Siria: uccisi ad Aleppo 4 britannici arruolati dai jihadisti

Pubblicato da ImolaOggi ESTERI, NEWSnov 21, 2013
21 nov – Quattro cittadini britannici sono rimasti uccisi in Siria lo scorso agosto, partecipando a combattimenti al fianco dei guerriglieri legati ad al Qaida. Lo riferisce l’agenzia ufficiale Sana, precisando che ”tre degli uomini, tutti originari di Londra, hanno perso la vita ad agosto”, in occasione di un attacco del loro gruppo alle forze fedeli al presidente Bashar al Assad ad Aleppo, mentre il quarto uomo ”e’ morto due settimane dopo mentre tentava di tendere un’imboscata a una posizione nemica”.
L’agenzia Sana ha sottolineato che i quattro britannici uccisi ”facevano parte di un gruppo di jihadisti che hanno combattuto unendosi a un altro gruppo di venti connazionali nei ranghi del fronte al Nusra”, alleato con al Qaida. L’agenzia di intelligence britannica Mi5, stima che ”tra i 200 e i 300 giovani britannici” abbiano raggiunto la Siria per combattere e temono ”attivita’ di proselitismo in grado di convincere nuove reclute per la loro causa, sia all’estero sia in territorio britannico’‘. (fonte AFP).
http://www.imolaoggi.it/2013/11/21/siria-uccisi-ad-aleppo-4-britannici-arruolati-dai-jihadisti/

Tunisi: aperto sportello per aiutare gli immigrati che vogliono venire in Italia

con l’imminente fine del tunnel e la ripresa già in atto c’è tanto bisogno di lavoratori che gli italiani sono schifosi choosy…

Pubblicato da ImolaOggiESTERI, NEWSnov 21, 2013
21 nov – Per combattere le illegalità e favorire un’immigrazione consapevole, l’Inca insieme alla Flai, oggi, ha annunciato l’apertura di uno sportello di orientamento e di informazione a Tunisi per i lavoratori del Nord Africa che vogliono venire in Italia per trovare un’occupazione.
Si comincia con i tunisini per poi estendere la presenza del sindacato e del patronato nelle altre comunità di lavoratori stranieri che soprattutto negli ultimi anni scelgono l’Italia come paese di ingresso verso l’Europa.
Per combattere le illegalità e favorire un’immigrazione consapevole, l’Inca insieme alla Flai, oggi, ha annunciato l’apertura di uno sportello di orientamento e di informazione a Tunisi per i lavoratori del Nord Africa che vogliono venire in Italia per trovare un’occupazione. Si comincia con i tunisini per poi estendere la presenza del sindacato e del patronato nelle altre comunità di lavoratori stranieri che soprattutto negli ultimi anni scelgono l’Italia come paese di ingresso verso l’Europa.
“Quella tunisina -informa l’Inca- è una delle comunità più estese in Italia. Su 3,5 milioni di immigrati non comunitari regolarmente soggiornanti in Italia al 1° gennaio 2011, circa un milione proviene dal continente africano, in grande prevalenza dalla regione dell’Africa settentrionale (760.673). I cittadini della Tunisia rappresentano il 3,3% del totale degli immigrati non comunitari e la loro incidenza sale al 16% dei cittadini provenienti dall’Africa settentrionale. I tunisini rappresentano l’ottava comunità per numero di presenze tra i cittadini non comunitari”.
“Al 1° gennaio 2011 -fa notare- i migranti di origine tunisina risultano 116.651. I tunisini rappresentano l’ottava comunità per numero di presenze tra i cittadini non comunitari. Gli uomini di origine tunisina sono circa 76mila, pari al 65% del totale. Nel corso degli ultimi 20 anni, la crescita della presenza tunisina in Italia è stata costante e il numero complessivo è aumentato di circa 6 volte”.
“La comunità tunisina -osserva l’Inca- è insediata prevalentemente nel Nord Italia (63%), ma è significativa la presenza nel Sud, dove risiede un immigrato tunisino su 5. Le prime tre regioni di destinazione sono: l’Emilia Romagna (24%), la Lombardia (21%) e la Sicilia (14%). Dal punto di vista anagrafico, l’età media dei cittadini tunisini titolari di permesso di soggiorno è di 29,2 anni, mentre i minori sono 33.568, pari al 28,8% del totale della comunità. Nell’anno scolastico 2011-2012, risultano iscritti 18.674 studenti di origine tunisina: il 40% di essi frequenta la scuola primaria. Più della metà è titolare di un permesso per lungosoggiornanti di lungo periodo (56,4%). Nel corso dell’ultimo anno, 1.215 migranti di origine tunisina hanno acquisito la cittadinanza italiana: il 70% di essi per naturalizzazione, il restante 30% per matrimonio”.
“La comunità tunisina -continua- si colloca all’11esimo posto per numero di occupati tra i cittadini non comunitari (il 60,5% risulta occupata; un valore di oltre 10 punti percentuali più alto rispetto agli altri paesi dell’Africa settentrionale). Nel 2011, 34 mila persone avevano un rapporto di lavoro dipendente e 12 mila sono titolari di imprese individuali, pari al 4% del totale degli imprenditori non comunitari. Il tasso di disoccupazione è dell’11,5%, quasi la metà di quello registrato tra i cittadini provenienti dagli altri paesi dell’Africa settentrionale (19,3%)”.
In particolare, il 41% è impiegato nell’industria (di cui il 24% nelle costruzioni) e il 40% nei servizi, mentre il 19% è occupato nel settore dell’agricoltura, della caccia e della pesca. Oltre il 50% dei lavoratori tunisini dispone di un titolo di istruzione secondaria di primo grado; perciò mediamente alto. Nel corso del 2011, sono stati attivati oltre 28 mila rapporti di lavoro per lavoratori tunisini e nello stesso periodo sono stati cessati 30.208, quasi il 7% in più rispetto alle attivazioni.
Per quanto riguarda il sistema di welfare, nel corso del 2010, il numero dei beneficiari tunisini di trattamenti di integrazione salariale ordinaria è stato di 4.198 persone, mentre quelli che hanno usufruito dei trattamenti di integrazione salariale straordinaria è stato di 1.111 persone, pari rispettivamente al 4 e al 2% del totale dei cittadini extracomunitari presenti nel nostro paese.
In mobilità soltanto 428 tunisini nel 2011 (per lo più uomini, 402), con una incidenza sul totale dei beneficiari non comunitari pari al 3,5%. Sono 5.403 le persone in disoccupazione ordinaria non agricola, con una incidenza del 3,7% sul totale dei paesi non comunitari. Mentre 6.086, nel 2010, erano in disoccupazione agricola (quasi la totalità uomini, 5.620), pari al 13% del totale dei non comunitari. Inoltre, 2.436 hanno ricevuto l’indennità di disoccupazione con requisiti ridotti, anche in questo caso soprattutto uomini, pari a una incidenza del 6,4% del totale dei non comunitari.
http://www.imolaoggi.it/2013/11/21/tunisi-aperto-sportello-per-aiutare-gli-immigrati-che-vogliono-venire-in-italia/

In Sardegna non è strage del “maltempo” ma strage di Stato.

Il 6 novembre questa decisione e stanotte la “bomba d’acqua”. Coincidenze? La Sardegna ha compiuto il suo primo passo ufficiale verso il riconoscimento del proprio territorio come zona franca integrale, come Livigno e Campione d’Italia. Il Consiglio regionale ha infatti approvato, il 6 novembre, la proposta di legge istitutiva dell’autonomia fiscale che modifica due articoli dello Statuto dell’isola. Nella legge si chiede al parlamento di varare il provvedimento di legge costituzionale che istituisce la zona franca nell’isola, assoggettandola alle norme dell’Unione CONTINUA QUI Naturalmente i sardi sono considerati una sottospecie dato che per loro non sono stati nemmeno chiesti i FUNERALI DI STATO In Sardegna non è strage del “maltempo” ma strage di Stato. “A una tragedia si partecipa. Una commedia la si guarda soltanto”. [Aldous Huxley – I diavoli di Loudun] di Italo Romano 17 morti, danni incalcolabili. E’ venuta giù la pioggia di 6 mesi in poche ore, con punte di 450 millimetri nella zona di Orgosolo (Nuoro) in 12 ore, secondo quanto riferito da Franco Gabrieli. E’ vero, si tratta di un evento raro, ma perchè non esiste un piano nazionale di ripristino idrogeologico? Eppure i dati parlano chiaro: oltre l’80% del territorio italiano è a rischio disastro ambientale. A mettere in opera un piano del genere, ci sarebbe lavoro per milioni di persone e per decine e decine di anni. Ma non rientra nei piani della grande politica, alle prese tra falchetti, primarie e chiacchiere da salotti televisivi, in perenne genuflessione verso i poteri forti che dettano l’agenda politica di un Paese commissariato e colonizzato dall’élite globale. Ora, tutti a battersi il petto, l’Italia intera in silente cordoglio per le vittime sarde. Nel piagnisteo dettato dall’emotività del momento siamo imbattibili. E poi? Dopo ogni tragedia cosa rimane? Nulla. Dagli errori non si impara. Dagli errori solo orrori. Perseveriamo diabolicamente. Per cui, ancora una volta, si può parlare di strage di Stato. Si, quello Stato che preferisce distruggere i tessuto socio-economico svendendosi alla tecnocrazia europea e al mondialismo globalizzato. Lo stesso Stato che ha ceduto e cede porzioni abnormi di sovranità, in nome di non si sa bene quali falsi e perbenisti ideali preconfezionati. Possiamo “spedere” soldi per comprare gli F-35, per salvere le banche d’affari, per costruire il Tav e tutte la grandi opere in appalto ai signori del cemento, ma non abbiamo un euro da spendere in prevenzione. E’ questa la drammatica situazione in cui ci troviamo. Possibile? Si, nel tempo dell’inganno universale, dove la masse desiderano solo quello che il potere gli dice di desiderare, è divenuto normale abbattersi difronte le tragedie e rimanere impassibili e immobili nel prendere anche i provvedimenti minini necessari perchè si riduca almeno la possibilità del ripetersi degli eventi. Dietro a cotanta ipocrisia si cela un piano di distruzione e devastazione paesaggistica, che viaggia a braccetto con il disfacimento socio-politico-economico e culturale, che sta trascinando l’Italia in un abisso senza fondo, fatto di morte, violenza e disperazione. Non sono esagerato. E’ la dura realtà. Quanti “soloni” ciarleranno dei pulpiti eretti loro dalla stupidità di un popolo prostituitosi anima e corpo a questa ridicola dittatura del mercato globale. Quanti falsi buonismi mascherati dietro una presunta solidarietà. Quanti mezz’uomini a stracciarsi le vesti dinanzi le telecamere, per poi appaltare i soliti lavoretti post disastri agli amici ed agli amici degli amici, stringendo sempre più forte quel cordone che li sorregge lì in alto, così in alto da non distinguere più un deserto di lacrime e sangue da un paese dei balocchi. Siate maledetti voi e tutti coloro che vi danno forza e potere. http://www.oltrelacoltre.com/?p=17484

Attacco al Pd di via dei Giubbonari, ovvero del perché è sbagliato colpire la Storia

http://www.huffingtonpost.it/enrico-strina/attacco-al-pd-di-via-dei-giubbonari-ovvero-del-perche-e-sbagliato-colpire-la-storia_b_4315745.html?utm_hp_ref=italy

 A vederla senza didascalie, ieri sembrava il “tipico” attacco dei soliti gruppuscoli post-fascisti. La storica sede del Pci a Via dei Giubbonari, ora sede del Pd Centro Storico, imbrattata, insultata, sporcata, rovinata, deturpata. Tutto ciò è grave, perché si attacca la memoria, la Storia. Si insultano proprio coloro i quali si sono battuti contro quel fascismo tanto invocato come pericolo presente quotidianamente.

L’attacco a quel luogo, una didascalia della storia politica romana e italiana, è grave e onestamente brutto da vedere. Se la Storia fosse sempre in grado di insegnare qualcosa, questo qualcosa sfugge a chi, partendo dalla sinistra estrema, riesce a compiere lo stesso atto dell’ultimo dei fascisti: attaccare un baluardo dell’antifascismo. Un “luogo antropologico”, come lo definirebbe Marc Augè, contrapponendolo ai suoi “non-luoghi”.

È vero, il Pd ora è simbolo, per la protesta No-Tav, di ben altro: lontananza dalle lotte sociali, verticismo, verticalismo, elitarismo, decisioni prese altrove. Ma rimane il fatto: chi dice a Pd e Pdl di agire come dei fascisti autoritari, in realtà si propone e crea un’azione che, di primo acchito, fa pensare più a Casa Pound che ai militanti No-Tav, da sempre coevi a certe manifestazioni della sinistra extraparlamentare e autonoma.

Dispiace perché è un’azione di una certa ignoranza, francamente. Anche perché non vogliamo pensare che un tale fatto possa essere messo in atto con meditata e ponderata preparazione, sarebbe aberrante. Colpire così la memoria, in modo preponderato, è una cosa che non vogliamo neanche prendere in considerazione. È come attaccarsi da soli, accoltellarsi, dare le capocciate al muro, cancellarsi, ritirarsi. È far diventare quella sede un numero all’interno del file “luoghi assaliti”, come le banche o le sedi delle agenzie di lavoro interinale. Non cambia assolutamente nulla ed anzi Via dei Giubbonari diventa come un bancomat. Lo pigli, lo sporchi, lo denudi, lo rendi inutilizzabile per te e per le generazioni successive.

La lotta di coloro i quali protestavano ieri (in realtà finora una lotta dura, ma fatta di difesa del territorio, di abitanti in loco veri, di obiezioni fondate dalla vita di tutti i giorni) si è mischiata con la disperazione dei giovani metropolitani, che non hanno un territorio da difendere, perché ormai lo percepiscono come un percorso senza radici e senza capacità creativa, denso di significati eterocostruiti e mai insistenti sulle forme spaziali. In pratica la città,

, per costoro, è diventato un circuito di Formula 1: si parte dal punto x, si corre in tondo e si arriva al medesimo punto x, che è inizio e fine.

Conoscenza ed elaborazione del luogo umano diventano momenti contemporanei. La conoscenza viene subito attaccata dall’elaborazione, come se il tempo intercorrente tra i due momenti fosse un’appendice inutile. Forse bisogna ripartire da qua: dall’elaborazione. E pensare che per arrivare a quella elaborazione ci vogliono percorsi lunghi anni, soprattutto se è il nichilismo delle folle giovanili precarie e senza prospettive a trionfare.

Questo trionfo però non può sopraffare l’importanza della memoria e della storia, perché sennò si rischia un cortocircuito sociale in cui uno dei pochi appigli cui rivolgersi per interrogare il mondo, la Storia, quella con la S maiuscola, va ad essere soppressa dal nichilismo stesso. E l’estetica dell’atto diviene talmente barbara da sorprendere nel tornare al punto iniziale: ma sono stati i fascisti?

“Assassination Market”, il sito per finanziare l’omicidio dei politici

 

La rivista Forbes dedica un’inchiesta alla pagina web chiamata Assassination market (“mercato di omicidi”), dove gli utenti raccolgono soldi per finanziare gli omicidi di politici di primo piano. Il sito funziona come una piattaforma “crowdfunding”: chiunque può donare una certa somma di denaro per commissionare un determinato delitto. Se l’omicidio viene effettivamente commesso, l’esecutore dell’ordine (l’omicida) riceverà tutti i fondi raccolti sulla risorsa web. Ottenere l’accesso alla piattaforma è possibile solo attraverso la rete anonima “Tor”. Nel sito appaiono diversi “ordini”. La maggiore quantità di denaro, circa 90.000 dollari, è stata raccolta per l’assassinio del capo della Federal Reserve Ben Bernanke.

http://italian.ruvr.ru/2013_11_20/Assassination-Market-il-sito-per-finanziare-lomicidio-dei-politici/

Campo dei Fiori,la trappola.C’era patto verbale per corteo?

Video di LiberaTV sugli episodi di ieri pomeriggio a Campo dei Fiori a Roma. All’ inizio di questi filmato si vedono i dimostranti che davanti al blocco delle Forze dell’ Ordine (sic!) dichiarano che c’era un accordo verbale tra manifestanti e Questura che prevedeva l’ uscita di un corteo dalla piazza romana per dirigersi verso il Colosseo. Quanto detto da uno dei leader del Movimento è verosimile, sarebbe stato autolesionista per il presidio iniziare il concentramento in una Piazza facilmente controllabile, se non ci fosse stato un accordo verbale per un corteo successivo. http://www.contropiano.org/video/item/20463-roma-gli-scontri-del-20-novembre radisol “Video di LiberaTV sugli episodi di ieri pomeriggio a Campo dei Fiori a Roma. All’ inizio di questi filmato si vedono i dimostranti che davanti al blocco delle Forze dell’ Ordine (sic!) dichiarano che c’era un accordo verbale tra manifestanti e Questura che prevedeva l’ uscita di un corteo dalla piazza romana per dirigersi verso il Colosseo. ” Vero, l’aveva scritto anche Repubblica sul proprio sito ieri mattina … addirittura, parlando dei possibili intralci al traffico, già indicava il percorso del corteo fino al Colosseo … Si è cercato volutamente lo scontro da parte delle guardie, sembra direttamente su ordine del governo … Non ci si è cascati … in linea di massima non è successo nulla … o comunque molto meno di quello che poteva, in quella assurda situazione, accadere … solo due piccole scaramucce a distanza di un’ora una dall’altra … e l’imbrattamento delle targhe e della porta della sezione del Pd che sta proprio in quel vicolo dove erano stati irresponsabilmente intrappolati migliaia di manifestanti … Poi, alla fine, l’autorizzazione per arrivare sino al Circo Massimo … si dice, dopo mediazione messa in atto dal Comune di Roma nei confronti della Prefettura … quando si è capito che il movimento non cadeva nella trappola provocatoria … Con tutte le gazzette di regime che già ieri sera parlavano, dietro velina, di “scontri duri” nel centro di Roma … qualcuno addirittura di “centro di Roma devastato dalla guerriglia” … unica eccezione positiva, va detto, la trasmissione “La Gabbia” di Paragone su La7 … dopo che anche il buon Mentana, nel tg delle 20 sulla stessa rete, era stato del tutto in linea con le “veline” governative … Del resto, è una linea generale del governo quella di tentare di risolvere le proprie contraddizioni ed il disagio sociale in termini esclusivamente di ordine pubblico … Dal Prefetto di Genova che va facendo il “ganassa”, con irresponsabili dichiarazioni-stampa, rispetto agli scioperi ed alle manifestazioni dei tramvieri in quella città … alle perquisizioni messe in atto stamattina ad Arquata Scrivia contro i No Tav Terzo Valico … ————————————— “E gli occhi dei poveri riflettono, con la tristezza della sconfitta, un crescente furore. Nei cuori degli umili maturano i frutti del furore e s’avvicina l’epoca della vendemmia” John Steinbeck, “Furore” http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&t=65365

Presidio dei malati di Sla, stamattina, sotto la sede del Ministero dell’Economia, a Roma. I manifestanti hanno bloccato la strada all’incrocio tra via Goito e via XX settembre.

per loro i soldi non ci sono. Per la mafia del Tav uno stato massonico i soldi li trova sempre

Presidio dei malati di Sla, stamattina, sotto la sede del Ministero dell’Economia, a Roma. I manifestanti hanno bloccato la strada all’incrocio tra via Goito e via XX settembre.
Mercoledì, 20 Novembre 2013 15:24

Nel corso della protesta, Usala, segretario del comitato 16 novembre Onlus, ha minacciato che tutti i disabili attaccati al respiratore che stanno manifestando staccheranno il respiratore se non saranno ricevuti da rappresentanti del ministero. Un salto di qualità drammatico, visto che questa condizione consente solo quattro ore di autonomia per il malato senza l’uso degli appositi macchinari.

Solo a quel punto il sottosegretario Baretta (Pd, ex segretario nazionale della Cisl), ha ricevuto una delegazione degli ammalati.

Foto molto significative di Patrizia Cortellessa al link :

http://www.contropiano.org/politica/item/20445-la-protesta-dei-malati-di-sla-in-via-xx-settembre

Sardegna: le parole di Franco Caddeo, scomparso nel 2009 in pura tradizione massonica

20 novembre 2013

Fonte: https://www.facebook.com/photo.php?fbid=663678543655681&set=a.520447227978814.111277.520400687983468&type=1&theater&notif_t=comment_mention

Ecco cosa diceva Franco Caddeo il 30 giugno 2006:
“Ho visto bambini con la testa triangolare, segregati nella casa dei propri cari. Ho parlato con Madri che hanno perso i propri figli, soprattutto per leucemie o patologie similari. Ho “sentito” la paura tramutata in diffidenza anche verso i propri conterranei, causata da vigliacche “pressioni”. Non ero giovane allora, parlo di 20 giorni fa.
Le servitù militari in Sardegna sono, tra tutti i problemi che l’Isola contiene, i più violenti ed umilianti per il Popolo Sardo. Almeno per quella parte che merita di identificarsi in questa definizione.
L’arroganza che il “sistema” ostenta in ripetute occasioni con la complicità di parte delle ”istituzioni locali, provinciali e regionali”, soprattutto nelle trascorse legislature, tracolla nell’assurdo e nel paradosso con l’ultima esibizione di violenza mediatica, …
… reale insulto ai morti da loro provocati ed ai Sardi.
La Maddalena, base NATO dotata di sottomarini armati con cariche nucleari, Capo Frasca, Teulada, sono i casi eclatanti che, in tutti i casi, non possono vantare il primato dell’orrore che detiene il il Poligono Interforze del Salto di Quirra (PISQ).
Situato nella paradisiaca (del resto cosa non lo è nella nostra Terra) costa orientale, meta di turisti e vacanzieri nelle località quali Costa Rei, dove si prova “l’emozione” di fare il bagno nelle acque azzurre e cristalline mentre i caccia italiani e non sfrecciano a destra ed a manca (poco tempo fa due di loro si sono scontrati in volo esattamente in questa zona, praticamente davanti alle spiagge), Il Poligono del Salto di Quirra è stato strumento di violenza, occupazionale e morte da 50 anni a questa parte.
Ma la violenza del sistema segue i tempi d’oggi, ricorrendo all’azione mediatica impegnandosi a distorcere i ricordi, annacquare le menti e condizionare i nostri bambini e ragazzi.
Il paragone con i calendari che la NASA distribuisce ai bambini nelle scuole, al fine di condizionare le loro menti al punto tale da tentare di convincerli che le scie chimiche sono “normali”, sorge spontaneo.
Il Poligono Interforze del Salto di Quirra (PISQ) pochi giorni fa ha compiuto 50 anni di “attività”. Le forze armate dello Stato italiano hanno organizzato una festa di compleanno a sorpresa con tanto di torta, champagne, Frecce Tricolori e annullo postale dedicato.
Con una celebrazione ufficiale del cinquantesimo anniversario dell’occupazione militare del Salto di Quirra, “hanno avuto il coraggio” di festeggiare 50 anni di distruzione ambientale, 50 anni di sperimentazioni missilistiche di ogni tipo, 50 anni di morte e malattie tra le popolazioni vicine, 50 di aborti spontanei e terapeutici dovuti a malformazioni gravissime dei feti, 50 anni di espropri e ordinanze di sfollamento per permettere lanci missilistici e bombardamenti a terra e a mare, 50 anni in cui il territorio sardo viene utilizzato per sperimentare guerre e per allenare eserciti di tutto il mondo.
Ho visto bambini con la testa triangolare, segregati nella casa dei propri cari. Ho parlato con Madri che hanno perso i propri figli, soprattutto per leucemie o patologie similari. Ho “sentito” la paura tramutata in diffidenza anche verso i propri conterranei, causata da vigliacche “pressioni”. Non ero giovane allora, parlo di 20 giorni fa.
Tutto questo sta avvenendo contro la volontà del popolo sardo e di numerosi suoi organi amministrativi e politici. Pensiamo alle manifestazioni popolari indipendentiste e ambientaliste, alle dichiarazioni e alle deliberazioni di enti come i comuni e le province, alla chiara posizione del Presidente della Regione Renato Soru.
I sardi non hanno mai chiesto né voluto l’occupazione militare del proprio territorio nazionale, come d’altronde, nonostante esistano storici pronti ad affermare falsi storici, a dire il vero i sardi non hanno neppure mai chiesto di essere italiani.
Nonostante questo si festeggeranno i 50 anni del Poligono di Quirra con una celebrazione che solo l’IRS, il Partito Indipendentista Sardo, ha avuto il coraggio di definire assurda e offensiva. È in atto un’opera di militarizzazione delle coscienze. Nei comuni circostanti al Poligono i bambini vengono fatti partecipare a concorsi di scrittura che premiano economicamente il più bel tema sulla base militare: si allevano menti consenzienti, passive e comprate. Sono stati organizzati appuntamenti come il “Primo corso di cultura aeronautica” che ha visto 160 giovani “ogliastrini” ricevere gratuitamente lezioni di guida di apparecchi militari.
Atroci e scandalose le affermazioni pubblicate nel sito delle Forze Armate che, nonostante tutto, hanno il coraggio di descrivere il Poligono come un Eden: “oggi il PISQ trova sviluppo tra le due province di Cagliari e Nuoro, su due aree demaniali dove viene effettuata l’attività di addestramento e dove, al tempo stesso, viene assicurata una continua attività di monitoraggio e controllo per la sicurezza e la salvaguardia del territorio, al fine di contenere al minimo l’impatto ambientale”.
L’uranio impoverito, usato spesso nelle esercitazioni, non viene menzionato tra le attività di “salvaguardia ambientale”.
I sardi pensanti e che hanno a cuore la propria Terra si sono appellati alle autorità regionali affinché agissero contro e boicottassero questi assurdi festeggiamenti: proprio nel momento in cui la Regione sta contrattando con lo Stato italiano la dismissione di parte delle servitù militari appare inopportuno e offensivo festeggiarne la presenza.
Ma ogni sardo, indipendentista o meno, di destra o di sinistra, del centro o dell’alto, dotato di un minimo di coscienza ed amor proprio per la Terra ed i suoi conterranei, avrebbe dovuto insorgere di fronte o questo nuovo insulto alla nostra stessa vita.
Ma a manifestare il nostro orrore, il giorno della umiliante manifestazione, c’erano come sempre i coraggiosi amici dell’IRS a pochi altri.
Franco Caddeo (30 giugno 2006), scomparso misteriosamente il 28 agosto 2009
Altri riferimenti: http://mercatoliberotestimonianze.blogspot.it/2009/09/franco-caddeo-una-scomparsa-sospetta.html

Il Pd è un obiettivo politico. Ecco perché l’abbiamo assaltato

http://www.huffingtonpost.it/paolo-di-vetta/il-pd-e-un-obiettivo-politico-ecco-perche-labbiamo-assaltato_b_4315437.html?utm_hp_ref=italy

 Dentro una composizione sociale meticcia dove desideri e bisogni si intrecciano quotidianamente prosegue la sollevazione iniziata il mese di ottobre. I territori e le lotte sono il cuore pulsante che offre qualità e numeri alle continue mobilitazioni di questi giorni, alle pratiche di riappropriazione, alle resistenze diffuse, alle decine di assemblee che si susseguono in tutto il paese.

Quest’incontro tra differenze sta producendo così una ricchezza straordinaria che non riproduce una sommatoria di sigle e accordi dentro un ceto politico consolidato, al contrario libera energia e lascia spazio al sorriso e alla rabbia, un nuovo spazio pubblico insomma che lentamente acquista consapevolezza e forza.

Lo scambio con il formidabile bagaglio di relazioni ed esperienze prodotte dalle genti della Val di Susa ha consentito ai movimenti per il diritto all’abitare e contro la precarietà una lettura più accurata della vicenda TAV. La questione dell’uso delle risorse, già sollevata nell’incontro con il ministro Lupi il 22 ottobre, assume il valore di campagna e cozza prepotentemente con l’idea del modello di sviluppo capitalistico.

Rompe definitivamente schemi consolidati dove lo scambio tra compensazioni e consumo di suolo è l’unico orizzonte possibile, con l’unica via d’uscita dalla crisi che passa attraverso nuovo cemento, grandi infrastrutture e grandi eventi. Tutto a scapito della sovranità decisionale di chi abita i territori e le città.

Il comportamento di una forza politica come il PD, che a pranzo sostiene il ministro Cancellieri e in serata gestisce la repressione contro la manifestazione di Campo de Fiori, rappresenta plasticamente l’enorme distanza tra il paese che soffre e che subisce la crisi e gli interessi che Letta e compagni intendono salvaguardare.

Al primo posto nelle attenzioni di questo partito non ci sono i senza casa, gli sfrattati, i pignorati, i precari, gli studenti, i migranti, gli abitanti aquilani alle prese con una difficile ricostruzione della propria città e della propria dignità. Sono le lobbie del mattone, gli imprenditori come Ligresti, la Lega delle cooperative, i profitti legati alla rendita e al consumo di suolo, invece, i fari di riferimento sui quali puntare e sui quali investire. Una vergogna da difendere anche con l’inasprimento degli apparati di controllo sia a livello locale che nazionale.

Ecco perché il PD è stato un obiettivo praticato dalla mobilitazione promossa in occasione del vertice Italia-Francia. Hollande e Letta rappresentano ampiamente il servilismo alla BCE di due realtà politiche di centro-sinistra concentrate sulla conservazione di un modello di sviluppo che produce precarietà, devastazioni ambientali e morti, come in Sardegna poche ore fa.

I militanti del PD che hanno difeso la targa della sede di via dei Giubbonari non si sono accorti di aver perso da tempo la loro dignità di fronte a chi li ha votati e ha ritenuto di fidarsi di loro. Cuperlo poi non ha perso occasione per fare lo struscio mediatico invece che interrogarsi sulle ragioni del sindaco Cialente, che ha chiesto di usare i soldi del TAV per la rinascita dell’Aquila.

La chiarezza delle richieste è stata sostenuta da una pratica di conflitto determinata. La volontà di migliaia di persone di uscire dalla blindatissima Campo de Fiori ha prodotto ancora uno scontro con le forze dell’ordine schierate, ma così come avvenuto il 31 ottobre la straordinaria convinzione nelle proprie ragioni ha consentito di rispondere colpo su colpo alle manganellate della celere in assetto antisommossa. Essere riusciti ad uscire dalla piazza con più di cinquemila persone in corteo ha dello straordinario. Il coprifuoco imposto è stato rotto e il ridicolo è calato su chi ha provato ad impedire che il corteo si svolgesse.

I volti, concentrati nello sforzo di superare i cordoni di polizia e carabinieri, si sono aperti in un sorriso di fronte alle truppe che arretravano e i canti, gli slogan liberatori hanno riempito l’aria di Roma. Dal mese di ottobre ci stiamo dicendo che si può fare e che possiamo riuscirci insieme. Ancora una volta ci sono i fatti che lo dimostrano. Ancora una volta si torna nei territori più motivati e più allegri. Non è poco! Ed è questo che spaventa il PD, le forze sindacali concertative, i resti del PDL, i signori dell’euro.

La campagna di primavera è lanciata. Il vertice europeo sulla disoccupazione diventa un evento contro il quale cominciare a sedimentare percorsi e lotte. Verificare questo dentro una lotta senza quartiere sull’uso delle risorse da distogliere da grandi opere e grandi eventi e destinarle ad nuovo welfare di cittadinanza, può essere il modo in cui ciò che si è sollevato ad ottobre non rinunci ad esercitare tutta la pressione necessaria.

TAV – Sveglia all’Hotel San Giorgio

http://www.tgvallesusa.it/?p=3430

Written By: valsusa report nov• 22•13

sangiorgio

In una serata uggiosa tendente alla nevicata, un gruppetto di No Tav reduci dalla trasferta a Roma decide di incontrare con una calorosa sveglia i clienti dell’Hotel San Giorgio di Sangano, un’altro luogo che ospita a spese dello stato la guardiania al cantiere, un albergo distante comunque decine di km dal posto di controllo ai No Tav.

Sono le 23 quando il gruppetto fa capolino davanti alle due entrate dell’albergo. Scorge il pulmino dei Cc parcheggiato nel cortile. Subito lo spavento viene più agli occupanti che ai pochi No Tav presenti. Prima ne esce uno, poi due, infine un gruppetto. Gli occupanti non capiscono il motivo della visita. Squillisangiorgio1 di telefono e andirivieni vari fanno sopraggiungere la pattuglia dei Cc locali. Ma sono in pochi. Lasciano sul posto un carabiniere mentre la pattuglia ne andrà a prendere altri tre. La caserma territoriale è sguarnita.sangiorgio2

Sono le 24 quando il pulmino esce dalla seconda via che dà alla statale e si dilegua verso il cantiere. I No Tav canticchiano e chiedono per la prossima volta di esser ricevuti con tisane calde. Tornano in valle, promettendo un altro incontro a breve.