Droni e tensioni tra Cina e Giappone.

Mentre nei toni torna a salire la tensione tra Cina e Giappone per le isole Senkaku, le forze armate nipponiche si preparano a lanciare la più grande esercitazione anfibia dalla fine della seconda guerra mondiale. 35.000 mila uomini con il supporto integrato di aviazione esercito e marina si preparano ad uno sbarco anfibio nell’isola di Okidaitojima che dista circa 400 chilometri dall’isola di Okinawa, quasi la stessa distanza che separa la stessa Okinawa dalle isole Senkaku.

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L’esercitazione, che prevederà anche momenti in cui saranno impiegate munizioni e sistemi missilistici reali, sarà l’occasione per dispiegare a Ishikagi, isola a sud di Okinawa, nuovi missili antinave in possesso delle forze armate giapponesi, missili che saranno in grado di minacciare concretamente qualsiasi unità navale volesse uscire nell’Oceano pacifico transitando nei pressi della catena meridionale di isole giapponesi.

In questi giorni, che precedono l’esercitazione giapponese il Primo Ministro di Tokio Shinzo Abe ha ammonito la Cina riguardo alla possibilità che la Repubblica Popolare voglia prendere possesso con la forza delle isole contese. Abe ha dichiarato che se la Cina imboccherà la via della forza non potrà poi abbandonare questa via pacificamente. Ancora più preoccupante la dichiarazione del ministero della difesa di Tokio riguardante le regole di ingaggio della difesa aerea del Giappone nei confronti dei droni cinesi.

 La settimana scorsa e ancora quella precedente alcuni droni cinesi si sono avvicinati allo spazio aereo giapponese, entrando nella cosiddetta “area di identificazione” della difesa aerea del Giappone. L’area di identificazione ad ovest dell’arcipelago giapponese è utilizzata per garantire alle forze di difesa aerea di Tokio un tempo sufficiente a coordinarsi in caso di attacco aereo di sorpresa al paese. Questa area che si estende per alcune decine di miglia oltre lo spazio aereo giapponese è una zona nella quale eventuali velivoli sconosciuti o possibilmente ostili vengono identificati dalla forza aerea giapponese. In questa a area il Giappone non ha diritto alcuno di intraprendere azioni ostili contro aeromobili sconosciuti, ma solitamente i caccia di Tokio nell’ ”area di identificazione” avvisano gli aerei ostili di non entrare nello spazio aereo giapponese: ed è quello che è accaduto la scorsa settimana con i droni cinesi.

 Come dicevamo il ministero della difesa nipponico ha ammonito i cinesi a non violare lo spazio aereo del Giappone pena l’abbattimento del Drone. I cinesi hanno risposto immediatamente, sia a parole, avvertendo che l’abbattimento di un loro drone sarebbe classificato come “un atto di guerra” sia nei fatti, e i fatti sono stati ben evidenti a tutti. Questa mattina due bombardieri H6 si sono diretti a tutta velocità verso le coste del Giappone, giunti nell’ ”area di identificazione” i caccia F-15 di Tokio hanno preso il volo per uno scramble e a quel punto i cinesi hanno invertito la rotta e sono rientrati nello spazio aereo cinese.

Ma i giapponesi ritengono “spazio aereo del Giappone” anche le isole Senkaku. Cosa accadrebbe se i cinesi inviassero un drone (un sacrificabile drone) a pattugliare le Senkaku durante l’esercitazione che inizierà il 1º novembre prossimo? Dalla risposta a questa domanda dipende la stabilità nel breve periodo nell’estremo oriente, considerando poi che l’America di Obama ha perso ormai qualsiasi influenza sull’alleato Giapponese, timoroso di dover organizzarsi in autonomia per salvaguardare i propri interessi nazionali dinnanzi all’espansionismo cinese.

 Fonte: http://www.geopoliticalcenter.com

http://ogigia.altervista.org/index.php?mod=read&id=1383071115

 

Droni e tensioni tra Cina e Giappone.ultima modifica: 2013-11-01T20:16:00+01:00da davi-luciano
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