Archivi giornalieri: 23 novembre 2013
La “Monsanto”, figlia prediletta di Satana
una cosa è certa, pare che il progresso sia sempre più contro la VITA (umana e non)
di Gianni Tirelli
Da una parte c’é l’industria chimica in forte espansione – dall’altra la natura, in forte estinzione!! Questa equazione fa rabbrividire!! L’industria della chimica è la peggiore fra le moderne calamità, e i suoi effetti sull’ambiente tutto e sulla salute dell’uomo sono a tal punto devastanti, da essersi resa necessaria una chiusura forzata di tutte le fabbriche e il loro sistematico smantellamento.
La contaminazione del territorio, delle acque e dell’aria, hanno raggiunto livelli apocalittici che sono causa delle più svariate forme di patologie tumorali, neurologiche, e di una lunga serie di altrettante malattie, disfunzioni organiche, allergie, e disturbi di varia natura, che la moderna scienza non è in grado di codificare, di comprendere, ne tanto meno curare – Tutto questo “moderno dolore”, è di fatto il prodotto della ricerca e dell’innovazione scientifica, le cui controindicazioni, interazioni ed effetti collaterali, superano di gran lunga i benefici promessi, propagandati e garantiti come miracolosi, innovativi, ed esclusivi. Un imbroglio galattico, un’impostura infernale che ci perseguita da decenni, architettato e pianificato in nome della logica del profitto ad ogni costo e con ogni mezzo, e che non tiene in nessun conto il diritto alla salute dei cittadini, ma si accanisce con sadico piacere sulle loro speranze.
Il primo passo verso il cambiamento di una metamorfosi rivoluzionaria radicale della società dei consumi, sta nel riconvertire “l’industria agro alimentare”, nella semplice locuzione, “agricoltura biologica”. In realtà, “industria agroalimentare”, non significa nulla – una vera bestialità; quel subdolo esercizio di illusionismo, oggi molto in voga, che in veste di ossimoro, intende sdoganare il concetto di Male, affiancandolo al suo opposto.
Nel nostro caso, l’Industria rappresenta la morte e, “agro alimentare”, la vita. Parlo di due dimensioni distinte, opposte e contrapposte che, per logica e natura, si respingono e si combattono. Ogni sforzo finalizzato a fonderle fra loro (in virtù di perverse logiche volte all’interesse particolare e al potere), produce come risultato ultimo, l’azzeramento di ogni punto di riferimento e oggettivo parametro di giudizio e di comparazione, in mancanza dei quali, ogni confine etico e morale, viene superato, azzerando in noi la capacità di separare la libertà dalla licenza, il progresso dalla catastrofe ambientale e, in fine, la luce dalle tenebre.
La “Monsanto”, figlia prediletta di Satana, si pone a paradigma supremo di quel concetto di distruzione e di degenerazione, che lo stesso capital-liberismo condivide nel suo DNA, come eccellenze genetiche. E’ la rappresentazione plastica di come il “maligno”, da eccellente trasformista, pianifichi il suo progetto di sterminio, mascherandosi subdolamente sotto le vesti di un cognome dall’etimologia spagnola (Monsanto = Monte Santo), che all’apparenza interpreta un non che di sacro, di puro, incontaminato da ogni intrusione di natura malefica.
Diversamente, questa fucina del male, commercia quanto di più ingannevole si possa tramare, produrre, acquistare e consumare. Una fabbrica di morte e di dolore per definizione che, in pochi decenni, ha infettato in forma virale tutta la catena alimentare, dalla semina al raccolto. I breve, tutto il ciclo della nostra esistenza.
Monsanto è dunque un’impresa criminale, più volte condannata per la sua perversa attività industriale, in ragione di un composto tossico (PCB) miscela chimica ora proibita, ma che continua a contaminare il pianeta. Per 50 anni il PCB fu impiegato come liquido refrigerante dei trasformatori. Monsanto, che fu condannata per questo motivo, conosceva essere un prodotto altamente cancerogeno, però nascose le informazioni corrompendo e minacciando di morte. Così nasconde i dati a riguardo dei suoi prodotti, mente e falsifica i resoconti; ma non solo questo. Ogni volta che scienziati indipendenti tentano di fare il loro lavoro di ricerca sui transgenici, ricevono pressioni, minacce o perdono il posto di lavoro.
La stessa storia si è ripetuta con due erbicidi prodotti da Monsanto, che formarono il cocktail chiamato “agente orange” (agente arancio) utilizzato nella guerra del Vietnam. Sapevano della sua tossicità ma lo usarono ugualmente. Non solo, alterarono gli studi fatti per nascondere la relazione tra diossina e cancro. È il modus operandi ricorrente della Monsanto. Alcuni dicono che questo avveniva nel passato, però non è così! E’ un modo di ottenere profitti, ancora uso. L’azienda non accettò mai il suo passato e le sue responsabilità. Negò sempre tutto. Questa è la sua linea di condotta. Oggi la stessa cosa accade con i cibi transgenici e il Roundup.
Tutti i semi transgenici esistenti sono controllati da sei imprese: Monsanto, Syngenta, DuPont, Dow, Bayer e Basf. Sono multinazionali del settore chimico che si impadroniscono delle compagnie di grani per controllare il mercato agricolo, vendendo semi che si legano ai pesticidi che esse producono (erbicidi, insetticidi, ecc.).
Oltre a Monsanto, tutte hanno una storia criminale che include, tra gli altri reati, gravi disastri ambientali e contro la vita umana. Tutte, una volta scoperte, hanno cercato di rifuggire le proprie colpe, tentando di deformare la realtà con menzogne e/o con la corruzione. Il fatto che tutti gli OGM siano omologati e che la contaminazione è un delitto efferato premeditato, significa che qualunque paese autorizzi gli OGM, di fatto consegna la propria sovranità alle decisioni di alcune multinazionali che agiscono secondo loro esigenza di lucrare. Inoltre, trattandosi di queste imprese, autorizzare la semina di OGM vuol dire consegnare i semi, i contadini e la sovranità alimentare, a un pugno di criminali in grande scala.
L’obiettivo di Monsanto è controllare la catena alimentare globale. I cibi trasngenici sono il mezzo per raggiungere questo obiettivo. I brevetti la via per ottenerlo. La prima tappa della “rivoluzione verde” già si è conclusa – fu quella delle piante ad alto rendimento con l’utilizzo di pesticidi e relativo inquinamento ambientale. Ora siamo nella seconda fase di questa “rivoluzione” dove la chiave sta nel far valere i brevetti sugli alimenti. Questo non ha niente a che vedere con l’idea di alimentare il mondo. L’unico fine è aumentare gli introiti delle grandi coorporation. Monsanto guadagna in tutto e su tutto. Ti vende il pacchetto tecnologico completo, i semi brevettati e l’erbicida obbligatorio per quel seme.
La Monsanto è l’avamposto strategico di Satana, in marcia lungo la strada tracciata dal Capital/liberismo che ha fatto terra bruciata di quell’impianto etico connaturato all’origine, in modo di facilitare la sua escalation e sgombrare dal campo ogni ostacolo di natura morale che potesse rallentare la su avanzata verso il dominio sul mondo.
La Monsanto e sorelle, andrebbe immediatamente bombardata, ma nessuno al mondo si prenderà mai questa briga.
Al punto in cui siamo (di non ritorno) non ci resta che attendere il giorno della fine, comodamente seduti sul divano delle libertà irrise e perdute.
http://www.oltrelacoltre.com/?p=17468
Droni subacquei Usa negli oceani.
NEW YORK – La rotta più lunga parte dalla East Coast degli Stati Uniti, attraversa l’ Atlantico puntando dritto alle isole Azzorre e finisce al largo del Portogallo. Un’ altra costeggia l’ isola di Capoverde e le Canarie, poi risale fino all’ Islanda. Una terza circumnaviga Portoricoe Cuba. Sono i nuovi itinerari dei droni. A centinaia di metri sotto la superficie dell’acqua.
Ormai noti da tempo come i nuovi killer dei cieli, ampiamente usati dalla Cia e dal Pentagono per gli attacchi contro i taliban e Al Qaeda; sempre più diffusi anche in funzioni di spionaggio aereo al servizio del Grande Fratello; ora i robot senza pilota abbattono una nuova barriera e s’ impadroniscono degli oceani. Inizialmente a scopi scientifici, meteorologici, perfino umanitari. Naturalmente l’uso militare è già previsto: una delle più grosse flotte di droni subacquei è già in dotazione alla U.S. Navy, ben 65 apparecchi. Forse un giorno la caccia ai sottomarini nucleari russi o cinesi la faranno loro, se non la stanno già facendo. Per adesso a esaltare questo uso dei droni subacquei sono soprattutto gli scienziati, dai biologi marini agli studiosi del clima, tutti convinti delle loro enormi potenzialità. Una delle più importanti università che li usa è la Rutgers, i cui biologi marini operano da una base di Atlantic City. Il loro progetto coinvolge 16 agenzie federali di Stati Uniti e Canada, ed è battezzato “Gliderpalooza”.È la fusione di due parole, “glider” sta per aliante ma può indicare altri apparecchi che si muovono senza motore, “palooza” è un festino. La tecnologia di questi droni li rende versatili, poco costosi rispetto ad altri apparecchi per l’esplorazione sottomarina, e anche molto discreti (cosa che certamente attira i militari). Non hanno eliche, si spostano perché assorbono e poi espellono piccole quantità d’ acqua, così facendo azionano delle “pinne” meccaniche che li muovono. Prodotti dalla Teledyne Webb Research Corporation, gli Slocum Glider in dotazione alla Rutgers costano dai 125.000 ai 150.000 dollari, molto meno dei sommergibili scientifici alla Cousteau il cui funzionamento può costare fino a 100.000 dollari al giorno. Un’inchiesta del New York Times tra gli scienziati della Rutgers University rivela le applicazioni più affascinanti dei droni marini. Gli oceani sono oggetto di studio da molti decenni usando i satelliti, e ad altri sistemi di rilevazione disseminati su boe galleggianti dotate di sensori. Ma con l’eccezione delle spedizioni ad alte profondità, rare e costose, tutti questi strumenti di osservazione restano in superficie. I droni invece si spingono agevolmente fino a 200 metri di profondità, e possono essere configurati per andare molto più giù. La flotta in dotazione alla Rutgers University ha già ultimato missioni per 150.000 km. Le informazioni raccolte, ha spiegato l’oceanografo Scott Glenn al New York Times, possono rendere più precise e affidabili le previsioni su eventi naturali distruttivi, come gli uragani e i tifoni. L’intensità di queste turbolenze atmosferiche è determinata spesso dalla temperatura degli oceani a grandi profondità. «Prevedere meglio la loro intensità significa poter valutare meglio l’impatto sulle popolazioni umane, soprattutto in Asia dove vive la maggior parte delle popolazioni colpite quando tifoni e uragani arrivano sulla terraferma», secondo Glenn. Dall’ uragano Sandy che devastò la East Coast un anno fa, fino al tifone Haiyan che ha fatto strage nelle Filippine, questi eventi estremi potrebbero diventare un po’ meno mortali. Altre applicazioni riguardano lo studio dell’ inquinamento degli oceani; o le trasformazioni avvenute nella fauna marina, nei movimenti migratori dei banchi di pesce. Uno degli “oggetti” misteriosi che affascinano gli scienziati marini, è la gigantesca “bolla” di acqua fredda che staziona sui fondali nell’Atlantico quando il resto dell’oceano si riscalda in primavera e in estate. Il comportamento della “bolla fredda”, la velocità con cui si mescola ed influenza la temperatura del resto del mare, potrebbe svelare i suoi segreti ai droni e consentire un progresso nelle conoscenze oceanografiche, meteorologiche, ambientali. Infine anche un film come “Caccia a Ottobre Rosso” avrebbe un seguito molto diverso, se in futuro le grandi manovre delle flotte militari negli oceani avranno i droni come accompagnatori silenziosi e invisibili.
Fonte: http://ricerca.repubblica.it
http://ogigia.altervista.org/index.php?mod=read&id=1384770559
FRANCO CADDEO. NON L’HA VISTO NEMMENO “CHI L’HA VISTO?” IN TV
Italia (anno 2013): scie chimiche!
di Gianni Lannes
Franco Caddeo è scomparso in Sardegna il 28 agosto 2009. Non aveva alcun motivo per suicidarsi. Piuttosto il regime dittatoriale aveva tante ragioni per eliminarlo. Franco aveva denunciato tra i primi in Italia il fenomeno delle scie chimiche. E così l’inquinamento bellico provocato dai poligoni militari nella sua meravigliosa terra, ormai devastata da un’occupazione militare atta a sperimentare armamenti d’ogni genere, in spregio alla vita, e alla salute del popolo sardo.
Recentemente un soggetto a me ignoto, ha dichiarato di essersi rivolto alla trasmissione della Rai TV “CHI L’HA VISTO?”. Ho scritto alla redazione, per sapere se erano stati effettivamente contattati da qualcuno, ma non mi hanno risposto!
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=CADDEO
Parola di Franco Caddeo (30 giugno 2006) : «Con una celebrazione ufficiale del cinquantesimo anniversario dell’occupazione militare del Salto di Quirra, “hanno avuto il coraggio” di festeggiare 50 anni di distruzione ambientale, 50 anni di sperimentazioni missilistiche di ogni tipo, 50 anni di morte e malattie tra le popolazioni vicine, 50 di aborti spontanei e terapeutici dovuti a malformazioni gravissime dei feti, …50 anni di espropri e ordinanze di sfollamento per permettere lanci missilistici e bombardamenti a terra e a mare, 50 anni in cui il territorio sardo viene utilizzato per sperimentare guerre e per allenare eserciti di tutto il mondo. Ho visto bambini con la testa triangolare, segregati nella casa dei propri cari. Ho parlato con Madri che hanno perso i propri figli, soprattutto per leucemie o patologie similari».
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2013/11/franco-caddeo-non-lha-visto-nemmeno-chi.html
Venezuela è sotto attacco
Tav: prove tecniche per la talpa
http://www.tgvallesusa.it/?p=3450
SCRITTO DA: GABRIELLA TITTONEL – NOV• 23•13
Addio letargo per le talpe meccaniche, non legate alle ragionevoli stagioni della Terra ma soggette al volere prepotente di qualche umano. Per loro il giusto riposo invernale non esiste e proprio nei giorni della prima neve in Clarea anche “Gea”, un tempo “Robbins” (brutto tentativo questo per umanizzare ingranaggi di metallo) ha iniziato a mettersi in moto.
Sono stati riempiti i primi carrelli del trenino trasportatore e la prima roccia, accuratamente spezzettata e resa irriconoscibile nella sua morfologia, proprio come accadde a suo tempo ai vecchi castagni di età napoleonica che rendevano splendida questa piana, è stata messa nel deposito sotto la baita.
Pietra dal singolare colore, quasi si stesse scavando nel mondo dei puffi e certo questo qualche curiosità la sta suscitando.
Ma soprattutto molte considerazioni.
Dopo la moria di pesci nel Clarea e i liquidi accuratamente sotterrati a fianco delle trivelle ora le domande vanno a che cosa realmente viene estratto dal ventre tiepido della montagna. Chi controlla? Qui è noto come sia accertata la presenza di amianto e uranio, e questo nonostante le ricorrenti smentite da parte dei promotori dell’opera. A chi le notizie (vere) saranno date? I precedenti fatti non possono rassicurare nessuno.
E allora per gli abitanti di valle, e non solo, non resta che appuntare sul calendario questa data di inizio: quanto verrà in seguito in problemi all’ambiente e alla salute degli stessi non sarà certamente dato dal caso o da uno spirito malevolo nei loro confronti ma sarà chiaramente un tributo, una sorta di agnello sacrificale offerto all’idolo della grande opera…
Legge di stabilità: i fondi destinati alla Tav sono stati stornati verso l’l’Anas. La vittoria della lobby della gomma
http://www.huffingtonpost.it/2013/11/23/fondi-per-tav_n_4329246.html?utm_hp_ref=italy
L?Huffington Post | Di di Fabio Lepore Pubblicato: 23/11/2013 16:32 CET | Aggiornato: 23/11/2013 16:43 CET
c’è chi non vuole il Tav? Qualcuno se lo chiede, e non solo tra le fila del movimento che si oppone alla Torino-Lione. A insinuare il dubbio è l’ultimo giro di danza sullo stanziamento dei fondi destinati all’opera. Ieri sera, infatti, è passato l’emendamento alla legge di stabilità che sposta 150 milioni di euro previsti per il Tav in favore dell’Anas, “per le emergenze del 2015”. A comunicarlo, attraverso il suo profilo Facebook, è stato il senatore del Pd Stefano Esposito, vicepresidente della 8ª Commissione permanente sui lavori pubblici: “Ultimissime sulla legge di stabilità. Con un blitz, avvenuto in queste ultime ore, contrariamente a quanto da me annunciato, ieri sera, nel mio post l’emendamento ha ottenuto il via libera dalla ragioneria”.
Minervino Murge: il cane gli calpesta l’orto, lui lo lega a un palo e lo uccide a picconate
PENA DI MORTE AD ESECUZIONE IMMEDIATA MA A LUNGA AGONIA PER STA MERDA DI GENTE
Minervino Murge: il cane gli calpesta l’orto, lui lo lega a un palo e lo uccide a picconateDenunciato pensionato di 76 anni, autore del gesto. Prima di massacrarlo, l’uomo aveva provato ad allontanarlo tirando pietre addosso alla bestia. Alla scena hanno assistito alcuni passanti che, sconcertati, hanno chiamato i carabinieri
di FRANCESCA RUSSI
I carabinieri sequestrano il piccone usato dal pensionato
BARLETTA – Non sopportava quel cagnolino randagio che scorazzava nel suo orto. Più volte lo aveva cacciato ma il meticcio ritornava: faceva una passeggiata, abbaiava un po’ e spariva. Ma ieri il padrone di casa, quando lo ha visto entrare di nuovo sul terreno della sua villetta, si è armato di piccone. L’uomo, un 76enne di Minervino Murge in provincia Bat, ha prima preso a sassate l’animale e poi lo ha legato a un palo. A quel punto, come hanno raccontato ancora sotto shock i vicini di casa, è cominciata una scena straziante. L’anziano ha preso il piccone e ha iniziato a colpire ripetutamente il cagnolino inerme. Lo ha fatto a pezzi.
I vicini hanno dato l’allarme alla centrale operativa del 112 ma, all’arrivo dei carabinieri, il cane era già morto. I carabinieri della stazione di Minervino Murge hanno bloccato e identificato l’anziano e lo hanno denunciato per uccisione di animali. L’articolo 544 bis del codice penale prevede che “chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da quattro mesi a due anni”. Il piccone utilizzato per fare a pezzi il meticcio è stato sequestrato.
http://bari.repubblica.it/cronaca/2013/11/23/news/barletta_il_cane_gli_calpesta_l_orto_lui_lo_lega_a_un_palo_e_lo_uccide_a_picconate-71702812/?ref=HREC1-19
Vittime negate
ogni giorno così. La stampa censura, così poi certo che certa gente può NEGARE L’ECONOMICIDIO in corso
FIRENZE: 86ENNE VEDOVO E SOLO RICEVE LO SFRATTO ED È COLTO DA MALORE
Home > Problema casa > Firenze: 86enne vedovo e solo riceve lo sfratto ed è colto da malore
22 novembre 2013
Momenti di apprensione ed angoscia vissuti oggi presso la sede del sindacato inquilini SUNIA di Firenze per le sorti di un anziano signore.
Si tratta di Ugo 86 anni, fiorentino, vedovo, abitante in zona San Jacopino, colpito da sfratto per morosità dal febbraio scorso, perche’ impossibilitato, a causa della bassa pensione e del peggiorare delle condizioni di salute a corrispondere l’affitto mensile di 500 euro.
Qualche giorno fa si è visto recapitare il preavviso di rilascio dell’immobile , l’anticamera dello sgombero con la forza pubblica.
Il SUNIA lo segue da tempo e con il sindacato ha fatto la domanda per il bando case popolari del 2012 ottenendo solo 5 punti perché ancora non aveva lo sfratto.
“Questa mattina mentre il signor Ugo si apprestava piangente a mostrare l’avviso di sgombero”, riferisce l’avvocato del SUNIA Emanuele Rindori, “ha accusato subito stramazzando al suolo, un mancamento con convulsioni e conati di vomito fino a perdere conoscenza” (…)
Leggi tutto su met.provincia.fi.it
http://www.crisitaly.org/notizie/firenze-86enne-vedovo-e-solo-riceve-lo-sfratto-ed-e-colto-da-malore/
POTENZA: CINEMA 2 TORRI IN CRISI, IL DIRETTORE 55ENNE SI SUICIDA
Home > Vittime della crisi > Potenza: Cinema 2 Torri in crisi, il direttore 55enne si suicida
23 novembre 2013
La crisi economica e imprenditoriale diffusa continua a mietere vittime. Questa volta è toccato a Vito Di Canio, 55enne potentino, direttore del cinema 2 Torri, che ieri pomeriggio si è tolto la vita all’interno della sala macchine, dopo aver aperto, come sempre, la struttura.(…)
Leggi tutto su trmtv
http://www.crisitaly.org/notizie/potenza-cinema-2-torri-crisi-il-direttore-55enne-si-suicida/
TIVOLI: FABBRO 63ENNE SI SUICIDA CON UNO SPARO AL PETTO. ERA STROZZATO DAI DEBITI
Home > Vittime della crisi > Tivoli: Fabbro 63enne si suicida con uno sparo al petto. Era strozzato dai debiti
22 novembre 2013
Dramma della crisi a Tivoli. Un fabbro di 63 anni si è tolto la vita questa mattina nella piccola azienda. A scoprire il corpo il suo socio in via di Villa Cocuzza, nella cittadina sulla via Tiburtina. Secondo una prima ricostruzione il fabbro avrebbe attaccato una corda a una carrucola sul soffitto e tentato di impiccarsi, rimanendo però in bilico senza soffocare. A quel punto, per essere sicuro di morire, si sarebbe sparato al petto con un fucile che teneva tra le braccia.(…)
Leggi tutto su romatoday
http://www.crisitaly.org/notizie/tivoli-fabbro-63enne-soffocato-dai-debiti-si-appende-ad-una-carrucola-e-si-spara-al-petto/