ASSALTO A WALL STREET

Postato il Domenica, 05 gennaio – DI HENRY MAKOW

henrymakow.com

 Un film rivoluzionario che quelli della sinistra holliwoodiana vorrebbero bruciare !

Come appare nel trailer  Assalto a Wall Street” mostra come la crisi del credito del 2008 abbia distrutto la vita di un americano medio, Jim Baxford , guardia giurata di camion blindati , interpretato da Dominic Purcell .

Tutti i risparmi di una vita, investiti nel mutuo, improvvisamente svaniscono, sua moglie, che sta facendo una costosa terapia contro il tumore, si uccide e Baxford viene sbattuto fuori di casa sua. L’americano medio è raffigurato credibilmente come un poveraccio, sodomizzato dal sistema sanitario, finanziario, giuridico e dal governo stesso.

Un coro di sottofondo passa nelle immagini della TV  che  commenta come un piccola elite di criminali stia continuando ad arricchirsi, mentre la gente comune continua ad essere derubata . Non abbiamo mai vissuto un momento peggiore dai tempi della Grande Depressione , proprio come l’attentato dell’11 Settembre è avvenuto proprio nel momento peggiore.

Invece di denunciare i suoi persecutori su Internet , Baxford , che è un veterano dell’esercito, cerca  i colpevoli e comincia ad ucciderli. Il film termina in una furia omicida dove Baxford uccide tutti quelli che trova sulla sua strada.

Il film è stato scritto e diretto da Uwe Boll, 48 anni, tedesco, che ha già girato una serie di film violenti e horror per lo più senza avere mai successo, ma ha potuto girarli per approfittare degli sgravi fiscali che esistono in Germania. Un sacco di gente pensa che  Boll sia un incompetente e qualcuno ha anche firmato una petizione per chiedere di farlo smettere di fare film. raccogliendo circa 300.000 firme.  Allora Boll ha sfidato i suoi critici in un incontro di boxe ed ecco un  YouTube  dove lo si vede mentre fa schizzare la m…a   da un suo avversario.

Ewe Boll non è un tipo leggero, ha un dottorato di ricerca in letteratura che ovviamente  non dà nessuna garanzia, ma fatta eccezione per alcune goffaggini, questo suo ultimo film è ben fatto, credibile e avvincente .

In una intervistaBoll dice quello che pensa : « Quando si guardano film come Wall Street : . . Money Never Sleeps e Margin Call , … ci si sente quasi dispiaciuti per i brokers, ci si sente quasi dalla loro parte ….   Per me, io voglio che il film faccia sentire dalla parte delle persone che non sono ricche, di quelle che soffrono.  Di quella gente di cui non c’è niente da raccontare perché non ha futuro.  Anche quando il mercato azionario è risalito, solo il 12% delle persone ha potuto riprendere parte dei suoi soldi ed uscire dall’incubo. Questo è un film per quelli che perdono sempre, è una vendetta anche se solo di fantasia, naturalmente, non è che voglia  vedere davvero qualcuno che spara ai banchieri,  ma voglio che i banchieri almeno si sentano impauriti. Mi piacerebbe che pensassero : “Forse non dovremmo esagerare troppo“, perché in genere il pericolo si riconosce sempre troppo tardi. Non è vero?

Ci sono un sacco di attori di Hollywood che sono molto coinvolti  in questo tema, perché giocano sul mercato azionario e anche loro provocano sofferenza alla gente. Ammettiamolo  a che servono film come Argo ? Potrà pure essere un  grande film, ma non aiuta nessuno, forse potrà piacere alla CIA, ma è un film molto conformista, dove non si parla né di politica, né del coraggio per fare qualcosa :  Argo, per me, vale Zero.

Il coraggio si vede quando fai qualcosa contro il sistema . Qualcosa che può servire a svegliare la gente. Si può avere coraggio se fai sentire che la gente è ferita dal potere.  Credo che questo fosse quello che volevo far sentire, che qualcuno si sta facendo male. Cazzo !

Forse  questo  film li ha colpiti subito allo stomaco. (e  ride ) Forse questo film riuscirà a far sentire a disagio i banchieri, forse potranno anche pensare che qualcuno potrebbe fare certe cose veramente e subito  e forse sentiranno il bisogno di circondarsi ancora di più guardie del corpo. Direi proprio così.

Vorrei che sentissero bisogno di più guardie del corpo o il bisogno di cambiare il loro modo di fare. Non si dovrebbero pagare  stipendi di milioni di dollari, mentre la gente  muore di fame . Non ti pare ? E’ridicolo. Come dice nel film, un suo attore – John Heard –  alla fine del film: “Nel capitalismo … La crema resta sempre a galla“. Ma, è questo quello che vogliamo? Non so se vogliamo questo, ma io no ; Io credo che in un mondo normale, si possa vivere tutti, ma per come vanno avanti le cose c’è sempre più gente che non può permettersi nemmeno di vivere … »

“ASSALTO”  DIVENTA  UN CULT CLASSICO

Questo film coraggioso è stato girato per due società di Vancouver, la  Lynn Peak Productions, Inc. e la Brightlight Pictures e prodotto da Dan Clarke e Shawn Williamson, è stato girato ad aprile del 2012 ed è uscito a maggio 2013.

E’ stato proiettato per pochi giorni solo in un cinema di Los Angeles e ha ricevuto solo una manciata di recensioni  tutte ingiuriose. ” Spudoratamente scadente” ha scritto il Los Angeles Times.  ” « Assalto » suona  visivamente insipido come un film porno” ha scritto Variety .

Tuttavia, « Assalto » sta diventando un cult come “They” il film di John Carpenter. Il suo trailer è stato visionato da oltre 1,7 milioni persone ed ha entusiasmato l’uomo della strada.  – “ Grande film , devo andare a vederlo di nuovo . – Ho appena visto il miglior film da tanto tempo. – Film- BOMBA ! … Parla quasi della nostra vita .. crudamente .. ! ( e inevitabilmente ) … –  Qualcuno dovrebbe farlo davvero ! “

I film di oggi parlano tutti di come stanno controllando la nostra società : trattano della corruzione, della disinformazione (come “Argo”) e di ingegneria sociale (dove si parla sia di promiscuità che di porno). Perché nessuno ha mai girato film che colpiscono l’ America alla pancia, film che raccontano del crollo del credito o di quello che sta succedendo oggi in America? Sì, qualcuno ha girato qualche bel documentario , ma non l’ha visto nessuno. I film-artistici dovrebbe essere un riflesso della realtà.

Ci voleva un outsider come Uwe Boll per fare un film con questi contenuti?  Perché quelli che dicono di essere socialisti o progressisti, come George Soros a Hollywood, si sono fatti scappare questo film?

Perché questo è un film veramente rivoluzionario e sovversivo, non è un film fasullo, di quelli ” liberamente ispirato a … ” e spacciato come un reality . Quel socialismo non ha niente a che fare con la rivoluzione, è solo uno stratagemma per allargare il controllo del governo sull’individuo. È una parte del controllo dialettico fatto sia dalla  destra che dalla sinistra e che può aggiungere anche  Hollywood alla lista di tutti quelli che cercano sempre di metterlo in quel posto all’uomo comune. La paura che possa uscire fuori un vero Jim Baxford –un soldato del popolo-  come si definisce lui nel film- sta trasformando l’America in uno stato di polizia.

Ho qualche riserva sul personaggio di Baxford, prima di tutto perché è uno che si beve tutto quello che gli dicono, che crede al broker, al medico e all’assicuratore. E’ uno che crede anche a uno squallido avvocato e ai politici e, malgrado tutto, non riesce a capire che anche lui ha qualche responsabilità.

L’altra mia riserva è che quest’uomo, a sangue freddo, si è messo ad uccidere persone che non c’entrano niente con i problemi suoi, tanto che a un certo punto, spara a gente affacciata alla finestra del palazzo di fronte, senza sapere nemmeno chi sia.

Alla fine , il banchiere dice a Jim : «Sono i  banchieri e i proprietari e i consulenti che si arricchiscono ed è la gente qualsiasi, quelli che si comprano i loro titoli che ci rimettono sempre, sono quelli come te. Questo è il capitalismo . . ».

Andatelo  a raccontare a tutti quelli che nel 2013 hanno visto aumentare del 30% il valore delle loro azioni.  Non ci sarà mai una rivoluzione con rendimenti che fanno salti come questi! Ma se il mercato e l’economia dovessero crollare di nuovo …

Henry Makow

Fonte :  http://henrymakow.coml

Link : http://henrymakow.com/2014/01/assault-on-wall-street.html

1.01.2014

Traduzione per ComeDonChisciotte.org a cura di bosque.primario

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=12756&mode=&order=0&thold=0

PERCHE’ UNA GUERRA CON LA CINA E’ UTILE ?

Postato il Venerdì, 03 gennaio

Come regola generale, a un declino economico estremo di solito fa seguito un conflitto internazionale altrettanto estremo. A volte, questi disastri vengono attribuiti all’imperativo della sopravvivenza umana e al desiderio di accumulare ricchezze durante una crisi. Ma il più delle volte, la guerra in tempi di crisi economica è solitamente un mezzo per le elite politiche e finanziarie per distrarre la masse dai loro desolati portafogli e dalle loro pance vuote. La guerra galvanizza le società, spesso con false pretese. E non sto parlando delle “azioni politiche” superficiali o delle crociate per “diffondere la democrazie” in quei paesi del Terzo Mondo che neanche le vogliono.

No, sto parlando della guerra VERA: la guerra che mina il tessuto di una cultura, la guerra che esplode all’improvviso sull’uscio di casa della gente comune.

La realtà di un annientamento quasi totale è ciò che spesso gli oligarchi sfruttano per discolparsi della crisi economica, mentre plasmano a loro piacimento popoli e nazioni. Data la facile prevedibilità di un collegamento tra catastrofe economica e scoppio di una guerra, è più che normale che gli Americani oggi siano piuttosto preoccupati. Mai finora nella storia il nostro paese è stato così vicino a un crollo economico di così vaste dimensioni, il tipo di crollo che uccide le valute e nello stesso tempo fa sprofondare in povertà centinaia di milioni di persone. E’ un crollo a cui siamo gradualmente arrivati grazie proprio agli sforzi dei finanzieri internazionali e delle banche centrali. Ne consegue, quindi, che la gravità della situazione è tale che c’e’ bisogno di qualcosa di altrettanto grave per distrarre l’attenzione generale. E’ difficile prevedere quale forma assumerà questa distrazione e da dove avrà inizio, soprattutto perché le “elite” hanno così tante opzioni tra cui scegliere.

Il Medio Oriente è, ovviamente, una delle possibilità. L’Iran, anch’esso è un possibile catalizzatore. Lo stesso vale per la Siria, che è ancora in ballo. L’Arabia Saudita e l’Israele ora stanno collaborando in una strana alleanza che promette future agitazioni non indifferenti – anche senza l’intervento degli Stati Uniti. Sono ancora molti gli Americani che temono lo spauracchio Al Qaeda, ed un attacco terroristico non è poi così difficile da fabbricare. Tuttavia, se considero come sta cambiando l’equilibrio tra i poteri economici e se osservo gli attuali spiegamenti militari, credo che un potenziale pericolo possa nascere non solo negli aridi deserti della Siria e dell’Iran, ma anche nelle acque agitate del Mar della Cina Orientale.

La Cina è LA chiave di qualsiasi possibile implosione del sistema monetario statunitense. Altri paesi, come l’Arabia Saudita, possono certamente avere un loro ruolo, ma in ultima analisi, sarà la Cina a sferrare il colpo decisivo contro lo status di riserva detenuto dal dollaro. I dollari e i Buoni del Tesoro Americano posseduti dalla Cina potrebbero essere utilizzati come un’arma per scatenare una svendita a livello globale di beni e ricchezze legati al dollaro. La Cina ha interrotto i futuri acquisti di titoli e beni in dollari e ha limitato l’uso del dollaro negli accordi commerciali bilaterali con diversi altri paesi. I paesi produttori di petrolio stanno dirigendo le loro alleanze verso la Cina poiché essa è attualmente il più grande consumatore di petrolio. Ed è più che chiaro che la Cina si è preparata a tutto questo da anni. Quindi, date le attuali circostanze, come possono gli Stati Uniti anche solo pensare di entrare in conflitto con l’Oriente? Sfidare a duello i propri creditori di solito non finisce molto bene. E nella migliore delle ipotesi, sarebbe un suicidio economico. Ma forse il punto è proprio questo: forse l’America intende proprio compiere deliberatamente questo passo apparentemente stupido. Ecco alcuni segni di come si stanno gettando le basi per un conflitto..

GUERRA DI VALUTE E DI MISSILI

Nel Marzo del 2009, funzionari militari e d’intelligence statunitensi hanno si sono riuniti per partecipare insieme a un gioco di simulazione di guerra, un ipotetico conflitto economico tra USA e Cina.
Le conclusioni di questo “gioco” sono stato alquanto sinistre. I partecipanti hanno realizzato che gli Stati Uniti non avevano alcuna possibilità di vincere in un conflitto economico con la Cina. Ad ogni azione statunitense, la Cina aveva pronta una contromossa, un asso nella manica – ovvero, le loro riserve in dollari americani, che potevano usare come una bomba monetaria a neutroni, causando una reazione a catena che avrebbe condotto all’abbandono del dollaro da parte di tutti gli esportatori del mondo. Hanno anche scoperto che la Cina, silenziosamente, nel corso degli anni, aveva accumulato in giro per il mondo beni durevoli (terreni e oro), utilizzando per acquistarli fondi sovrani, società partecipate dal governo e fondi partecipativi azionari. La Cina poteva usare questi beni materiali come scudo contro eventuali svalutazioni dei suoi fondi in dollari e in titoli del Tesoro statunitense; in altre parole, nell’eventualità che avesse deciso di affossare il dollaro, le relative perdite finanziarie che ne sarebbero conseguite sarebbero state di entità accettabile.

La naturale risposta degli scettici a questo gioco di guerra simulata e alle sue conclusioni, era che il ricorso alla forza militare era solo l’ultima carta da utilizzare nell’eventualità di uno scontro economico USA/Cina. Ovviamente, i rapporti tra Cina e Russia suggerirebbero una possibile alleanza in risposta a tale azione ed escluderebbe totalmente il ricorso alle armi nucleari (a meno che le “elite” non stiano seriamente considerando un Armageddon nucleare…).

Detto questo, è, tuttavia, molto probabile che di fronte all’affossamento del dollaro da parte della Cina, il Governo possa seriamente ricorrere ad un’azione militare, come accadde con la militarizzazione e il totalitarismo tedesco in risposta alla grave inflazione del marco. Ma è folle anche pensare che gli unici a poter sperare di vincere in una simile impresa sarebbero gli internazionalisti. Secondo me, questo potrebbe realmente essere il piano dei globalisti statunitensi e delle loro controparti asiatiche ed europee. L’ascesa della Cina a superpotenza finanziaria non è dovuta a suoi meriti puramente economici.

Infatti, la Cina ha un sistema fiscale scadente e innumerevoli progetti infrastrutturali finiti nel niente. Quello che invece la Cina ha come punto a suo favore è l’enorme flusso di capitali provenienti da banche e società multinazionali, di cui la maggior parte statunitensi ed europee. Inoltre, la sua valuta locale (Yuan) è fortemente sostenuta da entità finanziarie come JPMorgan Chase and Co. Il Fondo Monetario Internazionale sta tentando di includere la Cina nella sua valuta globale, l’SDR, cosa che darebbe al paese un ulteriore spinta a far crollare definitivamente lo status di riserva del dollaro. Grandi società finanziarie e banche centrali hanno reso più che possibile per la Cina di uccidere il dollaro, definendola apertamente come una “buona cosa”.
E’, quindi, possibile che gli scenari da giochi di guerra considerati dal Pentagono e da altri think-tank elitari come la RAND Corporation, non mirassero ad evitare un conflitto con la Cina, ma, anzi, ad assicurarsi che ne scoppiasse davvero uno?

LE ISOLE SENKAKU

Ogni guerra ha la sua scintilla, un evento di cui i libri di storia, in seguito, diranno “da lì scaturì tutto”. Per le guerre spagnole/americane fu il bombardamento della USS Maine.
Per la Prima Guerra Mondiale fu l’assassinio dell’Arciduca Francesco Ferdinando d’Austria. Per il coinvolgimento degli Stati Uniti nella Prima Guerra Mondiale fu l’affondamento del Lusitania da parte di un U-Boat tedesco. Per il coinvolgimento degli Stati Uniti nella Seconda Guerra Mondiale fu l’attacco a Pearl Harbor. Per il Vietnam fu l’incidente nel Golfo di Tonkin (raccomando ai lettori di leggere con attenzione le storie nascoste intorno a tutti questi eventi). Mentre lo scoppio iniziale di un conflitto sembra essere spontaneo, la realtà è che la maggior parte delle guerre sono pianificate con largo anticipo. Ci sono prove concrete che la Cina sia stata deliberatamente messa in condizioni di sferrare un attacco economico agli Stati Uniti d’America.

Il nostro governo è pienamente cosciente di quali sarebbero le conseguenze di un simile attacco, considerando che hanno ripetuto lo scenario del “gioco” di guerra più e più volte. E, per precisa ammissione della RAND Corporation, è da tempo che la Cina e gli U.S.A. si preparano ad un possibile scontro, entrambi basandosi sul concetto dell’ attacco preventivo. Cioè: l’unica reazione alla quale entrambe le parti si sono da tempo allenate e’ quella di attaccare per primi. La semplice e banale disputa sulle Isole Senkaku nel Mar della Cina Orientale, fornisce un perfetto scenario dove porre una miccia e far scattare una scintilla. Recentemente, la Cina ha istituito una “zona di difesa aerea” che si estende al di sopra di queste isole, che il Giappone ha già rivendicato come proprie. Cina, Corea del Sud e Stati Uniti, tutti e tre si sono già mossi per sfidare questa zona di difesa. La Corea del Sud ha addirittura esteso la sua propria zona di difesa aerea sovrapponendosi a quella Cinese. La Cina ha risposto avvertendo che da questo momento in poi la sua flotta aerea militare monitorerà l’area e richiederà che tutte le altre nazioni forniscano preventivamente i piani di volo delle linee civili. La Cina ha anche affermato di avere in programma nel prossimo futuro l’ istituzione arbitraria di ULTERIORI zone di difesa aerea.

E’ da tempo che il Governo Statunitense di Barack Obama ha in mente di spostare la sua influenza militare nel Pacifico, proprio allo scopo di contrastare la dilagante presenza cinese. E quasi come se la Casa Bianca già sapesse che uno scontro fosse imminente. Ora questo “spostamento” è in fase di accelerazione, per la vicenda delle Isole Senkaku, e gli Stati Uniti stanno trasferendo in Giappone dei loro jet anti-sottomarino, confermando il loro pieno appoggio al Giappone nell’eventualità di un conflitto bellico. E, più recentemente, la stampa Giapponese ha anche predetto che lo scontro tra i due paesi potrebbe già avvenire nel prossimo Gennaio.

La Cina, con la sua flotta piuttosto limitata, ha concentrato tutte le sue energie e risorse economiche in tecnologie missilistiche avanzate – compresi gli “ship-killer”, che volano troppo basso e troppo veloce per poter essere rilevati dai normali radar. E’ la stessa strategia di guerra compatta e ad alta precisione adottata da paesi come la Siria e l’Iran, una strategia intesa proprio a confondere le tradizionali tattiche militari statunitensi. Inoltre, riguardo alle Isole Senkaku, ben pochi sono stati finora i passi diplomatici intrapresi. Il giusto condimento per un piatto molto amaro. Tutto quello che ora serve è un evento deflagrante – quell’ironica “svolta del destino”, come gli storici amano definire, quella scintilla che dà fuoco alla miccia.
La Cina potrebbe, ad esempio, vendere all’improvviso una grande quantità di Buoni del Tesoro Americano, magari come risposta all’esito del dibattito internazionale sulla cancellazione del debito previsto nella prossima primavera. Gli Stati Uniti potrebbero ricorrere a un attacco preventivo abbattendo un aereo militare o un sottomarino Cinese. Un missile impazzito potrebbe distruggere un aereo civile che viaggia nella zona di difesa e le due parti se ne darebbero reciprocamente la colpa. Il punto è che non possiamo aspettarci niente di buono da un’escalation della disputa sulle Senkaku.

PERCHÉ LA GUERRA È UTILE ?
Cosa c’è da guadagnare dal fomentare una guerra tra Stati Uniti e la Cina?
Cosa ci si può mai ricavare dal gettare l’economia Americana, la cosiddetta “gallina dalle uova d’oro” tra le braccia dei “lupi” della finanza?
Come detto prima, la distrazione è ai massimi livelli, e la paura è un prezioso capitale politico e sociale. I finanzieri del globo hanno posto le basi di un probabile disastro economico Americano. Ma non vogliono addossarsene la colpa. La guerra fornisce una perfetta copertura per il crollo monetario ed una guerra con la Cina potrebbe diventare la copertura di tutte le altre coperture. Il danno finanziario che ne conseguirebbe e l’orrore per tutti gli Americani, potrebbero essere tremendi. In un tempo di guerra, quegli attivisti che mettono in discussione la legittimità e le azioni del governo statunitense, in passato considerato il massimo campione del libero pensiero, potrebbero facilmente essere etichettati come “traditori”dalle autorità e dalle masse impaurite (se il governo di oggi è pronto ad utilizzare contro di noi l’ Internal Revenue Service, pensate a quello che potrebbe combinare, sempre contro di noi, nell’eventualità di un caos post-bellico).

Tra le fitte nebbie di un panico nazionale, ci vorrà ben poco per arrivare a sopprimere i diritti e le libertà civili. In primo luogo, la guerra tende a influenzare le masse, incoraggiandole ad una maggiore centralizzazione dei poteri, privandole dei loro diritti nel nome di un “bene comune maggiore” e ad accettare una minore trasparenza nelle attività governative e un sempre maggior potere nelle mani di sempre meno persone. Ma ciò che è più importante, è che, quando le polveri si sono posate, la guerra può rivelarsi un potente strumento di manipolazione filosofica. La propaganda che è seguita praticamente a tutte le guerre del 20° e 21° secolo, implicava, sostanzialmente, un messaggio: la sovranità nazionale, o il nazionalismo, è la causa di tutti i problemi. Il sistema istituito poi stabilisce che esiste una sola e unica soluzione per i problemi del paese: la globalizzazione.

Questo articolo di Andrew Hunter, presidente della Australian Fabian Society, è esattamente il tipo di discorso che mi aspetto di sentire, se scoppierà un conflitto tra Stati Uniti e Cina. Identità e sovranità nazionale diventano i capri espiatori; e i Fabians (propagandisti globalisti) saranno lì, pronti a puntare il dito. La loro teoria è che gli stati-nazione non dovrebbero più esistere, che i confini dovrebbero essere cancellati e che si dovrebbe istituire un unico sistema economico e politico globale. Solo allora finiranno guerre e crisi finanziarie. E chi ci sarà a capo di questa utopia universale interdipendente? Tre a caso: provate a indovinare… I Fabians, ovviamente, non parlano di banchieri globali e del loro ruolo nell’istigare le guerre e le depressioni degli ultimi 100 anni. E sono sempre queste le persone che poi finiscono ad occupare posizioni di autorità e responsabilità nel momento in cui si instaura la globalizzazione.

Quello che la maggior parte della gente ancora non comprende è che i globalisti non hanno alcun legame o senso di appartenenza con alcun paese in particolare, e sono pronti a sacrificare governi, economie, persino intere culture, nel perseguimento della loro “società ideale”. Dopo tutto il loro motto è: “Dal caos l’ordine”. La linea di fondo è che una guerra tra Cina e Stati Uniti non sarà causata da questioni di sovranità nazionale. Piuttosto, sarà scatenata dalle “elite” in cerca di un modo per PORRE FINE alla sovranità nazionale. Ecco perché un tale ipotetico conflitto, un conflitto architettato da anni dai “think-tank”, è molto probabile che diventi realtà.

Brandon Smith
Fonte: www.alt-market.com
Link: http://www.alt-market.com/articles/1866-is-war-with-china-inevitable
11.12.2013

Traduzuione per www.comedonchisciotte.org a cura di SKONCERTATA63
http://www.comedonchisciotte.org/site//modules.php?name=News&file=article&sid=12752&utm_medium=referral&utm_source=pulsenews

DIEUDONNE’ M’BALA M’BALA: LA BESTIA NERA DELL’ESTABLISHMENT FRANCESE

la Francia non era la terra della libertà ed eguaglianza??? E perché l’attacco al comico di colore non è tacciato come razzista ma anzi auspicato ed incoraggiato? Due pesi e due misure, anche oltre confine

Postato il Venerdì, 03 gennaio      Europa DI DIANA JOHNSTONE
counterpunch.org

La polemica per metter la museruola a Dieudonné M’Bala M’Bala?

I Media tradizionali francesi e politici stanno iniziando il nuovo anno con una risoluzione condivisa da tutti loro per il 2014: azzittire per sempre un comico franco- africano che sta diventando troppo popolare tra i giovani. Tra Natale e Capodanno, niente meno che il Presidente della Repubblica , François Hollande, in visita d’affari (e grandi, pure) in Arabia Saudita, ha detto che il suo governo deve trovare un modo per vietare gli spettacoli del comico Dieudonné M’Bala M ‘ Bala, come richiesto dal ministro degli Interni, Manuel Valls.
Il leader del partito di opposizione conservatore, UMP, Jean -François Copé, subito intervenuto con il suo ” pieno sostegno” per mettere a tacere l’intrattenitore ingestibile.

Nel coro unanime dei media, il settimanale Nouvel Observateur esce con un editoriale che definisce Dieudonné ” già morto, spazzato via e sepolto”. I giornalisti pubblicamente han discusso se fosse una tattica migliore cercare di mandarlo in galera  per ” incitamento all’odio razziale” e chiudere i suoi spettacoli per motivi di ” minaccia per l’ordine pubblico”, oppure fare pressione sui  municipi minacciandoli di tagli ai sussidi per la cultura se gli permettono di esibirsi .

L’obiettivo del capo della polizia nazionale Manuel Valls è chiaro, ma sono i poteri esecutivi che brancolano per il metodo da adottare.
Il cliché sprezzante ripetono fino alla nausea è che ” Dieudonné non fa più ridere nessuno”.
In realtà  è vero il contrario. E proprio qui sta il problema . Nel suo recente tour delle città francesi, i video mostrano grandi teatri zeppi e ruggenti di risate col loro umorista preferito. Lui poi ha reso popolare un semplice gesto , che chiama la “quenelle “. Viene imitato dai giovani in tutta la Francia . E ‘ semplice e ovviamente significa, siamo stufi .

Per inventare un pretesto per distruggere Dieudonné , le principali organizzazioni ebraiche CRIF ( Conseil des représentatif Istituzioni Juives de France , l’ AIPAC francese) e Licra ( Ligue internationale contre le racisme et l’ antisémitisme , che gode di particolari privilegi nel diritto francese ) se ne sono usciti con un fantasioso marchio per Dieudonné e  seguaci come dei  “nazisti” . La quenelle è fin troppo ovviamente un gesto volgare che significa grosso modo ” fìccatelo su per il…” , con una mano posta nella parte superiore del braccio verso il basso per indicare ” quanto in su” devi ficcartelo .

Ma per il CRIF e LICRA , la quenelle è “un saluto nazista al contrario”! . ( Non si può mai essere troppo zelanti quando si cerca l’ Hitler nascosto..) Come qualcuno ha osservato , “un saluto nazista al contrario ” potrebbe allora essere considerato anti- nazista, se davvero avesse a che fare con Heil Hitler. Il che non è così, chiaramente. Ma i media del mondo stanno prendendo per buona questa affermazione , se non altro sottolineando che ” alcuni considerano la quenelle come un saluto nazista  invertito” . Non importa che chi lo usa non ha alcun dubbio su ciò che significa : Fot — il sistema! Ma fino a che punto si posson considerare CRIF e LICRA come”sistema”

La Francia ha bisogno di tutte le risate possibili

L’industria francese sta scomparendo , con chiusure di fabbriche settimana dopo settimana . Le imposte sui cittadini a basso reddito sono in aumento, tutto per salvare le banche e l’euro. La disillusione con l’Unione europea è in crescita. Le norme UE vietano qualsiasi serio sforzo per migliorare l’ economia francese. Nel frattempo , i politici di sinistra e destra continuano i loro discorsi vuoti, pieni di luoghi comuni sui ” diritti umani” – in gran parte come scusa per andare in guerra in Medio Oriente o sbraitare contro Cina e Russia . L’ indice di gradimento del presidente Hollande è affondato al 15 % . Comunque le persone votino, avranno le stesse politiche Made in EU .Perché allora i politici al potere stanno concentrando la loro ira su ” l’umorista di maggior talento della sua generazione ” (come i suoi stessi colleghi riconoscono , anche quando lo denunciano) ?
La risposta in breve è che probabilmente l’ aumento di popolarità di Dieudonné tra i giovani mostra una crescente divario generazionale. Dieudonné ha voltato la risata contro l’intero establishment politico. Ciò ha portato a un torrente d’insulti e giuramenti di chiudere i suoi spettacoli, rovinarlo finanziariamente e anche metterlo in galera. L’attacco sta dando anche il destro per  attacchi fisici contro di lui . Pochi giorni fa il suo assistente Jacky Sigaux è stato fisicamente aggredito in pieno giorno da uomini mascherati davanti al municipio del 19 ° arrondissement – proprio di fronte al parco Buttes Chaumont . Ha presentato denuncia .
Ma quanta protezione c’è da aspettarsi da un governo il cui ministro degli Interni, Manuel Valls – responsabile della polizia – ha promesso di cercare in ogni modo di far tacere Dieudonné
La storia è significativa, ma è quasi certo che sarà mal riferita fuori della Francia – così come è mal  raccontata all’interno della Francia, dove c’è la fonte di quasi tutti i rapporti esteri . Nella traduzione, un po ‘di ingarbugliamento e di falsità si aggiungono alla confusione.

Perché lo odiano ?

Dieudonné M’Bala M’Bala è nato in un sobborgo di Parigi, quasi 48 anni fa . Sua madre era bianca e Bretone, suo padre africano del Camerun . Questo avrebbe potuto far di lui un bambino da manifesto per il ” multiculturalismo ” che la sinistra ideologicamente dominante pretende di promuovere. E durante la prima parte della sua carriera , collaborando con il suo amico ebreo Elie Simun, lui fece proprio questo: campagne contro il razzismo , focalizzando la sua critica al Fronte Nazionale e anche candidandosi contro un candidato FN nella città -dormitorio di Dreux , circa 90 Km a ovest di Parigi , dove vive . Come i migliori umoristi , Dieudonné ha sempre mirato su eventi attuali , con calore e dignità inusuale per la professione . La sua carriera fiorì , ha recitato in qualche film, è stato ospite in televisione, si è fatto largo insomma. essendo grande osservatore, eccelle in imitazioni relativamente sottili di vari tipi di personalità e gruppi etnici da africani a cinesi.
Dieci anni fa, il 1 dicembre 2003 , come ospite in uno show televisivo chiamato opportunamente “Non si può piacere a tutti ” , dedicata agli eventi in corso , Dieudonné è venuto sul palco  travestito da ” convertito all’ estremismo sionista ” facendo proclami a tutti perchè si unissero all’”Asse israelo-americano del Bene” . Quello fu il primo anno di aggressione degli Stati Uniti contro l’Iraq, in cui il rifiuto della Francia di unirsi all’attacco aveva portato Washington a ribattezzare le patatine fritte da “french fries” (che son poi  belghe in realtà) a ” Freedom Fries ” o “patatine della libertà” . Un attacco relativamente mite su George W. Bush e il suo” Asse del Male” sembrava totalmente in  spirito coi tempi . Lo sketch veniva concluso con un breve saluto, ” Isra – Heil “. Questo era lungi dall’essere repertorio di Dieudonné , ma nondimeno , l’umorista veniva entusiasticamente abbracciato da altri artisti , mentre il pubblico in studio gli ha tributato una standing ovation .
Poi le proteste cominciarono ad arrivare , soprattutto per quanto riguarda l’ ultimo gesto visto come un paragonare Israele alla Germania nazista .

“Anti- semitismo ” era il grido , anche se l’obiettivo era Israele come nazione( e gli Stati Uniti come alleati in Medio Oriente ) . Cominciarono moltiplicati appelli per vietare i suoi spettacoli, di citarlo in giudizio e distruggere la sua carriera. Dieudonné ha tentato di giustificare il suo sketch come non mirato gli ebrei in quanto tali, ma, a differenza di altri prima di lui, non si sarebbe scusato per un reato che non credeva di aver commesso. Perché nessuna protesta venne mai da Africani che aveva preso in giro? O Musulmani o Cinesi? Perché una singola comunità reagire con tanta furia?
Inizia così un decennio di escalation . LICRA ha iniziato una lunga serie di cause legali contro di lui (” incitamento all’odio razziale”) , in un primo momento perdente , ma continua a  mantenere la pressione . Invece di tirarsi indietro, Dieudonné è andato più lontano nella sua critica del  sionismo dopo ogni attacco . Nel frattempo , Dieudonné è stato gradualmente escluso dalle apparizioni televisive e trattato come un paria dai media di regime. E ‘solo la recente valanga internet di immagini che mostrano giovani mentre fanno il segno della quenelle che ha mosso le istituzioni  a concludere che un attacco diretto sarebbe più efficace che non cercare di ignorarlo .

Lo sfondo ideologico

Per cominciare a capire il significato della vicenda Dieudonné, è necessario cogliere il contesto ideologico. Per ragioni troppo complesse per rivederle qui , la sinistra francese – sinistra che una volta era soprattutto interessato al benessere della classe operaia , con l’uguaglianza sociale , l’opposizione alle guerre di aggressione , la libertà di parola – è praticamente defunta . La destra ha vinto la battaglia economica decisiva , con il trionfo delle politiche a favore della stabilità monetaria e gli interessi dei capitali d’ investimento internazionali: il neo -liberismo insomma. Come premio di consolazione, la sinistra gode di una certa dominanza ideologica , basata su anti- razzismo , anti- nazionalismo e devozione verso l’Unione europea – anche per l’ipotetica ” Europa sociale” che quotidianamente retrocede nel cimitero dei sogni perduti. In realtà, questa ideologia si sposa perfettamente con una globalizzazione orientata alle esigenze del capitale finanziario internazionale.

In assenza di qualsiasi seria sinistra socio – economica, la Francia è sprofondata in una sorta di  Politica dell’Identità che loda sì il multiculturalismo ma contemporaneamente reagisce con veemenza contro il comunitarismo, cioè l’affermazione di eventuali particolarismi etnici indesiderati. Infatti alcuni particolarismi etnici sono meno graditi di altri. Il velo islamico è stato vietato nelle scuole , e cresce la richiesta di vietarlo nella società in genere. Il Naqib e burka , da sempre cose rare a vedersi, sono stati legalmente vietati . Controversie eruttano sui cibi halal (=carni macellate secondo rito musulmano NdT) nelle mense e sulle pubbliche preghiere in strada , mentre i cartoni animati e fumetti vari si fanno beffe regolarmente dell’Islam . Qualunque cosa si possa pensare di ciò, la lotta contro il comunitarismo può essere vista da alcuni come diretta contro una particolare comunità . Nel frattempo , i leader francesi hanno dissepolto l’ascia di guerra contro paesi musulmani dalla Libia alla Siria , restando pur sempre devoti a Israele .

Nel frattempo , un’altra comunità è oggetto di costanti attenzioni. Negli ultimi 20 anni , mentre la fede religiosa e l’impegno politico sono diminuiti drasticamente, l’Olocausto, chiamato Shoah in Francia, è progressivamente diventato una sorta di religione di Stato. Le scuole commemorano la Shoah ogni anno, il concetto domina sempre più la coscienza storica , mentre in altri settori è in declino insieme a molti studi di tipo umanistico . In particolare, di tutti gli eventi nella lunga storia della Francia , l’unico tutelato dalla legge è la Shoah. La cosiddetta legge Gayssot vieta qualsiasi dubbio sulla storia della Shoah , un’interferenza del tutto senza precedenti con la libertà di parola . Inoltre , ad alcune organizzazioni come la LICRA , è stato concesso il privilegio di citare in giudizio individui sulla base di ” incitamento all’odio razziale ” (interpretato in senso molto ampio e diseguale ) con la possibilità di aver risarciti i danni a nome della “comunità ferita ” . In pratica , queste leggi sono utilizzate principalmente per perseguire un presunto ” antisemitismo  o  negazionismo “, riguardante la Shoah . Anche se spesso sono respinte dal tribunale , tali cause costituiscono vessazioni e intimidazioni . La Francia è quel raro paese in cui il movimento BDS ( Boicottaggio , Disinvestimento , Sanzioni ) contro le pratiche di insediamenti illegali israeliani può anche essere attaccato come “incitamento all’odio razziale”.

La JDL, Lega per la Difesa Ebraica notoriamente incline alla violenza, fuorilegge negli Stati Uniti e anche in Israele, è nota per fracassare librerie o picchiare persone isolate, anche anziani. Quando identificati , un bel volo per Israele è la loro scappatoia. Le vittime della JDL non riescono a ispirare niente anche solo vicino alla massiccia indignazione pubblica suscitata quando una persona ebrea cade vittima di violenza sfrenata . Nel frattempo , i politici affollano la cena annuale del CRIF con lo stesso zelo che negli Stati Uniti si affollano alla cena di AIPAC – non tanto per gola dei fondi della campagna elettorale quanto per dimostrare i loro sentimenti politicamente corretti.
La Francia ha la più grande popolazione ebraica in Europa occidentale,  in realtà in gran parte composta da gente sfuggita alla deportazione durante l’occupazione tedesca che ha inviato immigrati ebrei nei campi di concentramento . Oltre a questa vecchia popolazione ebraica consolidata, ci sono molti nuovi arrivati dal Nord Africa . Tutto questo si somma in una molto dinamica popolazione di successo , numerosa nelle professioni più visibili e popolari ( giornalismo ,  spettacolo , e pure scienza e medicina, tra gli altri) .

Di tutti i partiti francesi , il Partito socialista ( in particolare tramite il partito laburista israeliano di Shimon Peres nell’Internazionale socialista ) ha i più stretti legami storici con Israele. Nel 1950 , quando la Francia stava combattendo contro il movimento di liberazione nazionale algerino , il governo francese ( via Peres ) ha contribuito al progetto israeliano di costruire armi nucleari . Oggi non è il partito laburista che governa Israele, ma l’estrema destra . L’accoglienza calda nel recente viaggio di Hollande da Benjamin Netanyahu ha dimostrato che la deriva ultra-destrorsa della politica in Israele non ha fatto nulla per aumentare la tensione delle relazioni – che sembrano più  amichevoli che mai .
Eppure questa comunità ebraica è molto più piccola rispetto al gran numero di immigrati arabi provenienti dal Nord Africa o immigrati neri provenienti dalle ex colonie francesi in Africa . Diversi anni fa, un leader intellettuale del partito socialista , Pascal Boniface , prudentemente ha avvertito i leader di partito che la loro parzialità pesante a favore della comunità ebraica potrebbe eventualmente causare problemi elettorali . Questa affermazione in un documento di valutazione politica ha causato un putiferio che quasi gli costò la carriera. Ma resta il fatto : non è difficile per i francesi di sfondo araba o africana a sentire che il ” comunitarismo “, che ha davvero peso è quello del la comunità ebraica .

Gli usi politici della Shoah

Norman Finkelstein ha mostrato qualche tempo fa che l’Olocausto può essere sfruttato per scopi assai poco nobili : ad esempio per estorcere fondi dalle banche svizzere . Tuttavia, in Francia la situazione è molto diversa . Senza dubbio il promemoria costante della Shoah serve come una sorta di protezione per Israele dalla ostilità suscitata dal suo trattamento dei palestinesi. Ma la religione dell’Olocausto ha un altro, più profondo impatto politico senza alcuna relazione diretta con il destino degli ebrei .
Più di ogni altra cosa , Auschwitz è stato interpretato come il simbolo di ciò cui porta il nazionalismo. Il riferimento ad Auschwitz è servito a dare una cattiva coscienza all’Europa , e in particolare ai Francesi , visto che il loro relativamente piccolo ruolo nella questione era il risultato di una sconfitta militare e l’occupazione da parte della Germania nazista . Bernard- Henri Lévy , lo scrittore la cui influenza è cresciuta fino a proporzioni grottesche negli ultimi anni ( ha guidato il presidente Sarkozy in guerra contro la Libia ) , ha iniziato la sua carriera come ideologo , sostenendo che ” il fascismo ” è la vera e propria ” ideologia francese” . Senso di colpa , senso di colpa , senso di colpa . Inserendo Auschwitz come l’evento più importante della storia recente, vari scrittori e oratori giustificano per impostazione predefinita il crescente potere dell’Unione europea in sostituzione necessariamente per le nazioni europee intrinsecamente ” cattive” . Mai più Auschwitz ! Sciogliere gli stati-nazione in una burocrazia tecnica , senza l’influenza emotiva dei cittadini che potrebbero votare in modo non corretto . Ti senti francese? O tedesco? Ti dovresti sentire in colpa per questo – a causa di Auschwitz . Gli europei sono sempre meno entusiasti dell’UE che rovina loro economie e li priva di ogni potere democratico sull’economia. Possono votare sì, ma per il matrimonio gay, e non per la benchè minima misura keynesiana , tanto meno per  il socialismo . Tuttavia , il senso di colpa per il passato dovrebbe tenerli fedeli al sogno europeo. I fans di Dieudonné , a giudicare dalle fotografie , sembrano essere prevalentemente giovani, un po’ meno donne, di età compresa tra i venti e i trenta per lo più . Sono nati due generazioni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Hanno passato la vita a sentir parlare di Shoah . Oltre 300 scuole di Parigi portano una targa che commemora il tragico destino dei bambini ebrei deportati nei campi di concentramento nazisti. Che cosa può essere l’effetto di tutto questo? Per molti che sono nati molto tempo dopo questi eventi terribili, sembra che tutti debbano sentirsi in colpa – se non per quello che non hanno fatto , per quello che potrebbero presumibilmente fare se avessero una possibilità.
Quando Dieudonné ha trasformato una vecchia canzonetta semi – razzista ” tropicale”, Chaud Cacao(Ciccolata calda), in “Shoah all’ Ananas” , la melodia è ripresa in massa dai tifosi di Dieudonné . Oserei pensare che non stanno facendosi beffe della reale Shoah , ma piuttosto dei promemoria ossessivi di eventi che dovrebbero farli sentire in colpa , insignificanti e impotenti . Gran parte di questa generazione è stufa di sentir parlare del periodo 1933-1945 , mentre il loro futuro è assai vago ed oscuro. Non si ferma più nessuno
Domenica scorsa, un famoso giocatore di calcio di origine afro – belga, Nicolas Anelka , che gioca nel Regno Unito, ha fatto la quenelle dopo aver segnato un gol – in solidarietà con questo amico Dieudonné M’Bala M’Bala . Con questo gesto semplice e fondamentalmente insignificante , il fracasso è salito a nuove altezze . Nel parlamento francese , Meyer Habib rappresenta  circa 4.000 israeliani di origine francese . Lunedi ‘ ha cinguettato: “La quenelle di Anelka è intollerabile ! Vorrei introdurre un disegno di legge per punire questo nuovo saluto nazista praticato da antisemiti”.

La Francia ha adottato leggi per punire l’antisemitismo, col risultato opposto . Tali misure semplicemente tendono a confermare la vecchia nozione che ” gli ebrei governano il paese ” e contribuendo quindi al crescente antisemitismo . Quando gioventù francese vede nel tentativo franco- israeliano di bandire un semplice gesto, quando la comunità ebraica si mette a vietare il loro umorista preferito,per cui l’antisemitismo può crescere solo ancora più rapidamente .
Eppure in questa escalation, il rapporto di forze è molto asimmetrico. Un umorista ha la satira  come sua arma , e dei seguaci che possono disperdersi quando il gioco si fa duro. Dall’altro lato è l’ideologia dominante, e la potenza dello Stato.
In questa sorta di scontro, la pace civile dipende dalla saggezza di chi ha più potere in mano, col dar prova di moderazione. Se non riescono a farlo, questo può diventare una partita senza vincitori.

Diana Johnstone (diana.johnstone@wanadoo.fr)
Fonte: www.counterpunch.org
Link: http://www.counterpunch.org/2014/01/01/the-bete-noire-of-the-french-establishment/
1.01.2014

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di FENGTOFU
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=12751&mode=&order=0&thold=0

Israele-30.000 africani marciano a Tel Aviv per status rifugiati

15:59 05 GEN 2014

(AGI) – Tel Aviv, 5 gen. – Una marcia pacifica di 30.000 richiedenti asilo africani si e’ svolta a Tel Aviv per protestare contro il rifiuto del governo israeliano di fornire loro lo status di rifugiati, accelerando invece le detenzioni e i rimpatri. “Siamo tutti rifugiati”, e’ stato lo slogan urlato dai manifestanti, motivo di imbarazzo per un Paese costruito sulla base del diritto al rientro di tanti ebrei perseguitati nel resto del mondo.

Nel mirino del corteo c’erano, in particolare, i settori politici che si riconoscono nelle posizioni dell’ultraortodosso Eli Yishai, l’ex ministro dell’Interno che nel 2012 fece deportare decine di migliaia di migranti clandestini e che ha bollato la nuova protesta come “antisionista” e i manifestanti come “infiltrati”. “Lo Stato di Israele”, ha scritto sul proprio sito web Yishai, “dovrebbe mettere in atto tutti i mezzi per rimpatriare questi infiltrati”, che hanno “ormai trasformato Tel Aviv in una citta’ africana”.

Siria-CNS,amico di Tavola x Pace italiana,boicotta Ginevra2

In occasione di un Forum sulla pace organizzato dalla Provincia di Roma, allora era presidente Zingaretti, con molto associazionismo pacifista che si raccoglie attorno alla Tavola della Pace e rete Disarmo, una assemblea dei movimenti e associazioni pacifiste italiane fu aperta da esponenti siriani della Fratellanza Musulmana e del CNS, cioè coloro che ieri hanno ufficialmente dichiarato che non parteciperanno alla Conferenza di Pace Ginevra2.
Che il CNS e la Fratellanza musulmana siriana volessero per la Siria solo una guerra e per giunta con l’ intervento occidentale è stata sempre invece l’opinione di altri pacifisti e gruppi contro la guerra, come ad esempio la rete No War.
Nell’ articolo che riporto di seguito la giornalista ha scritto che gli esponenti siriani hanno chiesto la parola, cioè la cosa non era preparata e prevista, ma i Fratelli musulmani siriani hanno parlato venti minuti, anche perchè era necessaria la traduzione, mentre gli altri intervenuti all’ assemblea hanno parlato: per cinque minuti Paolo Beni, presidente nazionale dell’ Arci, perchè è stato fortunato ed è intervenuto per primo, mentre gli altri si sono dovuti accontentare di 180 secondi (3′).

Insomma io non credo che l’ intervento pro-guerra al Forum non fosse previsto, e comunque ha avuto a disposizione il primo intervento e un tempo molto più lungo rispetto agli altri. Non voglio condannare nessuno, ma in questi anni il pacifismo moderato italiano, Tavola della pace e rete Disarmo, sulla Siria ha sbagliato il suo giudizio, la sua azione e la sua non azione.
Se leggiamo Gandhi, troviamo spesso che la nonviolenza è anche ammettere e correggere i propri errori, ma siamo sicuri che dagli ambienti del pacifismo italiano una ammissione del genere non verrà mai mentre si auto lodano per aver strappato dal governo Letta-Alfano un finanziamento per i corpi civili di pace.
Ma i pacifisti devono anche opporsi alle guerre reali e soprattutto non fare la foglia di fico per chi come il Pd da anni sostiene tutte le guerre Nato, dall’ Afghanistan, alla Libia, al Kossovo,
Marco Palombo

di seguito la cronaca dell’ assemblea del giugno 2012 con le critiche di molti participanti allo spazio riservato ai Fratelli musulmani siriani.

Forum Pace/La Siria apre i lavori, tra molti interrogativi

“I lavori iniziano con un pensiero rivolto a quello che sta accadendo in Siria, e a tutte le altre terre insanguinate e dimenticate”, afferma Flavio Lotti presentando Mohammad Riad Shaqfa, leader dei Fratelli Musulmani siriani, creando stupore e disappunto tra molti partecipanti. L’apertura della plenaria del Forum mette subito in evidenza una delle sfide che il movimento per la pace deve affrontare: Come rispondere a chi, in contesti di conflitto, chiede l’interventismo militare “umanitario”?

di Francesca Manfroni

Shaqfa – in Italia per una serie di incontri con le autorità italiane – chiede la parola per spiegare che il suo popolo sta lottando per “la libertà contro la dittatura” e che il suo movimento è al fianco dei siriani nella battaglia per un “futuro democratico”.
L’esponente della Fratellanza ripercorre la storia delle repressioni perpetuate dal regime Baath, dalla manifestazione pacifica dei giovani liceali di Hama nel 1964 allo sciopero generale indetto in protesta contro il massacro degli stessi studenti. Da allora ad ogni richiesta di libertà e democrazia è seguita una strage di civili, passando per l’eccidio del 1982.

Migliaia di vittime che spiegano perché le manifestazioni di Daraa della primavera del 2011 si sono diffuse nel resto del paese: “Tutte pacifiche, tutte a mani nude”, insiste.
E’ il regime ad aver “diffuso la notizia della presenza di milizie armate, che però non sono altro che soldati regolari che hanno scelto di disertare per non uccidere la popolazione”, formando quell’Esercito Libero Siriano, “il cui unico scopo resta quello di difendere i civili”.

“Dopo la primavera tunisina ed egiziana, io stesso ho mandato una lettera al presidente per rivendicare quei cambiamenti che avrebbero potuto scongiurare i massacri” a cui il mondo sta assistendo: “ma Assad ha respinto con forza ogni richiesta”.

“Noi vogliamo uno Stato civile e democratico: è questa l’unica via per la Siria, e prendiamo ad esempio l’Europa, il cui sviluppo è stato legato proprio all’affermazione della democrazia”.

“I nostri paesi – ha proseguito l’esponente dei Fratelli Musulmani – sono arretrati per la presenza di dittatori che alcune potenze continuano ad appoggiare, motivo per cui chiediamo a voi governi europei di forzare la mano perché anche il nostro paese possa godere di libertà e convivenza pacifica”.

“Chiediamo alle forze internazionali di intervenire per porre fine a questi massacri” e “a voi che partecipate al Forum di sollecitare in tal senso il vostro governo”, ha concluso Shaqfa, che è subito partito alla volta di Bologna, perdendosi quindi le numerose proteste che si sono levate dalla platea dei partecipanti alla plenaria del Forum.

Proteste sulla modalità: “Perché dare voce solo alla Fratellanza?” “Perché senza un confronto? “E senza condividere la scelta di dedicargli uno spazio?”, ma soprattutto “Perché quando si parla di intervento a favore della popolazione civile si parla di armi?”.

Nel corso dei lavori la vera contestazione si concentra sui contenuti: “Difficilmente troveremo i Fratelli Musulmani nel libro di storia del pacifismo internazionale”, ha osservato Marescotti di Peacelink, citando uno degli ultimi articoli di Alberto Negri sul Sole 24 Ore, in cui il giornalista afferma che oggi i Fratelli musulmani devono essere considerati gli “alleati oggettivi” degli americani, che per isolare l’Iran sciita e il suo alleato siriano puntano su un fronte musulmano sunnita dal Mediterraneo alle monarchie del Golfo”.

“Dobbiamo stare dalla parte delle vittime, non schierarci con una delle parti in conflitto”, gli ha fatto eco Alessandra Mecozzi (responsabile internazionale Fiom), mentre per Patrick Boylan (Rete No War Roma e Cittadini Statunitensi per la pace e la giustizia) l’intervento del leader della Fratellanza non è che l’ennesimo episodio di “manipolazione a cui siamo sottoposti, perché la vera opposizione è pacifica e di sinistra”, mentre Shaqfa rappresenta un gruppo di opposizione che in accordo con l’intelligence americana vuole convincere l’opinione pubblica internazionale della necessità di ricorrere alle armi per “salvare il popolo siriano”.

“Non ci sono guerre umanitarie”, prosegue Boylan sottolineando come “l’amministrazione Obama abbia appena elaborato un documento che legittima l’intervento militare umanitario”.

“Serve un osservatorio sui mass media che impedisca che l’informazione diventi uno strumento per creare le premesse per fare la guerra”, ma soprattutto bisogna dire “no a una Nato globale”, alla creazione di quel “poliziotto mondiale” decisa nell’ultima riunione dell’Alleanza Atlantica a Chicago.

“L’art.11 della Costituzione vieta ogni intervento militare che non sia finalizzato alla difesa dell’integrità territoriale” ed è proprio in virtù di questo principio fondamentale che l’Italia dovrebbe uscire dalla Nato.

9 giugno 2012

http://osservatorioiraq.it/campagne-e-iniziative/forum-pacela-siria-apre-i-lavori-molti

Kerry nell’inutile spola tra Tel Aviv e Ramallah

Prosegue l’iniziativa diplomatica del Segretario di Stato americano nei Territori Occupati palestinesi e in Israele. Ma le possibilità di un “accordo quadro” sono inesistenti

Roma, 4 gennaio 2014, Nena News – Terzo giorno del Segretario di Stato statunitense John Kerry in Medio Oriente. Kerry farà di nuovo la spola tra i leader israeliani e palestinesi cercando di strappare un “accordo quadro” che possa porre le basi per futuri e decisivi negoziati di pace. Kerry incontrerà oggi nuovamente il premier israeliano Benjamin Netanyahu e il Presidente palestinese ‘Abbas ma con scarse possibilità di ottenere qualche risultato degno di nota. Fonti vicine a Washington – che avevano già detto di non aspettarsi grossi progressi da questi incontri – hanno ammesso ieri che sarà difficile raggiungere un “accordo quadro” entro questa settimana perché il raggiungimento di questo obiettivo richiede più tempo.

Ieri Kerry ha incontrato per più di sei ore il Presidente palestinese Mahmoud Abbas e ha constatato nuovamente la distanza abissale che separa Tel Aviv da Ramallah. Le due parti sono distanti praticamente su tutto tranne che sull’impossibilità di giungere all'”accordo quadro” fortemente promosso da Washington. Il Senatore repubblicano John McCain, in visita a Gerusalemme ieri, ha detto alla stampa di aver incontrato un Netanyahu “seriamente preoccupato per il piano che gli è stato presentato soprattutto per ciò che concerne le possibilità dello stato ebraico di difendere i suoi confini, sulla credibilità di uno stato palestinese e sulle intenzioni dei palestinesi”.

Ieri mattina Kerry ha incontrato il Ministro degli Esteri israeliano, Avigdor Lieberman. Il leader di Yisrael Beitenu ha affermato che è “molto importante continuare il dialogo” aggiungendo che un accordo tra le due parti “deve essere basato su principi solidi quali la sicurezza per Israele e una economia stabile per i palestinesi”.

Nell’incontro con il suo omologo statunitense, Lieberman ha anche affrontato il problema dei rifugiati palestinesi. Secondo il Ministro israeliano, infatti, dopo che si sarà raggiunto un accordo di pace alcuni stati della zona vorranno trasferire i rifugiati palestinesi che si trovano ora nel loro territorio nel futuro Stato di Palestina. “Ciò vorrebbe dire che ai palestinesi che ora vivono nei territori amministrati dall’Autorità Palestinese in Giudea e Samaria si sommeranno altri tre milioni di rifugiati. Questo renderà la situazione umanitaria molto difficile. Una situazione che potrebbe causare frustrazione, violenza e un deterioramento della sicurezza”.

Toni apparentemente conciliatori quelli usati da Lieberman ma che secondo molti analisti riflettono più un tentativo di migliorare i suoi rapporti tesi con il governo americano che da un reale tentativo di venire incontro alla parte palestinese.

Palestinesi che si oppongono ad ogni modo a qualunque “accordo quadro” voluto dagli americani. Giovedì era stato molto chiaro su questo punto l’alto dirigente dell’Autorità Palestinese, Yaser ‘Abd Rabbo. Secondo ‘Abd Rabbo il piano di Kerry “limita la sovranità palestinese” in Cisgiordania.

Parole dure sono state espresse da Netanyahu riguardo la presunta volontà dei palestinesi di arrivare alla pace. “So che tu [Presidente Abbas, ndr] ti stai impegnando a raggiungere la pace – ha detto il primo ministro israeliano – ma purtroppo considerate le azioni e le parole dei politici palestinesi, ci sono molti dubbi in Israele che ci siano altri palestinesi che la pensino come lei”.

Netanyahu è intervenuto anche sul recente rilascio dei 26 prigionieri palestinesi come parte dell’accordo di luglio per avviare le negoziazioni in corso. Su questo argomento i (presunti) toni conciliatori del premier israeliano verso ‘Abbas hanno lasciato il posto alla consueta durezza: “[Abbas, ndr] ha abbracciato i terroristi come se fossero eroi” aggiungendo che “questa glorificazione è un oltraggio”.

Dinanzi pertanto il totale pessimismo di Tel Aviv e Ramallah sembrano stridere le parole ottimistiche di Kerry che ha ripetuto il suo mantra “attutire le differenze con un accordo quadro che costituirà le linee guida concordate per le negoziazioni sullo stato definitivo”.
Quella in corso è la sua decima visita nella regione. Una visita che viene in un clima teso e di profonda diffidenza tra le due parti. Accanto al solito scambio di accuse reciproche (“non sono interessati alla pace”), ieri Israele ha nuovamente bombardato Gaza e proprio qualche giorno fa lo Shin Bet, l’Intelligence interna dello stato ebraico, aveva annunciato di aver arrestato quattro palestinesi responsabili dell’attacco ad un bus a Bat Yam lo scorso 22 dicembre.

Un ottimismo quindi del tutto fuori luogo se si pensa soprattutto alla distanza siderale che separa Tel Aviv da Ramallah riguardo al futuro della Valle del Giordano. Israele chiede di poterla controllare con i suoi soldati dopo l’accordo. Ipotesi categoricamente bocciata dai palestinesi. Pochi giorni fa il premier palestinese Rami Hamdallah ha tenuto una seduta dimostrativa del suo governo in una villaggio della valle del Giordano.

A questa presa di posizione netta e inequivocabile da parte dei palestinesi aveva fatto seguito la provocazione israeliana del Ministro degli Interni, Gideon Sa’ar che era giunto nella Valle del Giordano due giorni fa ribadendo che l’area resterà sotto controllo israeliano ancora per molti anni. A inizio settimana una commissione della Knesset ha approvato una bozza di legge che permette l’annessione immediata della Valle del Giordano ad Israele.

Ma se possono esserci pure frizioni tra Tel Aviv e Washington riguardo al “processo di pace in corso”, procede come sempre a gonfie vele la cooperazione militare tra i due paesi. Ieri l’Organizzazione della Difesa missilistica di Israele e l’Agenzia di difesa statunitense hanno completato “con successo” il lancio del sistema missilistico di difesa antibalistico Arrow 3 sul Mediterraneo. Nei vari test condotti, l’Arrow è riuscito ad intercettare missili simili agli Shihab 3. Netanyahu ha esultato celebrando i risultati positivi raggiunti “frutto della cooperazione israelo-americana”. Nena News

http://nena-news.globalist.it/Detail_News_Display?ID=94557&typeb=0&Kerry-nell-inutile-spola-tra-Tel-Aviv-e-Ramallah

Lo spread BTp-Bund scende sotto i 200 punti e torna indietro di due anni e mezzo (ma la disinflazione fa aumentare il costo reale del debito)

ci volevano proprio dei tecnici presentabili moralmente presentabili per creare uno scenario di per sé assai raro. Complimenti!
Lops: Lo spread scende… ma la disinflazione fa aumentare il costo reale del debito
cliccare sull’iperlink blu del titolo per il salto sulla pagina del Sole
 
Sole24Ore – Di Vito Lops, 03 gennaio 2013
 
  1. Er03 gennaio 2014 13:26
  2. L’indicatore della Goldman conferma che il 2013 è finito con l’economia globale in fase di rallentamento
    Rispondi
  3. aaaaa
  4. I prestiti alle imprese in Italia hanno segnato a novembre un calo del 5,9%, il più forte nelle serie storiche disponibili. Lo si legge nei dati della Banca centrale europea.
    Dal 2008 a oggi i prestiti alle imprese da parte delle banche si sono dimezzati. Un’inchiesta per capire quanto incide, sulle aziende, la stretta creditizia
    Ecco perché alle banche conviene (ancora) comprare titoli di Stato e non prestare soldi alle imprese
    Accelera, inoltre, la contrazione del credito alle imprese in tutta la zona euro. Nei diversi Paesi non si ferma il calo dei prestiti al settore privato, con un andamento medio che a novembre ha visto una riduzione dell’1,6% contro il -1,4% del mese precedente. In particolare, se i prestiti delle banche a famiglie e imprese registrano un -2,3% a novembre dopo il -2,2% del mese precedente, è crollo per il credito alle imprese con un dato del -3,9% peggiore del già preoccupante -3,8% di ottobre.
    Rispondi
  5. ma ovviamente, per le fonti governative, lo spread in calo è la luce in fondo al tunnel invece:
    Saccomanni: con spread in calo più risorse per la crescita
    “Lo spread che a inizio anno si aggira attorno ai 200 punti base, scendendo anche sotto tale soglia, indica che i mercati apprezzano l´operato del governo, il suo impegno per il mantenimento della stabilità dei conti e per l´avvio delle riforme, sia istituzionali che economiche”. Così il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, ha commentato in una nota l’andamento dello spread.
    “Ho sempre sostenuto che livelli più elevati di spread fossero influenzati da fattori di carattere speculativo improntati all´incertezza politica. Oggi, pur mantenendo la dovuta cautela suggerita dalla volatilità dei mercati, possiamo essere più fiduciosi perchè le prime indicazioni sono favorevoli. Le previsioni che avevamo descritto nella Nota di Aggiornamento al Def si stanno attuando. Di particolare rilievo – prosegue il ministro – è il dato sui rendimenti, sotto il 4%. Questo si tradurrà in una minore spesa per interessi sul debito pubblico e nella possibilità di avere a disposizione più risorse per investimenti e per alleggerire il carico fiscale. Inoltre La riduzione dello spread si rifletterà in migliori condizioni di accesso al credito per imprese e famiglie”, conclude Saccomanni.
    Fonte: Finanza.com

L’Oceano Pacifico sta morendo in California

5 gennaio 2013 – AmbienteBio –
In 24 anni è stato monitorato costantemente l’Oceano Pacifico, e negli ultimi anni la situazione è degenerata in seguito a Fukushima. Secondo un recente studio, pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, gli scienziati del Monterey Bay Aquarium Research Institute ( MBARI ) in California, hanno recentemente scoperto che il numero di creature marine morte nell’Oceano Pacifico è più alto di quanto non sia mai stato. Non viene accusato direttamente Fukushima, fatto sta che prima che l’incidente avesse luogo la percentuale era del 1% ora è a 98%.

Di fatto in 24 anni di studio solo gli ultimi due anni presentano una quantità di animali morti così alta, questo è quanto riferisce Christine Huffard , un biologo marino presso MBARI e leader dello studio , al National Geographic .
Lo studio avviene in una stazione di ricerca dell’oceano conosciuta come stazione M, che si trova a 145 miglia al largo tra le città californiane di Santa Barbara e Monterey , dove Huffard e il suo collega Ken Smith osservano un notevole aumento della quantità della massa di creature morte, che vanno alla deriva nel fondo dell’oceano. Generalmente questa massa composta da plancton, meduse, pesci etc..copriva appunto solo l’1%, da due anni la situazione è cambiata ed è salita a ben il 98%.
Questi dati ci preoccupano perchè la mancanza di vita nel mare significa niente più ossigeno sulla Terra. Nessuno punta il dito su Fukushima, benchè sia la ragione più plausibile, e si parla anche di riscaldamento globale come possibile causa. Ma tutto è concentrato in un lasso di tempo così corto e con una catastrofe nucleare che tutti vogliono dimenticare e fanno finta che non possa essere la causa di molti fatti che stanno succedendo.

Fonti per questo articolo sono:

http://www.pnas.org

http://enenews.com

http://newswatch.nationalgeographic.com

http://science.naturalnews.com

http://science.naturalnews.com

http://science.naturalnews.com

http://ambientebio.it/loceano-pacifico-sta-morendo-in-california/

Pianura Padana, rifiuti tossici e nucleari interrati come al Sud

5 gennaio 2013 –
Se credete che il fenomeno dei rifiuti interrati riguarda solo il Sud, vi sbagliate di grosso, infatti dalle risaie del Vercellese a Pordenone, il terreno della Valpadana è risultato altamente inquinato a causa di rifiuti tossici, scorie radioattive ed ex terreni industriali in attesa di bonifica.
Anche il Nord è fortemente compromesso e le sue terre bruciano come al sud. Quelle pubblicità come la Pomì, che esaltano la provenienza padana dei suoi pomodori come garanzia, hanno torto marcio. Tra le risaie del Vercellese, è presente una delle più grandi discariche di rifiuti nucleari italiani, scarti di quelle centrali atomiche chiuse nel 1987, ma che continuano ad inquinare l’aria, la terra e l’acqua.
In quelle zone sono presenti oltre il 90% delle scorie radioattive prodotte in Italia, e le mura in cemento che dovrebbero contenere questi scarti nucleari altamente pericolosi, dopo tanti anni, sono irrimediabilmente danneggiate rilasciando continuamente liquami radioattivi nelle acque del fiume Dora e nel Po. Nei terreni circostanti ai depositi nucleari, viene coltivato il riso tra il più venduto nel mondo.
Anche in Veneto non se la passano bene. Infatti Porto Marghera è una delle terre più contaminate d’Europa, la zona è completamente disseminata di impianti, oramai quasi totalmente dismessi, con scarti e scorie di lavorazione ancora da bonificare.
Un altro caso decisamente preoccupante è Ispra, una cittadina sul versante lombardo del lago Maggiore, in provincia di Varese. In questa città  per decenni era in funzione una piccola centrale nucleare dell’Enea, e dove credete che venivano scaricate le scorie ed i liquami? Direttamente nelle acque del lago. Attualmente nella provincia di Varese c’è la più alta incidenza di carcinomi mammari, ogni anno si registrano circa 800 donne affette da questa patologia.
Per concludere in Friuli Venezia Giulia, una ricerca della Asl di Pordenone parla di acque superficiali “a rischio contaminazione“, da idrocarburi rinvenuti nelle acque di falda vicine all’aeroporto militare Usa di Aviano, dove negli anni si sono registrati casi di rottura delle condotte di carburante. Nel 1998 il “Centro di riferimento oncologico di Aviano” segnalava che, all’interno della base americana, a 15 chilometri da Pordenone, il tasso di radioattività dell’aria era cinque volte superiore alla media italiana.

Quindi possiamo tranquillamente dire che il Nord non ha nulla di insegnare al Sud, l’unica cosa che potrebbe tramettere al resto d’Italia è la profonda ipocrisia che le aziende locali utilizzano per pubblicizzare i propri prodotti alimentari. Lo smaltimento dei rifiuti riguarda tutta l’Italia.

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L’ITALIA TREMA: IN ONDA ESPERIMENTI MILITARI NATO

1 gennaio 2013 – di Gianni Lannes –
Di naturale c’è niente. Si tratta di attività sismiche indotte dai riscaldatori ionosferici in uso alle forze armate degli Stati Uniti d’America che stanno procurando disastri in gran parte del mondo, scagliando energia elettromagnetica contro le faglie sismiche attive: Iran, Usa, Messico, Venezuela, Cile, Giappone, Grecia, Nuova Zelanda, Romania, Egitto, Spagna, Turchia, Cipro, Filippine e soprattutto Italia.
 
E’ in atto una guerra ambientale non convenzionale e non dichiarata, vietata dalla Convenzione internazionale Enmod in vigore dal 1978.
 
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Oggi nel Belpaese, tanto per fornire un esempio calzante, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha registrato soltanto dalle ore 13:30 alla ore 16:40, ben 20 venti scosse nelle seguenti regioni: Piemonte, Toscana, Umbria, Marche e Basilicata. Tutte ma proprie tutte le aree colpite presentano ipocentri superficiali, ossia dai 4 ai 23 chilometri di profondità. Addirittura il 16 dicembre 2013 è stata registrata nel Golfo di Napoli una scossa con ipocentro a zero chilometri (caso unico al mondo). Ergo: la Natura non è responsabile delle azioni criminali dall’uomo in divisa e doppiopetto ordinate dai maggiordomi di Washington.
 
Se si estende l’analisi del predetto fattore ipocentro, dal 1999 ai giorni nostri si accerta inequivocabilmente che, appunto, il 99 per cento dei terremoti che hanno colpito l’Italia vantano una profondità “rasoterra” (per usare un eufemismo), indice di una matrice artificiale, ovvero indotta da attività bellica.
 
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Non a caso, qualche giorno prima del catastrofico terremoto a L’Aquila mandato in onda il 6 aprile 2009 alle ore 03:32:39, le autorità del governo italiano hanno segretamente sgomberato la sede centrale della Protezione civile a L’Aquila nonché la prefettura, mentre al contempo fino all’ultimo istante avevano raccomandato la popolazione civile di restare nelle proprie case.
 
sala operativa prefettura protezione civile
Non dimentichiamo che il governo Usa è responsabile unitamente a quello italiano di una strage di civile inermi ed ignari: ben 309 persone sono state assassinate in quella tragica occasione. Ora, stanno tentando di replicare su più ampia scala quel genocidio, dopo la prova dell’anno scorso in Emilia.
 
Il Sud Italia sarà la prossima vittima, come hanno già previsto gli esperti dello Stato tricolore. Se per la scienza i terremoti sono imprevedibili come avranno fatto gli addetti ai lavori italidioti a sapere come, dove e quando? Forse, sono stati dotati in tutta fretta, di una sfera di cristallo dai potenti padroni, pardon, alleati? E i pennivendoli a buon mercato hanno sempre il ruolo di confondere le acque, spargere menzogne e aggredire sgangheratamente chi denuncia la situazione.
 
 
Sempre secondo i dati ufficiali dell’INGV, il 99 per cento dei terremoti che hanno attanagliato l’Italia dal 1 gennaio al 31 dicembre 2013 hanno un ipocentro estremamente superficiale. Vale a dire, una firma inconfondibile di attività tellurica indotta, in correlazione alla registrazione di potenti anomalie elettromagnetiche nelle aree colpite.
 
D’altronde, la sismicità naturale dello Stivale è un’ottima copertura per colpire anche il nostro Paese ed avere sempre un alibi come nel caso della Nato.
 
Infine, l’attività sismica viene stimolata anche attraverso la massiccia irrorazione di scie chimiche imbottite di particolato metalico (alluminio, bario, eccetera) che rende l’aria maggiormente elettroconduttiva, in modo da consentire alle onde Elf sparate contro la ionosfera e rifratte sulla Terra, di penetrate nella crosta terrestre.
 
La paura è la più potente arma di controllo delle masse in attesa del peggio.