CASERTA: LA MORTE ATROCE DI ANGELA TRA L’INDIFFERENZA DEI MEDICI

Scritto da  Maria Melania Barone Martedì, 04 Settembre 2012 18:57

chemioterapia dUna storia incredibile ed atroce pubblicata su quotidianosanità.it. A scrivere è un cittadino diCaserta affranto per aver cercato fino alla fine assistenza per unamalata terminale, sua moglieAngela che amava dal profondo del cuore. Ore interminabili ad aspettare con la moglie che era quasi un cadavere. Abbiamo tentato di riscrivere la storia, ma ci sembrava superflua e fuori luogo ogni parola che non fosse quella del marito. Così vi riproponiamo la lettera per intero, dall’inizio alla fine sperando che questo grido di rabbia e di dolore possa restituire la dignità ai malati di cancro ri dotti come uno straccio sulle barelle nell’indifferenza di medici che pretendono di curare un male senza sopportare il dolore.

 “Gentile direttore,

sono il marito di Angela, mia moglie di 44 anni è morta a febbraio del 2012 per una grave malattia. Vi scrivo per farvi sapere il degrado delle strutture e la mancanza di umanità del personale medico che il mio Paese offre ai pazienti che hanno bisogno di cure mediche, soprattutto nel caso di assistenza per i malati terminali.

Ci recammo con grosse difficoltà al reparto di oncologia per poter effettuare  il ciclo di chemio che aveva consigliato il nostro oncologo di fiducia, colui il quale per ben otto lunghi anni ci aveva consigliato e assistito sempre con garbo e professionalità e soprattutto con grande umanità.

Quel giorno mi sono trovato davanti un’altra persona, dopo tanti anni ho visto in lui una freddezza e indifferenza che non riconoscevo. Si avvicinò senza neppure salutare, sembrava infastidito da quel corpo che non era più di mia moglie ma era un ammasso di sofferenza. Senza neanche salutarci ci fece aspettare ben quattro ore senza darci neanche una sedia per poterci appoggiare. Cominciai ad urlare… non riuscivo ad accettare che fossimo trattati come dei cani, mia moglie non riusciva a reggersi e lui era tutto preso dalle sue cose.

Lo vedevo andare avanti e indietro per la corsia, senza mai chiedere a mia moglie se aveva bisogno di qualcosa. Si mostrava nervoso anzi, direi quasi infastidito. Il suo sguardo incrociò il mio e non ebbe pietà di quell’ammasso di sofferenza, anzi pareva quasi che mi dicesse di portarmela a casa perché la sua vista provocava imbarazzo ai pazienti che aspettavano e a tutto il personale. Guardate, pareva che dicessero: “Noi non siamo stati capaci di debellare il suo male”. La vista di Angela dava fastidio; cominciai a perdere la pazienza. Vedevo mia moglie disperarsi per la sofferenza e nessuno mi chiedeva se avessi bisogno di aiuto, la mia rabbia dovette impaurire il caro dottore, che dopo una fugace visita, mi prescrisse della morfina per alleviare il dolore e disse che potevo portarmela a casa, la chemio non poteva essere fatta perché si trovava in uno stato terminale. Poche parole e pochi gesti buttati lì con sgarbo per dirmi che il suo compito era finito.

Il mio dolore per come aveva assistita Angela fu ancora più devastante della sua malattia. Il dottore che riceveva i pazienti parlando della bellezza della vita e che quando li dimette li ringrazia per avergli permesso di condividere la loro gioia e il loro dolore. Un dottore che considera una benedizione le scoperte scientifiche, ma che quando cura non si limita alla chemioterapia. Va oltre. Sa che l’anima di ognuno di noi non è scollegata dalle cellule e dunque un tessuto cancerogeno che difficilmente potrà guarire se lo spirito resta malato. Osserva la postura del paziente, lo fa parlare di sé, della sua famiglia, delle sue preoccupazioni per intuire il suo stato d’animo. Mettere il malato nel suo cuore, perché solo a quel punto può cominciare la lotta contro il male. Ecco, questo era il caro dottore che mia moglie Angela considerava.

Tornati a casa, iniziammo così la terapia del dolore, non più quella del nostro caro oncologo, ma quella di una amica di famiglia, anch’essa oncologo, che si prese cura di Angela, come una vera amica, sempre disponibile ed umana.

Ma nonostante l’uso della morfina, i dolori aumentavano di giorno in giorno; quando ci si trova di fronte al dolore non si è mai abbastanza preparati, nonostante un’adeguata formazione ed esperienza. Un approccio errato e un’errata valutazione significa creare ancora più sofferenza.  

Ma il vero problema per noi non era il dolore, ma la paura. La paura che tende a spingere sempre più la morte fuori dalle pareti di casa.      

I giorni passavano tra atroci sofferenze dopo che il nostro oncologo ci aveva letteralmente cacciati fuori dal suo ospedale e le cose andavano sempre peggio.

Un giorno, dopo una crisi respiratoria, la portammo al pronto soccorso di Caserta dove, dopo una semplice puntura di morfina, molto elegantemente ci invitarono ad andare via perché, purtroppo, non c’era più niente da fare, nonostante le mie insistenze per il ricovero, perché oltre al dolore la vedevo ansimante.
Il dottore di turno mi convinse a portarla a casa poiché mi assicurò che c’era un servizio per ammalati terminali dell’Asl che avrebbe provveduto alle sue esigenze.

Il giorno dopo, nel primo pomeriggio, Angela ebbe di nuovo una crisi ancora più forte. Chiamammo il servizio Asl per malati terminali dove, dopo varie chiamate, risposero che sarebbero arrivati in giornata. Vennero dopo un giorno e mezzo e se non avessimo provveduto privatamente, non avrebbe potuto farcela.
Il giorno dopo ebbe di nuovo una profonda crisi respiratoria. Mi sentivo perduto, non sapevo gestire la situazione, vedevo lei che implorava aiuto e io non potevo fare niente per aiutarla; la riportai di nuovo al pronto soccorso di Caserta, diventò cianotica, vedevo che stava per mollare, per un attimo non la sentivo più neanche respirare.
Aveva smesso di lottare, se ne stava andando, mentre il personale medico e paramedico continuava a inveire con toni aspri per la compilazione del modulo di ricovero.”Oh Mio Dio”, è stato il mio commento, come si può essere così insensibili?

Lo sconforto e la disperazione stavano prendendo il posto della razionalità, dovevo calmarmi per amore di Angela. Dopo una mezz’ora venni chiamato dal personale medico, per chiarimenti in merito alla patologia di mia moglie, e dovetti insistere non poco per il ricovero, perché mancavano posti letto. Fu quindi costretta a stare sulla barella, nelle sue precarie condizioni. Trascorsi al pronto soccorso tutta la notte ad aspettare notizie di mia moglie.

Al mattino, dopo una notte passata su una piccola sedia, vidi il medico che aveva visitato Angela la sera precedente. Mi avvicinai per chiedergli notizie, mi rispose che doveva fare una visita pneumologia e ulteriori esami, non passò troppo tempo infatti  che la intravidi in corsia per fare una rx al torace. Stava in condizioni pietose, poco dopo venni chiamato dal responsabile del reparto e con tono quasi minaccioso mi obbligava a portarmi a casa mia moglie, ma in quelle condizioni non avrebbe neanche avuto il tempo di arrivare a casa.
Ebbi una forte discussione, sapevo che se avessi seguito il suo ordine, avrei portato il suo cadavere. Dovetti minacciare il personale perché  rimanesse un’altra notte, continuavano a ripetermi che non c’erano posti e che tutto quello che si faceva era inutile, perché era in fase terminale: “Portatevela a casa”, mi dicevano, “fatela morire in pace”.

Testardo e cocciuto fino alla fine la lasciai in ospedale, convinto che avrebbero pensato loro a cercare un posto disponibile nella zona. Infatti la mattina seguente Angela fu trasferita in un altro istituto.

Finalmente, pensai, un po’ di serenità, Angela avrebbe avuto quell’assistenza che la nostra azienda ospedaliera le aveva rifiutato. Notai una certa amarezza e vergogna in lei, non voleva parlare. Vedevo lacrime sgorgare dai suoi occhi, pensavo fosse la gioia di un attimo di serenità, mi avvicinai per darle un bacio, meritava tutto l’affetto e l’amore per tutto ciò che stava sopportando. Tra le lacrime mi confidò che aveva bisogno di essere lavata, perché in ospedale l’avevano lasciata sola a se stessa.
Cadde dalla barella, implorando insistentemente aiuto con quel poco di voce che le rimaneva perché non aveva le forze.

L’umiliazione che mia moglie ha dovuto subire, accanto alla sofferenza è stata disumana. Trascorse la notte a terra al freddo, bagnata fradicia, a nulla valse il suo tentativo di battere le mani a terra per farsi sentire, voleva evitare anche la vergogna al suo corpo già tanto martoriato. Evitare che il dolore, per la vergogna, potesse colpire anche il suo spirito.

Per fortuna gli angeli esistono anche tra di noi. Di prima mattina una paziente, incuriosita da quei colpi sul pavimento (batteva le mani, non avendo più voce) l’aiutò ad alzarsi tutta tremante e bagnata, neanche le sue grida riuscirono a svegliare il personale per darle almeno una coperta.

È possibile mi chiedo che in una struttura così grande non ci sia personale di notte e non ci siano coperte? Possibile che a una moribonda le sia negato il diritto di una morte serena? .

Vi chiedo umilmente perdono, per avervi raccontato questa sconvolgente storia, è stato il motivo per buttare fuori questa rabbia”
 
Lettera firmata da Domenico Vozza
Caserta e pubblicata su quotidianosanità il 31 Agosto 2012

http://www.you-ng.it/news/politica-e-attualita/item/3356-caserta-la-morte-atroce-di-angela-tra-lindifferenza-dei-medici.html

L’ennesima prova che l’Italia non e’ piu’ un paese sovrano

L’Editoriale di Germano Milite

 

Quando lo si diceva qualche tempo fa, si veniva accusati di essere dei “complottisti” ciarlatani con la passione per la dietrologia catastrofista. Poi, sempre più economisti ed osservatori autorevoli, hanno ammesso ciò che anche al cosiddetto “uomo della strada” appare oramai fin troppo evidente: 
l’Italia, e ovviamente non solo l’Italia, è un paese che non gode più di piena sovranità/autonomia politica. Non esiste più, cioè, la possibilità di scegliere i propri rappresentati senza dover considerare “i mercati” , “lo spread” ed in altri termini le volontà mondialiste.

 

Riscontrato oggi, questo non trascurabile dettaglio, appare come la classica scoperta dell’acqua calda. Eppure, di acqua torbida da scoprire, ne resta tanta. Partiamo da una considerazione che ad una prima analisi superficiale potrebbe apparire completamente scollegata: Google.

 

La supermegamultinazionale americana è da tempo più potente di uno stato. Fattura cifre inimmaginabili ed ha il monopolio sul bene più prezioso del web, ovvero il traffico di ricerca. Come noto, poi, Google è un gigante che da tempo ha differenziato i propri prodotti e che anzi tende a “mangiare” tante piccole e medie realtà promettenti nel settore dell’innovazione.

 

Ma cosa c’entra Big G con Mario Monti, la sovranità popolare, lo spread, i mercati e tutto il resto? Beh la storia della “creatura” americana è metaforicamente molto efficace per indicare la storia evolutiva dell’organizzazione politica contemporanea in senso generale. L’obiettivo, proprio come per le multinazionali, è infatti quello di accentrare un potere crescente nelle mani di organismi sempre più grandi e, soprattutto, sempre più lontani e distanti dal cittadino. La tendenza palese è quella di un annientamento totale dei pesci piccoli in favore degli squali. Succede, se si ha un pizzico di spirito d’osservazione, in praticamente tutti i settori. Dai teatri all’editoria, dalla manifattura alle tecnologia: più sei grande e più il sistema ti permette di assorbire il resto. Certo non è tutto così automatico e rigido: qualche eccezione importante ancora resiste ma il discorso è riferito ad una tendenza generale quanto marcata ed evidente.

 

Gli Italiani, come si è potuto vedere dalle reazioni registrate alla notizia delle dimissioni di Monti e dai ricatti nemmeno tanto velati arrivati dagli altri paesi “potenti”, ogni volta che sceglieranno i propri premier, dovranno dar conto prima di tutto aglla Germania, all’UE, alla BCE, all’FMI ecc. Il leader del Bel paese dovrà piacere in primis a chi si trova fuori dal Bel Paese e poi agli italiani. Senza l’approvazione dei “mercati”, non si governa più. Chiariamoci: è sempre stato così in una certa misura. Determinati capi di Stato erano caldeggiati fin quando le loro politiche piacevano alle superpotenze o comunque non creavano troppe noie. Ma ora, il meccanismo di condizionamento ed ingerenza esterna, ha raggiunto livelli incredibilmente alti ed un’arroganza sfacciata: E’ l’oligarchia finanziaria che decide chi deve governare l’Italia, non gli italiani.

 

E, come per Google, non esiste un volto con il quale poter parlare; una politica con la quale dialogare. C’è prima di tutto la finanza, ci sono prima di tutto i soldi, il debito, le tasse, le scadenze, i conti da far quadrare. Il resto è semplicemente commissariato, messo dietro; da parte. La politica non fornisce più alcun indirizzo ma subisce dimessa le indicazioni dittatoriali dell’oligarchia finanziaria. E’ esecutrice pedissequa di moniti ed esigenze troppo più grandi e potenti di lei. 

 

Ma continuiamo pure a pensare che tutte queste considerazioni siano frutto di fantasiose tesi complottiste e che lo spread che sale e scende in base a semplici dichiarazioni sia accettabile come schema da osservare per la programmazione politica di un paese. Accettiamo lo status quo ritenendolo inevitabile o addirittura giusto. E’ esattamente ciò che ci chiede questo nuovo, vorace, parassitario ed autodistruttivo capitalismo finanziario che ha fatto del denaro (elettronico) l’uncio valore assoluto al quale piegarsi. 

 

http://www.you-ng.it/news/politica-e-attualita/item/5218-lennesima-prova-che-litalia-non-ha-pi%C3%B9-sovranit%C3%A0-politica.html

 

 

Stati Uniti. Oltre un milione di poveri in più in meno di un anno

Secondo Rt.com il numero di americani dipendenti dalle forniture di cibo offerte dal governo sarebbe aumentato di oltre un milione in meno di un anno. E’ la fotografia di un Paese che  sembra essersi impoverito velocemente.

Il numero di americani che dipendono, per la loro sopravvivenza, dal cibo offerto dal governo
, sarebbe in costante aumento. Nel solo mese di settembre secondo Rt.com ben 607.544 nuovi americani avrebbero fatto richiesta per ottenere dei buoni-cibo. L’incremeneto mensile dio persone coinvolte nei programmi di assistenza alimentare del governo (SNAP) è il più grande dal maggio 2011 e fotografa una situazione per certi versi drammatica. Nel solo mese di agosto ben 421.000 americani in più sono diventati potenzialmente dipendenti dallo SNAP, e con i numeri di settembre si va a oltre un milione di americani che sono diventati ufficialmente poveri. Insomma il sogno americano sembra essere finito con la crisi economica, una crisi che si ritiene erroneamente abbia colpito in modo più intenso l’Europa. Come se non bastasse assistere i poveri costa qualcosa come 134 dollari al mese per singolo “food stamp” , e questo sta lentamente prosciugando le casse del governo federale. Ad agosto erano 47,1 i milioni di americani dipendenti dai buoni-cibo del governo, a settembre 47,7, e in molti credono che per il nuovo anno saranno 50 milioni. La situazione inoltre è stata ulteriormente aggravata dall’uragano Sandy, che si è abbattuto su case e negozi ai primi giorni di novembre, lasciando migliaia di americani senza lavoro e senza casa, e soprattutto senza cibo. A pagare sono stati, come sempre, gli americani più poveri, quelli che già avevano prima difficoltà ad arrivare a fine mese.

http://tribunodelpopolo.com

 

Follia F35: il Canada rinuncia, l’Italia non si ferma

Il Canada, ovvero il più vicino alleato degli Stati Uniti, è uscito dal programma degli aerei F35, il nuovo super caccia militare progettato dalla Lockheed Martin su commissione del Pentagono. Il ministro della Difesa canadese, Peter MacKay, ha spiegato che il governo valuterà altre opzioni per la sostituzione dei propri CF-18, aerei militari degli anni ottanta.

 

Il Canada, retto da un esecutivo di centrodestra,  era andato in difficoltà per l’elevato costo del progetto. Un report indipendente della società di consulenza KPMG aveva stimato che il paese nordamericano avrebbe dovuto spendere più di 40 miliardi di dollari in 40 anni per l’acquisto e la manutenzione della flotta degli F35, i moderni cacciabombardieri. Le opposizioni di centrosinistra, i moderati progressisti del “Liberal Party” così come i socialdemocratici del “New Democratic Party” avevano pesantemente contestato il progetto degli F35, vista l’esplosione dei costi, che sarebbero stati tripli rispetto a quelli previsti in una fase iniziale.

 

E l’Italia? Nessuna marcia indietro. Il nostro paese, dove l’economia è a picco e la disoccupazione esplode, adotterà il piano voluto dagli Stati Uniti. Monti ha confermato le scelte del governo Berlusconi ed è improbabile che un domani Bersani decida di contraddirlo. Spenderemo, dunque, tra i 15 e i 20 miliardi di euro. Una follia, ma tecnica.

 

Fonte

Confartigianato: il 58% delle imprese costretto a chiedere dei prestiti per pagare le tasse

Ma quest’anno 40.000 imprenditori non potranno pagare le imposte per mancanza di liquidità

Costretti a ricorrere a prestiti per pagare le tasse. Per fare il proprio dovere di contribuente, il 58% delle imprese, pari a 615.000 aziende, deve ricorrere a prestiti bancari o è costretto a chiedere al fisco dilazioni di pagamento. E 40.000 imprenditori non potranno pagare le imposte per mancanza di liquidità. È quanto emerge dal sondaggio Ispo-Confartigianato, che sottolinea come la percentuale del 74% di imprese che dichiarano un aumento delle tasse viene superata se si tratta di imprese con dipendenti (79%), in quelle nel Nord Ovest (83%) e nel Mezzogiorno (80%).

COMPLESSITA’– A opprimere i piccoli imprenditori italiani non è solo la quantità di tasse ma anche la complessità per pagarle. Il sondaggio Ispo-Confartigianato rileva infatti che, in quest’ultimo anno, per il 57% degli imprenditori sono aumentati anche gli adempimenti burocratici in campo fiscale. Soltanto il 2% degli intervistati indica una diminuzione. Una zavorra che è ancora più pesante per le imprese del Nord Ovest, dove il 64% ha subito un aumento della pressione burocratica, e per le aziende del settore dell’edilizia il 65% delle quali ha avvertito la crescita della burocrazia fiscale. «Il sondaggio – sottolinea il presidente di Confartigianato Giorgio Merletti – conferma quanto denunciamo da tempo a proposito dell’impennata della pressione fiscale sul sistema produttivo. Secondo le nostre rilevazioni, nel 2012 le entrate fiscali sono cresciute di 24,8 miliardi, al ritmo di 47.238 euro al minuto, e hanno raggiunto il livello del 44,7% del Pil, con un aumento di 2,2 punti in un solo anno. Tra il 2005 e il 2013 l’incremento delle entrate fiscali “assorbe” il 97,3% dell’incremento del Pil. Sono numeri che parlano chiaro: se vogliamo ritrovare la strada per uscire dalla crisi, è indispensabile intervenire per ridurre la pressione fiscale sulle imprese».

Redazione Online

Plastica addio – meglio l’acqua elastica!

 

GLI SCIENZIATI GIAPPONESI DELLA JST HANNO REALIZZATO UNO SPECIALISSIMO MATERIALE FLESSIBILE COMPOSTO DAL 95% D’ACQUA

 

E’ estremamente elastico e trasparente e potrebbe liberarci dalla dipendenza della plastica. E dal petrolio.Una simil-plastica con 95% di acqua – I ricercatori giapponesi della Japan Science and Technology Agency (JST) l’hanno subito ribattezzata “acqua elastica” proprio per la sua struttura. E’ il materiale più ecologico e economico mai realizzato come sostitutivo della plastica. E’ stata mostrata in esclusiva alla Tv nazionale nipponica NHK collegata in diretta con lo staff dell’Università di Tokyo.Ecologica e con grande potenziale – Questa particolare plastica trasparente e gommosa ha il 95% di comune acqua e si ottiene aggiungendo una microscopica parte di argilla e altre sostanze organiche naturali. Il risultato finale sarà gelatinoso e si dimostra perfetto per determinate applicazioni come nella chirurgia per mantenere i tessuti connessi in modo saldo e anti-rigetto. Ma variando la composizione interna dell’acqua elastica si potranno ottenere simil-plastiche differenti. La rivista britannica Nature l’ha già promosso a pieni voti, speriamo non che questa innovazione non si perda nei prossimi mesi.

 fonte : jack.tiscali.it

 Redatto da Pjmanc: http://ilfattaccio.org

Pd. Gratta e vinci un posto in Parlamento

Il partito di Bersani annuncia la scelta dei parlamentari attraverso le primarie

michele mendolicchio

Nuova chiamata del gregge di pecoroni. La decisione è del buon pastore Bersani. Dopo le primarie per la scelta del candidato centrosinistro per Palazzo Chigi arriva anche il toto parlamentari. La farsa delle primarie avrà dunque un seguito a ridosso di Capodanno. “Se le elezioni si svolgeranno il 17 febbraio faremo le primarie il 29-30 dicembre”, questo l’annuncio del chierichetto Letta. E nella direzione di lunedì si metterà a fuoco la questione.  
“Sappiamo -ha spiegato Bersani- di chiedere uno sforzo eccezionale a militanti ed elettori, ai limiti dell’impossibile. Ma vogliamo cambiare davvero la politica in Italia e quindi lanciamo a noi stessi questa nuova sfida. La riunione con i segretari è in corso e altre ne avremo. E’ uno sforzo eccezionale ma vogliamo cambiare davvero la politica”.

Qui c’è davvero di che preoccuparci. Non si tratta solo di farsa che va avanti da circa 20 anni ma anche di presa in giro nei confronti del cosiddetto popolo delle primarie. Gli fanno credere di contare ma non contano nulla. Della rosa dei 5 candidati per Palazzo Chigi si sapeva già chi avrebbe vinto. E così sarà anche per la scelta dei parlamentari. Ci sarà sicuramente una rosa di nomi decisi dalla dirigenza del partito per poi darli in pasto al popolo di pecoroni. E poi hanno pure il coraggio di parlare di democrazia. Che squallore. Oltretutto con questa scelta vogliono far credere che la responsabilità della mancata riforma del porcellum sia tutta di Berlusconi. E per questo lorSignori offrono questa pagina di democrazia. Tanto è la solita truffa degli eletti catapultati dall’alto. Poi quello che irrita di più è la contraddizione di questa scelta. Ma come, si è contro le preferenze e poi si fa finta di concederle attraverso questo teatrino delle primarie? Che pena, soprattutto per la gente che andrà a votare. “Saranno primarie vere, con milioni di italiani chiamati a partecipare -aggiunge Letta- Il Pd non ha paura di far scegliere agli elettori i loro candidati in Parlamento. Potranno votare anche i non iscritti e partiremo dalla base elettorale che si è formata nelle primarie del 25 novembre e 2 dicembre”. Poi il chierichetto ha parlato di strategia: visto che sono dati per vincenti, vogliono continuare a giocare all’attacco.

E nonostante i tempi ristretti vogliono comunque offrire questa pagina… di democrazia. Ma non è così che si riavvicina la gente alla politica. Non per niente i 3 milioni delle primarie è ben poca cosa rispetto agli oltre 47 milioni di aventi diritto al voto. Poi sulla storia dei sondaggi che danno il Pd al 35-36% abbiamo molti dubbi. Non si capisce come si possa ancora votare questi partiti che hanno svenduto e umiliato il Paese. Oltretutto parlare di superamento dell’agenda Monti è una presa in giro. Con Bersani e Vendola a Palazzo Chigi non cambierà proprio niente, perché qualora ci provassero arriverà subito la letterina della Bce e dell’Ue. Si tratta solo del solito contentino di facciata da dare al popolo bue.

La cosa altrettanto vergognosa è che con Monti hanno digerito una riforma del lavoro mostruosa senza battere ciglio, mentre all’epoca della riforma all’acqua di rose di Berlusconi portarono in piazza milioni di persone. Se gli esodati li avesse prodotti il Cavaliere lo avrebbero già crocifisso, con la benedizione della Cei e del settimanale “Famiglia cristiana”.


13 Dicembre 2012 12:00:00 – http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=18364

Bottiglie di plastica con candeggina per illuminare Manila

GENIALE L’IDEA AVUTA DA AMY SMITH

Un ingegnere del Massachussets Institute of Technology, ecologica, semplice ed utilissima per portare un po’ di umanità nelle baracche della gente che vive a Manila, nel buio di una vita senza elettricità.Questa idea fa parte del progetto “Isang Litrong Liwanag” – letteralmente “Un litro di luce” – creato dall’importatore dell’invenzione Illac Diaz dell’organizzazione no-profit My Shelter Foundation, che si rifà alle ideologie dell’Appropriate Technology, un movimento ideologico che si basa sulle tecnologie semplici, appropriate ed eco-sostenibili con cui il filosofo ed economista Ernst Friedrich «Fritz» Schumacher
sognava di migliorare il mondo più povero.Le “Solar Bottle Bulb”, ovvero lampadine bottiglie solari,crea una luce che dura tutto il giorno ed è sicuramente la migliore scelta rispetto ad altre soluzioni: per esempio è meglio di una finestra, che potrebbe essere infranta nella stagione dei tifoni, è meglio delle candele ed è meglio degli allacciamenti illegali alla rete elettrica.

MA COS’E’ LA SOLAR BOTTLE BULB?

Ma cos’è la Solar Bottle Bulb? Niente di meno che una bottiglia in plastica riempita di candeggina e installata nel soffitto delle baracche di Manila, da un foro nei tetti di lamiera ondulata viene posizionata la bottiglia e il suo contenuto viene colpito a 360 gradi dai raggi solari, generando una rifrazione orizzontale che fornisce un’illuminazione paragonabile a quella di una normale lampadina da 55 watt.Nei quartieri più poveri della capitale delle Filippine, in ben 3 milioni di case (se così si possono chiamare gli slum di Manila) la vita domestica si svolge prevalentemente al buio, ma grazie a questa semplice invenzione la vita di molte famiglie è stata migliorata notevolmente.Le bottiglie-lampadine vengono vendute e installate al prezzo di un solo dollaro e ne sono già state distribuite 12 mila per 10 mila abitazioni in cinque province dello stato asiatico.Per sostenere il progetto si può fare una donazione collegandosi al sitohttp://isanglitrongliwanag.org/, stesso indirizzo per le comunità che vogliano richiedere un intervento come quello delle Filippine.E’ stato firmato un manifesto che si propone di introdurre le Filippine verso un’economia equilibrata e più rispettose dell’ambiente, il progetto Un Litro di Luce è in movimento e in crescita, facendosi aiutare da volontari la fondazione MyShelter vuole arrivare ad avere un milione di bottiglie installate in tutto il mondo entro il 2015. Per ora Litro di Luce è presente in India, Indonesia, e anche in Svizzera.

 

Di seguito il video di come fare una Solar Bottle Bulb quindi è molto semplice provare a realizzarne una, magari per la casa sull’albero dei vostri bambini.

 

VIDEO

Fonte : http://www.eticamente.net

 

Redatto da Pjmanchttp://ilfattaccio.org

Tutti i numeri di Mr. Monti

L’acclamato e acclamando “Salvatore della patria” 

R.

L’economista ed analista della Federcontribuenti, Fabrizio Zampieri, ha così analizzato i 12 mesi di Mario Monti.

Aumento del 60 per cento tra sfratti per morosità e case vendute all’asta. Le richieste di esecuzione presentate all’Ufficiale giudiziario sono state 123.914, mentre gli sfratti eseguiti 28.641. Oltre 58 mila famiglie italiane non riescono a pagare in tempo affitti e mutui.

Produzione industriale ai minimi storici tra delocalizzazione e fallimenti. Produrre in Italia costa troppo non solo per la forza lavoro, soprattutto a causa dello schiacciante carico fiscale e l’alto tasso di corruzione.
Tasso di disoccupazione; novembre 2012 11,1% contro il 9,30% del novembre ‘11 e le stime per il 2013 sono per il raggiungimento del picco negativo del 13%.
Disoccupazione giovanile (16-25 anni) record negativo del 35,4%.

Pil, siamo passati da – 0,51%, al – 2,56% in un solo anno, attestandosi sui livelli del 2001 (introduzione dell’euro); praticamente la ricchezza del nostro Paese è tornata indietro di oltre 10 anni, e le previsioni per il nuovo anno sono sempre negative (-1%).

Debito Pubblico, con Monti si è toccato il livello storico negativo di 1.975 miliardi di euro, 2000 miliardi entro fine dicembre.

Rapporto Deficit/PIL 126,40% nonostante, dal 2007 (inizio della crisi) ad oggi, gli italiani abbiano subito manovre finanziarie per un ammontare complessivo di oltre 218 miliardi di euro. A quanto
pare questa immensa mole di denaro non è riuscita ad equilibrare il deficit dei conti pubblici. Consumi delle famiglie (-3,69%) con una preoccupante contrazione di circa il 50% rispetto all’anno precedente.
Mutui: 50% in meno di erogazioni rispetto all’anno precedente, per i prestiti a famiglie ed imprese la percentuale sale.
Fuga dei capitali all’estero; nel solo mese di ottobre’12 si è registrata una diminuzione dei depositi bancari, rispetto al mese precedente, di circa 26,4 miliardi di euro. Ciò è dovuto essenzialmente a due motivi: in primo luogo, la paura di molti italiani di una sempre più probabile applicazione di una patrimoniale sui depositi bancari, ed in secondo luogo il timore per il risultato delle prossime elezioni politiche, con un alto rischio di ingovernabilità.
Il quadro che ne emerge per il 2012 è quello di un’Italia ancor più impoverita, meno competitiva, e molto più indebitata. Per concludere la disamina il presidente di Federcontribuenti, Marco Paccagnella: “Grazie allo stragismo politico, che prima ha evocato Mario Monti e che ora lo spodesta, i contribuenti italiani si troveranno a dover pagare ulteriori 30 miliardi di euro, 150 punti base sui tassi alle imprese e 90 punti base sui tassi variabili dei mutui delle famiglie. Tre volte il gettito dell’Imu”.

11 Dicembre 2012 12:00:00 – http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=18310