only recently found a job, and prior to that was living off donations provided by others. If he had been collaborating with Russian security agencies, then Snowden would have been “financially secure”, Kucherea added.

“These [speculative] statements are intended to conceal the problems of the human rights violations which have allowed US intelligence agencies – the NSA and CIA – to mislead Americans and foreign citizens.”

Kucherena’s views reflect the conclusions of the FBI’s own investigation into Snowden. Following Roger’s allegations, on Sunday, a senior FBI official told the New York Times that it was the bureau’s conclusion that Snowden had acted alone.

Other US security officials told Reuters as recently as last week that the United States had no evidence that Snowden had been aided or abetted in any way by outside forces.

Speaking with the NYT in October, Snowden said he did not take any classified documents with him when he ended up in Russia in June. “There’s a zero percent chance the Russians or Chinese have received any documents,” Snowden told the paper.

Snowden, who is currently living in an undisclosed location in Russia after receiving temporary asylum, reportedly requested protection from Russian law enforcement after a series of death threats were aired against him in the US media.

“We are concerned with the situation around Edward”, Kucherena said on Tuesday. “We see the statements made by some US officials containing potential and implicit threats and openly calling for causing him bodily harm.”

TEM / with RT (Russia) / January 23, 2014 /

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La foto della Nasa che fa paura al Nord Italia

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La Nasa ha fornito una foto scattata che mostra la pianura padana vista dall’alto e sotto una cappa di nanoparticelle. La foto è stata scattata da un satellite.
 
Ma cosa sono le nanoparticelle? Progetto Upupa monitora questo tipo di inquinante nell’area di Piacenza. Come mostra una sua elaborazione, si tratta di particelle ultrafini di particolato che fanno male alla salute, e che sono più piccole di un capello. Ancora più piccole delle famigerate polveri sottili.
 
Scrive il Corriere:
 
Le polveri ultrafini peggiorano ulteriormente la salute della pianura padana. A rivelarlo i risultati del progetto Upupa (Ultrafine Particles in Urban Piacenza Area) del Laboratorio Energia e ambiente Piacenza (Leap) – centro di ricerche del Politecnico di Milano – presentati il 22 gennaio e incentrati sul particolato delle polveri sottili. Tre anni di ricerca, sostenuti dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano, per dimostrare la minaccia rappresentata da quelle componenti ultrafini (migliaia di nanoparticelle come, per esempio, solfato e nitrato di ammonio e tracce di metalli presenti nella massa delle polveri) che non solo attualmente non trovano posto in nessuna normativa, ma che proprio per la loro ridottissima dimensione (inferiore di cento volte a una particella di Pm10) sono estremamente pericolose per la salute umana. Peggiorando un quadro già di suo non certo piacevole.
 
Fonte: lafucina.it

La nuova dittatura è finanziaria

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Il capo economista della Goldman Sachs, in questo articolo del Fatto Quotidiano, ha dichiarato che dal suo punto di vista Grecia e Spagna stanno facendo passi avanti, a differenza del nostro Paese. A suo avviso abbiamo bisogno di maggiore competitività, stabilità del Governo e di urgenti riforme strutturali. In questo modo ci ricorda implicitamente chi si cela dietro le manovre economiche, e quindi politiche e sociali, che stanno condizionando la vita di milioni di persone.
 
In Italia parliamo della nuova proposta elettorale di Renzi, dei livelli insostenibili raggiunti dalla pressione fiscale, delle politiche di austerity che ci stanno opprimendo e dello smantellamento dei diritti sociali, ma non prendiamocela con i nostri politici per tutto ciò. Non è loro l’idea.
 
Ed è proprio questo il problema. Dobbiamo avercela a morte con questa classe politica semplicemente perchè priva di idee, di una visione, e soprattutto di coraggio e intraprendenza. Abbiamo politici che votano leggi di cui ignorano perfino il contenuto, affidandosi ciecamente alle direttive provenienti dall’alto (vi ricordate questo video?), e che cambiano principi e valori con la stessa facilità con cui un calciatore cambia squadra.
 
Ormai il Parlamento non legifera più, ma si limita a ratificare quanto deciso ai piani alti di Wall Street.
 
Siamo davvero convinti che tutti i sacrifici che ci vengono richiesti rispondano ai nostri interessi, e non a quelli di chi ce li propone? Stiamo parlando di rappresentanti di imperi finanziari (la Goldman Sachs è la più grande banca d’affari del mondo), non di associazioni benefiche. Come possiamo pensare che questi signori, che parlano di interi Paesi come fossero dei loro dipendenti, abbiano a cuore i nostri interessi e non il loro business?
 
I colossi finanziari che detengono il nostro debito pubblico guadagnano fior fior di miliardi dagli interessi che ogni anno paghiamo sullo stesso, e trarranno enormi benefici se le opere di privatizzazione e di smantellamento dei diritti sociali che ci sollecitano a compiere andranno a buon fine. Quando i politici ci parlano di competitività, di tagli alla spesa e di “riforme strutturali” non diamo per scontato che stiano facendo i nostri interessi.
 
Smettiamola di sentirci cullati dal simbolo o dalla veste politica di un partito, quella è solo facciata che serve a creare divisioni tra noi cittadini. I nostri interessi non sono così diversi e variegati come ci fanno credere, vogliamo tutti le stesse cose: giustizia e benessere.
 
Guardiamo oltre, torniamo a decidere per noi stessi e per il nostro Paese.
 

Dopo Renzi, al pari di Attila, in Italia non crescerà piu’ un filo d’erba

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28 sett – Bruciata la carta Monti, in fase di rapido declino quella Letta, ai massoni reazionari che affamano l’Europa rimane un altro asso utile perannientare la ricchezza privata italiana: Matteo Renzi. Se i padroni del vapore avessero voluto per davvero, all’indomani del fallimento della Lehman Brothers, evitare il ripetersi di fenomeni allarmanti per la tenuta dei “mercati internazionali”, avrebbero favorito la rapida approvazione di nuove leggi e regolamenti utili in tal senso. A partire dal recupero dello spirito dello Steagall Act di rooseveltiana memoria.

Siccome invece, come cominciano a capire persino le bestie, la scusa della “crisi” (mamma li turchi!) fornisce un alibi eccezionale per avallare manovre che in altri tempi avrebbero meritato l’attenzione di una corte marziale, allora tutti fanno finta di non capire e di non vedere. L’Europa, sotto il giogo di una massoneria reazionaria e perversa che si riconosce dal ghigno del Venerabile Draghi, è preda della bramosia ipocrita e assassina di una genia occulta che gode dell’appoggio interessato di tutti i grandi mezzi di comunicazione. Grillo e Casaleggio compresi naturalmente.

La Germania della Merkel recita il ruolo della nazione kapò, ossessionata dal rigore e dal rispetto dei conti, pronta a fare la predica alle solite spendaccione cicale del sud.

La Francia, nazione vicekapò, si barcamena tra vecchi sogni di gloria e un presente tutt’altro che roseo, guidata da un presidente imbelle e infingardo come Hollande pronto a rimangiarsi le promesse fatte in campagna elettorale perché opportunamente richiamato agli ordini da quegli stessi mondi che, prima di lui, costrinsero l’ex premier greco Papandreu a lasciare docilmente spazio alla Troika onde scongiurare possibili e sgradevoli “incidenti di percorso”.

Portogallo, Grecia, Irlanda e la stessa Spagna rappresentano le cosiddette nazioni-cavie, vendute dai rispettivi premier corrotti dalla tecnocrazia sovranazionale al fine di permettere il pacifico prosieguo di veri e propri esperimenti eugenetici su larga scala. Dal punto di vista macroeconomico, infatti, le ricette imposte ad esempio alla Grecia per “uscire dalla crisi” non avevano e non hanno alcun senso. Dal punto di vista criminologico, invece, rappresentano un caso di eccezionale rilevanza.

La massoneria reazionaria globale ha dimostrato nei fatti che è possibile torturare popoli interi senza l’utilizzo di lager e bisturi. Il sogno di Mengele si è realizzato a distanza di anni senza neppure lasciare in giro fastidiose tracce di sangue. L’Italia sta nel mezzo. Non  abbastanza forte da rimanere immune dal piano di annientamento scientifico che colpisce i paesi più deboli, ma neppure tanto debole da poter essere insanguinata e svuotata con estrema facilità. Per questol’attenzione dei moderni tecno-nazisti si è concentrata ultimamente in maniera morbosa sull’Italia. Perché il Belpaese rappresenta un bocconcino estremamente prelibato da spolpare, ancora relativamente ricco e in possesso di una struttura produttiva in grado potenzialmente di fare ombra pure ai tedeschi.

Rigettare l’Italia nella più nera povertà, scaraventandola violentemente nel girone che accoglie i paesi in via di sviluppo, costituisce l’obiettivo prioritario e dissimulato oggi pervicacemente inseguito dai massoni-nazisti Draghi, Van Rompuy e compagnia. L’arrivo al potere del contro-iniziato Mario Monti, grazie alla complicità del Presidente Napolitano (non per nulla premiato con una surreale riconferma che violenta la Costituzione), ha dato avvio alla mattanza.

Enrico Letta, scelto sempre da Napolitano e guardato a vista dal ministro Saccomanni, pacificamente considerato l’apprendista del maestro Draghi, sta naturalmente proseguendo sul solco tracciato dal bocconiano. Ma il colpo di grazia decisivo, quello per intenderci indispensabile per far sì che anche in Italia i nostri bambini svengano in classe per la fame, lo assesterà presto  l’attuale sindaco di Firenze.

Matteo Renzi, già volato a Berlino a baciare l’anello della Merkel, vincerà le prossime elezioni politiche (sempre che Napolitano non decida di congelarle per sempre per non disturbare i mercati). Dopodiché, forte della legittimazione democratica appena ricevuta, raderà al suolo il welfare tra gli applausi scroscianti della stampa collaborazionista a partire da Corriere della Sera, Repubblica e la Stampa. Renzi è oramai inarrestabile, come dimostra pure la vergognosa sottomissione di un invertebrato del calibro di Franceschini sempre pronto a servire il vincente di turno. Ma il potere di Renzi non dipende dall’appartenenza alla massoneria di suo padre Tiziano. Quest’ultimo, tutt’al più, avrà aiutato il figlio al fine di instradarlo in gioventù sul piano locale. Ma adesso Matteo, dopo aver dimostrato di saperci fare, brilla di luce propria. Una spintarella può anche servire per entrare nelle giovanili del Milan, ma di sicuro non basterà per garantire brillanti carriere anche a chi sbaglia i gol a porta libera. Renzi le sue carte se le è giocate bene ed è pronto al grande salto. Dopo di lui nulla sarà come prima. In Italia non crescerà più erba. E perfino il ricordo di Attila risulterà al confronto sbiadito.

Francesco Maria Toscano  – il moralista