Pmi senza soldi: tredicesime a rischio

Il grido della Cgia di Mestre: “la stretta creditizia ha lasciato senza liquidità le azidende italiane piccole e medie” 

Ernesto Ferrante

L’ultima cosa che ci passa per la testa è di candidarci a ricoprire un ruolo da protagonisti nella squadra degli uccelli del malaugurio di professione, ma quando si parla di tredicesime, in tutta sincerità, qualche brutto pensiero ci attraversa la mente e non ce la sentiamo di sfoderare plastici sorrisi e frasi da cioccolatini argentati.
Il rischio che l’ambita entrata “aggiuntiva” (notoriamente già spesa prima di essere incassata), possa imboccare una via diversa rispetto a Babbo Natale e alle sue renne, è altissimo. L’ultimo a lanciare l’allarme, almeno per ora, è stato il segretario dell’Associazione Artigiani e Piccole Imprese CGIA di Mestre, Giuseppe Bortolussi. Le sue parole, lasciano poco spazio ad interpretazioni tinte di rosa: “La stretta creditizia ha lasciato senza soldi le pmi e, tra il fitto numero di impegni finanziari e di scadenze fiscali previste per il mese di dicembre, sono a rischio i pagamenti delle tredicesime”.
Il numero di richieste d’aiuto pervenute da molti piccoli imprenditori che si trovano in difficoltà per mancanza di liquidità, sembra essere molto elevato. “Non siamo in possesso di alcuna statistica in grado di dimensionare l’entità del fenomeno, tuttavia, prosegue Bortolussi, le segnalazioni giunte in queste ultime settimane presso i nostri uffici sono state numerosissime. Da sempre il mese di dicembre presenta un numero di scadenze fiscali e contributive molto onerose. Detto ciò, è probabile, vista la scarsa liquidità a disposizione, che molti piccoli imprenditori decideranno di onorare gli impegni con il fisco e di posticipare il pagamento della tredicesima, mettendo in difficoltà, loro malgrado, le famiglie dei propri dipendenti”.
Se le imprese in generale, è risaputo, non se la passano affatto bene, quelle piccole e medie sono già alla canna del gas. Il quadro generale, come ricorda la CGIA, è molto pesante: dall’inizio di quest’anno la contrazione dei prestiti bancari erogati alle imprese è stata di 26,7 miliardi di euro (pari al -2,7%), mentre le sofferenze in capo al sistema imprenditoriale sono aumentate di 8,7 miliardi di euro (pari al +10,9%). In entrambi i casi il periodo di riferimento è dicembre 2011-settembre 2012. Se consideriamo poi che la produzione industriale è scesa del 6,5% e gli ordinativi del 10,4% ( il periodo di riferimento è gennaio-settembre 2011/gennaio- settembre 2012), appare evidente che la situazione in capo alle imprese, soprattutto quelle di piccola dimensione, sia peggiorata drammaticamente. “I più fortunati, conclude il segretario dell’associazione, sono riusciti ad avere un piccolo prestito bancario grazie al fatto che hanno il negozio o il capannone di proprietà. Diversamente, chi non è in grado di offrire nessuna garanzia non ha alcuna chance di ottenere un finanziamento e l’unica strada percorribile è quella di dilazionare le uscite”.
Non va dimenticato, però, che proprio i capannoni saranno salassati dall’Imu che costerà agli imprenditori fino al 154,4% in più rispetto a quanto pagavano con l’Ici, con un aumento record per coloro i quali esercitano l’attività nel Comune di Milano (in media 2.331 euro). E le cose non andranno di certo meglio in altre parti d’Italia, se si considera che chi fa impresa nei comuni di Lucca e di Lecce, dovrà fare i conti con un incremento del 131,3%. Rispetto al 2011, infatti, gli imprenditori lucchesi pagheranno 1.158 euro in più, mentre quelli salentini subiranno un aggravio di ben 2.501 euro.
In una fase economica in cui i consumi sono in forte contrazione, il credito continua ad essere erogato con il contagocce e le tasse continuano ad aumentare, i titolari di attività imprenditoriali pagheranno l’imposta municipale due volte. Una come proprietari di prima casa e l’altra come proprietari di immobili ad uso commerciale o produttivo. Una doppia stangata che rischia di mandare loro gambe all’aria e centinaia di lavoratori in mezzo ad una strada.

05 Dicembre 2012 12:00:00 – http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=18197

L’inesistente piano per la ripresa di Mario Monti

di Antonio Miclavez – 05/12/2012

Fonte: Come Don Chisciotte [scheda fonte] 

 

 

 

  

Se andate al sito di Aljazeera, ascoltate l’intervista con Monti che si intitola: “Mario Monti: Italy is done with austerity” (video all’interno dell’articolo) che potrebbe significare o che l’Italia ha finito con l’Austerità, o piuttosto che l’Italia è finita a causa dell’austerità. Purtroppo la risposta giusta è la seconda. Ascoltare i primi 5 minuti dell’intervista. Il giornalista chiede a Monti che era andato a batter cassa nel Golfo: “Lei chiede che noi investiamo in un’Italia dal futuro roseo, ma adesso che ha creato l’austerity, è calato il denaro in circolazione, lagente è disoccupata… come farà a rilanciare l’economia? Qual’è il piano di rilancio dell’economia italiana?” Ed ecco come risponde un vero gentleman: ” In quanto la ripresa prevedeva il primo periodo di austerity, l’ austerity è parte integrante della ripresa e quindi l’ austerity è LA ripresa !!”

Incorniciatevela nella toilette per momenti di stipsi grave; leggerla può aiutare. In pratica, Monti NON HA RISPOSTO, e così facendo ha risposto che il piano di ripresa non ce l’ha, altrimenti lo avrebbe esposto. Monti è un vero professionista della non comunicazione; se gli chiedessero come mai la Commissione Europea in cui aveva avuto un ruolo dirigenziale dal 1999 ha dovuto chiudere per ammanchi di cassa di 7.000 miliardi, se gli chiedessero dove sono spariti quei soldi dirà: ma volevamo rimetterli in circolazione!

Andate su Wikipedia e cercate “Santer Commission”, vedete i 7.000 miliardi spariti; una commissione sulla commissione Santer, mandata a chiarire gli ammanchi , scrisse a un certo punto disperata a causa dei muri di gomma che si trovava di fronte: “It was becoming increasingly difficult to find anyone who had the slightest sense of responsibility.” E così la fecero chiudere. Per proseguire con le indagini che però non ci furono, poiché arrivò Prodi a chiudere la vicenda in silenzio. “In response to the report, PES withdrew their support from the Commission[8] and joined the other groups stating that unless the Commission resigned of its own accord, it would be forced to do so.[11] So, on the night of March 15, Santer announced the mass resignation of his Commission.” Ma mandare a casa i membri della Santer non era cosa facile: e giù tutto l’iter burocratico per cui i membri spendaccioni della commissione potevano esser richiamati solo dagli Stati che li avevano mandati a “lavorare”; gli Stati si rifiutavano di farli rientrare, così …. la Commissione fu forzata a sciogliersi, e i 7000 miliardi non si sa dove siano finiti. Responsabile: nessuno. Mario Monti commentò che la commissione si sciolse per colpa di qualcuno che non voleva assumersi le proprie colpe, ma pare che questa fosse la tesi anche degli altri componenti dell’allegro gruppo. Allegherei il fascicolo sulla Commissione Santers che fu pubblicato dopo 8 mesi di indagini, ma mi pare che non si possano fare allegati; non è stato facile trovarlo; lo danno sparito da più siti, ma se cercate lo trovate. 

Guardate che bel titolo: “Allegations regarding Fraud, Mismanagment and nepotism in the European Commission”. E si commenta in fondo nelle conclusioni “nessun membro poteva essere all’oscuro di ciò che è accaduto”. E quindi neanche il Prof. Monti. Oddio, finché metto al posto della mia segretaria mia cugina, che magari è gnocca, chi se ne frega, ma SPARIRONO 7.000 MILIARDI di lire !!!!! Così come stanno sparendo i beni degli italiani e dell’Italia; Monti sa come si fa; dopotutto alla Bocconi sono i maghi della finanza creativa. Ma a parte qualche fatto passato non molto chiaro, MONTI NON HA IL PIANO DI RIPRESA !!!!! 

L’unico piano di ripresa è l’Austerity in quanto, lo ha detto in tv nel filmato sopra, “L’austerity è LA ripresa”. Se invece vogliamo la ripresa vera, cacciamo questi sicari della finanza, nazionalizziamo le banche, ricusiamo il debito pubblico. O congeliamolo per 5 anni a interessi zero, poi si vedrà. Magari altri 5 o 10 anni, finché non ci siamo ripresi. Se il piano di ripresa lo avesse, Monti lo avrebbe detto, ma con la gente a le aziende a terra come cazzo la si fa la ripresa adesso? Dai Prof Monti, Lei che ha studiato ci dica come si fa adesso che ci ha distrutti per benino. Ma forse parlava di ripresa bancaria, e allor tutto diventa chiaro. L’avevo sempre sospettato, ma c’è qualcuno che crede ancora ai giornali. 

Come il mio amico carissimo ing Sandro Turello di Trieste che dice che Monti ha migliorato l’immagine dell’Italia: ha migliorato l’immagine agli occhi degli speculatori di borsa, del Wall Street Journal, dei banchieri che vedono ancora grasse vacche da mungere. Ma l’immagine vera dell’Italia ce la facciamo con il Parmigiano che viene solo da noi, con la burrata pugliese che a NY costa un occhio della testa, con i vestiti di marca, con le musiche di Morricone, con Fellini… Insomma, col made in Italy. Il resto è foffa, truffa, fumo. Abbasso le banche, viva l’economia. 
E come diceva Cicerone alla fine di ogni discorso, anche noi dovremmo chiudere ogni email con: “Ceterum censeo Bancam delenda est”. Ovvero, finchè non è distrutto questo sistema bancario (e il sud america ci dimostra che è fattibile), non ne usciamo vivi. 

ps dimenticavo: magari qualcuno sa il piano di ripresa di Monti ??? Per piacere ce lo dica….. 
Arianna Editrice

 

Italiani, siete viziati e d’impiccio

Patroni Griffi ne ha abbastanza di tutti questi precari, vorrebbe sbarazzarsi degli impiegati a tempo indeterminato figuriamoci se non lo infastidiscono i “flessibilizzati”.

Esuberi, eccedenze, risorse, capitale umano ecco cosa sono diventati gli esseri umani a seconda del contesto, ectoplasmi ad uso e consumo degli usurai al governo sia italiano che mondiale. E dire che ci vantiamo tanto degli enormi progressi in tema di diritti umani e civiltà, al punto che ci spingono a guardare con disprezzo ai “preistorici” o alle comunità medievali. Vogliono la pensione, la sanità gratuita e chissà ancora quanti altri “privilegi”, sono troppo esigenti questi italiani.

La Fornero definisce viziati tutti coloro che aspirano ad un reddito che consenta di vivere dignitosamente, qualcosa di più del mero status di schiavo. 

 

Gli anziani, ancora percettori di pensione, sono un costo insopportabile, soprattutto se malati e bisognosi di cure. 

Vanno eliminati. Semplicemente. E’ questione di pareggio di bilancio, bando quindi alle questioni etiche, tanto i dirittoumanisti non hanno niente da obiettare, lo fanno solo qualora a comando del Pentagono ci sia necessità di aizzare le masse in difesa di civili torturati ed abusati in una nazione da aggredire. 

Noi siamo la culla della civiltà, ripetono, così come ricordano quanto i genocidi (di una etnia particolare, dal momento che le altre non contano) siano aberranti. Se si decide di sterminare, lo si deve fare con criterio, a norma di legge ed in maniera “presentabile”. Ad esempio imponendo un cancrificio, se poi la gente si ammala, vuol dire che non è abbastanza forte da meritare di stare su questo pianeta e per giunta pretenderebbe di curarsi gratis. Che ignominia!

“Gli italiani risparmiano troppo”, “l’80% degli italiani risulta proprietario di una casa”, hanno titolato per lungo tempo i giornali con un tono sprezzante, supplicando di “porre rimedio” a questa stortura. Sicuramente un diktat dei mercati.

Saranno contenti oggi, il risparmio non esiste più. Se i cittadini non hanno soldi, significa che evadono, come ricorda il buon Bersani che si stupisce del fatto che in Italia il 50% della popolazione dichiari 15mila euro. Questo marziano crede che tutti gli italiani percepiscano più o meno il suo di onorario. Ancora vengono lanciati strali contro l’evasione fiscale, ma nessun appunto sull’entità mostruosamente abnorme della pressione fiscale italiana, la più alta a livello mondiale, a maggior ragione se si considera il valore della contropartita in termini di servizi e prestazioni. Gli italiani sono stati precarizzati, per cui non possono accedere ai mutui. Se possiedono perciò delle case, magari ricevute in eredità, mica vogliamo lasciar loro la possibilità di avere un tetto sulla testa. Certo che no, i giornali lo scrivono, è disdicevole possedere una casa. Allora mettiamo una tassa, come se chi ha potuto permettersi di acquistare un immobile non abbia già pagato fior fior di quattrini allo stato per tasse e gabelle varie.

Gli italiani si devono pentire, questi irriducibili viziati vorrebbero un tetto sulla testa e non chiedere scusa ai governanti per tale privilegio? Che paghino l’IMU e dato che lo stato non deve fare beneficenza, si assicurino obbligatoriamente contro le calamità naturali, che gli amici della congrega della finanza devono tirare a campare no? 

 

Ma evidentemente sta bene così. La società civile non ha niente da dire, la dignità in nome della quale la succitata ha organizzato tante manifestazioni quando c’era il satrapo Berlusconi, deve essere stata considerata ripristinata dal grembiulino di Goldman Sachs ora al governo, altrimenti non si potrebbe spiegare questo silenzio. I sindacati hanno avallato questa macelleria sociale, mostrando al massimo qualche sbuffo di disappunto totalmente inadeguato ad impedire il genocidio degli italiani in nome della finanza.

Gli italiani se ne stanno comodamente a casa, fino a quando ne avranno una. Sono rassegnati o solo vigliacchi per natura? Nemmeno lo scippo sia del loro futuro che di quello dei propri figli  suscita alcun moto di rivolta. Forse ha ragione chi ci giudica viziati o forse gli italiani stanno cercando la ripresa economica dentro di loro, come suggerito dal golpista  presentabile e morale Monti. 

Barbara

Addio anche alla separazione dei poteri

BLOG | 4 DICEMBRE, 2012 – 19:20 | DA DAVIDE ZACCARIA

C’era una volta il principio della separazione dei poteri: legislativo, esecutivo e giudiziario. Poi l’esecutivo si è mangiato il legislativo, trasformando il parlamento in quello che è, una specie di cassa di risonanza del governo. Adesso si sta pappando anche il potere giudiziario, dato che dopo l’ultimo provvedimento salva Ilva, ormai il governo si può permettere di annullare le decisioni dei giudici per decreto.

Il giudizio sul settennato del presidente Giorgio Napolitano e sul lavoro che ha fatto, o avrebbe dovuto fare, a tutela della costituzione, possiamo lasciarlo alla storia, dato che ormai sta per diventare storia; ci sono persone che hanno l’opportunità di scrivere una buona storia, e altre che scelgono di scriverne una cattiva. Chissà come giudicheranno la sua storia, dopo  l’avvelenamento dei tarantini.

Una cosa comunque è certa: il governo e i partiti che lo sostengono, da ora, avranno la responsabilità diretta di tutti i morti e i malati che saranno provocati dall’Ilva di Taranto nei prossimi anni, perché assumendosi il potere giudiziario, annullando l’ordine dei giudici di fermare gli impianti inquinanti, di fatto si assumono anche la responsabilità di tenerli aperti, perfettamente consapevoli delle sostanze emesse nell’ambiente e dei problemi che provocano.

Tra poco il Presidente della Repubblica andrà in pensione, a rivedersi le caricature di Crozza, ma tutti gli altri saranno ancora lì a chiederci i voti e a presentarsi come i salvatori della Patria. Spero solo che chiunque abbia un minimo di coscienza di ciò che succederà a Taranto, rinfacci a qualunque politico di questa orrenda maggioranza anche quest’ultima porcata, prima di dirgli che non avrà il suo voto.

http://testelibere.it/blog/addio-anche-alla-separazione-dei-poteri

Spegniamo l’albero

Bersani ha ricevuto un mandato a premier del centrosinistra, da poco più del 4% di italiani. Una vera bazzeccola. Una grossa goccia d’acqua nel vuoto d’un bicchiere. 

Luigi Cardarelli

Adesso vediamo ben bene di farci quattro conti: tutta questa imponente abbuffata da primarie, tutta questa spocchiosa apologia del sancta sanctorum democratico, è valsa sì e no il 7% del corpo elettorale. Vale a dire che Pierluigi Bersani ha ricevuto un mandato a premier del centrosinistra, da poco più del 4% di italiani. Una vera bazzeccola. Una grossa goccia d’acqua nel vuoto d’un bicchiere. Ciò perché il popolo nostrano schifato e sfiduciato ha da tempo scelto l’Aventino, preferendo isolarsi.
Ma la parola d’ordine che s’ode roboante nelle grasse logge dei partiti grandi è “spacchettamento”. Quello che circa duemila anni fa i Cesari romani definivano “divide et impera”. Oppure quel che soltanto sei anni addietro il capo della sinistra al caviale Bertinotti declinava, in memoria di Berlinguer, come “partito di lotta e di governo”. Un vero imbroglio. In pratica la subdola e perfida partitocrazia di necessità virtù s’inventa nel cuore del partito stesso maggioranza e opposizione, ma sopratutto il fasullo e promesso cambiamento con l’unico scopo d’ingannare sine die l’allocco e sprovveduto elettore. Eccoti allora che tra le file del pd conforme e filisteo, voilà sbuca fuori il figlio d’un deputato democristo a rappresentare l’agognato riformismo. Alla stessa stregua nelle residue e sparute schiere del monocratico e servile pdl, Angiolino Alfano raggruppa i lealisti;
La Russa, la Meloni e Storace s’inventeranno un’altra An di quelli che prima stavano con Fini e poi con Berlusconi, affinché Silvio redivivo con una lista dei suoi amici appaltatori guarda caso simboleggerà la novità!
Dulcis in fundo di domenica dalla proletaria miliardaria Annunziata, t’arriva dal cielo in pompa magna il Marchini Alfio, proprio l’erede della dinastia palazzinara che regalò il gran maniero delle Botteghe Oscure ai compari fratelli del pci. Uomo davvero altruista e disinteressato, che aspira a sedersi sullo scranno del divino Campidoglio però tramite una lista civica. Potete verificare ordunque, si spezzettano per mascherarsi tal camaleonti, per far perdere le nauseabonde tracce, per farci smarrire il ricordo delle loro poliennali malefatte. Fanno finta di non conoscersi affatto tra sé stessi o addirittura senti senti d’esser quasi diventati dei nemici. Per poi telefonarsi di giorno e di notte ad ogni ora mettendosi d’accordo, con lo scopo di fregarci ancora e spartirsi la torta fra i clan e le cricche oligarche. Litigano esclusivamente per la grandezza della fetta e per i soldi, non di certo per fede o ideali. Forse sono diventati troppo grassi per stare comodi all’interno d’una sola greppia, così furbi pensano a dividersi. A codesta surreale sceneggiata hollywoodiana costituita d’un immenso e colorato polverone, non partecipano né Fini e né Casini. Lor signori sembran troppo pochi per doversi spacchettare, quindi si sono rifugiati sotto lo scudo amico e plutocratico del governo Monti. Se lo stanco cittadino italico se ne restasse a casa disertando le vicine urne, è assai probabile che una coalizione con il 20-25% degli aventi diritto si prenderebbe l’intero potere del paese. Mortadella sogna già ad occhi aperti il suo sedere impunito, sul fastoso colle Quirinale. Continueranno a mangiarsi ciò che resta del presente e del futuro, ben protetti in quella ricca mangiatoia chiamata stato o istituzione. Starsene fermi tra le mura domestiche, sarebbe il più bel regalo che potremmo fare alla casta, alle lobbies ed alle migliaia di Alì Babà degli ultimi decenni.
Spegniamo le luci dell’albero e accendiamo il cervello.


05 Dicembre 2012 12:00:00 – http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=18200

Kirchner mette la museruola alla finanza speculativa

Una legge obbliga banche e società ad investire soltanto nell’economia reale. Bloccata la sentenza Usa sui tango bonds 

Filippo Ghira

L’Argentina ha incassato in meno di una settimana due vittorie all’insegna della difesa della propria sovranità economica e dell’indipendenza nazionale. La prima di tipo giudiziario e l’altra più politica consistente in una iniziativa legislativa che riveste un grande significato per il Paese sudamericano che con Cristina Kirchner sta rinnovando tutti i grandi temi della tradizione peronista e che per questo si è attirata la piena ostilità della finanza Usa e del suo maggiordomo alla Casa Bianca.
La corte d’appello di New York ha bloccato l’attuazione della sentenza emessa la settimana scorsa dal giudice federale,Thomas Griesa, con la quale si intimava a Buenos Aires di pagare 1,33 miliardi di dollari ai detentori dei titoli che avevano respinto le due ristrutturazioni del debito nazionale nel 2005 e 2010, a seguito della bancarotta dichiarata dal governo argentino nel 2001. Detentori che, detto per inciso, sono esclusivamente fondi speculativi Usa che avevano presentato ricorso al tribunale di New York per ottenere il rimborso al valore nominale pieno di quei titoli in bancarotta e che essi avevano acquistato ad una cifra oscillante tra i 20 e i 25 centesimi per dollaro.
Una bella pretesa quella dei banditi di Wall Street ma che evidentemente ha trovato in un tribunale federale un altro bandito togato pronto a sostenerla. Griesa aveva stabilito che l’Argentina depositasse entro il 15 dicembre in un fondo di garanzia quei 1,3 miliardi di dollari pretesi dagli speculatori. La data nella quale l’Argentina dovrà pagare 3,3 miliardi agli obbligazionisti che hanno invece accettato le ristrutturazioni per una cifra tra il 60 e l’85%. Il giudice aveva infatti minacciato di bloccare questa seconda operazione, peraltro solo sul territorio Usa, il che avrebbe comportato quella che in gergo viene chiamata “bancarotta tecnica”.
La corte d’appello ha invece dato tempo fino al 27 febbraio al governo Kirchner di preparare una adeguata difesa che non potrà che dimostrare l’assurdità delle pretese dei criminali in livrea di Wall Street. Allo stesso tempo potranno essere rimborsati gli obbligazionisti che hanno accettato la ristrutturazione del debito. Non è un caso poi che la sentenza del giudice Griesa avesse seguito di pochi giorni il declassamento di ben cinque gradini dei titoli di Stato argentini da parte delle agenzie di rating Usa e l’aumento da 1.000 a 4.200 punti base delle quotazioni dei Cds (Credit default swaps) a 5 anni sul debito argentino, quei derivati che proteggono dal rischio di bancarotta.
La seconda vittoria ottenuta non dal governo della signora Kirchner ma dall’Argentina nel suo complesso consiste nella approvazione di una Legge al Senato che è diventata immediatamente operativa. Essa considera “immorale e illegale” qualunque forma di speculazione finanziaria sui mercati internazionali che sia basata sui derivati. Ma non solo: abolisce la possibilità tecnica delle speculazioni finanziarie in Borsa perché toglie alle banche e alle istituzioni finanziarie che operano in Argentina la possibilità di muoversi in maniera autonoma sul Mercato. L’economia torna in tal modo sotto il controllo del Parlamento e del governo visto che la legge stabilisce che la finanza resta e deve essere il braccio operativo dell’economia alla quale deve essere subalterna e che deve essere sottoposta al completo controllo dello Stato centrale in tutte le sue attività.
Di conseguenza le banche e le finanziarie internazionali potranno andare in Borsa o sui mercati dei capitali con l’unico obiettivo di investire subito i soldi così rastrellati  per l’apertura di crediti agevolati alle medie e piccole imprese, per investire in industrie nazionali e assumere nuovo personale. Combattere la disoccupazione giovanile resta infatti la priorità assoluta in campo politico, economico e sociale. Altrimenti, ha spiegato Cristina Kirchner, banche e società estere possono anche andare a investire in Europa dove li accoglieranno a braccia aperte. Le banche ordinarie, ha spiegato il Presidente argentino, devono occuparsi di investire i soldi dei correntisti nell’economia reale, quella delle merci, e non quella della carta straccia. Lo Stato garantisce ogni tipo di risparmio e ogni forma di investimento, purché si riferisca all’economia reale. Chi vuole investire soldi nella finanza speculativa lo fa a proprio rischio e pericolo attraverso “banche speciali” che dovranno esporre un avvertimento alla clientela, nel quale si avverte che non esiste nessuna garanzia nazionale su tali operazioni.
 
 05 Dicembre 2012 12:00:00 – http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=18187

IRIB: quello che la stampa di regime non dice

Posted By Corrado Palazzi On 5 dicembre 2012 

Insediamenti illegali: Israele distrugge moschea ad Al Khalil+VIDEO

Insediamenti illegali: Israele distrugge moschea ad Al Khalil+VIDEO[1]

IRIB – Prosegue per il secondo giorno il piano di costruzione di nuovi insediamenti che porta alla demolizione di case nei territori occupati della Cisgiordania e di Gerusalemme, nonostante il rifiuto della comunità internazionale. Ieri, martedì, il regime sionista ha distrutto una moschea nella città di Hebron, il cui nome autentico e’ Al Khalil.

Siria, strage di studenti, attacco di ribelli contro scuola:30 morti

Siria, strage di studenti, attacco di ribelli contro scuola:30 morti[2]

DAMASCO-Un colpo di mortaio lanciato dai ribelli ha colpito ieri una scuola vicino a Damasco. La notizia è stata battuta dall’agenzia Sana e diffusa dalla televisione. L’attacco è avvenuto contro la scuola Bteiha nel campo Wafideen, vicino la capitale, e che oltre ai bambini sarebbe morto anche un insegnante. In totale sono 30 i morti. Lo riferisce l’agenzia Irna.

Nel bilancio delle vittime  di ieri c’è da aggiungere anche l’omicidio di un giornalista di un quotidiano governativo a Damasco. Il giornalista, Naji Asaad Imam, del giornale Tishrin era uscito da casa nel quartiere di Tadamon, nel sud della capitale siriana, e si stava dirigendo al lavoro quando è stato abbattuto a colpi d’arma da fuoco.

Il campo ospita 25mila persone, fuggite dalle alture del Golan occupate da Israele dal 1967.

Iran: ‘cattura di drone ScanEagle un’altra sconfitta per gli Stati Uniti’

Iran: 'cattura di drone ScanEagle un'altra sconfitta per gli Stati Uniti'[3]

TEHERAN-“La cattura del drone intruso americano ScanEagle sul Golfo Persico da parte delle forze iraniane dimostra la debolezza degli Stati Uniti nei confronti dell’Iran.” Lo ha affermato martedì il comandante delle Guardie Rivoluzionarie dell’Iran,  generale Hossein Salami, citato dalla PressTV.

“Il fallimento degli Stati Uniti nella sua nuova operazione di spionaggio tramite il drone ScanEagle  indica che il governo americano, pur essendo la più avanzata potenza militare ed economica nel mondo, non è in grado di realizzare i suoi complotti contro l’Iran islamico, e noi possiamo facilmente annullare tutti i suoi piani”, ha detto il generale Salami aggiungendo che la Reppublica islamica, malgrado le dure sanzioni imposte contro il Paese è riuscita sempre a neutralizzare i complotti dei nemici.

Ieri il capo della marina della Guardia rivoluzionaria, il generale Ali Fadavi, ha annunciato di aver catturato un drone degli Stati Uniti nello spazio aereo iraniano sulle acque del Golfo Persico. Alcuni minuti dopo il corpo dei Pasdaran ha pubblicato le foto ed il video del drone catturato tramite un’altra misteriosa operazione di guerra elettronica. Anche nello scorso mese  gli iraniani, erano riusciti a sottrarre agli americani la guida ed il controllo di un RQ-170 Sentinel, facendolo atterrare intatto sul suolo iraniano mentre si trovava sul cielo dell’Iran.

Afghanistan: rapporto vergogna, quelle notti in cui i soldati Usa stupravano le donne afgane

Afghanistan: rapporto vergogna, quelle notti in cui i soldati Usa stupravano le donne afgane[4]

KABUL – Quei raid notturni nei villaggi afgani non avvenivano per dare la caccia a presunti terroristi ma per violentare le donne del luogo.

È la denuncia dei residenti di un villaggio afgano del distretto di Chahar Bolak, nella regione di Balkh, dove le forze Usa effettuano stranamente perlustrazioni “casa per casa” molto più del solito. Lo ha riferito Domenica l’AIN, l’Afghanistan Information Network. Il bello è che i residenti del villaggio però hanno chiesto di non citare il nome del centro abitato dato che sono stati minacciati a priori dai generali americani di “dolorose ritorsioni” nel caso la questione fosse passato al dominio pubblico. La straziante pratica avviene pressappoco in questo modo: i soldati americani dividono nelle famiglie gli uomini dalle donne e poi si danno all’animalesca pratica. È una nobile dimostrazione della cultura e della civiltà occidentale, che in teoria sarebbe “superiore” alle altre. Finora la guerra al terrorismo era servita da scusa per molti crimini, come l’assassinio di massa di gente innocente; da oggi sappiamo che serve pure come pretesto per violentare le donne. Complimenti vivissimi a president Obama.

Siria/ Nato approva dispiegamento patriot in Turchia

Siria/ Nato approva dispiegamento patriot in Turchia[5]

BRUXELLES – I ministri degli Esteri della Nato, riuniti a Bruxelles, hanno approvato ufficialmente il dispiegamento delle batterie di difesa antimissile “Patriot” in Turchia, come protezion e contro eventuali attacchi provenienti dalla Siria: lo hanno reso noto fonti diplomatiche dell’Alleanza.

Iraq: Kurdistan nega autorizzazione atterraggio a Ministro Turchia

ANKARA – Il governo turco ha informato che il governo autonomo del Kurdistan iraqeno ha negato all’aereo del Ministro turco dell’Energia l’autorizzazione di atterrare nell’aeroporto di Arbil, nel nord dell’Iraq. La popolarita’ della Turchia nella regione e’ in caduta libera soprattutto per via della sua posizione nei confronti della crisi in Siria.

Turchia, via libera a possibili operazioni militari in Siria per un altro anno

Turchia,  via libera a possibili operazioni militari in Siria  per un altro anno[6]

ANKARA-Il parlamento di Ankara riunito a porte chiuse ha approvato la mozione presentata dal premier Recep Tayyip Erdogan ed ha autorizzato per un anno possibili operazioni militari turche in Siria.

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Aperta conferenza sul clima dell’Onu a Doha

DOHA – Il 4 dicembre si è aperta la riunione di alto livello della Conferenza sul clima delle Nazioni Unite, in corso a Doha. I dignitari provenienti da quasi 200 paesi e regioni di tutto il mondo hanno partecipato alla cerimonia di apertura.

Il Segretario generale dell’ONU, Ban Ki-Moon, ha partecipato alla cerimonia di apertura ed ha pronunciato un discorso. Egli ha affermato che la risposta alla crisi del cambiamento climatico è un lavoro a cui tutti devono partecipare. Egli ha esortato tutte le parti ad agire a Doha.

Egitto, circondato palazzo presidenziale, scontri manifestanti-polizia: 18 feriti

Egitto, circondato palazzo presidenziale, scontri manifestanti-polizia: 18 feriti[8]

IL CAIRO-Decine di migliaia di egiziani  protestando contro i decreti con cui Morsi ha assunto quasi poteri assoluti nel paese hanno circondato ieri il palazzo presidenziale del Cairo.

La polizia ha sparato lacrimogeni contro i manifestanti davanti al palazzo del presidente Morsi ferendone circa 18 . Secondo alcune fonti, negli scontri decine di persone sono rimaste intossicate dai gas.

Altre fonti riferiscono che il presidente egiziano Morsi ha lasciato il palazzo presidenziale dopo che alcuni manifestanti hanno sfondato il cordone della polizia che stava proteggendo il palazzo e sono arrivati a protestare sotto le mura del palazzo.

“Siamo qui per chiedere lo sciglimento dell’Assemblea costituente e la rimozione della dichiarazione costituzionale varata da Morsi …” ha detto uno dei manifestanti.

Palestina: Hezbollah impiego’ nuova tecnologia per neutralizzare Iron Dome

Palestina: Hezbollah impiego' nuova tecnologia per neutralizzare Iron Dome[9]

GERUSALEMME – Fonti militari di alto livello, appartenenti alla resistenza palestinese, hanno rivelato che quest’ultima ha impiegato per la prima volta dei missili dotati di una nuova tecnologia, utile a neutralizzare il sistema antimissilistico israeliano, Iron Dome. Lo riferisce l’agenzia Infopal.

La nuova tecnologia, definita “esca”, sarebbe stata impiegata durante l’ultima aggressione israeliana contro Gaza, Operazione Colonna di Nuvole, iniziata il 14 di novembre e conclusa otto giorni dopo con una tregua cui condizioni sono state dettate dalla resistenza palestinese.

Le fonti hanno spiegato che l’obiettivo della tecnologia in questione è quello di paralizzare l’Iron Dome, inducendolo a colpire i missili esca e mancare quelli con le testate esplosive, che riuscendo a penetrare la difesa israeliana, cadevano sui propri obiettivi.

Le fonti militari della resistenza non hanno voluto rivelare i dettagli di questa nuova tecnologia, limitandosi ad affermare che essa è tuttora in fase di sviluppo, e che la sua efficacia è constatabile da chiunque abbia osservato l’operato dell’Iron Dome.

L’Iron Dome, entrato in attività a metà del 2011, è un sistema mobile di guerra aerea, sviluppato da Rafael, società israeliana per i sistemi di difesa avanzati, con l’obiettivo di intercettare i razzi a corto raggio e i colpi di artiglieria. Il suo costo ammonta a 210 milioni di dollari.

http://www.infopal.it/nuova-tecnologia-impiegata-dalla-resistenza-palestinese-per-neutralizzare-liron-dome/

 


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Odissea No Tav al vertice italo-francese

da : Il FATTO

 

Ci sono volute nove ore, per i 600 NoTav, partiti lunedì mattina dalla Valsusa, per percorrere i 400 km fino a Lione. La polizia francese ha bloccato, due volte, il convoglio dei manifestanti per effettuare identificazioni e controlli. I 12 bus di attivisti avevano come obbiettivo il vertice italo-francese sull’alta velocità svoltosi ieri mattina nella città d’Oltralpe. Arrivati nel primo pomeriggio, i valsusini si sono uniti con un gruppo, di circa300 militanti francesi contro l’alta velocità. La polizia ha impedito ai manifestanti di lasciare la piazza dove era stato autorizzato il presidio. Ma quando  hanno tentato di inscenare un piccolo corteo, le forze dell’ordine hanno utilizzato i gas urticanti per “placare gli animi”, surriscaldati e frustrati dalle lunghe attese. Sono dopo diverse ore i valsusini si sono potuti allontanare, la polizia ha scortato il convoglio e su ogni bus erano presenti agenti in tenuta antisommossa. Tutti i manifestanti francesi sono stati identificati e con essi la stampa  di Cosimo Caridi

4 dicembre 2012

Sanita’ proposta shock: ridurre la spesa su anziani e malati terminali!

2 dic – Alleggerire gli ospedali del carico di pazienti che trovano migliore assistenza nei servizi sociali, pensare a forme di finanziamento nuove come il partenariato pubblico-privato e usare come punto cardine del sistema sanitario l’analisi costo-efficacia.

Sono alcune delle modalita’ per rendere il Ssn sostenibile, spiega Francesco Moscone, docente di Economia alla Brunel University ed esperto di Economia sanitaria, promotore insieme a Giorgio Vittadini dell’Universita’ di Milano Bicocca del III workshop di Econometria in Sanita’ (la prossima settimana all’Universita’ di Siena), per proporre metodi e strategie che mettano i concetti di costo-efficacia ed efficienza al centro delle decisioni in sanita’.

 

La spesa sanitaria in media incide per circa il 75% della spesa pubblica regionale, spiega Moscone, e oggi vi e’ una pressione sempre piu’ stringente al risparmio, al taglio dei costi mirando alla massima efficienza, ovvero la capacita’ di raggiungere risultati in termini di salute con il minor impegno di risorse possibile.

”Uno dei modi per ridurre la spesa e’ spostare alcuni servizi sanitari sotto la responsabilita’ dei servizi sociali come avviene nel Regno Unito dove cio’ ha ridotto nel tempo i ricoveri ospedalieri. In Italia, ”gli ospedali sono pieni di anziani che potrebbero essere assistiti nelle loro abitazioni o in strutture territoriali meno costose e a piu’ bassa’ intensita’ di tecnologia – spiega.

Allo stesso modo, strutture territoriali potrebbero essere pensate per i malati terminali, sopratutto in considerazione del fatto che la spesa sanitaria che incide di piu’ e’ quella che sostiene gli ultimi anni di vita di una persona, in quanto sovente questa entra e esce dall’ospedale, spesso per malattie incurabili”. Bisogna inoltre puntare all’analisi costo-efficacia, continua Moscone, il punto cardine del sistema sanitario inglese ad ogni livello decisionale; e pensare a nuovi modelli di finanziamento come il partenariato pubblico-privato (PPP), ovvero una forma di cooperazione tra settore pubblico e settore privato per gestire almeno alcuni aspetti dei servizi sanitari.

Infine, un modo di razionalizzare i costi e’ quello di rafforzare il ruolo a livello nazionale delle linee guida che offrano protocolli precisi da seguire, stabilite in base a principi di costi ed efficacia. (ANSA).

http://terrarealtime.blogspot.it/2012/12/sanita-proposta-shock-ridurre-la-spesa.html

Tav, gita blindata a Lione

Alle 6.30 il nostro pullman parte da Bussoleno. Del Legal Team siamo in tre. Di pullman ce ne sono ben undici, da cinquanta e passa persone ciascuno. Siamo consci dei nostri diritti: possono chiederci la carta d’identità, ma se vogliono prenderci impronte digitali e fotografarci, ci rifiutiamo e chiamiamo il Consolato.

Mentre ci si avvia verso Lione, penso a tante cose. A quella linea Lisbona – Kiev che soltanto una mente malata poteva concepire. E perché non Lisbona-Vladivostok, così si collegavano i due oceani, Atlantico e Pacifico? Oggi della Lisbona-Kiev non parla più nessuno. Portogallo e Spagna vi hanno rinunciato (ma hanno mai aderito?). Oltre la Trieste di Illy (strenuo fautore da buon Pd della linea), nessuno sa neppure cosa sia. Penso ad  Esposito che ieri ha detto ai media che si deve fare perché porterà lavoro. Né più né meno quello che abbiamo sempre detto noi. Porterà lavoro (peraltro quello modesto degli edili, e magari del lavoro nero, sicuramente degli extracomunitari), ma non serve a nulla. Penso, penso, poi mi addormento. Confine. Ci fanno fermare. La polizia chiede i documenti. Noi ci fanno passare. Arriviamo ad un autogrill ed aspettiamo gli altri pullman. Ci raggiungono in un tot numero di ore: bella strategia quella dei francesi di farci arrivare quando la firma è stata apposta. Ripartiamo, arriviamo a qualche decina di chilometri da Lione. Veniamo fatti parcheggiare in un’area di sosta che viene circondata da agenti anti-sommossa. Gli stessi robocop cui siamo abituati in Italia, ma, chissà perché, qui sembrano più determinati e pericolosi.

Ci dicono che ci scortano fino a Lione. Risultato: a Lione ci arriviamo dopo quasi nove ore di viaggio, alle tre del pomeriggio, accompagnati non solo dai robocop ma altresì da un elicottero che ronzerà per tutta la manifestazione sopra le nostre teste.

In piazza Gare des Brotteaux, davanti alla ex stazione ferroviaria, dove ora costruiscono appartamenti (esattamente come in Italia), altri italiani ed un certo numero di francesi. La piazza è blindata, siamo intrappolati e non possiamo uscire. Un lager. Possiamo solo manifestarci dentro. Una conferenza stampa improvvisata ci dice che è vero, la firma c’è stata, per chiedere che l’opera sia finanziata per il 40% dall’Europa (Francia ed Italia sono in braghe di tela), ma in Francia sta aumentando il malcontento: i Verdi sono molto tiepidi, un deputato del partito di Sarkozy ha cambiato idea e dice sulla Torino-Lione l’hanno preso in braccio. D’altra parte c’è chi riferisce che Virano abbia detto ai media che se i francesi si ritirano, noi la Tav la facciamo da soli…

Si fa buio, è ora di rientrare e qui lo stato di polizia francese dimostra tutta la sua efficienza. Mentre viene spruzzato per aria un prodotto urticante che ci fa piangere, i pullman sono fatti uscire uno alla volta. Noi scendiamo per non lasciare i francesi da soli, perché temono di essere identificati. Ci mischiamo a loro, ma poi tutti vengo fatti uscire dalla piazza. L’operazione richiede l’impiego di qualche cenìtinaio di robocop. La polizia in forze scorta gli undici pullman fino al confine. I No Tav sono considerati come un problema di ordine pubblico e non già come un movimento di opinione epenso quanto si senta debole il potere quando fa un uso così sterminato della forza per 600 pacifici manifestanti.

Sul pullman Emanuele chiede a Stefano quante volte ha manifestato all’estero. Stefano: in Cile ed in Egitto. Emanuele in Marocco. Io penso a quante manifestazioni mi sono fatto nella vita e quante in particolare sulla Tav. Non le riesco a ricordare tutte. C’è chi dice che abbiamo la sindrome di Nimby. Sono dei perfetti imbecilli. Noi abbiamo un ideale. Un mondo migliore. E la Tav non ne fa parte. E neanche i robocop. Torno a dormire. A mezzanotte sono a casa. La luna è po’ più piccola.