Decadimento Berlusconi? Il Parlamento è già Decaduto con il Golpe Finanziario dell’Eurozona

http://freeondarevolution.blogspot.it/2013/11/decadimento-berlusconi-il-parlamento-e.html

Vedi anche:
COLPO DI STATO GIA’ REALIZZATO IN ITALIACOLPO DI STATO GIA’ REALIZZATO IN ITALIA: BILDERBERG, TRILATERAL, ROCKEFELLER, ASPEN, LETTA, ANNUNZIATA, DASSU’: REGIA DI GIORGIO NAPOLITANO

 Kissinger & Napolitano (foto quirinale.it
KISSINGER & NAPOLITANO
 
 di Gianni Lannes
 
Napolitano a Palazzo Chigi  prima ha piazzato l’inqualificabile Mario Monti previa nomina di senatore a vita;  e poi Enrico Letta (esponente di spicco dell’Aspen Institute Italia): entrambi i due politicanti sono affiliati alle organizzazioni terroristico-mafiose Bilderberg e Trilateral (finanziate dal clan Rockefeller).
 
 
Il colpo di Stato è stato quasi invisibile, ma doloroso, uno strappo netto con i brandelli di democrazia vaganti nel Belpaese, dopo che il Trattato di Lisbona (firmato nel 2007 da Prodi e D’Alema, senza alcun mandato del popolo sovrano) in punta di diritto ha stracciato nel 2009 la Costituzione repubblicana italiana. Ora giocano a fingere di revisionare l’articolo 138 della medesima carta costituente, nient’altro che un cadavere, un simulacro per nascondere i giochi di potere eterodiretti dall’estero.
Nessuno ha osato fiatare nella casta – eticamente moribonda – dei politicanti al timone per conto straniero. In fondo, a ben scrutare, quanto è piccolo il mondo. La giornalista Lucia Annunziata, già direttore responsabile della rivista Aspenia (Aspen Institute finanziato in Italia e nel mondo dall’illuminato criminale David Rockefeller) è affiliata al Bilderberg? Per la cronaca: L’Huffington Post il cui editore è De Benedetti (già membro del Bilderberg e residente in Svizzera), padrone del partito sinistroide e sionista (ex quotidiano) La Repubblica e del settimanale L’Espresso, ha pubblicato recentemente un depistaggio sulla strage di Ustica degno di Cossiga.
 
Singolare coincidenza su Aspenia ha scritto anche l’attuale capo del Quirinale Giorgio Napolitano (per esempio: Aspenia numero 27, anno 2004: “Mission: Italy, di Richard Gardner”: già ambasciatore USA ai tempi dell’omicidio del presidente ALDO MORO, ndr). Il direttore editoriale di Aspenia era una certa Marta Dassù, sottosegretario nel governo Monti nominato dallo stesso Napolitano e non dal popolo “sovrano” nonché attuale viceministro degli esteri con la Bonino (alla voce Soros).
 
L’Italia è  uno Stato privo di sovranità dove comanda la Nato, e dove ormai il governo – esemplificativo il caso Monti (un “esperto” già al soldo di multinazionali estere) e poi il governo Letta – non viene eletto dalla popolazione ma calato, o meglio, imposto ai sudditi da una cricca di potere, col pretesto di imperscrutabili e indefinite crisi economiche, tali da incutere perenni timori nella popolazione civile.
 
La democrazia rappresentativa è ormai sepolta nel Belpaese. E’ in atto un progressivo svuotamento che comporta un mantenimento solo apparente di forme democratiche che coprono una sostanza oligarchica, vale a dire il governo dei custodi per conto  straniero. E’ in questo tipo di processo che ricoprono un ruolo di primo piano le élites militari, unite a quelle dei servizi di sicurezza, ossia il potere repressivo. E’ in questa situazione che si incardinano i rapporti tra potere politico e potere militare, tra governo visibile e governo invisibile. Per creare un impero bisogna cooptare le classi dirigenti delle nazioni sottomesse come l’Italia.
 
In uno studio pubblicato dalla Kennedy School of Government si descrive come ogni mese vada in scena a Washington una riunione tra rappresentanti dei principali media nazionali, del governo, del Congresso e dei servizi segreti, per determinare il margine di manovra sulle informazioni da pubblicare, ossia cosa e quanto  mettere in circolazione per distrarre la già passiva opinione pubblica.
 
Al “popolo sovrano” non resta che soccombere o fare una rivoluzione nel segno dell’etica, usando la forza vincente della nonviolenza per spazzare via tutti i parassiti e gli invasori che infestano la nostra patria.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Pubblicato da Gianni Lannes 

http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2013/11/bilderberg-trilateral-rockefeller-aspen.html

Grecia, Atene: chiudono gli ospedali, aprono le “stanze del buco”

certo, sia mai che si infettino di proposito per chiedere il sussidio….sarebbe un costo che la troika non sopporterebbe
 
Pubblicato da ImolaOggi
 
nov 28, 2013
 
26 NOV – Nello scorso luglio i commissari della troika ad Atene hanno imposto al governo fantoccio di Samaras nuovi tagli nel settore pubblico. Dopo la tv di Stato Ert l’esecutivo ha chiuso anche molti ospedali.
In compenso ad Atene è stata aperta la prima ‘stanza del buco’ (alla quale ne seguiranno altre) per limitare la crescita dei casi di malattie infettive dovuta alla crisi. L’iniziativa è stata presentata oggi dall’agenzia governativa contro la droga Okana, secondo cui in realtà dall’apertura lo scorso ottobre del servizio sono già 200 le persone che ne hanno usufruito.
 
Dall’inizio della crisi, hanno sottolineato anche alcuni rapporti dell’Oms, nel paese c’è stato un grande aumento dei casi di Hiv ed epatiti dovuto soprattutto alla pratica di scambiarsi le siringhe e al sempre maggior numero di tossicodipendenti tra i disoccupati, ormai un terzo della popolazione. Molti dei 25mila tossicodipendenti stimati, spiegano ancora le autorità riprese da diversi media locali, sono inoltre senza fissa dimora, e non hanno accesso quindi ai ‘normali’ servizi sanitari, che oltretutto hanno subito forti tagli.
Nelle ‘stanze’ i pazienti riceveranno siringhe pulite e assistenza medica. ”La richiesta aumenta ogni giorno – spiega Sakis Papaconstantinou, a capo di Okana -. Probabilmente dovremo aprire altre stanze nella città molto presto”.

Miliardi all’Onu, ma i profughi siriani muoiono di fame

Pubblicato da Imola Oggi ESTERI, NEWSnov 29, 2013
29 NOV – I circa 200mila profughi siriani che vivono nei campi allestiti in Turchia lungo il confine devono sopravvivere con 80 lire turche al mese, circa 29 euro, ha reso noto la commissione d’inchiesta parlamentare sui diritti umani di Ankara.
Sessanta lire sono fornite dal Fondo Alimentare Onu, le altre 20 dal governo turco. Molti rifugiati hanno detto alla commissione parlamentare che questa somma non basta per mangiare a sufficienza. I profughi ospitati nei campi non ricevono più pasti caldi gratuitamente alla mensa a causa, secondo il rapporto della commissione, di “differenze nelle culture alimentari”.
Secondo la stampa turca la situazione dei circa altri 400mila rifugiati in Turchia, che non sono registrati ufficialmente e vivono spesso nei parchi o nelle strade nelle principali città del paese – si ritiene che a Istanbul ce ne siano ora 100mila – è ancora più drammatica. Molti bambini sono costretti a mendicare per sopravvivere e procurare da mangiare alle famiglie. Con l’arrivo del freddo le loro condizioni di vita si sono ulteriormente deteriorate. (ANSAmed).
http://www.imolaoggi.it/2013/11/29/miliardi-allonu-ma-i-profughi-siriani-muoiono-di-fame/

CESENA: BANCA ROMAGNA COOPERATIVA COMMISSARIATA DA BANKITALIA

29 novembre 2013
DA IERI a mezzogiorno Banca Romagna Cooperativa è commissariata. Il provvedimento che la Banca d’Italia ha proposto e il Ministro dell’Economia e delle Finanze ha firmato il 13 novembre scorso non è ancora stato pubblicato, ma la notizia si è diffusa molto rapidamente tra i dipendenti della banca di credito cooperativo nata con grandi ambizioni nel 2008 dall’unione delle banche di credito cooperativo Romagna Centro e Macerone.(…)

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http://www.crisitaly.org/notizie/cesena-banca-romagna-cooperativa-commissariata-da-bankitalia/?utm_source=dlvr.it&utm_medium=facebook&utm_campaign=cesena-banca-romagna-cooperativa-commissariata-da-bankitalia

Fece sesso con una 12enne: sconto di pena al poliziotto

la magistratura e gli occhi di riguardo….
di Lorenzo Zoli
BOSARO – Ha ottenuto una riduzione della pena Matteo Tenan, 33 anni, poliziotto di Bosaro, accusato di atti sessuali con una dodicenne. I 5 anni che gli erano stati inflitti dal giudice Alessandra Testoni del tribunale di Rovigo nel marzo del 2011, sono stati ridotti a 4 dai giudici d’appello.
I fatti, emersi dall’indagine della Squadra mobile di Rovigo, risalgono al novembre del 2009. Tenan si era inserito in uno dei circuiti di chat sms tanto in voga tra gli adolescenti.Fingendosi 17enne, aveva agganciato la ragazzina, fissando con lei un appuntamento. Ma all’incontro la dodicenne si era trova di fronte non un ragazzo in bici o in scooter, ma un adulto al volante della propria auto. Sempre secondo la ricostruzione degli inquirenti, l’aveva fatta salire a bordo e portata in un luogo isolato, dove aveva consumato un rapporto sessuale completo.
A innescare l’indagine la confessione della dodicenne fatta a un amico, oltre che la scoperta, da parte dei genitori, di alcuni messaggi molto chiari sul cellulare della figlia.

La Battaglia Per L’Ucraina.

L’Ucraina,ha deciso di non diventare la prossima Grecia. L’Ucraina ha deciso di non firmare un trattato commerciale con l’Unione europea.
Il presidente dell’Ucraina Viktor Yanukovich,ha deciso di ‘avvicinarsi in maniera guidata ad un blocco commerciale di Mosca.
Con l’Unione europea afflitta da problemi finanziari e crescenti nazionalismi,tutti gli sforzi della Russia di mantenere l’Ucraina fuori della UE,ha raggiunto un certo successo.Il voltafaccia dell’Ucraina,è arrivata dopo che Yanukovych ha fatto due viaggi semisegreti in Russia,per colloqui con il Presidente Vladimir Putin,che deve avere qualcosa di più convincente di un’offerta qualunque a buon mercato prestiti e sovvenzioni,che L’UE era disposta a elargire.Yanukovich e il suo team decisi a vendere fedeltà del loro paese al miglior offerente.Qualunque sia la motivazione,il governo ucraino il 21 novembre ha annunciato che stava sospendendo i colloqui di associazione dell’Unione europea,e il parlamento ha buttato fuori il disegno di legge Tymoshenko.
L’Ucraina non può firmare patti di libero scambio sia con l’Ue che con la Russia senza creare di fatto un’area di libero scambio Ue-Russia Quindi la domanda è: ‘Ue è pronta a creare una zona di libero scambio con l’intero spazio postsovietico?
Azarov,ha chiesto l’Unione europea,l’Ucraina e la Russia,di negoziare un regime di libero scambio insieme.Putin è il più determinato giocatore,quindi la vittoria sarà sua.L’Ucraina è importante,per ragioni economiche,ma soprattutto militari.
Inoltre,la città ucraina di Sevastopol è il quartier generale per la Flotta del Mar Nero della Russia.La posizione strategica dell’Ucraina,è quella di una terra di confine tra la Russia e l’Europa e la sua vicinanza al proprio cuore economico della Russia e come granaio nella regione del Volga,che fanno rendere il Paese un punto chiave per la forza geopolitica della Russia.

Folletti della Clarea e Maddalena Libera a Rivoli

SCRITTO DA: CONTRIBUTI – NOV• 29•13

rivoli

I Folletti della Clarea e Maddalena Libera a Rivoli

Ieri sera  un gruppo di folletti della Clarea tra cui  Maddalena Libera  è sceso in città, stanchi  di veder  questi soldati in cantiere a bighellonare dietro le reti… e hanno chiuso  con una catena l’ingresso della caserma Ceccaroni di Rivoli. All’iniziale sorpresa dei militari colti impreparati da un simile evento,è seguita una puntuale sorveglianza della catena. Dopo una mezz’oretta i soldati (ormai diventati un buon gruppo ad ammirare l’artefatto) hanno finalmente trovato una tronca  con cui liberare l’ingresso così da lasciare di nuovo passare camionette e macchine… Nulla si sa dell’evento verificatosi in quel luogo,per questo è necessario renderlo pubblico… Dimenticavamo… per rendere edotti i soldati avevamo lasciato uno scritto che non è stato apprezzato, in quanto strappato. Eccone comunque una copia…

… A presto!

volrivoli.

Le manovre sospette sull’oro degli italiani

…La decadenza di Berlusconi, quella sì che è un bell’argomento, quella sì che l’altro giorno ha monopolizzato l’attenzione di tutti i media e tutti i cittadini. Distraendola da altro. Ovvero, da quanto deciso nel Consiglio dei ministri. E non mi riferisco alla telenevola dell’Imu. Mi riferisco al colpo di mano con cui il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, ha violato la legge 262/05 che prevedeva la nazionalizzazione della Banca d’Italia, tramutando la stessa in una public company nell’ambito della già citata e trattata rivalutazione delle quote contenuta nella Legge di stabilità.

Ciascun partecipante al capitale di Bankitalia, anche un investitore europeo, non può possedere, direttamente o indirettamente, una quota del capitale superiore al 5%, mentre per le quote in eccesso non spetta il diritto di voto e i relativi dividendi sono imputati alle riserve. Ai partecipanti al capitale di Bankitalia, si legge ancora nel testo, possono essere distribuiti esclusivamente dividendi annuali, a valere sugli utili netti, per un importo non superiore al 6% del capitale.

Nei fatti, la Banca d’Italia è un istituto di diritto pubblico con un capitale sociale di 156 mila euro diviso in 300 mila quote con un valore unitario pari a 52 centesimi cadauna. Una serie di privatizzazioni e acquisizioni nel panorama bancario italiano ha però fatto sì che il 94,33% del capitale della Banca centrale sia ora in possesso di enti non pubblici, situazione che portò sul finire del 2005 – governo Berlusconi – all’approvazione da parte del Parlamento della legge 262, in base alla quale entro 31 dicembre 2008 si sarebbe dovuto ridefinire l’assetto proprietario di Bankitalia. E invece? E invece lettera morte, anzi la palese violazione di quella legge che doveva riportare di fatto Palazzo Koch in mano pubblica.

Direte voi, dov’è lo scandalo? In questa parola, “progetto Bankoro”. Un piano a cui il governo sta lavorando da prima dell’estate e che ha avuto una prima uscita semi-pubblica nel mese di settembre, sotto forma di forum-dibattito riguardo la sua efficacia e liceità. Di cosa si tratta, nelle intenzioni degli ideatori, è presto detto: è un piano che, se
attuato, «renderebbe possibile una nuova dignità all’assetto proprietario della Banca d’Italia, la risoluzione degli immobilizzi delle banche italiane nelle quote della stessa (con beneficio della loro patrimonializzazione e della capacità di erogare risorse) e la contribuzione di un importo non marginale (13-14 miliardi di euro) al rilancio della nostra economia che necessita di risorse per le imprese e gli investimenti».

Il problema è che la Banca d’Italia detiene 79 milioni di once di riserve auree pari a oltre 2.400 tonnellate (superate nell’eurozona solo da quelle della Germania, pari a 109 milioni e nel mondo da Usa e Fmi), ma diversamente da altre banche dell’Eurosistema e dalla Bce, la Banca d’Italia non ha mai venduto oro dal 1999, da quando vige il “Central Bank Gold Agreement”. Vendere l’oro, avete letto bene. Ma loro le cose le sanno mascherare alla grande, ecco quindi che il “progetto Bankoro” non prevede la vendita di oro italiano, ma solo di rivalutarlo per liquidare le partecipazioni dei privati nel capitale della Banca d’Italia.

Il perno della proposta sta nella valorizzazione dell’oro iscritto nel bilancio della Banca d’Italia con il suo conferimento a un’entità sua affiliata e il conseguente pagamento alle casse dello Stato dell’imposta sulle plusvalenze che verrebbero realizzate. Con tali somme, lo Stato si renderebbe acquirente di quelle stesse quote attraverso un veicolo finanziario costituito ad hoc. Insomma, c’è il forte rischio che stiano per mettere le mani sull’oro italiano, senza nemmeno dirlo alla gente e attraverso una sorta, nella migliore delle ipotesi, di scatola cinese o, nella peggiore, di uno schema Ponzi. Ma noi tutti eravamo troppo impegnati a piangere o gioire per la decadenza di Berlusconi e loro il Consiglio dei ministri lo hanno fatto proprio durante questa funzione laica a uso e consumo del popolo incarognito da vent’anni di guerra civile latente.

Attenzione alle prossime mosse e informatevi bene, perché molti giornali hanno banche nei cda e potrebbero sottovalutare o nascondere la notizia. E attenzione, di questi tempi l’oro può diventare davvero un bene su cui qualcuno vuole puntare per mettere a posto qualche buco e magari finanziare qualche ricapitalizzazione, più o meno d’emergenza. È di un settimana fa la notizia che il Venezuela ha sottoscritto un accordo con la banca d’affari americana Goldman Sachs su 1,45 milioni di once di oro puro, pari a più di 45 tonnellate. Si tratterebbe dell’oro depositato presso la Banca d’Inghilterra e ancora non rimpatriato: ai prezzi attuali, quei lingotti valgono intorno a 1,8 miliardi di dollari. Su questi, Caracas ha pattuito un accordo con scadenza nel 2020, che prevede il pagamento da parte di Goldman Sachs di una sorta di “affitto” alla Banca Centrale del Venezuela, sulla base di un tasso di interesse, dato da una combinazione tra dollari e un equivalente call BBA Libor all’8%.

È stato aperto anche un account, ossia un margine, per cui la Banca Centrale dovrà versare a Goldman Sachs più oro nel caso in cui il prezzo dei lingotti sui mercati scendesse, mentre la banca americana dovrà versare più dollari per il caso opposto di aumento delle quotazioni. Nel 2020, tali margini torneranno ai legittimi proprietari, ossia l’oro in più depositato al Venezuela e i dollari in più a Goldman Sachs. L’accordo, in sostanza, è una sorta di contratto di affitto di oro alla banca d’affari, in cambio di un pagamento periodico degli interessi sul valore mutevole dei lingotti. E, colmo dei colmi, è la stessa Goldman Sachs a prevedere un crollo del valore per oro, rame, ferro e soia del 15% il prossimo anno! Casualmente, poi, l’accordo scade nel 2020, ovvero un anno prima di quando la Federal Reserve dovrà riconsegnare alla Bundesbank i lingotti depositati presso Fort Knox.

A vostro modo di vedere, la Fed ha convenienza che il prezzo dell’oro sul medio termine, salga o scenda? E se per caso l’oro tedesco si fosse tramutato in tungsteno dipinto o fosse in giro per il mondo nell’oscuro universo del leasing, l’oro venezuelano – vero, fisico – non farebbe un gran comodo alla Fed, onde evitare una crisi diplomatica con un Paese alleato? Attenti, sento puzza di enorme fregatura.  

Mauro Bottarelli
Fonte: www.ilsussidiario.net
Link; http://www.ilsussidiario.net/News/Economia-e-Finanza/2013/11/29/SPY-FINANZA-Le-manovre-sospette-sull-oro-degli-italiani/3/447927/
29.11.2013

LA BEFFA DELL’IMU NON ABOLITA DAL GOVERNO LETTA. NUOVE TASSE: ECCO QUANTO PAGHEREMO DI PIU’

di Salvatore Esposito

Della serie istituzionale: come ti frego il popolo italiano. Solo in Italia si paga una tassa sulla casa in cui si vive, acquistata con i propri sacrifici. Lo Stato, insomma, lucra da sempre sul nostro sudore. La campagna elettorale è finita da un pezzo. Berlusconi è stato liquidato. Ma l’Imu non è stata abolita interamente. Il governo Letta e la stampella Alfano hanno mentito. Purtroppo per circa 5 milioni di italiani l’Imu non è andata per sempre in soffitta e la quota mancante è destinata a trasformarsi in pratica in una maggiorazione sulla Tasi da versare insieme alla prima rata del nuovo tributo che la nuova legge di Stabilità mette in calendario per il 16 gennaio. Una sorpresina per i contribuenti che abitano in circa i 600 Comuni italiani che quest’anno hanno aumentato le aliquote dell’Imu sulla prima casa. Nell’elenco ci sono grandi città come Milano, Napoli, Reggio Calabria, ma anche capoluoghi importanti come Verona e Brescia. Ma l’elenco potrebbe allungarsi ancora, perché c’è tempo fino al 9 dicembre per pubblicare le aliquote di quest’anno.

Ecco l’inghippo che scrive un nuovo capitolo della storia infinita della tanto odiata imposta municipale sugli immobili. Nei 2,15 miliardi di copertura annunciati nel decreto emesso dal governo dopo il benestare della Bce alla rivalutazione delle quote di BankItalia, non ci sono i soldi per rimborsare tutti gli aumenti di aliquota decisi dai sindaci nel 2013, risorse che rimarranno quindi in parte a carico dei cittadini. Con il risultato, beffa, che per molti un’imposta che era stata abolita, rischia di costare di più rispetto a quando era pienamente in vigore.

Gli aumenti hanno fatto crescere di circa 500 milioni di euro il conto dell’abolizione dell’Imu e che gli sforzi dei tecnici del ministero dell’Economia, complice anche l’affannosa ricerca delle coperture finanziarie, anche per il rientro in extremis degli immobili agricoli nell’esenzione, non hanno avuto buon esito nel reperire le risorse aggiuntive.

La via d’uscita che al momento si prospetta prevede una duplice contribuzione: da una parte il chippino dello Stato, dall’altra l’intervento dei proprietari che dovranno aprire il portafoglio, rimpolpando il gettito di metà gennaio della Tasi. Un meccanismo della semi-copertura che, così strutturato, diventa un’autentica beffa per i 5 milioni di italiani che per cui la quota mancante dell’Imu del 2013 è superiore al totale della tassa versata nel 2012.

La decisione di far pagare ai contribuenti il 50 per cento dell’aumento delle aliquote Imu sulle prime case, porterebbe una mini stangata di 42 euro medi per i residenti nei Comuni che quest’anno hanno deciso aumenti di aliquote. E’ quanto emerge da uno studio della Uil. A oggi, infatti, spiega Guglielmo Loy, segretario confederale Uil, anche se c’e’ ancora tempo (la scadenza per l’approvazione dei Bilanci comunali e’ al 30 novembre), sono 873 i Comuni che hanno deliberato aumenti di aliquote dell’Imu sulla prima casa e tra essi 11 Citta’ capoluogo. Nello specifico, spiega la Uil, a Milano l’aliquota e’ passata dal 4 al 6 per mille; a Bologna dal 4 al 5 per mille; a Napoli dal 5 al 6 per mille; a Genova dal 5 al 5,8 per mille; ad Ancona dal 5,5 al 6 per mille; a Benevento dal 5 al 6 per mille; a Verona si passa dal 4 al 5 per mille; a Frosinone, Caltanissetta, Cosenza e Vibo Valentia passa dal 4 al 6 per mille. “Diversamente, dunque, dalle aspettative – sottolinea Loy – non c’e’ la propagandata esenzione totale”.

Secondo i calcoli del Servizio Politiche Territoriali della Uil, il conto a Milano e’ di 73 euro (nel 2012, pero’, si sono pagati 292 euro medi); a Bologna di 40 euro medi (321 euro nel 2012); a Napoli di 38 euro medi (379 euro nel 2012); a Genova di 31 euro medi (72 euro nel 2012); ad Ancona di 21 euro medi (341 euro nel 2012) ; a Verona di 31 euro medi (281 euro nel 2012). Dunque, aggiunge Loy, “si avra’ un risparmio rispetto al 2012, ma la tassa sulla casa si paghera’ comunque”. In totale, a oggi (c’e’ tempo ancora fino al 9 Dicembre per definire le aliquote del 2013), si tratta di 3,4 milioni di prime case che si aggiungono ai 44.785 ‘nababbi’ possessori di una prima casa di lusso (A/1, A/8 e A/9), i quali verseranno il saldo il 16 Dicembre. Quindi, tra saldo Imu e Tares e acconto Iuc, secondo il segretario confederale della Uil, “tra il 16 dicembre e il 16 gennaio, si profila un vero ingorgo fiscale per le tasse sulla casa. Questo incrocio fiscale, insieme agli aumenti delle addizionali Irpef, rischia di contrarre ancora di piu’ i consumi interni e quindi la ripresa economica e occupazionale. Sul fisco locale – conclude Loy – servono certezze, perche’ con cambi di nome, di regole di scadenze, oltre che ad aumentare il peso fiscale si disorientano i contribuenti”.

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TELEPD

Data: Mercoledì, 27 novembre
 
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DI CLAUDIO MARTINI
il-main-stream.blogspot.it
 
Tutti i genovesi che hanno vissuto (e sofferto) le cinque giornate di sciopero dei lavoratori del trasporto pubblico (AMT) ricordano bene come, sia pur in un contesto di grande disagio, la solidarietà per la lotta degli autisti fosse assolutamente egemone. La pagina Facebook di sostengo ai lavoratori ha raggiunto le ventitremila adesioni. Le principali squadre di calcio cittadine hanno espresso la loro solidarietà.
 
Giovanni Floris, uno dei principali Marescialli del PUDE, decide di documentare la vicenda su Ballarò. Lo fa a modo suo. Manda un inviato, che trova per strada una vecchina. “Che ne pensa dello sciopero?” “È uno schifo”. “È veramente una vergogna”.
Ed ecco che, con una intervista assolutamente casuale (si fa per dire), i telespettatori di tutta Italia si sono fatti un’idea equilibrata dell’opinione pubblica genovese. La parola ora passa all’esperto. Chi intervisterà Ballarò per avere un’opinione sugli aspetti economici della vicenda AMT? Fra tutti, non trova di meglio che interrogare Carlo Stagnaro, che è di Genova, ma sopratutto è super-liberista. D’altronde Ballarò è una trasmissione di sinistra, è normale che i pareri li chieda ai fanatici delle privatizzazioni.
 
Gran finale: intervista al Mercato Orientale. Per chi non lo sapesse, un luogo storico della città, dedicato al commercio ortofrutticolo. L’inviato si avvicina ad una negoziante con un approccio assolutamente super-partes“lo sciopero l’ha danneggiata?” “tantissimo, le vendite sono crollate del 70%. Le cose stavano andando meglio, ma lo sciopero è stato una vera mazzata”. Segue una sommaria quanto commovente esposizione di tutte le magagne che rendono impossibile la vita dell’odierno commerciante; la signora non ce la fa più, e prorompe in lacrime a pochi centimetri dal microfono.
Riassumendo: i lavoratori AMT hanno commesso una vera porcata, facendosi odiare dalla cittadinanza, rovinando la vita della gente per bene, e tutto per difendere sprechi-inefficienze-ruberie ecc.  che sono il portato inevitabile dell’intervento della mano pubblica in economia. Ecco come Floris ha pensato di raccontare le cinque giornate di Genova.
Ancora una volta, Rai 3 si dimostra l’epicentro dello schifo televisivo. Questo è il canale televisivo semi-ufficiale della sinistra di questo paese. Ridateci Emilio Fede, allora. Emilio Fede, allora.
 
Claudio Martini
26.11.2013