Le cellule magiche della salute

17 dicembre 2013 | Autore Alessandra Drago
Stanislav Kaljakin, Redazione Online
15.12.2013
I medici russi hanno imparato a rimettere in salute i malati oncologici nei casi disperati. A Ugra – una cittadina nella Siberia Occidentale – i medici locali curano il cancro del sangue con le cellule staminali. Da queste cellule veramente magiche si possono far crescere qualsiasi altro tipo di cellula. Ad esempio, le cellule del fegato, cellule ossee e cellule sanguigne.
Tre anni fa Dmitrij Kudashkin è stato il primo paziente a Ugra al quale è stato praticato il trapianto delle cellule staminali. All’età di 32 anni a Dmitrij è stato diagnosticato un mieloma multiplo, una delle malattie più subdole del sistema sanguigno. Praticamente non aveva possibilità di salvezza.
Dal momento dell’intervento chirurgico sono trascorsi già tre anni. In questo tempo i medici a Ugra hanno effettuato con successo altri 34 trapianti delle cellule staminali. Tutti i pazienti sono sani, anche se i medici non nascondono che i rischi sono alti. Intanto il numero dei bisognosi di un trapianto è in crescita, fa notare Sergey Sciukin, vice-direttore del Dipartimento della sanità di Ugra:

Attualmente il trapianto di cellule staminali è l’unico metodo in tutto il mondo, non soltanto in Russia (di tipo interventista ndr) che permette di raggiungere buoni risultati. Il costo di una simile cura è di circa 420 mila dollari USA. Da noi a Ugra invece facciamo tutti questi interventi chirurgici gratuitamente. I mezzi sono stanziati dall’amministrazione pubblica locale.
Ciascun organismo ha cellule staminali. Mentre l’uomo dorme, esse lavorano per il ripristino dei tessuti e organi danneggiati. Von l’avanzare dell’età però diventano sempre di meno. Al momento della nascita nel sangue del cordone ombelicale il rapporto è di una tale cellula su 10 mila altre, un adolescente ne ha una su 500 mila, un uomo di 50 anni invece ne ha una su un milione.

I medici di Ugra lavorano da oltre quattro anni con le cellule staminali. Nella città di Khanty-Mansijsk, vicina a Ugra, è stato creato un criodeposito. Le cellule staminali sono conservate in azoto liquido alla temperatura di -196° C. Se necessario potranno essere utilizzate anche tra decine d’anni, ne è convinto Sergey Ponomariov, vice-direttore dell’Istituto di ricerche scientifiche delle tecnologie cellulare di Ugra:

Da noi sono conservati circa 150 campioni di sangue del cordone ombelicale. E’ il sangue proveniente dalle donne sane che hanno partorito ed hanno dato il loro consenso alla conservazione di questi campioni nella nostra banca per un utilizzo successivo.

E’ molto complicato e costoso estrarre cellule staminali dalla pelle, dal tessuto adiposo e da bulbo pilifero. Perciò bisogna conservare la scorta, data dalla natura all’uomo, che si trova nel sangue del cordone ombelicale. Purtroppo i cordoni ombelicali sono distrutti oggi come rifiuti. E’ più facile estrarne le cellule staminali. E se un uomo avrà problemi di salute sarà sufficiente inserire queste cellule nel suo sangue – saranno esse stesse a trovare un punto dolente. Nei 100% dei casi fanno guarire la persona cui sono state prelevate al momento della nascita, e anche se sono state prelevate ai suoi fratelli e sorelle germani.

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Ucraina: la posta orientale della NATO

DICEMBRE 16, 2013
Wayne Madsen, Strategic Culture Foundation, 16.12.2013
Da quando gli sforzi per manipolare la democrazia internazionale del brigante degli hedge fund George Soros si sono uniti alla tattica della rivoluzione di piazza artificiale del tattico della CIA Gene Sharp, formando la strategia fondamentale dell’obiettivo dei neo-conservatori degli Stati Uniti d’imporre un “Nuovo Secolo Americano” sul mondo intero, l’Ucraina è la posta della politica estera interventista statunitense. E i neocon sono vivi e attivi più che mai, nel dipartimento del segretario di Stato John Kerry. Sulla scia di ciò che vien chiamata “II rivoluzione arancione” in Ucraina, l’assistente del segretario di Stato Kerry per gli affari europei ed euroasiatici, Victoria Nuland, che in precedenza fu portavoce del dipartimento di Stato di Hillary Clinton, ha minacciato sanzioni contro il governo ucraino del Presidente Viktor Janukovich. Osservando i manifestanti al centro di Kiev dalla sua finestra dell’hotel, il fanatico senatore repubblicano dell’Arizona John McCain si leccava i baffi alla prospettiva di una Ucraina anti-russa imminente. McCain fa un tuffo nella Guerra Fredda, essendo rimasto mentalmente in bilico tra i flashback del prigioniero di guerra in una cella di Hanoi e la realtà quotidiana.
L’Ucraina, che resiste ai tentativi dell’Unione europea d’integrarla nella federazione europea dell’austerità e della povertà voluta dai banchieri, è nel mirino dell’UE per aver abbandonato l’“accordo di associazione” con l’UE. Invece, Kiev opta per la più redditizia unione economica con la Russia. Questa mossa ha innescato la sollevazione di massa in piazza Maidan (Indipendenza) a Kiev, chiedendo le dimissioni del presidente e del governo dell’Ucraina democraticamente eletti. I legami tra la rivolta a Kiev e i manipolatori esterni dell’UE sono così evidenti che la piazza di Kiev è diventata la “piazza Tahrir” d’Ucraina, venendo battezzata “Euromaidan”. L’iniziale rivolta di piazza Tahrir di Cairo, che rovesciò il presidente egiziano Hosni Mubaraq, fu parte delle manipolazioni dei manifestanti finanziati da Soros e influenzati da Sharp, istigati da agitatori politici professionali frettolosamente spediti in Egitto da Stati Uniti ed Europa. L’ultimo spettacolo professionalmente agitato di Kiev, guidato dall’idra Soros/Sharp/National Endowment for Democracy/CIA, vide il rovesciamento del governo dell’Ucraina nel 2004 con la cosiddetta rivoluzione arancione. Questa volta, non solo il presidente ucraino Janukovich, ma in ultima analisi il presidente russo Vladimir Putin, ne sono gli obiettivi…
Nuland, sposa del sanguinario arcangelo neocon Robert Kagan, consegnava spuntini ai manifestanti di piazza Maidan. Immaginate la reazione degli Stati Uniti se un funzionario di secondo livello del ministero degli esteri russo o cinese consegnasse cibo ai manifestanti di Occupy Wall Street a Washington, esortandoli a rovesciare con la forza, se necessario, il presidente Obama. Eppure, questo è esattamente lo scenario che vede Nuland sostenere i manifestanti di Maidan. Inoltre, ha rimproverato Janokovich per la pesante presenza di forze della sicurezza a Maidan. Nuland e Kerry, che ha anche lui rimproverato Janukovich, dimenticano gli atti di brutalità commessi dai poliziotti statunitensi contro i manifestanti di Occupy, così come il piano dell’FBI di usare cecchini per assassinare i leader del gruppo. E Nuland e Kerry rimasero tranquilli quando il governo turco usò la polizia antisommossa contro i manifestanti pacifici di piazza Taksim, a Istanbul, all’inizio di quest’anno. Dopo tutto, la Turchia è un membro della NATO e l’Ucraina, per il momento, no. Gene Sharp e le sue due ONG OTPOR e il Center for Applied Nonviolent Action and Strategies (CANVAS), organizzazioni di punta nel preparare “sommosse in affitto” per le proteste antigovernative nelle nazioni che nel mondo resistono al “Nuovo Ordine Mondiale” di Wall Street e Pentagono, usando denaro contante, opuscoli, i-Pad e i-Phones, snack, cartelli e striscioni dal “tema rivoluzionario”, bandiere nazionali dei tempi passati, e altre forme di  propaganda. Recentemente, si è scoperto tramite fughe di e-mail, che il fondatore di CANVAS, Srdja Popovic collabora con l’agenzia d’intelligence legata a CIA e Pentagono STRATFOR, fondata da George Friedman, i cui legami con il sistema militare e spionistico di USA e Israele sono ben noti.
La “II rivoluzione arancione” a Kiev ha anche ricevuto accoglienza favorevole in Europa centrale e orientale e in altre parti del mondo, grazie all’egida delle varie entità mediatiche di Soros, tra cui il Center for Advanced Media di Praga, un ente finanziato dal Media Development Fund, un programma dell’Open Society Institute di Soros. E come ogni falsa “rivoluzione”, un “martire” è necessario per radunare e attivare la “piazza in affitto”. Per il dimostrante ucraino, la “Fanciulla di Maidan” è Julija Tymoshenko, l’ex-primo ministro imprigionato per corruzione. Tymoshenko, ora  in una clinica di Kharkov, è diventata l’“Aung San Suu Kyi” dell’Ucraina. Ma per molti ucraini, l’ex primo ministro cerca spudoratamente attenzione con la sua simbolica crocchia di capelli derisa da molti ucraini come “tarallo” in testa.
Per la II rivoluzione arancione, i nuovi ‘eroi’ sono l’ex-pugile e leader dell’opposizione dell’Udar Vitalij Klitschko e il nazionalista di estrema destra Oleh Tjahnybok. I loro playbook sono stilati nelle officine di Soros a Praga, Londra, Washington e New York, e non a Kiev. Troppi attivisti politici dell’Europa centrale e orientale sono stati “arruolati” nei “movimenti democratici” fasulli finanziati da Soros. Inutile dire che Soros non è qualcuno che farebbe il portavoce, figuriamoci il finanziatore, di ciò che sarebbero cause pro-democrazia e pro-lavoro. Soros iniziò la carriera di sordido venditore di hedge fund (una combinazione di scommesse e schemi Ponzi) alla fine degli anni ’60 sotto Georges Coulon Karlweis, vicepresidente della Banque Privée di Edmond Rothschild a Ginevra, Svizzera. Alla fine degli anni ’60, Karlweis finanziò con fondi dei Rothschild gli hedge fund Quota e Quantum di Soros. Karlweis era il gran maestro degli imbrogli e dei cavilli finanziari globali, essendo legato agli schemi degli International Overseas Services (IOS) di Bernard Cornfeld, la ditta che Robert Vesco saccheggiò prima di darsi alla latitanza. Karlweis lasciò le sue impronte digitali sulle buffonate di Michael Milken, del racket dei titoli spazzatura di Drexel Burnham Lambert.
Soros si spaccia da munifico profeta delle cause liberali, ma ha eliminato i veri progressisti, usando i suoi profitti illeciti creando varie organizzazioni di facciata. L’Open Society Institute di Soros ha sostenuto varie organizzazioni filo-democratiche di facciata, ma questi gruppi sono utili agli interessi oscuri di società finanziarie globali, come il Gruppo Blackstone. L’ex-direttore della Blackstone era Lord Jacob Rothschild, vecchio amico e collega di Soros. Soros, acquistando entità mediatiche “progressiste” è riuscito a soffocare qualsiasi notizia che facesse luce sulle sue attività antidemocratiche e antiprogressiste in Europa e in tutto il mondo. Nel primo giro di rivoluzioni a tema sponsorizzate da Soros e dai suoi collaboratori nel governo degli Stati Uniti aderenti al playbook di Gene Sharp, governi formato Nuovo Ordine Mondiale furono installati in Ucraina e Georgia. Guidati da Viktor Jushenko e dal primo ministro Tymoshenko in Ucraina e in Georgia da Mikheil Saakashvili, i governi filo-NATO e UE, installati tra le fanfare “pro-democrazia”, crearono dei regimi corrotti e clientelari. Tymoshenko e Saakashvili vennero subito associati alla mafia e a potentati affaristici corrotti. Una volta socio di Tymoshenko, l’ex-primo ministro ucraino Pavlo Lazarenko sconta una condanna in California per riciclaggio, corruzione e frode. Nel frattempo, Saakashvili s’impelagava nel misterioso fondo di beneficenza “Golden Fleece” di Cipro.
I neo-con non si sono mai ripresi dalla fine del regime Jushenko-Tymoshenko, perché Soros e gli agitatori delle rivoluzioni a tema avevano investito tanto nel governo, in previsione della sua adesione alla NATO e all’UE. La moglie di Jushenko, Kateryna Jushenko Shumachenko, lavorò alla Casa Bianca di Ronald Reagan. Shumachenko lavorò al Public Liaison Office della Casa Bianca, dove guidò l’unificazione di vari gruppi di destra ed anticomunisti in esilio negli Stati Uniti, tra cui anche il bastione dei neo-con Heritage Foundation. Ora, gli interventisti della “responsabilità di proteggere” dell’amministrazione Obama cercano di ritornare al 2004 e di estromettere in modo non democratico il governo legittimo dell’Ucraina. Attraverso Ucraina, Moldavia, Russia, Bielorussia, Romania e altri Paesi dell’Europa centrale e orientale, la nuova generazione di agitatori e provocatori di Soros cerca di lanciare un’altra serie di “rivoluzioni a tema”. Questa volta l’obiettivo è, ancora una volta, allontanare l’Ucraina dalla Russia verso l’UE e la NATO.
La ripubblicazione è gradita in riferimento alla rivista on-line della Strategic Culture Foundation.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
http://aurorasito.wordpress.com/2013/12/16/ucraina-la-posta-orientale-della-nato/

Attenzione Ucraina, nella UE non è tutto oro quel che luccica

Forse gli ucraini non hanno notato che mentre loro lottano anima e corpo per entrare nella sfera d’influenza di Bruxelles, in Grecia c’è chi lotta altrettanto animosamente per uscirvi. O se non l’hanno notato, forse non l’hanno capito.

DI GABRIELE CRUCIATA · 18 DICEMBRE 2013 · 51 VISUALIZZAZIONI

 Il vento cambia. Cambia il pensiero, cambiano le idee, cambia la storia. Cambia l’opinione pubblica. E così succede che una preziosa roccaforte di Mosca come l’Ucraina venga tutt’ a un tratto piegata da una sommossa a favore dell’ingresso in Europa. “La più grande manifestazione dalla rivoluzione Arancione del 2004 ad oggi” sostengono gli organizzatori: almeno mezzo milione di manifestanti il primo giorno, altre centinaia di migliaia nei giorni successivi.

Tutti in Piazza Maidan a protestare contro la mancata firma del leader Viktor Yanukovych apposta su di un accordo con l’UE che avrebbe esteso gli effetti del Trattato di Schengen anche all’Ucraina. Kiev in questi giorni ricorda un po’ l’Atene di qualche tempo fa, con la polizia che carica indebitamente i manifestanti, la popolazione pronta a sacrificarsi, a dare battaglia, a lottare per quel che percepiscono come un diritto personale ed un bene collettivo. Addirittura i politici- quelli che vivono d’opposizione ovviamente- invitano a manifestare e a chiedere le dimissioni del Presidente, sostenuti dall’UE e dagli USA, che salutano con piacere ed orgoglio i cittadini scesi in piazza. E nel frattempo la statua di Lenin, vista come emblema del legame con Mosca, viene barbaramente abbattuta a colpi di martello. Ma forse gli ucraini non hanno ben colto la sottile differenza che oggi Kiev presenta nei confronti dell’Atene di qualche tempo fa.

Forse gli ucraini non hanno notato che mentre loro lottano anima e corpo per entrare nella sfera d’influenza di Bruxelles, in Grecia c’è chi lotta altrettanto animosamente per uscirvi. O se non l’hanno notato, forse non l’hanno capito. Anche perché è difficile non notarlo, dal momento che affianco alla Grecia potremmo creare una lunga lista di Paesi strozzati dall’UE, in cima alla quale vi è tra l’altro l’Italia. A destare qualche fondato sospetto vi sono poi gli incoraggiamenti che i manifestanti hanno ricevuto da parte dei maestri mondiali di democrazia, che per il tramite di John McCain hanno affermato che “L’America è con voi” e che “L’Ucraina renderà l’Europa migliore e l’Europa renderà migliore l’Ucraina”. Insomma, se l’America è con te, forse stai commettendo qualche errore. In ogni caso per ora Bruxelles ha sospeso le trattative in forza del fatto che il governo ucraino ha chiesto uno stanziamento di fondi considerato “privo di fondamento”.

L’Ucraina dovrà quindi attendere per l’ingresso nella zona d’influenza europea, che pure pare molto probabile in un prossimo futuro. Quel che invece resta da chiedersi è se sia lungimirante la scelta di Piazza Maidan, o se sia invece il frutto di un estemporaneo istinto innovatore. C’è da chiedersi insomma quanti ucraini saranno della stessa opinione tra una decina d’anni, dopo esser stati del tutto assimilati dall’Unione. E nulla sembra far intravedere che questo consenso permanga, vista e considerata l’entità del successo che oggi riscuotono movimenti antieuropeisti ai quattro angoli del Vecchio Continente. Chi vivrà vedrà, ma quel che oggi è sicuro è che la stampa occidentale urla solamente al successo dei manifestanti di Kiev. E chissà per quale motivo.
http://www.lintellettualedissidente.it/attenzione-ucraina-nella-ue-non-e-tutto-oro-quel-che-luccica/

Legge Stabilità: Passa la fiducia, 350 sì, 196 no

20 DICEMBRE 2013 22:27

  (ANSA) Via libera dell’Aula della Camera alla fiducia posta dal governo sulla legge di stabilità. Hanno votato sì in 350, no in 196 e uno astenuto.
 
Arriverà a breve un decreto per correggere le detrazioni sulla casa (la Tasi): 500 milioni sono già previsti ma si arriverebbe a circa 1,3 miliardi. Lo annuncia il ministro per gli Affari regionali, Graziano Delrio. Ci sarà un altro provvedimento prima della fine dell’anno – spiega Delrio – un decreto in cui rivedremo la flessibilità delle aliquote per le detrazioni alle famiglie: 500 milioni già ci sono con la Legge di Stabilità ma si arriverebbe a 1,2-1,3 miliardi”.
 
Nella Legge di stabilità “i saldi sono rimasti invariati, anzi forse c’e’ un leggero aumento delle risorse disponibili”. Lo ha detto il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni a “Radio Anch’io” sottolineando che “l’impostazione del provvedimento e’ sostanzialmente invariata: fornisce risorse all’ economia, aumenta investimenti e riduce tasse su lavoro a famiglie segnando punto di inversione rispetto al passato mentre mantiene gli impegni europei”.
 
Arriverà a breve un decreto per correggere le detrazioni sulla casa (la Tasi): 500 milioni sono già previsti ma si arriverebbe a circa 1,3 miliardi. Lo annuncia il ministro per gli Affari regionali, Graziano Delrio.

E adesso onorevoli cialtroni rispondete in Parlamento del vostro appoggio criminale alla distruzione della Siria!

 
dicembre 16, 2013
 
Thierry Meyssan  Rete Voltaire [2]16 dicembre 2013
 
Alla vigilia della Conferenza di Ginevra 2, gli organizzatori statunitensi non hanno più alcun burattino cui far giocare il ruolo dei rivoluzionari siriani. L’improvvisa scomparsa dell’esercito libero siriano dimostra a coloro che ci credevano, che non era altro che una finzione. Non c’è mai stata una rivoluzione popolare in Siria, ma solo un’aggressione straniera con mercenari e miliardi di dollari.
 
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 [3]Gli organizzatori della conferenza di pace di Ginevra cercano un rappresentante di emergenza per l’opposizione armata siriana. Secondo gli occidentali, c’è un conflitto tra una dittatura abominevole e il proprio popolo. Tuttavia, i gruppi armati che distruggono la Siria, dal Fronte islamico ad al-Qaida, invocano ufficialmente i combattenti stranieri, anche se i primi affermano di essere composti principalmente da siriani. Invitandoli ammettono che non c’è mai stata una rivoluzione in Siria, ma un’aggressione straniera. Infatti, l’esercito libero siriano, un paio di settimane prima, aveva 40000 uomini che si sono volatilizzati. Dopo che il suo quartier generale è stato attaccato e gli arsenali sono stati saccheggiati dai mercenari, il suo capo storico, il generale Salim Idriss, è fuggito in Turchia e ha cercato rifugio in Qatar.
 
Durante la sua formazione, il 29 luglio 2011, l’ELS si era fissato un unico obiettivo: il rovesciamento del Presidente Bashar al-Assad. L’ELS non ha mai detto se lottasse per un regime laico o uno islamico. Non ha mai preso alcuna posizione politica su giustizia, istruzione, cultura, economia, lavoro, ambiente, ecc. Non ha mai fatto il benché minimo progetto di programma politico. Era formato, ci hanno detto, da soldati dell’Esercito arabo siriano che avevano disertato. Infatti vi furono defezioni nella seconda metà del 2011, ma il loro numero totale non ne ha mai superato il 4%, trascurabile al livello nazionale. No: l’ELS non aveva bisogno di un programma politico perché aveva una bandiera, quella della colonizzazione francese. 
 
In vigore durante il periodo del dominio della Francia sulla Siria e durante i primi anni della presunta indipendenza, simboleggiava l’accordo Sykes-Picot: la Siria fu in gran parte ridotta e divisa in Stati etnici e confessionali. Le tre stelle simboleggiano uno Stato druso, uno alawita e uno cristiano. Tutti i siriani conoscono questa triste bandiera, non foss’altro per la sua presenza negli uffici dei collaborazionisti siriani all’occupazione francese, in una famosa soap opera. Il suo primo leader, il colonnello Riad al-Asad, è scomparso nella pattumiera della storia. Fu scelto per il suo nome, che scritto in modo diverso in arabo si pronuncia nello stesso modo, nelle lingue europee, di quello del Presidente Bashar al-Assad. L’unica differenza tra i due uomini, secondo le monarchie del Golfo, era che il primo è sunnita e il secondo alawita.
In realtà, l’esercito libero siriano è una creazione anglo-francese, come lo fu la “Bengasi rivoluzionaria” in Libia (che aveva “scelto” la bandiera di re Idris I, collaborazionista degli occupanti inglesi). Armato dalla NATO e destinato a prendere il palazzo presidenziale, quando l’Alleanza atlantica avesse bombardato il Paese, l’ELS fu distrutto dai piani successivi e dai continui  fallimenti dell’occidente e del Consiglio di cooperazione del Golfo. Presentatosi in un secondo momento quale braccio armato del consiglio politico in esilio, non gli si riconobbe alcuna autorità  obbedendo solo ai suoi creatori anglo-francesi. In realtà fu il braccio armato dei loro servizi segreti, di cui la Coalizione nazionale siriana era il braccio politico. In definitiva, l’ELS poté ottenere dei successi solo con l’assistenza diretta della NATO, cioè l’esercito turco che l’ospitava nelle proprie basi. Creato nel quadro della guerra di 4.ta generazione, l’ESL non è riuscito ad adattarsi alla seconda guerra siriana, in stile Nicaragua. La prima guerra (la riunione della NATO a Cairo, nel febbraio 2011, in occasione della Conferenza di Ginevra del giugno 2012) fu una messa in scena multimediale per delegittimare il governo, in modo che cadesse come un frutto maturo nelle mani della NATO. Le azioni militari furono perpetrate da diverse fazioni, ricevendo gli ordini direttamente dall’Alleanza. Si trattava soprattutto di accreditare le menzogne e dare l’illusione di una rivolta diffusa. Secondo le teorie di William Lind e Martin Van Creveld, l’ELS era un’etichetta da attribuire a tutti quei gruppi, ma senza avere una propria struttura gerarchica. Invece, la seconda guerra (la riunione degli “Amici della Siria” a Parigi, nel luglio 2012, in occasione della Conferenza di Ginevra del 2 gennaio 2014) è una guerra di logoramento per “esaurire” il Paese fino alla resa. Per svolgere tale ruolo, l’ELS avrebbe dovuto trasformarsi in un vero e proprio esercito, con gerarchia e disciplina, non è mai stato in grado di farlo.
Sentendo avvicinarsi la propria fine, dato il riavvicinamento turco-iraniano, l’ELS annunciò la propria eventuale partecipazione a Ginevra 2, chiedendo condizioni irrealistiche. Ma era troppo tardi. I mercenari dell’Arabia Saudita hanno avuto ragione di tale finzione della NATO. Chiunque può ora vedere la nuda verità: non c’è mai stata una rivoluzione in Siria.
 
Thierry Meyssan
 
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora [4]

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Unione Bancaria: è fatta. Ufficializzato il bail-in e il ruolo dell’ESM

NON BASTAVANO IL MES, IL FONDO DI REDENZIONE, EFSM, ora un altro FONDO PER LE BANCHE????? LA AMATA EUROPA DEI POPOLI, SFIDO CHE NON SONO AMMESSE PROTESTE, ANDARE CONTRO I BANCHIERI E’ ROBA DA ESTREMISTI
 
Posted By Redazione On 20 dicembre 2013 
 
 
Scritto il 19 dicembre 2013 [2] alle 17:14 da Danilo DT [3]
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Cosa capita in caso di fallimento di una banca e sopratutto come verranno interessati anche i clienti (correntisti, azionisti ed obbligazionisti) della banca.
 
Eccolo l’accordo sull’Unione Bancaria [4]. Ieri in un post già ho accennato [5] a quello che sarebbe potuto succedere. E diciamo che sono stato abbastanza lungimirante.
E’ quindi stato deciso il meccanismo dell’SRM, ovvero il metodo di fallimento controllato di una banca in crisi, con l’obiettivo di rendere l’evento il meno destabilizzante possibile e nello stesso tempo dividere il mondo banca dal mondo stato, cercando di far tornare la fiducia nel settore. Saccomanni lo acclama come “accordo storico”: senza dubbio lo è in quanto cambia radicalmente le cose e mette un po’ di ordine:
 
[…] Saccomanni ha parlato di “risultato storico”, paragonabile a “un’altra storica conclusione che era quella dell’unione monetaria”. Anche in questo caso, aggiunge il ministro dell’Economia, “nei prossimi mesi si lavorerà”. E ha sottolineato che grazie a quest’accordo “è stato esorcizzato il pericolo che si ripeta quello che è successo con Lehman Brothers”. […] (Source)  [6]
 
Incredibile, la soluzione che tutti cercavano. Peccato che si dimentica che in un default bancario qualcuno deve pagare. E nella fattispecie a pagare saranno i clienti della banca. Bella cosa! Inoltre l’effetto contagio [7] è debellato? Su questo ce ne sarebbe da dire…
 
Ma andiamo a vedere i contenuti dell’intesa.
 
[…] gli Stati daranno vita ad un fondo salva-banche unico, finanziato con prelievi sugli istituti di credito a livello nazionale. Inizialmente sarà formato da compartimenti nazionali che alla fine confluiranno in un unico fondo nel giro di dieci anni. Nel primo anno, le banche in default controllato potranno attingere solo al fondo del proprio Paese, ma negli anni successivi, man mano che il fondo cresce, ci sarà una mutualizzazione progressiva delle risorse. […]
 
Quindi prevede la creazione di un fondo unico di risoluzione (Srf) da 55 miliardi di euro in dieci anni, che servirà al sistema bancario per rifinanziare gli istituti europei in crisi. Il fondo Srf, dopo una fase transitoria che comincerà il 1 gennaio 2015, sarà a regime dal 2025.
 
[…] La seconda componente del meccanismo di risoluzione unico è l’autorità che prende la decisione di far fallire una banca in difficoltà: sarà un board formato da rappresentanti delle autorità nazionali, che agirà su impulso della Bce. Saranno gli Stati ad avere l’ultima parola, perché la Commissione, che avrebbe voluto voce in capitolo, è stata invece in pratica estromessa. La decisione su come e quando “risolvere” una banca sarà presa in 24 ore, come voleva la Bce. Il meccanismo unico di risoluzione si applicherà a tutte le banche supervisionate dalla Bce, entrerà in vigore il 1 gennaio 2015, mentre le regole del ‘bail-in [8]’ si applicheranno esattamente un anno dopo. […]
 
Già, bail-in, ne abbiamo parlato IERI in questo post… Che dire , un grande successo! Soprattutto per i clienti della banca in difficoltà. Pensate per esempio ad una banca come MPS… Ma i toni sono entusiastici…
 
«In futuro le crisi bancarie del recente passato saranno gestite in modo completamente diverso – ha detto il presidente dell’Eurogruppo, l’olandese Jeroen Dijsselbloem –. Le banche da ora in poi saranno chiamate a rispondere delle loro perdite e dei loro rischi. Mi sembra un cambiamento molto salutare» (Source)  [9]
 
Molto salutare! Certo, non c’è dubbio. In linea di massima le banche finanzieranno loro stesse il fondo per eventuali salvataggi. Quindi sono soldi dei risparmiatori. Ma si sapeva. Era il modello “bail-in” quello candidato a diventare ufficiale. Come diventa ufficiale, finalmente, un ruolo per l’ESM [10]:
 
Il “backstop” o paracadute voluto dall’Italia assicura che nella fase iniziale del fondo, dopo l’auto-salvataggio o ‘bail-in’ delle banche che assegna le perdite ad azionisti, obbligazionisti e grandi depositi, se a una banca serviranno ancora fondi, si potranno avere “finanziamenti ponte” da parte degli Stati o del fondo salva-Stati Esm.Saranno possibili anche i prestiti tra compartimenti del fondo salva-banche. Per Saccomanni il principio è che il sistema sia finanziato dalle banche stesse, ma se c’è necessità possono intervenire garanzie dei governi.
 
Morale, ora lo sapete. Se avete delle obbligazioni subordinate o convertibile, avete in mano PURO capitale di rischio. Da tempo è chiara la nostra posizioni sulle subordinate. Oggi, questo provvedimento, conferma tutti i nostri timori su questa categoria di bonds.
Almeno però, ora, c’è un po’ più di chiarezza di cosa potrebbe succedere in caso di grossa banca in crisi.
 
STAY TUNED!
 
Danilo DT [11]
 

SIRIA, ADRA – MASSACRO SOTTO LA NEVE

i diritti umani di chi contrata i ribelli sono stati cancellati naturalmente. Nessun tg o giornale titola scandalizzato?

Posted By Alessandra Drago On 20 dicembre 2013 

Con la compiacenza e l’aiuto di Italia, Europa, Israele e USA.  E bravi i nostri guerrafondai sostenitori del terrorismo in Siria. Brava Bonino, brava Boldrini, bravo Napolitano ed il governo Letta al completo!

QUANDO TOCCHERà ALL’ITALIA?   La Ministra guerrafondaia della difesa ha già lanciato l’allarme ” Gli Al Qaidisti sono gia arrivati da noi in  con le navi degli immigrati…. “  Ma l’Italia tonta è incantata da Renzi che come prima cosa apre ai matrimoni omo ed alle adozioni gay. Questa è l’emergenza per le nostre onorevoli nullità! Qui si vedono i politici di razza!! Il tutto mentre i media satanici di regime compiono il loro lavoro criminoso e  disinformano, disinformano…

http://www.sibialiria.org/ [1]

SUL MASSACRO DI ADRA SILENZIO IN ITALIA , LO COPRONO CON IL BOMBARDAMENTO GOVERNATIVO SUI QUARTIERI IN MANO AI RIBELLI DI ALEPPO
20 dicembre 2013

decapitazione

[4]All’alba dell’11 dicembre 2013, la città industriale di Adra, che si trova a 40 km a nordest della capitale siriana, è stata vittima di un tremendo massacro.

 La cittadina, che vanta una popolazione di oltre 100.000 abitanti e ospita 600 impianti di produzione industriali e silos di grano, fa parte della provincia Ghouta (la stessa resa celebre dai presunti attacchi chimici contro il popolo siriano nell’agosto scorso).

 Il 2 maggio scorso, Ziad Badour, direttore di Adra Industrial City, aveva dichiarato alla Sirian Arab News Agency (SANA), che più di 48.000 opportunità di lavoro vi erano in quella regione e che si ospitavano sia lavoratori provenienti da diverse parti del paese sia profughi interni da Douma, Yabroud, Harasta, Nabek, ma anche da Aleppo, Homs e Idleb terrorizzati dai mercenari stranieri. A questo scopo, il governo siriano veva anche costruito 1.200 unità abitative per gli oltre 100.000 sfollati, in Adra.

Tra le persone riallocate però pare figurassero anche 500 cellule dormienti, poi unitesi alle bande che hanno invaso la cittadina.

Adra si è trasformata da zona di speranza ad area tragicamente occupata.

Secondo il quotidiano libanese al-Akhbar “molti elementi di al-Dhamir arrivati nella città industriale di Adra alle 4:00 del mattino … Hanno chiesto ai suoi abitanti di scendere nel loro rifugio e hanno preso in ostaggio circa 200 di loro, scelti in base a criteri comunitari, assassinandone un certo numero …”.

Tra i luoghi presi di mira figurano la stazione di polizia, dove sono state assassinate tutte le persone presenti nell’edificio, la clinica pubblica, in cui è stato decapitato un infermiere considerato “shabbiha” in quanto dipendente pubblico, e il forno centrale, dove sono stati saccheggiati tonnellate di farina e arse vive almeno 11 persone.

La testa mozzata dell’infermiere è stata appesa su un albero nel mercato. Ben presto, diverse altre teste mozzate si sono unite alla sua, su quell’albero.

Le bande jihadiste hanno, inoltre, dato fuoco alle abitazioni dei funzionari pubblici, come raccontano diverse testimonianze raccolte dal sito di opposizione SyriaTruth: “Ci siamo svegliati al grido di Allahu Akbar, con fuoco intenso e bandiere nere dell’Esercito dell’Islam e di Jabhat al-Nusra. Alcuni di loro stavano cantando: Siamo venuti per uccidere voi, nassiriani (ovvero alawiti).”

” … Hanno ucciso un dipendente che era di guardia nel dispensario e appeso la sua testa”, dice uno dei testimoni. Un’altra aggiunge: “Hanno rapito decine di uomini e radunati in piccole aree degli edifici, li hanno uccisi aprendo su di loro il fuoco delle mitragliatrici”.

Una terza ha spiegato che per il solo panificio si contano almeno 11 morti, tra cui i 9 dipendenti, diverse donne e “sette ostaggi prelevati dal forno sono stati uccisi, decapitati e le loro teste appese nel mercato.”

Nella stazione di polizia, invece, si stimano in tutto circa venti elementi uccisi. Tutti i corpi sono stati mutilati e bruciati, solo perché dipendenti pubblici, e, quindi, “shabbiha” – secondo le definizioni delle bande jihadiste.

Il massacro – continua SyriaTruth – è proseguito per tutto il giorno.

La maggior parte delle vittime è stata assassinata per motivi religiosi o perché dipendenti pubblici. Se alawiti, cristiani, drusi e membri di altre minoranze sono stati le principali vittime della strage, tra i martiri si contano anche 20 sunniti.

Il destino di 200 residenti del complesso residenziale è ancora sconosciuto, utililizzati per lo più come scudi umani negli attacchi contro l’esercito arabo siriano intervenuto nelle ore successive su richiesta degli abitanti per liberare la zona.

Per quanto riguarda gli autori del massacro, si tratterebbe dei miliziani del Fronte islamico, in particolare dell’Esercito dell’Islam ( Jaish el- Islam), sostenuto dall’Arabia Saudita, e di Jabhat al-Nusra, ma, secondo altri, ci sarebbe anche la mano dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante.

Alcuni rapporti hanno azzardato che la rapida brutalità degli attacchi in Adra era in realtà una sorta di “vendetta” per le perdite subite sulle montagne del Qalamoun, ma la complessità dei loro movimenti notturni smentisce questa semplificazione, esattamente come le testimonianze raccolte da Russia Today:

“Avevano le liste dei dipendenti pubblici con loro … Questo significa che avevano programmato tutto in anticipo e sapevano chi lavorava nelle agenzie governative. Si sono presentati agli indirizzi che avevano sulla loro lista costrengendo la gente ad uscire fuori e sottoporli alle cosiddette prove della Sharia. Penso che le chiamino così. Li hanno condannati a morte per decapitazione.”

Il numero esatto delle vittime non è stato ancora rivelato, per la semplice ragione che le forze governative procedono lentamente nel loro contrattacco per non rischiare di colpire i civili utilizzati come scudi umani dalle bande jihadiste barricate nelle abitazioni.

E’ ancora il sito SyriaTruth a diffondere i nomi di 91 civili assassinati, 11 dei quali colpiti con oggetti appuntiti. Tra le vittime, figura anche una bambina di 10 mesi, Rabab Alhaj Ali.

Nei giorni immediatamente successivi al massacro, sono iniziate a trapelare alcune testimonianze che hanno fatto emergere alcuni dettagli dell’estrema crudeltà di questo crimine contro la popolazione.

“C’era strage ovunque,” racconta una donna a Russia Today, “Il più anziano aveva solo 20 anni, è stato macellato. Erano tutti bambini. Li ho visti con i miei occhi. Hanno ucciso quattordici persone con un machete. Non so se queste persone erano alawiti. Non so il motivo per cui sono stati uccisi. Li hanno afferrato per la testa e li hanno macellati come agnelli”.

Anche il medico Mazhar Ibrahim, originario di Tartus, sfuggito dalla morte, ha raccontato a Breaking News Network: “Dalle ore precedenti di quel giorno, ho sentito il crepitio di spari di fronte a casa mia, che si trova di fronte a una panetteria, poi ho capito che si trattava di uno scambio di fuoco tra i militanti e le guardie della panetteria … erano ore difficili … sono scappato con mia moglie e mia figlia Kristin in un rifugio vicino, dove si sono nascosti decine di residenti.”

“Allora gli uomini armati si sono infiltrati nel rifugio e hanno iniziato a torturare, uccidere e domandare chi sostiene il “regime” e lavora con il governo”, ha proseguito, spiegando chegli jihadisti hanno tagliato le mani dei dipendenti pubblici, per evitare che potessero tornare a lavorare e decapitato alcuni di loro, torturandoli davanti agli occhi dei bambini.

“Dopo tre giorni di orrore nel rifugio”, il medico racconta di aver avuto l’opportunità di fuggire con la sua famiglia e altre famiglie verso la strada principale, dove si trovava dell’esercito arabo siriano.

Il medico ha anche descritto le scene orribili cui sono stati costretti ad assistere: corpi torturati, decapitati, in via di decomposizione, gettati in tutte le vie.

“Gli uomini armati non erano siriani”, spiega la moglie “abbiamo vissuto giorni terribili, prima che potessimo sfuggire solo con i vestiti che indossavamo. L’esercito arabo siriano ci ha protetto e ci ha aiutato a raggiungere una zona sicura.”

Ma tra le storie più tragiche emerse spicca in particolare quella dell’ingegnere Nizar al-Hassan, morto insieme a moglie e figli nel loro appartamento, insieme a 8 terroristi di Jabhat al-Nusra.

Dalle ricostruzioni sembra che il padre abbia deciso di martirizzarse sé e la famiglia con quattro bombe, che aveva trovato vicino al corpo di un soldato siriano, per sfuggire alle brutalità inimmaginabili che sarebbero loro toccate una volta finiti nelle mani delle bande alqaediste.

Attualmente l’ercito arabo siriano sta lottando per liberare Adra dai 2.500 invasori.

Presto, forse, le teste mozzate verranno rimosse dagli alberi. Ma, per ora, il sangue macchia ancora la neve ad Adra.

Pierangela Zanzottera

SULLA VICENDA DI QANAYE’ , IL GRIDO DI MONSIGNOR NAZZARO

CONTRABBANDO DELLE ICONE E OGGETTI SACRI DI MALOULA DEVASTATA  TRAMITE COMMESSIONE VIA INTERNET!!!http://breakingnews.sy/en/article/30852.html [7]

http://www.stampalibera.com/?p=69732

Bruxelles bloccata, proteste contro l’austerity in Europa

di: WSIPubblicato il 19 dicembre 2013| Ora 12:07 [1]

Arteria principale inagibile. Davanti al palazzo Ue manifestanti pretendono un’Unione per i popoli e non pro-lobby.

Arteria principale di Bruxelles inagibile. Davanti al palazzo Ue centinaia di manifestanti pretendono un’Europa per i popoli e non le lobby.

BRUXELLES (WSI) – Mentre va in scena il summit europeo, fuori dai palazzi di potere entrano nel vivo le proteste anti austerity dei “Forconi d’Europa”. Centinaia di manifestanti hanno bloccato il traffico per le arterie principali di Bruxelles nei pressi del palazzo dove ha sede l’Unione Europea.A guidare le proteste sono contadini e artigiani. Fin dalle prime ore del mattino trattori e cumuli di fieno occupano la strada principale che porta alla sede UE di Bruxelles.

Ad essere prese di mira da cori, cartelli e dichiarazioni sono le autorità europee, colpevoli di aver creato un’Europa iniqua, senza lavoro.Tronchi di albero non hanno impedito ai leader degli Stati membri europei di arrivare a destinazione e partecipare alla riunione giornaliera, ma manifestanti e sindacati della CNE stanno facendo sentire la loro voce.

Il leader dei sindacati Bruno Dujardin ha spiegato ai giornalisti che quello che cercano è una “Europa per la gente, che rispetti i lavoratori e permetta a tutti i dipendenti europei di avere condizioni di lavoro decenti”.


Article printed from STAMPA LIBERA: http://www.stampalibera.com

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Magistrati: liberano serial killers e ‘minacciano’ leader Forconi

i due solerti pm che si spostano anche dentro i cantieri…..

Posted on dicembre 21, 2013

 Torino – Danilo Calvani, uno dei leader del Coordinamento 9 dicembre, e’ stato ascoltato per oltre due ore dai pm torinesi Paolo Borgna, Andrea Padalino e Antonio Rinaudo, che indagano sui disordini in citta’ della scorsa settimana. I magistrati torinesi lo avevano convocato come persona informata sui fatti.
L’interrogatorio e’ stato secretato e la sua posizione resta al momento quella di testimone. Uscendo dalla Procura Calvani non ha voluto rilasciare dichiarazioni prima di allontanarsi.
 
Fonte: (Qui)

La moglie di Letta è caporedattrice del CORRIERE

quando i media non sono del cavalierere naturalmente si ritengono liberi e scevri da conflitti di interessi?
Non dubitiamo dell’onestà intellettuale nel far pubblicare notizie che riguardano il governo del maritino

Gianna Fregonara, la nuova first lady giornalista
Lavora al Corsera, con Enrico Letta coppia riservata
24 aprile,

Al telefono e’ gentilissima: ”Preferisco in questo momento non dire nulla. Comprendo perfettamente le esigenze redazionali, faccio questo mestiere da vent’anni ed e’ sempre difficile quando ci si trova dall’altra parte, ma davvero mi sembra fuori luogo in questo momento qualsiasi tipo di commento. Grazie”. Gianna Fregonara, giornalista del Corriere della Sera, moglie di Enrico Letta da cui ha avuto tre figli (Giacomo, Lorenzo e Francesco), risponde cosi’ all’ANSA. Capelli corti, look sobrio, 45 anni portati con grazia, mai un filo di trucco, e’ lei la nuova first lady di palazzo Chigi.

Giornalista professionista dal 1992, vanta una lunga e brillante carriera nel quotidiano di via Solferino: prima a lungo giornalista parlamentare, dopo il matrimonio ha preferito cambiare settore. Attualmente e’ responsabile della redazione Cronaca di Roma.

Fregonara ha anche firmato il blog ‘politicamente scorrette’ sul sito del Corsera insieme alla collega e amica Maria Teresa Meli, ma l’ultimo aggiornamento risale al 14 dicembre. Enrico Letta e sua moglie hanno, a detta di chi li conosce, sempre mostrato grande affiatamento con discrezione, rare le foto dove li si vede insieme.

Nato a Pisa nel 1966, il presidente incaricato, oltre ad essere l’enfant prodige della politica italiana, e’ molto legato alla sua famiglia. Come racconta lui stesso nella biografia pubblicata sul suo sito, e’ un appassionato lettore di Dylan Dog, tifa Milan, ascolta Irene Grandi, Elio e le Storie Tese e Vasco Rossi. Tra i suoi scrittori preferiti ci sono Santo Piazzese, Marcello Fois e Gianrico Carofiglio. L’ultimo libro letto e’ L’uomo dei sogni di Jean-Christophe Rufi, la storia di un uomo che ha cambiato il proprio tempo partendo da un sogno di liberta’. Il protagonista vive nel Medioevo in una Francia devastata dalla Guerra dei Cento Anni, con la sua coda di massacri, carestie e malattie. Un’epoca buia dalla quale, fin da ragazzo, sogna di fuggire. Solo un caso o un auspicio per i giorni a venire?
http://www.ansa.it/web/notizie/postit/specialepresidentedellarepubblica/2013/04/24/-ANSA-BOX-GIANNA-FREGONARA-NUOVA-FIRST-LADY-GIORNALISTA_8607903.html