LE SPA PUBBLICHE PERDONO 2,2 MILIARDI ALL’ANNO

un buon motivo di venderle interamente e concedere ai privati come sempre accaduto di tagliare servizi a fronte di tariffe senza limiti
 
Secondo un rapporto diffuso dal Ministero dell’Economia 7,340 società per azioni hanno 30.133 partecipazioni statali dirette o indirette.Solo i Comuni ne dichiarano 29.583 in circa 5.000 aziende
 
Oltre settemila Spa, e perdite per 2,2 miliardi di euro. A inerpicarsi della complessa geografia delle aziende in cui risultano azionisti ministeri, enti locali, enti pubblici di previdenza e così via c’è da mettersi le mani nei capelli. Innanzitutto, districarvisi è già un risultato: secondo un rapporto diffuso dal Ministero dell’Economia le società sono 7,340, i legami – ovvero le partecipazioni statali, dirette o indirette – ben 30.133. L’ACI HA PARTECIPAZIONI IN 153 IMPRESE. Solo i Comuni italiani dichiarano l’esorbitante cifra di 29.583 partecipazioni tra dirette e indirette che, spesso, si accavallano fra loro nelle stesse imprese: in tutto le giunte cittadine sono presenti in circa 5.000 società. L’Automobile Club d’Italia, a fare i conti, sembra avere molte più partecipazioni di qualunque fondo d’investimento italiano, con interessi in ben 153 imprese. IL SALDO TOTALE E’ NEGATIVO. Tutto ciò a fronte di perdite di esercizio che raggiungono la cifra complessiva di 2,2 miliardi di euro l’anno. Se una holding privata si trovasse con un terzo delle società di cui è azionista viaggia in rosso, tanto da segnare col meno il saldo totale, le opzioni sarebbero chiare: vendere, ristrutturare al più presto le imprese in perdita per arrestare l’emorragia; la terza ipotesi, fingere di non vedere perché così conviene a qualche manager corrotto, non atterrerebbe neppure sul tavolo. Ma il problema è che le amministrazioni italiane hanno scelto quest’ultima via.

Monti a capo dell’Agenzia UE per la tassazione

un soggetto che di estorsione se ne intende

16 genn – Mario Monti il prossimo 30 gennaio sarà nominato presidente del gruppo di lavoro di alto livello per studiare le cosiddette ‘risorse proprie’ della Ue, ovvero la tassazione europea che dovrebbe riudurre i contributi nazionali al bilancio Ue. Lo afferma l’eurodeputata di Forza Italia, iscritta al gruppo conservatore Ecr, Susy De Martini, in una nota intitolata “Monti-Dracula alla guida della banca del sangue” in cui afferma di aver appreso la notizia “oggi da alti funzionari della Commissione Bilancio, di cui sono membro”.
Il nome del senatore a vita ed ex premier è stato già fatto in occasione del vertice europeo di dicembre, con un forma di avallo anche da parte del presidente del Parlamento europeo Martin Schulz.
“Ritengo che gli italiani – scrive oggi De Martini – debbano essere informati delle decisioni prese ‘a loro insaputa’ a Bruxelles e a Strasburgo probabilmente sotto la pressione dei soliti gruppi di potere germano-centrici sia politici che bancari. Il paragone con la famosa frase di Tremonti riferita all’ex ministro Visco mi sembra d’obbligo. Conosciamo bene quali sono stati i disastrosi risultati dell’austerità imposta al popolo italiano dall’ex Premier e ritengo che l’Europa non meriti una tale sciagura. Inoltre chiedo che data la vicinanza con le elezioni europee di maggio, decisioni di tale portata vengano almeno rimandate alla prossima legislatura, allorquando la composizione delle attuali forze politiche presenti nel Parlamento potrebbe essere ben diversa”.
La costituzione del gruppo di lavoro era stata richiesta dal Parlamento europeo nell’ambito del complesso negoziato con il Consiglio per l’approvazione del bilancio pluriennale 2014-2020.
http://www.imolaoggi.it/2014/01/16/monti-a-capo-dellagenzia-ue-per-la-tassazione/

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Guerra e animazione giapponese: Hotaru no Haka

gennaio 18, 2014
 
Lee Jay Walker Modern Tokyo Times 6 gennaio 2014
  
Tomba per le lucciole è un film di animazione molto commovente che s’incentra sull’innocenza dei bambini e la brutalità della guerra. Si tratta di un film realista ed è facile dimenticare che si tratta di un film d’animazione perché i due personaggi principali sono pieni di umanità e sentono le loro  enormi tragiche emozioni in ogni momento. In molti modi ritengo che Tomba per le lucciole (Hotaru no Haka) sia a sé stante, perché dall’inizio alla fine si vede la realtà della guerra. Più importante, non è apertamente sentimentale da un qualsiasi punto di vista nazionalistico e non ritrae i vincitori o gli sconfitti sotto una luce netta. Invece si basa sul forte legame tra fratello e sorella, mentre entrambi cercano di sopportare la realtà della guerra senza perdere la gioia dell’infanzia nei rari momenti di allegria e speranza.
Il film è stato scritto e diretto da Isao Takahata e prodotto da Shinchosha, mentre il lavoro di produzione è dello Studio Ghibli. Il film d’animazione è basato sul romanzo di Akiyuki Nosaka dallo stesso nome. Nosaka fonde il romanzo con la realtà di ciò che gli è accaduto in quel tragico periodo, ma cambia il tema e la direzione dei due personaggi principali. Tomba per le lucciole va inteso come scusa sentita e sincera alla sorella dell’autore, tragicamente scomparsa per malattia. Questo fatto è chiaro, perché la passione dei personaggi e l’evolversi degli eventi potevano essere  state scritte ed espresse solo da qualcuno che ha vissuto quei momenti strazianti. Pieno credito deve essere dato a Isao Takahata perché gli adulti, anche cresciuti, faranno bene a non piangere o sentire la tragica perdita verso la fine, quando la trama si dipana. Inoltre, Isao Takahata mostra la semplice bellezza della natura e l’animazione ci ricorda un momento in cui le cose semplici della vita ci offrono così tanto, e ciò viene spesso viene perduto nel mondo commercializzato di oggi. Più intrigante di questo film di animazione e il non rivolgersi a una qualche ideologia o dimostrazione di ragioni o torti. Invece, si tratta di due bambini che lottano contro le terribili avversità con momenti di rara gioia che illuminano il loro mondo. Il film mette in luce anche l’innocenza dei civili, mentre la gente esprime sentimenti anti-tedeschi o anti-giapponesi di quel periodo della storia, vale la pena ricordare i milioni di giapponesi e tedeschi innocenti, e di tutte le altre nazionalità nella moltitudine di conflitti, che vengono dimenticati da storici e media. Sì, sappiamo che sono sempre gli innocenti ad essere uccisi in guerra, ma questo film si concentra sulla disumanità della guerra e della natura umana. Nelle avversità che questi due bambini devono affrontare non c’è solo la minaccia dei bombardamenti alleati e la distruzione, ma il film mostra anche la disumanità degli altri membri della famiglia che non badano molto ai due bambini. Si evidenzia inoltre l’abbandono del popolo giapponese dal proprio governo che non riusciva a comprendere la realtà di ciò che gli accadeva.
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Il film è basato sull’infanzia di Seita e Setsuko, sorella minore, e di come si sforzava di proteggerla una volta divenuti orfani. All’inizio si vede Seita nella stazione Sannomiya morire di fame in condizioni terribili. Poi un inserviente pungola Seita e getta via la scatola di caramelle contenente ciò che ha di più caro, perché nel barattolo vi sono cenere e ossa. Dopo di ché le anime di Setsuko e Seita vengono liberate in una nuvola di lucciole. Da qui inizia la storia, e lo spirito di Seita racconta i tragici eventi che si svolsero durante quel periodo brutale con un flashback che riporta a Kobe sotto i bombardamenti e alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Subito il simbolo della potenza statunitense si vede, cioè i B-29, mentre i bambini scappano, la madre, già malata rimane gravemente ferita durante il bombardamento per poi, poco dopo, morire per le terribili ustioni. Ora il loro mondo è capovolto, ma Seita concentra le proprie energie per proteggere Setsuko. Le loro opzioni sono ora severamente limitate perché sono stati abbandonati in una guerra brutale. Pertanto, Seita spera di trovare conforto presso la zia, ma che scopre essere una donna dal cuore freddo che invece di pendersi cura dei bambini, costringe Seita a vendere molti oggetti e l’unica cosa che rimane è un piccolo contenitore di caramelle di frutta. La scatola di caramelle caratterizza il film, mentre la freddezza della zia si trasforma in risentimento, vedendo chiaramente in Seita e Setsuko solo un peso. Pertanto, se ne vanno per mettersi in un rifugio antiaereo abbandonato e illuminato dalla luce delle lucciole che trovano, riempiendo il loro mondo scuro con la bella luce della natura. Tuttavia, la bella vita nella natura finisce rapidamente e Setsuko è mortificata scoprendo che tutte le lucciole sono morte. Il loro breve momento di gioia finisce subito e Setsuko chiede dolorosamente a Seita perché le lucciole dovevano morire e perché sua madre doveva morire. Ora la loro vita è piena di disperazione e angoscia, ma Seita rimane forte, nonostante la luce di Setsuko si dissolva anch’essa subito. Seita è ora costretto a rubare colture e a saccheggiare case abbandonate durante i bombardamenti, ma una volta preso la disperazione lo travolge e in un ultima scommessa porta Setsuko da un medico. Tuttavia, proprio come ai bombardieri statunitensi non interessa la vita e la morte, o come all’esercito giapponese non interessano gli innocenti uccisi, la stesso disumanità e disperazione si ritrova nel medico poiché non offre alcuna soluzione o compassione. Il medico afferma solo in modo smussato che Setsuko è affetta da malnutrizione ma senza fornire alcun conforto o rimedio.
Seita quindi sente parlare di resa incondizionata del Giappone, ma per Setsuko le tenebre della morte si avvicinano. Quando Seita ritorna al rifugio trova Setsuko allucinata perché pensa di  succhiare le caramelle di frutta e, nonostante la cura e l’amore profonda di Seita, è troppo tardi, perché Setsuko muore di fame. Dopo di che Seita crema Setsuko, la sorella che custodisce e di cui si preoccupa profondamente, e ne mette le ceneri nel barattolo delle caramelle che porta che, insieme ad una foto del padre ed ai ricordi della madre, sono tutto ciò che rimane di una vita che ben presto svanisce, perché la candela è ormai esaurita. Si ritorna alla stazione ferroviaria dove la storia è iniziata, vedendo il corpo emaciato di Seita. Alla fine appaiono i due bambini oramai orfani, ma gli spiriti di Seita e Setsuko non sono più pelle e ossa pieni di dolore, ora invece sono riuniti e vestiti di bei vestiti mentre guardano la città di Kobe.
Questo film d’animazione è visto da molti come un film contro la guerra, ma come ogni film avrà diverse interpretazioni. Credo che si tratti dell’animo tormentato di uno scrittore che ha assistito a tanto dolore e angoscia e che Tomba per le lucciole tratti della lotta che ha dovuto affrontare. Quando si guarda il quadro generale è chiaro che ci furono innumerevoli Seita e Setsuko testimoni della brutalità di quel periodo. Pertanto, il tema della guerra è evidente, ma il film di animazione si concentra fortemente sul lato oscuro e sulla freddezza della natura umana, non solo della guerra. Non sta a me dire quale sia il significato reale; invece, se non avete mai visto questo film di animazione, allora vi consiglio di metterlo in lista. Sì, questo film d’animazione non è recente, ma tuttavia è un classico eterno e non solo è toccante a differenza di altri film. I brevi momenti felici lo sono incredibilmente, ma i momenti tristi sono pieni di angoscia, mentre il film ci ricorda la brutalità della seconda guerra mondiale e la continua lotta che imperversa in molte nazioni al giorno d’oggi. Inoltre, evidenzia i due innocenti travolti nel tragico mondo degli adulti e come la disumanità non è solo una bomba che cade, ma che sia presente anche nelle famiglie e nelle comunità.
Tomba per le lucciole sarà sempre presente in molte persone per via della passione che scatena e perché si concentra sulla realtà della vita nei tempi bui.
 
  

I barboncini terroristi sauditi dei Rothschild

gennaio 19, 2014
 
Dean Henderson 17 gennaio 2014
 
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In un articolo su The Independent di Londra del 7 marzo 2011, dal titolo “Piano segreto degli USA per armare ribelli in Libia“, il giornalista Robert Fisk riferiva che l’amministrazione Obama aveva chiesto all’Arabia Saudita di armare i ribelli libici. I sauditi salutarono e poi appoggiarono gli stessi ribelli di al-Qaida in Siria. I sauditi invasero anche il Bahrain per salvare la monarchia al-Qalifa. I sauditi hanno svolto questo ruolo per la cabala bancaria della City di Londra per quasi un secolo, nell’ambito del giro di petrolio, armi, droga e operazioni segrete. (Vedasi il mio post, Il tesoriere saudita)
Il trono saudita è stato a lungo il baluardo anti-democratico regionale dei banchieri di Londra/Wall Street e dei loro consanguinei regali fratelli azionisti europei. Faceva tutto parte di un piano ordito dalla Business Roundtable dei Rothschild, un secolo fa, per prendere il controllo del petrolio del Medio Oriente. I Rothschild sono proprietari di maggioranza di BP e Royal Dutch/Shell, così come della Banca d’Inghilterra, della Federal Reserve e della Banca centrale saudita, la Saudi Arabian Monetary Agency (SAMA). Nel 1917 gli inglesi fecero loro cliente Ibn Saud, cui fu detto d’incoraggiare le tribù arabe per cacciare i turchi ottomani dal Golfo Persico. Lo stesso anno la camera dei Rothschild approvò la Dichiarazione Balfour, portando la Corona a sostenere una patria ebraica in Palestina. L’anno dopo gli ottomani furono sconfitti. Iraq, Giordania e Arabia Saudita si staccarono dall’impero ottomano e caddero sotto il dominio inglese, con Ibn Saud che prese il controllo della sua omonima Arabia Saudita. Nel 1922 il Trattato di Jeddah diede l’indipendenza all’Arabia Saudita, anche se la corona inglese ancora esercitava una notevole influenza. Oggi mercenari inglesi sono le guardie del corpo dei Saud. Negli anni ’20, con l’aiuto di truppe inglesi, Ibn Saud strappò altro territorio agli ottomani, annettendosi Riyadh e occupando le città sante di Mecca e Medina tolte agli hashemiti.
La Standard Oil of California (ora Chevron-Texaco) trovò il petrolio in Arabia Saudita nel 1938. La società costituì l’Aramco, con i suoi quattro amici cavalieri del cartello Exxon, Mobil, Royal Dutch/Shell e BP. Stati Uniti e Gran Bretagna firmarono accordi di sicurezza con i Saud e la Bechtel si occupò della costruzione delle infrastrutture petrolifere dell’Aramco. Nel 1952, sulla scia dell’accordo sulla sicurezza USA/Arabia Saudita, la SAMA divenne la Banca Centrale saudita. Nel 1958, la SAMA era guidata dal pakistano Anwar Ali, poi consigliere di re Faisal. Anwar fu il capo del Dipartimento Medio Oriente del Fondo Monetario Internazionale. Ali reclutò tre banchieri occidentali come consiglieri della SAMA. Conosciuti come i Re Magi o Padri Bianchi, questi banchieri occidentali guidarono la SAMA, con Ali come controfigura. Il più potente dei tre era John Meyer, Jr., presidente della Divisione Internazionale della Morgan Guaranty (oggi JP Morgan Chase) e successivamente presidente di tutta la Morgan. I Padri Bianchi inviarono dalla SAMA le royalties in petrodollari ai conti della Morgan Guaranty. A sua volta Morgan fu una ben pagata consulente finanziaria della SAMA. Il figlio di Anwar Ali finì per lavorare alla Morgan Guaranty. Con flussi da miliardi di petrodollari, venne fondato il giro petrolio per armi.
La progenie di Ibn Saud forma l’attuale monarchia dei Saud che governa l’Arabia Saudita. Meno di venti famiglie collegate al trono controllano l’economia saudita. I Saud diffondono la propria influenza attraverso denaro e autoriproduzione. I membri maschi della famiglia Saud sono ora oltre 5000. Il principe ereditario Abdullah, fratellastro di re Fahd, gestisce la Guardia nazionale saudita e ha il continuo controllo del regno da quando re Fahd ha subito un serio ictus nel 1995. I principi Sultan, Nayef e Salman sono fratelli di re Fahd e sono i ministri della Difesa, dell’Interno e governatore di Riyadh rispettivamente. Il figlio del principe Sultan è il principe Bandar bin Sultan, a lungo ambasciatore saudita negli Stati Uniti. Il cugino del principe Bandar, il principe Saud al-Faisal è il ministro degli Esteri saudita. Questi principi sauditi usano le agenzie governative che guidano come salvadanai personali e rappresentano le imprese straniere che partecipano alle gare d’appalto nel regno. Gestiscono migliaia di miliardi di investimenti all’estero. Re Fahd è il secondo uomo più ricco del mondo, con una fortuna personale di oltre 20 miliardi di dollari.
Il principe Bandar fa parte del clan Sudayri composta dalla prole del defunto re Abdul Aziz e della moglie preferita. I Sudayri sono la famiglia più potente e più occidentalizzata del regno. I Saud favoriscono l’interpretazione fondamentalista wahabita dell’Islam, ma i praticanti del wahhabismo del regno considerano i Sudayri dei munafaqin (ipocriti). Mentre il clan Sudayri vive nell’opulenza, la maggior parte dei sauditi fatica a mettere il cibo in tavola. Il dominio con pugno di ferro e sempre più impopolare dei Sudayri viene costantemente citato dalle organizzazioni internazionali per i diritti umani per la brutalità e l’opposizione alle libertà democratiche. La monarchia saudita governa per decreto. Le donne non possono guidare autoveicoli e sono bandite da molti ristoranti. Il regno non ha istituzioni democratiche. L’opposizione ai Saud è criminalizzata, spingendo gli oppositori alla clandestinità. Negli anni ’90 i sauditi decapitarono 111 dissidenti. La società statunitensi supportano l’oppressione delle donne saudite. Gli stabilimenti di Pizza HutMcDonalds e Starbucks in Arabia Saudita sono separati tra uomini e donne. Le sezioni femminili sono malandate. Starbucks non ha posti a sedere per le donne. Le donne che si fanno vedere nei ristoranti occidentali senza i loro mariti vengono allontanate. Nel gennaio 2002 la statunitense Freedom House pubblicò un sondaggio che classifica i Paesi secondo le libertà consentite. L’Arabia Saudita era classificata come uno dei dieci Paesi meno liberi del mondo. Human Rights Watch ha recentemente accusato gli Stati Uniti di ignorare le violazioni saudite dei diritti umani, per garantirsi l’approvvigionamento continuo di petrolio.
L’intervento USA/NATO in Libia non riguarda la “libertà”, ma di sniffare la lunga nemesi dei Saud, i Rothschild di Parigi e Londra e il sistema economico internazionale neo-coloniale che tali parassiti finanziari dominano a scapito dello sviluppo dei Paesi ricchi di risorse.
 
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Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
   
—In “Covert Operation”
 
—In “Covert Operation”
 
—In “Geopolitica”

Venti nuovi casi di danno da vaccino alla settimana per l’avvocato di Rimini

domenica 19 gennaio 2014
 
“Ogni settimana mi arrivano venti casi di danni da vaccino. Ho oltre 400 situazioni in mano, al momento.”
 
L’avvocato di Rimini Luca Ventaloro, in qualità di legale ma anche di rappresentante del Comilva, ha partecipato l’ottobre scorso al convegno “Le vaccinazioni di massa. Prevenzione, diagnosi e terapia dei danni” che si è tenuto al Centro congressi Luciani di Padova. Ed è lì che ha relazionato su alcune cause vinte e sulla pratica dell’obiezione attiva.
 
“Siamo in un alveo nuovo – ha spiegato Ventaloro – dove i tribunali e le corti d’appello oggi paradossalmente riconoscono i danni da vaccino. La parte sanitaria dimentica che quando il giudice decide non lo fa sulla base della simpatia ma perché si è affidato ad un tecnico molto preparato. Quando l’Asl critica la sentenza, in realtà critica un approfondimento molto certificato. La giustizia, oggi, sopravanza la parte sanitaria“.
 
La perizia medico-legale è fondamentale, secondo l’avvocato: “È quella in cui si accerta l’esistenza di un nesso causale tra vaccinazione e danno. Come siamo riusciti a far risarcire o indennizzare le persone danneggiate in passato?
Grazie alla perizia medico-legale.
In Italia abbiamo una ‘pattuglia’ di una quindicina di medico-legali, ne stiamo formando altri. Le loro perizie hanno fatto cultura giuridica.
Abbiamo una decina di sentenze appena vinte in Italia” …
 
Chi ha subito un danno da vaccino può rivalersi in tre modi, ha spiegato l’avvocato: “Esiste la tutela penale: va chiesta quando c’è un danno o un decesso immediato. Se siamo tempestivi, facciamo la denuncia-querela. Il denunciato è colui che ha proceduto all’inoculazione vaccinale. Abbiamo processi a carico di alcuni infermieri o di alcuni medici”. Poi c’è la tutela civile: “Viene considerata la madre di tutte le cause. Si attiva quando il danneggiato ha ricevuto una “malpractice” medica. Viene citata per danni l’azienda sanitaria locale. Il risarcimento danni in genere è molto corposo, alcune Asl hanno rischiato il commissariamento. La richiesta danni, in questi casi, contempla anche l’assistenza medica al danneggiato. Si parla in realtà di indennizzo: la somma bimestrale viene diluita nel corso della vita”.
 
Per la tutela amministrativa, invece, la domanda si fa all’Asl: “Non è necessaria la colpa medica. Basta il nesso di causa. Basta che un medico legale riconosca che la vaccinazione ha prodotto quel danno. Sono i casi di cui si sente parlare continuamente. Sentenze storiche come quella dell’autismo di Rimini”. Ma Ventaloro ha citato anche altre sentenze che “hanno fatto storia”: Cuneo 2007, Ascoli Piceno 2008, Busto Arsizio 2009, Torino 2010 e Pesaro 2011. “Queste sentenze hanno creato principi diventati molto più solidi. Abbiamo una sentenza del tribunale del lavoro di Rieti sul diabete mellito. Ha creato un precedente. Abbiamo autismo, ritardi psicomotori. L’ultima è la morte in culla di Pesaro, del maggio 2013″.
 
Ventaloro ha parlato poi dell’obiezione attiva: “È l’aspetto più importante della nostra battaglia. Vi preghiamo di praticare un’obiezione corretta, bisogna uscire allo scoperto. Rifacendomi a quello che il Comilva predica, non rimandate i vaccini, non fate certificati falsi, non fate fughe, non rifugiatevi nel silenzio ma optate per atti chiari”. L’Emilia Romagna contempla l’obiezione attiva: “Inviate alle Asl raccomandate con ricevuta di ritorno, non dite le cose al telefono, siate genitori che manifestano una responsabilità, partecipate a viso aperto al colloquio con l’Asl. Questo è il modo migliore per creare una buona cultura sanitaria”.

LA COMMISSARIA EUROPEA RIVENDICA IL SUO RUOLO AI “SUDDITI” EUROPEI

ma no, una donna è per forza buona, magnania, altruista, onesta e non serva dei banchieri, una donna si sà, in quanto tale è sempre dalla parte dei più deboli

19 GEN 2014
  
Viviane-rending
La commissaria europea rivendica il suo ruolo ai “sudditi” europei
 
L’Unione Europea non è e non sarà mai un Europa dei popoli e della democrazia.
Che il progetto europeo fosse  viziato dalle origini, questo lo si sapeva, malgrado tutta la retorica da cui era stato circondato.  L’Unione Europea è stato un processo costruito a tavolino dalle elite finanziarie per privare gli Stati nazionali della loro sovranità e realizzare in Europa un mercato omologato in funzione degli  interessi della elite finanziaria dominante. Lo aveva capito De Gaulle in Francia che si era fermamente opposto ed aveva parlato, in contrapposizione a questo, di ” Europa dei Popoli”.
Siamo arrivati oggi all’Europa delle banche e della finanza dove gli interessi dei popoli europei vengono sacrificati per consentire ai grandi gruppi finanziari ed alle “corporation” internazionali di realizzare profitti ed ottenere un mercato omologato.
 
Questo risultato è stato ottenuto grazie anche a l’introduzione della moneta unica , l’euro, che ha definitivamente sottratto anche la sovranità monetaria ad ogni Stato nazionale. La BCE, una banca privata, si è posta come decisore supremo delle politiche monetarie al di fuori di ogni controllo da parte degli Stati nazionali.
Nessuna solidarietà fra i popoli, nessun rispetto dei diritti e delle garanzie sociali ma soltanto salvaguardia dei profitti delle banche.
Lo insegna quanto accaduto in  Grecia, lo dimostra l’imposizione di trattati come il Fiscal Compact, il MES/ESM (fondo di stabilità monetaria ) con i quali gli stati vengono obbligati a versare decine di miliardi per salvaguardare le banche mentre si tagliano le spese sociali, le pensioni l’assistenza sanitaria e moltissime famiglie cadono in miseria. Il concetto chiave del sistema è che gli Stati devono indebitarsi rispetto ai detentori della moneta e del credito ed a questi (il cartello bancario sovranazionale) devono corrispondere gli interessi sul debito. Se non sono in grado di ripagarlo, dovranno alienare il patrimonio statale, aziende e beni demaniali, per ripagare i debiti.
 
Facile capire chi si avvantaggia da questo sistema e chi ci rimette.
Una oligarchia tecno finanziaria (non eletta da nessuno)  si sostituisce ai parlamenti nazionali ed ai governi eletti su base democratica e si arroga tutte le decisioni sulle materie più importanti: il bilancio degli stati, la politica economica,il credito, la concorrenza, l’industria, il commercio, l’agricoltura, la pesca ecc..  Ai parlamenti nazionali non spetta altro che ratificare le decisioni già prese a Bruxelles ed adeguarsi in barba ad ogni principio democratico.
Significativa  è la sfacciataggine con la quale, nel luglio scorso, la lussemburghese Vice Presidente della Commissione europea e Commissaria alla Giustizia, Viviane Reding, ha ricordato al Parlamento francese l’inutilità dell’assemblea elettiva nazionale.
I Parlamenti europei devono mettersi in testa che devono solo obbedire a Bruxelles, non esistono più politiche interne agli Stati”.  Questo quanto testualmente affermato.
La Rending era stata Invitata in commissione bilancio, alla presenza del ministro dell’economia Pierre Moscovici e del ministro per gli affari esteri. La Commissaria europea, ha illustrato ai deputati francesi e al Presidente del Parlamento, Claude Bartolone, i metodi di controllo della Commissione europea sui bilanci statali ed  è stata molto diretta nel ribadire che “le nazioni devono obbedire a Bruxelles: “abbiamo perso tempo, abbiamo perso molto tempo, abbiamo perso 10 anni, durante i quali non abbiamo agito perché non c’era necessità di agire in comune, ora dobbiamo recuperare il tempo perso perché abbiamo visto cosa c’é costato, é venuto il grande momento di mettere in atto gli strumenti necessari. Dovete capire, magari lentamente, ma senza alcuna ombra di dubbio, che non esistono più politiche interne nazionali, ma esiste una sola politica, quella europea, che deve essere ripresa e rispettata in una sovranità comune dagli Stati“.

ma no, una donna

L’Obamapardo

By admin  /   18 gennaio, 2014
 
di Piero Cammerinesi
 
(corrispondente dagli USA di Coscienzeinrete Magazine e Altrainformazione)
L’Obamapardo, ovvero “Cambiare tutto perché niente cambi“ così potremmo sintetizzare i tre quarti d’ora di conferenza stampa appena terminata in cui il presidente americano si è letteralmente arrampicato sugli specchi per calmare una fetta (minima) dell’opinione pubblica interna e una (discreta) fetta di quella internazionale sullo scandalo delle intercettazioni della National Security Agency.
Con un funambolico esempio di cerchiobottismo è riuscito a parlare tre quarti d’ora senza dire assolutamente nulla, cercando la quadratura del cerchio, vale a dire il conciliare “la difesa della nazione con il rispetto per le libertà civili[1] e di fatto lasciando nelle mani del Congresso e delle stesse agenzie di spionaggio il futuro della raccolta dati.
 
Un’impresa veramente al limite dell’impossibile, visto che è riuscito a contraddirsi più volte, ad esempio affermando, da un lato, che intende proibire il monitoraggio di leader stranieri di nazioni alleate anche se “i leader stranieri sono stati solo intercettati per la sicurezza nazionale” (anche i telefoni di leader di nazioni alleate come la Merkel?) e subito dopo che le agenzie di spionaggio “continueranno a raccogliere informazioni sulle intenzioni dei governi di tutto il mondo”.
 
Ha comunque annunciato un decreto presidenziale ai sensi del quale d’ora in avanti – ma tutto il materiale raccolto resta comunque in pancia a chi l’ha estorto, anche se si deve decidere dove conservarlo fisicamente – sarà possibile alle agenzie di spionaggio raccogliere metadati solo in sei casi: spionaggio e minacce da parte di stati stranieri contro gli USA e i loro interessi; minacce terroristiche verso Stati Uniti; minacce agli USA e ai loro interessi da entità in possesso di armi di distruzione di massa; minacce alla sicurezza cibernetica; minacce agli Stati Uniti o alle Forze Armate alleate; minacce internazionali, compresi finanziamenti illeciti e evasione delle sanzioni internazionali.
 
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Ritorna ancora una volta nel discorso di Obama il tema della eccezionalità per cui “le capacità dell’America sono uniche e proprio questo ci costringe a porci delle domande su ciò che è giusto fare” ma soprattutto emerge chiaramente una sostanziale assoluzione per NSA & company dato che, a suo dire, non vi sarebbero prove che esse abbiano abusato del loro potere e che buona parte dei metodi usati sono stati necessari per proteggere gli americani dalle minacce susseguite agli attacchi terroristi dell’11 settembre.
Rimettendo poi sostanzialmente la capacità decisionale al Congresso, ha lasciato aperta la strada a contenziosi di ogni genere che, di fatto, faranno sì che le cose continueranno nello stesso modo, solo con qualche passaggio in più.
Cambiare tutto per non cambiare nulla, dunque.
 
Anche nei confronti di Snowden, il presidente sembra non essersi spostato di un millimetro da quello che è il sentiment da questo lato dell’Atlantico, vale a dire che il giovane contractor della NSA, che per amor di libertà ha rivelato al mondo la natura e la dimensione di questo global voyerism – le cui rivelazioni avrebbero portatoa dire di Obama, “più ombre che luci” – non è che un nemico degli USA come un altro, avendo messo a rischio la sicurezza nazionale, il nuovo totem a stelle e strisce dal 9/11 in poi.
Dunque per lui e, ripeto, per buona parte degli americani, non ha nessun rilievo la motivazione che spinse Snowden ad avvisare il mondo di quanto stava accadendo, vale a dire un anelito di quella libertà peraltro sancita dal quarto emendamento della Costituzione americana; quello che conta è che il qualche modo Snowden ha danneggiato il suo Paese.
Né riusciamo a sentirci rassicurati quando Barak Obama afferma: il punto fondamentale è che la gente in tutto il mondo – a prescindere dalla loro nazionalità – deve sapere che gli Stati Uniti non stanno spiando le persone comuni che non minacciano la nostra sicurezza nazionale, e che prendiamo sul serio le loro preoccupazioni sulla privacy” proprio per il fatto che nelle misure annunciate non vi è assolutamente nulla che modifichi le premesse teoretiche della raccolta dati.
Tra i commenti a caldo di questo “American hustle” – mai titolo di film candidato all’Oscar fu più appropriato – mi sembra interessante quello di Julian Assange che, dall’ambasciata dell’Ecuador a Londra dove è intrappolato dal giugno del 2012, afferma:“Imbarazzante sentire un presidente degli Stati Uniti parlare per 45 minuti per non dire praticamente niente, veramente imbarazzante. Oggi Barack Obama non avrebbe detto nulla se non ci fossero state le rivelazioni di Edward Snowden. È stato costretto a questa mini-riforma a forza di calci e strilli. Ha anche detto che non c’è stato alcun abuso da parte della Nsa, ma questo è falso[2]“.
 
Sempre a caldo, degne di nota le prime reazioni europee che lamentano tutte la scarsa rilevanza delle misure annunciate dal presidente americano a fronte di uno scandalo globale che ha scosso le cancellerie di tutto il mondo.
Cosa dobbiamo concludere dunque?
A mio avviso il gattopardismo del discorso presidenziale ci rivela almeno due fatti importanti su cui riflettere:
Primo – che l’amministrazione USA è profondamente divisa sulla questione; da una parte i ‘falchi’ che vorrebbero imbavagliare la stampa e continuare come se niente fosse, e dall’altra le ‘colombe’, che sentono il pericolo di un’opinione pubblica sempre più contraria a questa amministrazione. In termini più terra-terra abbiamo, da un lato, la volontà di non spuntare le proprie frecce mentre la cyberwar diviene sempre più un confronto globale, mentre dall’altro c’è la preoccupazione di ingenti perdite di commesse internazionali per via del generale malcontento causato all’estero dalle rivelazioni di Snowden.
 
 
Secondo – e ancor più rilevante, a mio avviso: che un giovane non ancora trentenne, a partire da una istanza ideale, con un sagace uso della verità e grazie al potere dei media, ha saputo costringere al dialogo l’unica superpotenza mondiale, che avrebbe altrimenti continuato in segreto a tradire i propri cittadini e alleati, prendendosi gioco della Costituzione e di fatto compiendo ‘lecitamente’ azioni che, commesse dai cittadini, li porterebbero direttamente in carcere senza passare per il via.
 
Questo apre a importanti considerazioni su futuri scenari geopolitici in cui la sempre maggiore stretta totalitaria operata dalle élite mondiali si troverà a confrontarsi con una accresciuta e capillare capacità di consapevolezza da parte di fasce sempre più larghe di popolazione, le quali, grazie alla rete, saranno in grado di smascherare – come è avvenuto con il David Snowden nei confronti del Golia NSA – gli inganni e le macchinazioni del potere.
 
E questo ci riporta alla nostra responsabilità di soggetti attivi – e non solo oggetti passivi – nel divenire del nostro mondo.
 
Come mai è accaduto prima nella storia.
 
 

La lobby dei pedofili è al lavoro, guardate un po’ chi c’è ?

come sostiene certa società civile, vedi busi, fornero, vendola etc il bambino sw non sa cosa sia il sesso non lo può apprezzare, luridi maiali ma oggi proteggere  i bambini dai pedofili non ho capito perché sia diventato sentimento omofobo a quanto pare il caso del Forteto censurato dai media fa scuola e deve essere legalizzato. si potrà mica discriminare i pedofili? e l’eguaglianza? ed i loro diritti?

segnatevi i nomi di questi cinque gran pezzi di merda

 
Sul sito ufficiale del Senato possiamo leggere quanto segue:
 
GIOVANARDI, D’ASCOLA, TORRISI, BIANCONI, CHIAVAROLI
Sostituire l’articolo 1, con il seguente:
«Art. 1.
(Disposizioni in materia di contrasto a varie forme di discriminazione)
1. All’articolo 3 della legge 19 ottobre 1975, n. 654, e successive modificazioni sono apportate le seguenti modificazioni:
 
a) al comma 1, alle lettere a) e b) sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: ”o fondate sull’odio ovvero disprezzo o comunque palese ostilità tesa concretamente a ledere l’incolumità, la dignità e il decoro delle persone che manifestino anche solo apparentemente, ancorché non apertamente, orientamenti omosessuali, bisessuali, eterosessuali, PEDOFILI, se tali condotte discriminatorie siano poste in essere a motivo del loro orientamento sessuale e siano espressione di violenza o ostilità verso la persona e non di pensiero verso l’orientamento sessuale e lo stile di vita in sé”;
 
b) al comma 3, primo periodo, dopo le parole: ”o religiosi”, sono aggiunte, in fine, le seguenti: ”o fondate sull’odio ovvero disprezzo o comunque palese ostilità tesa concretamente a ledere l’incolumità, la dignità e il decoro delle persone che manifestino anche solo apparentemente, ancorché non apertamente, orientamenti omosessuali bisessuali, eterosessuali, PEDOFILI, se tali condotte siano poste in essere a motivo del loro orientamento sessuale e siano espressione di violenza o ostilità e non di pensiero verso l’orientamento sessuale e lo stile di vita in sé”.
NON MI PARE NECESSITI DI COMMENTI…..

Generale Russo parla della “Mafia Globale” e dell’ Elite dietro i Governi – Lezione prima – (video)

Traduzione del video apparso su Youtube di un Generale Russo che traccia i primi passi verso la comprensione di quella che lui chiamerà per tutto il video come: ” Mafia Globale”.
L’ Elite occulta e comune che sta dietro i Governi di tutto il Mondo, che prescinde dal dualismo ideologico in cui le masse sono a ancora prigioniere.
http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=DuCdOpQJ1eY

http://lagrandeopera.blogspot.it/2014/01/generale-russo-parla-della-mafia.html

Pagare (e Evadere) le Tasse nel Paese di Cialtronia

il diritto ad un tetto sulla testa, che i cittadini italiami si sono Pagati di tasca propria facendo lucrare infinite volte banche ed il suo sguattero cioè lo stato, in Italia è soggetto come ogni cosa alla TANGENTE
come interprepare altrimenti questa tassa? vuoi continuare ad abitare in casa tua? PAGA anche se ancora aho un mutuo in essere, o magari sei disoccupato ed i genitori ti hanno lasciato un tetto a suon di sacrifici, o magar sei un cassintegrato o pensionato.
questa è giustizia sociale 2.0 SINDACATI docet 

19 gennaio 2014
 
 
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Immagino di essere in buona compagnia con qualche milione di cittadini italiani residenti (ed ex residenti con parenti anziani) a bestemmiare davanti ad un computer per il calcolo della stramaledetta Mini Imu.
 
Io dopo qualche tentativo di fare da solo con carta e penna ho utilizzato questo sistema on-line del Sole 24 Ore:
 
 
(non garantisco risultati corretti, sia chiaro eh)
 
Quando ho raccontato ad uno dei miei partner Svizzeri che in Italia la tassa sugli immobili la devono calcolare i proprietari in base a parametri di legge, non voleva crederci. Poi quando ho tentato di spiegarli la genesi della Mini-IMU e il metodo di calcolo (legge alla mano), ha chiuso la conversazione (immagino noiosa per lui), mi ha fatto un sorriso e mi ha detto:
 
“Coraggio sarà un anno fantastico, c’è molto su cui lavorare”
 
Francamente “l’incoraggiamento” non mi ha sollevato, per quanto le grottesche questioni sul fisco italiano non mi riguardino quasi più, ho ancora parenti e amici incatenati all’inferno italiano e comunque in quanto “esperto di famiglia” mi tocca giustamente fare la mia parte.
 
Guardando alla sola situazione della mia famiglia e di quella dei miei amici non ho potuto fare a meno di non notare la difficoltà e l’imbarazzo di persone anziane a cui lo Stato richiede di fare calcoli da commercialista per pagare una tassa.
 
Ma ovviamente questo non è il peggio della questione: il punto è che nonostante il costo della macchina pubblica e l’esercito di burocrati inutili che manteniamo a scaldare una sedia lo STATO non è riuscito neppure a mandarci a casa un CAZZO di bollettino con l’importo da pagare.
 
L’emergenza del 2012 “forse” poteva spiegare l’anomalia per cui abbiano dovuto essere i cittadini e non gli uffici comunali a calcolarsi l’IMU, ma dopo un anno di tempo è inscusabile, cialtrone e criminale il comportamento di una macchina pubblica che non riesce dati alla mano a mandare a casa ai cittadini una lettera contenete un bollettino postale pre-compilato.
 
Oppure bisogna concludere che in realtà lo Stato questi dati li ha ma non è in grado di metterli insieme. Il che devo dire che conforta l’animo di tutti i cittadini che hanno scelto di evadere le tasse sul serio, una amministrazione pubblica che non è in grado dire ai cittadini quanto devono pagare per una tassa su un bene registrato come la casa, pensate davvero che si in grado di scovare i mitici “evasori fiscali”.
 
Ma per carità, nel paese di cialtronia si  fanno i controlli solo su chi opera in chiaro facendo il calcolo  su beni, redditi e attività registrate in maniera corretta, a questi poveracci gli si mandano lettere e visite per “fare il budget”. Per chi opera sul mercato libero (cioè le organizzazioni criminali e i grandi evasori) ogni giorno è natale nel paese di cialtroni, non sanno calcolare l’Imu alla signiora Maria e poi fanno i fenomeni in TV al grido “sgominertemo gli  evasori fiscali”. Come no! ahahahahah