Siria: l’ESL continua a brillare come una stella morta

di Thierry Meyssan – 24/12/2012

Fonte: megachip [scheda fonte] 

Il conto alla rovescia è iniziato. Non appena la nuova amministrazione Obama sarà confermata dal Senato, presenterà un piano di pace per la Siria al Consiglio di sicurezza. Giuridicamente, sebbene il presidente Obama succeda a se stesso, la sua amministrazione uscente ha soltanto il potere di curare gli affari correnti e non può prendere alcuna iniziativa importante. Politicamente, Obama non aveva reagito quando, in piena campagna elettorale, alcuni suoi collaboratori avevano fatto fallire l’accordo di Ginevra. Ma ha proceduto a fare un repulisti dopo l’annuncio della sua rielezione. Come previsto, il generale David Petraeusarchitetto della guerra in Siria è caduto nella trappola che gli è stata tesa ed è stato costretto a dimettersi. Come previsto, i caporioni della NATO e dello Scudo antimissile, refrattari a un accordo con la Russia, sono stati messi sotto inchiesta per corruzione e costretti al silenzio. Come previsto la segretaria di Stato Hillary Clinton è stata messa fuori gioco. Solo il metodo scelto per eliminarla ha destato sorpresa: un grave malanno che l’ha fatta cadere in coma.

 

Dal lato dell’ONU, le cose sono andate avanti. Il dipartimento delle operazioni di mantenimento della pace ha firmato un memorandum con l’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva (OTSC) a settembre. Ha supervisionato in Kazakhstan nel mese di ottobre le manovre dell’OTSC che simulavano undispiegamento di «chapka blu» in Siria. Nel mese di dicembre, ha riunito i rappresentanti militari dei membri permanenti del Consiglio di Sicurezza per presentare loro la maniera in cui tale dispiegamento avrebbe potuto realizzarsi. Sebbene contrari a questa soluzione, i francesi e i britannici si sono inchinati alla volontà statunitense.

Tuttavia, la Francia ha cercato di usare il rappresentante speciale dei segretari generale della Lega Araba e dell’ONU, Lakhdar Brahimi, per modificare il piano di pace di Ginevra in funzione delle riserve che essa aveva esternato il 30 giugno. Con grande disinvoltura, Brahimi aveva dunque previsto di recarsi ancora a Damasco per chiedere al Presidente al-Assad di dimettersi dalle funzioni attribuitegli per referendum. La Siria gli ha risparmiato uno spostamento inutile, negandogli il visto d’ingresso.

Il fatto è che sul terreno, il governo siriano si trova in una posizione di forza. La situazione militare si è invertita. Gli stessi francesi hanno smesso di evocare le «zone liberate» che aspiravano a governare attraverso un mandato delle Nazioni Unite. Queste aree non hanno smesso di ridursi, e dove ancora persistono, sono nelle mani di salafiti poco presentabili. Le truppe dell’ESL sono state istruite affinché abbandonassero le loro posizioni per raggrupparsi attorno alla capitale in vista di un assalto finale. I Contras speravano di sollevare i profughi palestinesi, in maggioranza sunniti, contro il regime pluriconfessionale, nel modo in cui gli Hariri in Libano cercarono di sollevare i palestinesi sunniti del campo di Nahr el-Bared contro l’Hezbollah sciita. Così come in Libano, questo progetto è fallito perché i palestinesi sanno benissimo chi sono i loro amici, chi si batte davvero per la liberazione della loro terra. In particolare, nella recente guerra di Israele di otto giorni contro Gaza, sono state le armi iraniane e siriane a fare la differenza, mentre le monarchie del Golfo non muovevano un dito.

Alcuni elementi di Hamas, fedeli a Khaled Meshaal e finanziati dal Qatar, hanno aperto le porte del campo di Yarmouk ad alcune centinaia di combattenti del Fronte di sostegno ai combattenti del Levante (ramo siro-libanese di Al-Qa’ida), anch’essi legati al Qatar. Hanno combattuto soprattutto contro gli uomini del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina – Comando Generale (FPLP-CG). Il governo siriano ha chiesto via sms ai 180mila residenti del campo di lasciare quel luogo il più presto possibile, e ha loro offerto un alloggio temporaneo in alberghi, scuole e palestre a Damasco. Alcuni hanno preferito raggiungere il Libano. Il giorno dopo, l’esercito arabo siriano ha attaccato il campo con armi pesanti e ne ha ripreso il controllo. Quattordici organizzazioni palestinesi hanno allora firmato un accordo che dichiara il campo «zona neutra». I combattenti dell’ESL si sono ritirati in buon ordine, e hanno ripreso la loro guerra contro la Siria nella campagna circostante, mentre i civili riguadagnavano le loro case, o le rovine delle loro case.

In termini strategici, la guerra è già finita: l’ESL ha perso ogni sostegno popolare e non ha più alcuna possibilità di vincere. Gli europei ancora pensano di poter cambiare il regime corrompendo funzionari di alto rango e provocando un colpo di stato, ma sanno che non potranno farlo con l’ESL. Continuano ad arrivare dei Contras, ma il flusso di denaro e armi si inaridisce. Gran parte del sostegno internazionale si è fermato, anche se non ne vediamo ancora le conseguenze sul campo di battaglia, un po’ come una stella che può continuare a brillare a lungo dopo la sua morte.

Gli Stati Uniti hanno chiaramente deciso di voltare pagina e di sacrificare l’ESL. Gli danno istruzioni stupide che destinano i Contras alla morte. Più di 10mila sono stati uccisi durante il mese scorso. Contemporaneamente, a Washington, il National Intelligence Council cinicamente annuncia che il «jihadismo internazionale» presto sparirà. Altri alleati degli Stati Uniti dovrebbero chiedersi se il nuovo accordo non implichi che anch’essi siano da sacrificare.

 

Oltre la retorica di Eataly, il Governo Monti è contro i prodotti locali

Oltre la retorica di Eataly, il Governo Monti è contro i prodotti locali

di Federico Cenci – 24/12/2012

Fonte: agenziastampaitalia 

 

Sei mesi fa, durante l’inaugurazione dell’importante sede romana della sua catena, il grintoso fondatore di Eataly, Oscar Farinetti, ebbe a dire parafrasando Dostoevskij: “La bellezza ci salverà”. Non c’è che dire, l’intuizione che l’ha spinto a intraprendere questa attività è – da un punto di vista imprenditoriale – molto bella (o, almeno, alquanto redditizia). Quell’affermazione, tuttavia, apparve a molti piuttosto spavalda, giacché pronunciata all’interno di un grigio titano di cemento – di quattro piani e 16mila metri quadri – che è poco aderente a un’accezione di bellezza. Un fabbricato, tra i tanti finiti presto in stato d’abbandono, che i mondiali di calcio “Italia ‘90” portarono in dote alla città di Roma. Con buona pace dei suoi fin troppo pazienti abitanti.

 

Accordo tra Eataly e Ntv
Quelle polemiche appartengono però al passato. Oggi i commenti critici hanno ceduto il passo agli elogi. Elogi che durante la mattinata di giovedì hanno accompagnato la presentazione dell’accordo che Eataly e l’azienda Ntv (Nuovo Trasporto Viaggiatori) hanno sottoscritto con il Ministero dell’Ambiente per dar vita a un progetto di riduzione delle emissioni di Co2 che sorgerà a Torino. All’incontro dal titolo “Il buono del progresso sostenibile. Il Made in Italy che salvaguarda l’ambiente” era presente, al fianco di Oscar Farinetti e Giuseppe Sciarrone (amministratore delegato di Ntv), Corrado Clini, ministro dell’Ambiente.

Quest’ultimo ha sfoggiato a parole, davanti ai taccuini dei giornalisti presenti, la sensibilità verso i prodotti italiani che caratterizzerebbe il Governo Monti. Il ministro Clini ha quindi ricordato: “Sono stati firmati vari accordi con imprese italiane finalizzati a far emergere il valore aggiunto della qualità dei nostri prodotti e dei nostri processi produttivi”. Egli ha poi lasciato la sala con un laconico giudizio e un incitamento finale: “Siamo i primi in moltissimi campi; basta piangere, avanti di corsa con le cose che sappiamo fare”.

Governo contro prodotti locali
Peccato però che a ostacolare questa corsa vi sia di mezzo proprio lo stesso Governo Monti. È notizia del luglio scorso che l’Esecutivo ha deliberato di impugnare dinanzi alla Corte Costituzionale una legge della Regione Calabria(1) atta a “sostenere il consumo di prodotti agricoli anche a chilometri zero”. Quale infrazione sarebbe contenuta in questa legge regionale tale da rendere il Governo così sollecito nel tentativo di bloccarne l’attuazione? Ebbene, è stato lo stesso Consiglio dei Ministri a rispondere ai curiosi: la presenza di disposizioni che, nel favorire la commercializzazione di prodotti locali, violano la libera circolazione delle merci in contrasto con i principi comunitari. Ergo, le leggi a tutela dei prodotti locali non s’hanno da fare.

La tutela delle multinazionali, la morte delle piccole imprese
Questo ricorso, per chi ha memoria e voglia di ricordarlo, è come un’abrasione che scalfisce le belle parole pronunciate a Eataly dal ministro Clini. Soffoca il tentativo di rilanciare l’agricoltura italiana e favorisce ulteriormente le multinazionali. Un asse Roma-Bruxelles teso alla tutela del capitalismo e all’incremento del triste fenomeno dell’abbandono delle terre. Già nel 1998, infatti, la Comunità europea emanò una direttiva – confermata da una sentenza della Corte di Giustizia europea del 12 luglio scorso – che riserva alle multinazionali la commercializzazione e lo scambio delle sementi vietandolo agli agricoltori. Nessun Governo – né italiano né di ciascuno degli altri 26 Paesi dell’Ue – si è preoccupato di far rilevare che quella direttiva europea, concedendo l’esclusività del commercio alle sole ditte sementiere, è anch’essa da considerare un ostacolo al libero mercato.

Un’omissione che conferma che almeno nell’Ue sono tutti d’accordo: il mercato è da ritenere libero soltanto quando asseconda la bramosia dei pochi e schiaccia le piccole imprese locali. Di bello, in questo tentativo di omologazione che premia le multinazionali, non c’è proprio nulla. È una cappa, grigia come l’edificio che ospita Eataly, la quale opprime la cultura e le tradizioni locali, e strangola la sovranità anche in campo alimentare. Senza scomodare Dostoevskij, chissà se Farinetti – insignito di riconoscimenti per la sua attività imprenditoriale eco-sostenibile – conviene con questa considerazione.

 

(1)   legge regionale n. 22 del 2012 della Regione Calabria

(2)    

Siria: Apocalisse annullata

 

Siria: Apocalisse annullata

di Andrej Fomin – 24/12/2012

Fonte: aurorasito 

China Marks 60 Years Of The Chinese NavyLa situazione in Siria si è alleggerita negli ultimi giorni. Gli statunitensi ritirano l’USS Eisenhower e il gruppo anfibio dell’USS Iwo Jima dal Mediterraneo orientale. Il presidente Obama si aspetta che questo passo ‘allevi la tensione nella regione’. Che tipo di tensione si è avuto, per divenire motivo di preoccupazione improvvisa per il governo statunitense, dopo 22 mesi di interferenza diretta negli affari siriani? Diamo un breve sguardo ai recenti eventi.
La decisione della NATO di implementare sistemi missilistici Patriot sul confine Turchia-Siria all’inizio di dicembre, è stata affrettata. La giustificazione dello schieramento per la presunta difesa del territorio turco contro granate e proiettili occasionali provenienti dalla Siria, è ridicola. Il sistema Patriot non è in grado di fornire tale protezione. È progettato per scopi antiaerei e ha una limitata capacità anti-missili tattici. Così i Patriot in Turchia dovrebbero contrastare solo i MIG siriani. Ma questo scenario è impossibile in Turchia, nel caso non invada la Siria. Allo stesso tempo, i gruppi d’attacco degli Stati Uniti sono arrivati nel Mediterraneo orientale, indicando la preparazione della NATO a un potenziale intervento terrestre.
In risposta la Russia ha rafforzato la sua flotta nella zona. Un gruppo d’attacco russo guidato dall’incrociatore pesante Moskva sarà affiancato da diverse navi da guerra (incrociatori, navi d’assalto anfibio e cacciatorpediniere) delle flotte russe del Nord e del Baltico, che dovrebbero  arrivare nel Mediterraneo orientale la prossima settimana. Ufficialmente le navi da guerra compiono esercitazioni e rifornimenti nella base russa di Tartus in Siria, sulla via per la missione anti-pirateria in Somalia. Il loro coinvolgimento nel confronto sulla Siria è solo questione della volontà politica della leadership russa. Di conseguenza la concentrazione delle marine che si affrontano al largo della costa siriana da metà dicembre, era quasi minacciosa.
La decisione degli Stati Uniti di ritirare le navi da guerra ha notevolmente irritato la Turchia, rimasta senza il sostegno degli Stati Uniti in caso di escalation militare, ma ciò ha ridotto al minimo la possibilità di un simile scenario. Questa ritirata non è la prima degli Stati Uniti: lo stesso è accaduto quando un jet turco è stato abbattuto a giugno o quando Israele ha suscitato lo spauracchio delle armi chimiche siriane a luglio.
Oltre alla vigorosa posizione russa sulla questione siriana, un altro fattore che ha causato questa tendenza positiva nella situazione siriana è la politica interna degli Stati Uniti. Il ‘virus allo stomaco’ che di recente ha disturbato la signora Clinton, potrebbe essere considerata una malattia diplomatica che le ha permesso di evitare la partecipazione alla seduta aperta alla Camera sugli attentati di Bengasi, dove rimase ucciso l’ambasciatore degli Stati Uniti in Libia, a settembre. Questo assassinio è una conseguenza diretta del fallimento della politica estera degli Stati Uniti in Medio Oriente, degli ultimi anni, come è stato riconosciuto da Daniel Benjamin, coordinatore per la lotta al terrorismo del Dipartimento di Stato: “…La rivoluzione libica ha liberato le mani a ogni gruppo estremista e ha dato luogo a un terrorismo diffuso. Un altro esempio di ciò è la Siria, dove i membri di al-Qaida in Iraq hanno cercato di ottenere un punto d’appoggio permanente da parte dell’opposizione. Le rivoluzioni che hanno spazzato la regione lo scorso anno, hanno aumentato il pericolo dell’estremismo e diffuso instabilità.”
Un rapporto confidenziale statunitense, elaborato dalla commissione indipendente sull’assalto a  Bengasi merita una particolare attenzione. Le conclusioni hanno ovviamente influenzato la decisione degli Stati Uniti di sospendere l’ulteriore aggravamento della situazione in Siria. Anche se difficilmente porterà gli Stati Uniti ad abbandonare il piano di destabilizzazione regionale, impone sicuramente una maggiore cautela, al fine di non screditare definitivamente la politica estera degli Stati Uniti. Delle rivelazioni indesiderate sui motivi reali dietro la primavera araba, potrebbero gettare nella confusione la società civile statunitense, fiduciosa che Washington combatta contro il terrorismo in tutto il mondo, che gli alleati degli Stati Uniti, appena consapevoli di essersi offerti come pedine del gioco geopolitico.

Oriental Review

Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora

 

In Bolivia la Legge quadro della Madre Terra

di Enzo Parisi – 24/12/2012

Fonte: ilcambiamento 

La Bolivia ha promulgato nell’ottobre 2012 la “Legge quadro della Madre Terra e dello sviluppo integrale per il vivir bien”.
La Legge definisce la Madre Terra come “… il sistema vivente dinamico formato da una comunità indivisibile di tutti i sistemi di vita e gli esseri viventi che sono interconnessi, interdipendenti e complementari, che condividono un destino comune, aggiungendo che ” la Madre Terra è considerata sacra..”.  In questo approccio gli esseri umani e le loro comunità sono considerati una parte della Madre Terra, per essere integrati in sistemi di vita definiti come “… comunità complesse e dinamiche di piante, animali, microrganismi e altri esseri nel loro ambiente, in cui le comunità umane e il resto della natura interagiscono come una unità funzionale, sotto l’influenza di fattori climatici, fisiografici e geologici, nonché delle pratiche produttive e della diversità culturale dei boliviani…”.
Tale asserzione può essere vista come una definizione degli ecosistemi più inclusiva, in quanto vi è compresa esplicitamente la dimensione sociale, culturale ed economica delle comunità umane.

La Legge si ricollega ai già sanciti sette diritti specifici di Madre Terra e dei suoi sistemi di vita costitutivi, comprese le comunità umane :
Per la vita: è il diritto al mantenimento dell’integrità dei sistemi di vita e dei processi naturali che li sostengono, così come le capacità e le condizioni per il loro rinnovo;
Per la diversità della vita: è il diritto alla conservazione della differenziazione e della varietà degli esseri che compongono la Madre Terra, senza essere geneticamente modificati, né modificati artificialmente nella loro struttura, in modo tale che non sia minacciata la loro esistenza, il funzionamento e il futuro potenziale;
Per l’acqua: è il diritto alla conservazione della qualità e alla composizione delle acque per sostenere i sistemi di vita e proteggerli contro la contaminazione;
Per l’aria: è il diritto al mantenimento della qualità e della composizione dell’aria per sostenere sistemi di vita e proteggerli contro la contaminazione;
Per l’equilibrio: è il diritto al mantenimento o al ripristino della interrelazione, dell’interdipendenza e della capacità di integrare le funzionalità dei componenti della Madre Terra in modo equilibrato, per il proseguimento dei suoi cicli e il rinnovamento dei processi vitali
Per il ripristino: E’ il diritto al ripristino efficace e opportuno dei sistemi di vita compromessi a causa delle attività umane dirette o indirette
Vivere senza contaminazione: è il diritto alla conservazione della Madre Terra e dei suoi componenti per quanto riguarda i rifiuti tossici e radioattivi prodotti dalle attività umane

Ma soprattutto la Legge stabilisce il carattere giuridico della Madre Terra come “soggetto collettivo di interesse pubblico”, per garantire l’esercizio e la tutela dei suoi diritti. Dotando Madre Terra di personalità giuridica, essa può, attraverso i suoi rappresentanti (gli esseri umani), intraprendere un ricorso per difendere i suoi diritti.

Sul piano attuativo vengono creati strumenti ad hoc come il “Consiglio Plurinazionale per il Vivir bien in armonia e in equilibrio con la Madre Terra”, che dovrà elaborare le politiche ed i programmi di attuazione di questa Legge Quadro, e come un fondo per finanziare attività volte all’adattamento e alla mitigazione dei cambiamenti climatici.

Questa Legge sposta quindi la visione del mondo da una concezione antropocentrica ad una olistica, che attribuisce alla Natura e agli esseri umani pari diritti. Dire che la Madre Terra è di interesse pubblico costituisce infatti la transizione verso la prospettiva di una Terra basata sulla comunità di tutti i viventi.

http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=44791